
L’anno scorso le ATP Finals sono state il coronamento della stagione di Jannik Sinner, una delle più impressionanti a livello statistico dell’era Open. Una vittoria arrivata in maniera perentoria, senza perdere un set o nemmeno arrivare a cinque game in un singolo set. Il sigillo di una stagione terminata come numero uno indiscusso del ranking ATP per la prima volta, e poi ulteriormente impreziosita dalla seconda Coppa Davis di fila.
Quest'anno la vittoria del torneo - considerati certi incastri necessari - mette in palio la prima posizione del ranking. Una storia che sembrava chiusa ad agosto, quando Carlos Alcaraz ha vinto gli US Open ed è andato in testa. Tra la sconfitta inattesa di Parigi e qualche problema fisico la questione si è riaperta. Sinner è addirittura riuscito a scavalcarlo, anche se solo per una settimana.
Possiamo considerare Sinner di nuovo favorito? Probabilmente sì, ma in più le ATP Finals saranno anche il terreno di caccia per lui e Carlos Alcaraz per quanto riguarda il numero uno di fine stagione. L’anno scorso Sinner era arrivato a Torino con la certezza del numero uno, addirittura già centrato il 12 ottobre 2024 con la semifinale di Shanghai, e in teoria quest’anno dopo la vittoria dello US Open il numero uno di fine anno sembrava abbastanza scontato per Carlos Alcaraz. Tra sconfitte inattese (Parigi) e infortuni (la trasferta asiatica) però Alcaraz ha riaperto la porta a Sinner, e a Torino avremo il numero uno del mondo ancora in ballo. Per semplificare le combinazioni al massimo, diciamo che ad Alcaraz servono tre vittorie durante il torneo per assicurarsi di restare numero uno, anche se Sinner dovesse vincere il torneo. A questo punto, dopo la vittoria contro Alex De Minaur nella partita inaugurale, ne mancano due.
In che condizioni di forma arrivano, Sinner e Alcaraz?
Per Sinner è stata una stagione altalenante, e non poteva essere altrimenti, data la sospensione di tre mesi per l’arcinota vicenda Clostebol che lo ha privato di punti e competizione. Una stagione, in ogni caso, da due Slam, tra cui il primo Wimbledon. Quattro finali Slam complessive. Il fatto che nonostante lo stop sia ancora in piena corsa per chiudere l’anno da numero uno, con solo undici tornei giocati (contro i 15 di Alcaraz), la dice lunga.
Dopo la bruciante sconfitta dello US Open proprio contro lo spagnolo Sinner aveva detto di essere pronto a provare cose nuove nello swing asiatico, senza stare a pensare troppo ai risultati. A Riyadh (anche se in un contesto in cui la competizione va in secondo piano), si è visto come sia riuscito a sorprendere Alcaraz con un tennis più verticale, aiutato da un miglior rendimento della sua prima di servizio. Dallo US Open in poi Sinner è sceso solo una volta sotto il 60% di prime in campo, senza che la percentuale di ace sia calata, dimostrando come anzi l’aggressività della prima sia aumentata.
IL GIRONE DI JANNIK SINNER
È vero, come hanno detto molti suoi tifosi, che non è stato un bel sorteggio. Il suo girone sulla carta è quello più complicato dei due, con Alexander Zverev, Ben Shelton e Felix Auger-Aliassime. Parliamoci chiaro però, in questo momento l’unico girone in cui sarebbe a serio rischio di non passare sarebbe quello con un suo clone e altri due Carlos Alcaraz. Poi il tennis si gioca sul campo e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, ma è anche un po’ insultante per il livello di Sinner pensare che non sia lo strafavorito per questo girone.
Con Zverev ci sono state due sfide recenti. La semifinale di Parigi, dove finalmente (dopo un 4-1 iniziale) l’italiano ha ribaltato gli scontri diretti con un perentorio 6-0 6-1. Un risultato netto, aiutato dalle palesi condizioni fisiche negative di Zverev, alle prese con un problema alla caviglia che potrebbe palesarsi anche a Torino. E poi la finale di Vienna, dove invece il tedesco ha giocato bene e dato battaglia. Dopo la semifinale di Parigi Zverev aveva parlato di una possibile iniezione alla caviglia operata dopo il terribile infortunio contro Nadal, per permettergli di giocare a Torino.
Se il tedesco sta male è sicuramente il big più vulnerabile del suo girone che al di fuori di Sinner si prospetta imprevedibile. A dire il vero però anche Ben Shelton non se l’è passata benissimo a livello fisico (a dimostrazione di come questo girone potrebbe dire cose molto diverse dalla “carta”), un infortunio alla spalla destra durante lo US Open lo ha costretto a un finale di stagione balbettante in cui ha vinto solo tre partite, pur offrendo una buona prestazione proprio contro Sinner a Parigi (che nel mondo del tennis normale equivale a un lottato 6-3 6-3).
Quindi forse il margine potenziale più alto ce l’ha proprio quello in teoria più basso di seeding in tutto il girone, Felix Auger-Aliassime. Il canadese ha strappato il biglietto direttamente perdendo in finale contro Sinner (più che un girone sembra un incontro di terapia), anche se, va detto, è stato molto aiutato da un tabellone che si è aperto complice la sconfitta di Carlos Alcaraz. Il canadese però, indoor è da anni uno dei migliori e rischia di essere la variabile impazzita di questo girone. Per una questione di forma possiamo considerarlo come il favorito per passare questo girone assieme a Sinner.
In un girone caratterizzato da grandi servitori, la partita must watch è certamente quella tra Jannik Sinner e Felix Auger-Aliassime, che anche a Parigi è stato comunque lottata.
Il canadese regge meglio lo scambio che in passato, e riesce a essere più incisivo in risposta. Allo US Open Felix è riuscito a mettere in serissima difficoltà Sinner (che pure serviva sotto al 50% di prime) mostrando tutti i suoi miglioramenti da fondocampo - dove storicamente tendeva ad abbassare la concentrazione in passato.
Da tenere d'occhio anche la sfida tra Ben Shelton e Felix Auger-Aliassime. Una sfida però ad alto rischio, almeno per gli spettatori. Quando è in giornata, Shelton esprime un ottimo tennis offensivo, ma entrambi - quando non sono giornata - rischiano di giocare una partita centrata completamente sul servizio. Una partita che si gioca solo sugli errori dell'altro; che potrebbe vivere di soli turni di servizio o di attacchi al fulmicotone, aiutati da una superficie rapida. Se sta bene Zverev invece la seconda partita più interessante potrebbe essere quella tra lui e Sinner, come già accaduto a Vienna dove il tedesco si è mostrato molto offensivo, quantomeno per i suoi standard, dal lato del dritto.
IL GIRONE DI CARLOS ALCARAZ
Carlos Alcaraz arriva a Torino reduce da una brutta e inaspettata sconfitta contro Cameron Norrie - uno dei pochi ad averlo battuto tre volte.
Lo spagnolo però ha mostrato miglioramenti notevoli nella stagione sul cemento outdoor, con uno swing più compatto e la sensazione di perdere molto meno il controllo dei colpi quando la velocità della superficie si alza. Il suo 2025 è stato probabilmente la stagione migliore della sua carriera, e quella in cui, ad eccezione dei tre mesi in cui Sinner era fuori, ha dimostrato più costanza di rendimento, tanto da renderlo il favorito per chiudere l’anno da numero uno. Nonostante gli sforzi di Sinner, che pure ha fatto una rimonta pazzesca, lo spagnolo ha sulla racchetta di fatto dei match point per farsi incoronare numero uno di fine anno per la seconda volta dopo il 2022.
Ad Alcaraz basterebbe una finale, ma anche una sconfitta in semifinale ma chiudendo da imbattuto il suo girone. Una patina di pressione in più in un torneo in cui finora non ha mai giocato in modo brillante. È uscito ai gironi l’anno scorso (complice però un’influenza) e in semifinale due anni fa. La sensazione però è che questo Alcaraz abbia una padronanza superiore dei suoi mezzi anche sul cemento indoor, finora la superficie più ostica per lui.
Ad accompagnarlo nel girone “Jimmy Connors” ci saranno Alex De Minaur, Taylor Fritz e Lorenzo Musetti, che ha strappato in extremis l’ultimo biglietto per Torino dopo la rinuncia di Novak Djokovic.
Musetti ha giocato ad Atene la sua sesta finale negli ultimi due anni confermando però il trend negativo che lo ha visto sconfitto in tutte queste. Il carrarino però ha giocato bene contro Djokovic, al netto di qualche passaggio a vuoto, e se per certi versi il poco riposo sembra sfavorirlo dall’altro arriva con una certa forma partita a differenza di chi si è fermato in questa settimana prima di Torino.
Alcaraz è chiaramente il favorito del girone. Non solo perché è chiaramente il più forte, ma anche perché nessun avversario per caratteristiche sembra potergli dare fastidio. Con Fritz Alcaraz è avanti 4-1 (e l’uno è arrivato nella Laver Cup) e ha perso due set in quattro incontri contro De Minaur. Diciamo che dovesse arrivare la certezza matematica del numero uno di fine anno già ai gironi, con tre vittorie su tre, non ci sarebbe niente di strano. La lotta per il secondo posto però è aperta, complice anche la scarsa forma di Taylor Fritz, che non vince due partite di fila da quasi due mesi (Tokyo persa in finale con Alcaraz).
L’occasione per Musetti c’è, e le sue partite sono imperdibili. Innanzitutto la sfida contro Alcaraz, che quest'anno lo ha già battuto tre volte, ma in sfide sempre combattute dove alla fine ha pesato il maggiore atletismo di Carlos. Una partita tra due tuttocampisti a questo livello ormai è veramente rara. Da vedere assolutamente anche la sfida tra Musetti e Fritz, un testa a testa in cui Musetti conduce per 3-2 con tre vittorie consecutive.
La superficie favorisce il gioco dell’americano, ma Musetti ha dimostrato in passato di metterlo in seria difficoltà con le sue variazioni, specialmente quelle di taglio. Ricordate la loro sfida di Wimbledon in cui le variazioni dell’italiano misero il guinzaglio a Fritz, sbattuto di là e di qua per il campo?
Da seguire anche la sfida tra Alcaraz e Fritz, anche per capire se le ultime due sfide tra di loro tra Tokyo e la Laver Cup stanno a significare che l’americano ha meno timore di giocare contro lo spagnolo. Il pronostico sembra chiuso a meno di un Fritz eccezionale al servizio, ma la loro sfida di Wimbledon fu gradevole per il contrasto di stili.
De Minaur parte indietro. È stato sconfitto nella prima partita da Alcaraz pur offrendo una buona resistenza nel primo set. Porta sempre in campo il suo tennis d'anticipo e sacrificio, ma paga in km/h rispetto a tutti gli altri.
Potenzialmente potremmo avere anche un derby in semifinale, tra Sinner e Musetti, e una partita interessante tra Carlos Alcaraz e Felix Auger-Aliassime, che ad eccezione di Zverev potrebbe essere l’avversario più pericoloso, tra quelli che non sono nati a San Candido, per il tennista spagnolo.
La giornata di lunedì è tutta italiana, con Musetti impegnato alle 14 contro Taylor Fritz in una sfida già da dentro o fuori per la qualificazione e Sinner impegnato in serata contro Felix Auger-Aliassime. Queste ATP Finals per quanto potenzialmente interessanti però sembrano poter soffrire dello stesso script che ha “infestato” la stagione 2025 di tennis ATP: non c’è nessuno in grado di battere Sinner e Alcaraz in fila. E anche in questo caso potrebbero essere più interessanti le partite “tra gli altri”, in attesa di quello che sembra, l’ennesimo, showdown inevitabile tra i due mattatori del circuito, a meno di vedere (e sarebbe una cosa bellissima) una run in stile Nalbandian a Madrid 2007 in cui mise in riga Nadal, Federer e Djokovic, ma nessuno dei presenti sembra poterne essere in grado. E se le ATP Finals sono la fotografia della stagione appena finita, effettivamente non ci sarebbe una diapositiva se non migliore, più calzante.