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Federico Principi

Il calciatore di maggio: Bartlomiej Dragowski

Il portiere dell'Empoli è il vincitore del premio “Calciatore del mese AIC”.

La Serie A è finita il 26 maggio e per l’ultima volta vi abbiamo chiesto di scegliere tra due giocatori per assegnare il premio «Calciatore del mese AIC», in collaborazione con l’Associazione Italiana Calciatori. I candidati erano Bartlomiej Dragowski, che con le sue parate ha tenuto in vita le speranze di salvezza dell’Empoli fino agli ultimi secondi dell’ultima partita contro l’Inter, e Fabián Ruiz, tra i più brillanti nel finale di stagione del Napoli. Ha vinto il portiere dell’Empoli. (Potete votare sui nostri social e su quelli dell’AIC; qui trovate i nostri articoli sui calciatori dei mesi passati).

 

Per assistere alla prima vittora di un portiere del premio “Calciatore del mese AIC” abbiamo dovuto aspettare l’ultimo mese disponibile, maggio. Ci era andato vicino Gianluigi Donnarumma, battuto a febbraio nel ballottaggio con il compagno di squadra Krzysztof Piatek, e ci riesce ora Bartlomiej Dragowski, la cui esplosione a partire dalla partita contro l’Atalanta del 15 aprile ha dell’incredibile.

 

In quella sfida Dragowski ha messo a referto 17 parate, il dato più alto di parate in una singola partita mai raccolto dalle statistiche ufficiali Opta – cioè dagli ultimi 15 anni. Inoltre il polacco, secondo il sito specializzato in statiche Whoscored, monopolizza il podio dei portieri con il maggior numero di parate in una partita in questa stagione di Serie A: oltre alle 17 contro l’Atalanta, Dragowski ha compiuto 12 parate contro l’Inter e 10 contro la Fiorentina, in due partite del mese di maggio, legittimando così, soprattutto a San Siro, anche in virtù di una sfida dalla visibilità mediatica superiore, la sua elezione a “Calciatore del mese AIC”.

 

L’esplosione improvvisa di Dragowski gli ha consentito di vincere molto nettamente ai voti la concorrenza di Fabián Ruiz, forse l’unico candidato lontanamente paragonabile al portiere polacco come rendimento nell’ultimo mese di campionato, grazie ai due gol realizzati contro l’Inter e allo splendido assist per Ghoulam a Bologna. L’Empoli poteva a sua volta portare anche l’ormai sbocciato Di Lorenzo tra i possibili candidati, mentre il Bologna poteva presentare altri due profili, grazie a un sempre più convincente Orsolini e a Mattia Destro, che ha ripreso a segnare con continuità. Per il Milan vale lo stesso discorso con Suso e Çalhanoglu, che a maggio hanno convinto maggiormente dopo i rispettivi periodi di flessione per motivi diversi. Ma la maggioranza bulgara raggiunta da Dragowski non è casuale o ingiusta, e ha radici molto forti.

 

La cosa più incredibile della parabola di Dragowski è che è riuscito a imporsi in Serie A dopo due anni e mezzo di panchina alla Fiorentina e oggi appare un portiere già estremamente solido, sia dal punto di vista tecnico che fisico, oltre che talentuoso. Il tutto nonostante la pochissima esperienza e un salto di qualità dal campionato polacco a quello italiano compiuto con due stagioni e mezza di sostanziale inattività che gli hanno spezzato il ritmo partita.

 

La sua dote migliore, al di là dei riflessi, è senza dubbio l’esplosività, che gli consente di coprire tutto lo specchio della porta sia lateralmente che in alto, oltre che di recuperare la posizione quando è in ritardo come in occasione della splendida parata su Vlahovic contro la Fiorentina. Ma Dragowski è un portiere solido perché in poco tempo ha acquisito quella sicurezza e quella costanza che gli permettono in pochissimi istanti di cambiare posizione in base alla situazione e risultare comunque efficace: a volte, in linea con la sua scuola nordeuropea, tende a posizionarsi “a croce” dimostrando anche lui come le dimensioni della porta, in relazione alle capacità degli atleti, si stiano restringendo progressivamente, e come di conseguenza il calcio a 5, con le sue posture per i portieri, possa diventare un riferimento efficace e non più da bistrattare.

 

La partita contro l’Atalanta, quella che lo ha lanciato verso lo scintillante finale di stagione e dove ha stabilito il record di parate in un singolo match (17).

 

Inutile sottolineare come, soprattutto nel primo tempo dell’ultima sfida contro l’Inter, Dragowski abbia elevato all’ennesima potenza la sua straordinaria esplosività, così come anche in questa stupenda parata contro la Sampdoria nella partita precedente. La continuità di rendimento dell’ultimo mese e mezzo ha anche cambiato decisamente le sue prospettive di mercato: dopo qualche timido accostamento alla Roma come sostituto di Olsen, negli ultimi giorni la possibile soluzione più gettonata sarebbe il prestito dalla Fiorentina, la squadra che non ha mai smesso di detenere il suo cartellino, al neopromosso Lecce. Si è anche parlato di offerte superiori a 10 milioni per il suo cartellino, provenienti dall’Inghilterra e più precisamente da Southampton e Bournemouth.

 

Il suo eventuale inserimento in Premier League si andrebbe ad allineare con le nuove tendenze del calcio inglese, sempre più influenzate da Guardiola e dalla volontà di costruire in modo pulito dal basso. Dragowski è stato infatti anche chiamato in causa con successo nella laboriosa ma efficace costruzione dell’Empoli e forse anche per questo motivo, oltre che per la sua crescita nonostante tanta panchina, i club stanno valutando positivamente la sua attitudine mentale al miglioramento, oltre che più in generale il suo livello.

 

Nel suo gioco con i piedi, Dragowski in alcuni casi perde un po’ di lucidità quando viene pressato, soprattutto nei controlli orientati, ma quando ha tempo e spazio per decidere come impostare trova anche delle ottime soluzioni, sia nei passaggi filtranti che nei lanci a media gittata verso l’esterno basso. In questo senso, oltre che per la sua capacità di usare con parsimonia ma piuttosto correttamente la posizione “a croce”, Dragowski dimostra di essere davvero un portiere moderno, inserito nella schiera dei giovani avanguardisti.

 

In questa situazione tutti i compagni vicini sono pressati, ma con un’ottima visione di gioco legge in tempo il movimento incontro di Di Lorenzo. Per eludere la pressione di Ola Aina, Dragowski affretta la giocata e, vista la sua posizione, esegue questo passaggio piuttosto lungo con il piede debole, il sinistro, risultando comunque molto preciso.

 

Forse arriva proprio adesso il momento più delicato della sua carriera. Dragowski ha messo insieme una decina di partite in crescendo dopo due anni e mezzo di panchina, ma lo ha fatto in un momento in cui non ha avuto altissime aspettative su se stesso e nel quale la curva del rendimento poteva solo salire. La pausa estiva interrompe il suo percorso proprio nel periodo migliore e non sarà così scontato ritrovarlo nelle stesse condizioni a settembre, con più pressione addosso.

 

A quanto trapela, Dragowski avrebbe rifiutato la partecipazione all’Europeo Under-21 perché scocciato dalla prospettiva di fare da riserva al titolare Kamil Grabara, adducendo un banale infortunio come scusa. Non possiamo sapere se sia davvero così e in ogni caso è difficile dire se sia stata una scelta presuntuosa o invece ben ponderata, per programmare i periodi di riposo e di ripresa della preparazione. Soltanto le prossime stagioni potranno dare risposte più approfondite sul fatto che il mese di maggio del 2019 sia stato per Dragowski un’effimera apparizione o, in alternativa, il momento di svolta per una carriera di alto livello.

 

 

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Federico Principi nasce nel 1992 e si ammala di sport. È telecronista della Serie C su Eleven Sports Italia. Ha scritto "Formula 1 2016: The review", un libro completo sulla stagione 2016 di Formula 1.