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Mattia Pianezzi
Bacca vi insegna a fare gol
07 ott 2016
07 ott 2016
10 smarcamenti del colombiano che vi renderanno idoli del campetto.
(di)
Mattia Pianezzi
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Il lavoro che fa Carlos Bacca con i difensori al momento degli inserimenti è complesso, ma è anche uno dei metodi di assalto atavici. Il colombiano ha un discreto fisico ma non è neanche un energumeno e, soprattutto non è quella la sua arma principale; non è la stazza (181 cm, nella media) che lo rende temibile in area di rigore. Non è neanche il tempismo, o meglio, non solo, perché quello c’è ed è importante. Bacca prende alle spalle gli avversari, metaforicamente, quanto letteralmente esce dal loro campo visivo quel mezzo secondo necessario per mandare in tilt il movimento difensivo (così il difensore si ritrova sempre ad inseguire) come un predatore che dovrebbe attaccare, invece attacca solo il pallone.

 

Carlos Bacca non ha un gran tiro, un gran colpo di testa, un abilità aerea sopra la media. Bacca è più ambiguo: tutti sanno che fine fa un tiro fatto bene, un colpo di testa girato alla perfezione, e sanno prevedere il gesto e di conseguenza coprire, parare. Per questo Bacca effettua raramente quel tipo di tiri. Non vorrei mi fraintendeste: ha tutte le carte in regola per giocare a calcio ad alti livelli ed è dotato tecnicamente, viene a prendere il pallone tra le linee, ha un dribbling secco niente male; ma quando si parla di finalizzare ha qualcosa di diverso dagli altri, che è al tempo stesso qualcosa in più e qualcosa in meno: Bacca sa che ogni tanto spizzare il pallone è più efficace che colpirlo pieno,

, e che ciccare leggermente nell’area piccola a volte è meglio che tirare forte.

 

E sa come mettersi nella posizione migliore per farlo. Questi qui sotto, sono i suoi 10 smarcamenti più indifendibili.

 

 


 



 

 

Esterno-interno, tac. Il difensore guarda la palla scoperta e chiude a imbuto in fase difensiva, mentre Bacca passa all’esterno, correndo in campo aperto, e sfrutta la sua velocità per rientrare e chiudere con un tocco solo.

 

 


 



 

 

Il movimento a uscire e rientrare è fantastico: si porta dietro un difensore fuori dall’area di rigore, e all’improvviso riscatta in avanti, alle spalle dello stesso che deve guardare il cross che parte prima di rincorrere, mentre Bacca ha già preso posizione e accelerazione, ergo elevazione. Non c’è niente da fare, tanto che il povero Robson smette di correre per inseguirlo.

 

 


 



 

 

Il difensore sa che Carlos Bacca sta provando a fregarlo, non guarda più il pallone ma guarda solo il colombiano come uno che lo seguirebbe anche in bagno se l’allenatore glielo chiedesse. Alla fine comunque Bacca gli passa davanti sgomitando, ma il passaggio lo riceve Gameiro che da posizione ravvicinatissima riesce a prendere la traversa (100 punti); a quel punto dell’azione il povero difensore ha già avuto due o tre schiaffi fisici e psicologici: ha seguito Bacca, che comunque gli è passato davanti, tutto questo lavoro stressante non è servito a niente perché il pallone l’ha preso Gameiro che ha preso la traversa, quindi basta, ci siamo salvati no? Eh, più o meno. Infatti lascia stare Bacca, che segna in acrobazia.

 

 


 



 

 

Questo è il Real Madrid della décima, eh, ma Bacca vive in un piano cartesiano tutto suo. Sull’asse delle ascisse (orizzontale, per noi che vediamo il campo dal lato grande) si mette esattamente in linea con l’ultimo difensore avversario per evitare il fuorigioco; sull’asse delle ordinate (verticale), supponendo che nessuno dei difensori sia più avanti rispetto alla linea (sennò lui

sta lì dove c’è il buco), si mette esattamente a metà tra una coppia di difensori, così che chi dovrebbe anticiparlo è troppo avanti e chi dovrebbe coprire è troppo indietro (e comunque lui riceve e protegge con la schiena). (Vedi anche

—> , al minuto 4:15)

 

 


 



 

 

Ogni tanto però non basta stare tra i due difensori; Bacca si rende imprendibile con degli strappi in avanti, circumnavigando il suo marcatore che non se l’aspetta. (Altro esempio, in

)

 

 


 



 

 

Bacca gioca in un mondo “nella peggiore delle ipotesi”; possiede quella capacità innata di pochissimi attaccanti di valutare in un tempo minimo tutte le deviazioni, i percorsi e i pericoli che può portare un pallone messo in area di rigore; poi lui si accasa di conseguenza.

 

 


 



 

 

In finale di Europa League contro il Dnipro Carlos Bacca non sente alcuna pressione e fa quello che sa fare meglio. Corre in orizzontale per superare il marcatore, si mette dietro l’altro difensore ma non troppo per non farsi anticipare, e appena vede il passaggio partire punta la porta e a quel punto non lo fermano più.

 

 


 



 

 

La corsa di Bacca mi ricorda una gazzella, o comunque un animale dalle gambe lunghe, snelle, silenziose: non lo senti arrivare, e quando corre le mulina poco per fare il più possibile con pochi passi. È vagamente Trezeguet nel modo in cui muove le sue leve, nella scoordinazione apparente e sufficiente, nel senso del bello inesistente. Bella sarà la Cappella Sistina, Bacca è qui per segnare. Qui forse è più lecito parlare di istinto, che è quello con cui Bacca sente la pericolosità di un’azione possibile e si prepara a sublimare l’ipotesi del gol.

 

 


 



 

 

Ecco a voi una guida in cinque semplici step per segnare come Bacca.
1) Passare dietro
2) Infilarsi in mezzo
3) Passare davanti
4) ???
5) Segnare gol di rabona

 

 


 



 

 

Montella aveva scelto Lapadula come titolare per la trasferta a Genova. Il nuovo arrivato si era comportato esattamente da nuovo arrivato: molta buona volontà, un sacco di impegno, buffetti e pacche sulle spalle, un po’ di tensione percepita; quando ancora reggeva lo stallo è stato sostituito con Bacca. Il colombiano prima ha sparato un destro a giro che è finito sul palo grazie a Viviano, poi si è inventato questa cosa qua. Movimento, contromovimento, tiro sul secondo palo in corsa nell’altro verso. Facile, no?

 

 

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