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Daniele V. Morrone
Il Barcellona di Xavi sta crescendo
17 feb 2022
17 feb 2022
E il Napoli non dovrà sottovalutarlo.
(di)
Daniele V. Morrone
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https://youtu.be/OxmdYlmJwGo

 



 





https://youtu.be/HmACpbda5vU?t=199

 

 



https://youtu.be/CQH6mHX7sPU

 





 

In questo grafico di passaggi e posizioni medie si nota bene come Sergio Busquets sia l’unico punto di riferimento centrale per la squadra.


 



 

L’ampiezza è fondamentale per provare a disordinare l’avversario e - una volta mossa la palla nuovamente verso il centro - trovare lo spazio per il filtrante in area. Se il filtrante non c’è, la palla torna sull’esterno per il cross. È un'azione che il Barcellona di Xavi può ripetere all’infinito: l’allenatore ha passato le prime partite della sua gestione a bordo campo indicando con le braccia questo movimento continuo ad alternare verticalizzazione e palla sugli esterni. Non è chiaro se questa sia una scelta dettata dalla facilità con cui il gruppo a disposizione può assimilarla rispetto a manovre più complesse o se sia proprio una sua scelta, ma certo la velocità con cui a volte il pallone va in verticale fa un po’ impressione rispetto all’immagine che abbiamo del gioco cerebrale che aveva lasciato come ricordo nelle ultime stagioni al Barcellona da giocatore Xavi.




La squadra è schierata per uscire in modo paziente e pulito dalla difesa come vuole Xavi: i due centrali larghi, i terzini più alti, Busquets al centro per completare il rombo di costruzione e Frenkie de Jong che scende per dare un’opzione in più mentre l’altra mezzala Gavi si muove dietro la linea di pressione. Tutto pronto ma ter Stegen vede il movimento in profondità di Memphis Depay e decide di lanciare lungo su di lui. Da questo suo assist arriverà il gol contro il Villarreal.




Ovviamente per funzionare, questo tipo di manovra ha bisogno di calciatori adatti. A centrocampo Xavi vuole sempre almeno contemporaneamente quattro tra Busquets, de Jong, Pedri, Gavi e Nico Gonzalez perché sono giocatori cresciuti pensando questo calcio, o che almeno hanno l'indole per praticarlo. Diversamente in attacco avrebbe bisogno di esterni in grado di saltare l’uomo anche dopo la ricezione statica e di attaccanti dai movimenti profondi in area per ricevere il passaggio: con l’infortunio di Ansu Fati e l’inaffidabilità di Ousmane Dembélé, appena arrivato Xavi si è rivolto alla Masia per cercare profili di questo tipo da inserire e mettere una toppa pre mercato di gennaio. Dalla seconda squadra ha fatto salire a turno un po’ tutti i giocatori e in questi tre mesi in campo si sono visti ali dribblomani come Abde e Ilias, fino all’attaccante esterno Jutglà. Ma era evidente che fosse solo un modo per tamponare la situazione e che, nonostante le costrizioni date dalle regole finanziarie della Liga, la dirigenza doveva venirgli incontro in qualche modo. 


 



 



 

 


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Qui un esempio di come il movimento da falso terzino di Dest (con invece Traoré con i piedi lungo la linea laterale) costringe ad una scalata il centrocampo dell’Espanyol e libera un po’ di spazio per le mezzali. De Jong legge subito la situazione e dopo essere venuto incontro si butta in profondità, ma la verticalizzazione di Araujo non gli arriva per l’imprecisione del centrale, le lacune in impostazione da parte di Araujo non sono da sottovalutare.





L’assenza di letture difensive di Dest a destra e il troppo campo da dover coprire per Jordi Alba a sinistra, fa sì che in fase di transizione difensiva, anche se in parità numerica, il Barcellona debba affidarsi unicamente alle coperture di Araujo e Piqué, con il secondo che deve fare ormai i conti con l’età. Se quindi la riaggressione non va a buon fine nella metà campo avversaria, il Barcellona ha talmente tante lacune strutturali dietro che la pur efficace capacità in copertura di Araujo a volte non basta. Consapevole di ciò, Xavi ha insistito subito sulla necessità di rimanere compatti, provare folate di pressione e attuare una riaggressione sistematica. Praticamente il suo Barcellona funziona solo se può recuperare subito il pallone, nel momento in cui passano i secondi e non è tornato in possesso va in apnea e si apre la porta ai rivali per poter affondare. La giovane età media di della rosa aiuta comunque in tal senso: giocatori come de Jong, Gavi, Pedri, Ferran Torres si sono subito calati nella parte di chi deve essere aggressivo quando non ha palla, ma integrare questo sistema di pressing con le difficoltà dei giocatori meno adatti richiede tempo e al momento c’è più di una crepa. 




Quando però la squadra rimane compatta e dopo il recupero può quindi giocare nello stretto associando tutti i giocatori più tecnici in zona di rifinitura, allora qualcosa di positivo si intravede, come nel caso del gol vittoria contro l’Elche. Le connessioni tra giocatori che si conoscono bene pur essendo molto giovani aiuta in tal senso.


 

https://youtu.be/EKTUDgcqx4Q?t=245

 





https://www.youtube.com/watch?v=Sbm7P11Xa_4

 



 



 

 

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