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Fabio Barcellona
Atalanta-Roma, senza esclusione di colpi
28 gen 2019
28 gen 2019
I sei gol segnati hanno messo in luce le forze e le debolezze delle squadre di Gasperini e Di Francesco.
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Fabio Barcellona
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L’Atalanta è in un grande momento di forma: nelle ultime otto partite ha subito solo una sconfitta (per 3-1 in casa del Genoa), segnando 23 gol e raccogliendo 17 punti. Resistere all’impatto fisico della squadra di Gasperini è complicato, specie perché l’elevato atletismo messo in campo dei bergamaschi è accompagnato da idee chiarissime e, in fase di possesso palla, da una qualità tecnica in zona offensiva di livello assoluto, garantita soprattutto dal "Papu" Gomez e da Josip Ilicic. Un gioco generoso e peculiare che per funzionare deve però essere accompagnato da una precisione tattica tale da non perdonare la minima disattenzione. Se per fasi più o meno lunghe di partita è quasi fisiologico subire il gioco della squadra nerazzurra, le chance di successo degli avversari sono affidate a una strategia di gioco intelligente e mirata a esporre la squadra di Gasperini ai punti deboli del proprio sistema difensivo e a mitigare la pericolosità del suo gioco offensivo.

 

Ieri, come ammesso dello stesso Di Francesco, la Roma ha subito per l’intero secondo tempo la squadra bergamasca, capace, appoggiandosi al gol a fine primo tempo di Castagne, di rimontare lo svantaggio iniziale di 0-3, accumulato nei primi 40 minuti di gioco. Nel secondo tempo l’Atalanta ha avuto un possesso palla del 68% (64% nell’intera partita, 9 punti percentuali in più della media in campionato) con una precisione di passaggio del 91% (83% nel resto del campionato); ha calciato 11 volte a rete, sbagliando anche un rigore e non ha concesso una sola conclusione ai suoi avversari. Anche il primo tempo ha visto la Roma soffrire in maniera piuttosto netta gli attacchi dei nerazzurri, ma, al contempo, riuscire in maniera brillante e puntuale a sfruttare pienamente i punti di fragilità della squadra di Gasperini.

 

La partita è finita 3-3, esattamente come all’andata, ed ha rispettato interamente le attese della vigilia che, guardando i numeri offensivi e difensivi delle due squadre, lasciavano presagire una partita 

 e ancora una volta piena di occasioni da gol. I sei gol realizzati dai nerazzurri e dai giallorossi descrivono bene le peculiarità di Atalanta e Roma, le qualità e le debolezze di entrambe, e possono agevolmente essere presi ad esempio per raccontare la partita e le sue chiavi tattiche.

 



La Roma comincia in maniera coraggiosa ed aggressiva la partita. Schierata con il 4-2-3-1, la squadra di Di Francesco pressa in parità numerica la costruzione bassa dei tre difensori bergamaschi alzando sulla trasmissione del pallone da un difensore laterale all’altro, l’esterno di competenza. Riconquistato il pallone la Roma lo fa circolare con qualità, cercando di muovere la difesa di Gasperini, che dal canto suo è sempre molto aggressiva e attenta al controllo degli uomini anche a scapito del presidio dello spazio. In una delle prime azioni Dzeko si abbassa a cucire il gioco, seguito a uomo, molto in alto, da Tolói.

 


Tolói segue Dzeko spezzando la linea difensiva.


 

La palla giunge a Kolarov sull’esterno mentre, nel cuore della difesa atalantina, Pellegrini attacca la profondità con un taglio interno-esterno. Dzeko, scaricato il pallone, si muove verso il centro dell’area.

 


Djimsiti segue Pellegrini nel suo taglio. Dzeko si muove da dietro per attaccare l’area.


 

L'inserimento di Pellegrini viene seguito da Djimsiti, non rendendosi conto che se fosse rimasto in linea probabilmente il centrocampista della Roma sarebbe finito in fuorigioco

mentre Dzeko si inserisce da dietro. Sul cross di Kolarov, Zaniolo, schierato con buon successo esterno destro di centrocampo, è particolarmente abile ad anticipare Castagne e molto brillante nel servire proprio la punta bosniaca con uno splendido assist di petto.

 

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Se Djimsiti avesse “mollato” Pellegrini forse Dzeko sarebbe finito in fuorigioco.




L’azione mostra l’abilità della Roma nell’attaccare intelligentemente una difesa fortemente orientata al controllo dell’uomo come quella dell’Atalanta. I giocatori sono tutti in movimento per spostare gli avversari: Dzeko si abbassa, Pellegrini taglia, entrambi portano fuori posizione i diretti marcatori. In aggiunta, lo scarso controllo degli spazi rende particolarmente vulnerabile la difesa agli inserimenti da dietro, come quello fatto da Dzeko e, persino il movimento di Djimsiti che segue Pellegrini, consentendo così al centravanti bosniaco della Roma di ricevere il pallone in posizione regolare, è indicativo di come le marcature a uomo di Gasperini possa rivelarsi molto rigide, portando i giocatori a disinteressarsi alla gestione complessiva dello spazio. Il gol di Dzeko mostra come contro l’Atalanta far circolare il pallone, muovendo gli uomini per muovere gli avversari, e attaccare l’area con inserimenti da dietro, possa essere sempre una buona strategia di gioco.

 



Il sistema difensivo dell’Atalanta pone le sue fondamenta sulla costante ricerca dell’anticipo e, in genere, su una grossa aggressività dei marcatori sulle ricezioni spalle alla porta degli attaccanti. Il principio generale è quello di difendere sempre in avanti e diventano quindi fondamentali le scalate in difesa, finalizzate a coprire l'uomo che abbandona la propria posizione per difendere in avanti. In questo contesto, è fondamentale il lavoro di De Roon. I due centrocampisti del 3-4-1-2 di Gasperini lavorano in maniera diversa in fase di non possesso. In fase difensiva consolidata l’interno di centro sinistra – Pasalic nella partita contro la Roma, Freuler in genere – è più orientato a pressare in avanti, mentre De Roon è pronto ad abbassarsi sul centro destra, al fianco destro di Tolói, per coprire le uscite dei componenti della linea difensiva e garantire superiorità numerica contro gli attaccanti avversari.

 


L’Atalanta è impegnata in fase difensiva. Mentre Pasalic va verso il portatore di palla, De Roon si abbassa al fianco destro di Tolói consentendo a Mancini di spezzare la linea di difesa, garantendo allo stesso tempo la superiorità numerica contro i due attaccanti della Roma.


 

Si tratta di meccanismi particolarmente delicati in cui il tempismo e le letture dei giocatori sono fondamentali e che, in caso di errore, espongono l’Atalanta a situazioni difensive particolarmente scomode. In occasione del gol del raddoppio della Roma, la squadra di Di Francesco è molto scaltra a giocare sulle indecisioni nei meccanismi difensivi dell’Atalanta. La palla è in possesso di Cristante, nella cui zona opera Pasalic. De Roon è indeciso se andare indietro a coprire Toloi o rimanere in posizione al centro del campo. Sceglie inizialmente di andare indietro, mentre Nzonzi si muove in verticale alle spalle del Papu Gomez e offre una linea di passaggio verticale al proprio compagno di squadra.




De Roon inizialmente indietreggia per allinearsi con la linea difensiva. Il buco in mezzo al campo è ben occupata da Nzonzi che si alza e offre una linea di passaggio verticale a Cristante.




Sulla ricezione fronte alla porta di Nzonzi si alzano, in ritardo e insieme, Djimsiti e lo stesso De Roon, che sceglie di rinunciare alla copertura di Tolói per provare a contrastare in avanti il portatore di palla giallorosso. Gli errori nel tempo dell’uscita e nelle scelte dei singoli giocatori lasciano Tolói in una pericolosa situazione di uno contro uno contro Dzeko, che la Roma è abilissima a sfruttare con il passaggio in profondità di Nzonzi e la finalizzazione del numero 9 giallorosso, facilitata anche dall'uscita insicura di Berisha, che rimane a metà strada.

 


Djimsiti e De Roon escono contemporaneamente e fuori tempo su Nzonzi lasciando Tolói da solo contro Dzeko.


 

Nel gol del raddoppio della Roma sono evidenziati i delicati equilibri dell’audace sistema difensivo di Gasperini e l’abilità della squadra di Di Francesco di utilizzare razionalmente, a proprio vantaggio, le imprecisioni degli avversari.

 



L’Atalanta inizia a spingere alla ricerca del gol per accorciare le distanze e si riversa in avanti. In una delle sortite offensive della squadra di Gasperini, Zapata viene anticipato al limite dell’area e Nzonzi lancia la ripartenza con un passaggio verticale che taglia fuori i due interni De Roon e Pasalic e raggiunge Dzeko libero alle spalle del centrocampo avversario. La transizione difensiva dell’Atalanta prevederebbe un’uscita alta, alla ricerca dell’anticipo, di uno dei centrali sul centravanti bosniaco, ma per una volta i difensori bergamaschi interpretano passivamente l’azione e lasciano una comoda ricezione al numero 9 giallorosso che può girarsi e puntare la linea difensiva nerazzurra.

 


Dzeko può ricevere comodamente, girarsi e puntare, in una situazione di parità numerica, la difesa avversaria.


 

In una situazione di parità numerica, la linea difensiva avrebbe dovuto arretrare, accorciando progressivamente le distanze da Dzeko fino, eventualmente, all’uscita del centrale, coperto ai fianchi dai compagni. Mancini, invece, esce immediatamente e completamente fuori tempo sul portatore di palla avversario che può servire comodamente Zaniolo alla propria destra, condannando così i compagni a difendere una complessa situazione di 2 contro 3, che la Roma sfrutta magistralmente.

 


Mancini, invece di temporeggiare, esce fuori tempo lasciando il corridoio libero a Zaniolo e costringendo Djimsiti e Tolói a difendere contro tre attaccanti avversari.




La prima indecisione, che consente a Dzeko di avviare in tutta tranquillità la ripartenza giallorossa, seguito dall’eccesso di foga di Mancini, palesano come l’intero progetto difensivo dell’Atalanta sia estremamente sensibile agli errori dei propri giocatori, giocando continuamente su un equilibrio molto sottile.

 



L’Atalanta chiude il primo tempo in attacco, cercando un gol che possa farla tornare negli spogliatoi con maggiore fiducia e possibilità di recuperare i tre gol di svantaggio. La squadra di Gasperini gioca la sua solita azione insistita sulla fascia – quella destra nell’occasione – cercando di mettere in inferiorità posizionale la Roma per giungere a una pericolosa rifinitura dall’esterno. Gomez, partendo da posizione centrale, ha un’enorme libertà di movimento, abbassandosi a volte anche sulla linea di centrocampo per aiutare e dare qualità alla circolazione del pallone, all’interno di un meccanismo che compensa il suo movimento con l’inserimento in avanti dell’interno di sinistra, cioè Pasalic in questo caso. L’influenza dell’argentino sul gioco della squadra è, se possibile, cresciuta a dismisura rispetto ai tempi in cui occupava la zona sinistra dell’attacco nerazzurro. Nella partita contro la Roma è stato il giocatore dell’Atalanta che ha giocato più palloni (94) creando ben 7 occasioni da rete e confezionando 2 assist. Nell’azione del gol di Castagne, ad esempio, Gomez si sposta sul centrodestra associandosi con Ilicic.

 

L’associazione tecnica tra Gomez e Ilicic è uno dei maggiori punti di forza offensivi dell’Atalanta di questa stagione, i loro dialoghi in palleggio costituiscono un pericolo costante per gli avversari e l’occasione del primo gol dei bergamaschi non fa eccezione. I due si scambiano il pallone con due colpi di tacco. Con il primo, addirittura da terra, Gomez serve Ilicic che chiude il triangolo con il secondo, liberando il "Papu" al cross da posizione favorevolissima e sbilanciando tutta la difesa della Roma. A quel punto Castagne si muove puntuale alle spalle di Karsdorp e finalizza dal lato debole, come frequentemente accade ai due lati dell’attacco nerazzurro attraverso un cross proveniente dalla fascia opposta.

 


Castagne, come Hateboer dal lato opposto, è sempre puntuale nell’attaccare il secondo palo.






Ad inizio ripresa, l’Atalanta parte subito forte per cercare il 2-3. Gli attacchi diventano fin da subito incessanti e costringono la Roma ad abbassare il proprio baricentro che, alla fine della partita, sarà particolarmente basso (40.8 m). In spazi angusti e contro difese chiuse, una delle azioni tipiche della squadra di Gasperini è quella di spostare il pallone orizzontalmente, in maniera quasi rugbystica, fino a portare il pallone sulla fascia opposta. Nella manovra che porta al gol di Tolói la palla viene mossa dai giocatori nerazzurri da destra a sinistra e da lì ancora una volta verso destra con una serie di passaggi orizzontali. Il successo di questa sequenza è dovuto all’inserimento profondo di uno dei difensori laterali che, arrivando da dietro, crea la superiorità numerica. In questo caso, Tolói non partecipa nemmeno al giro palla, ma il suo movimento in verticale abbassa la linea mediana della Roma, consentendo il passaggio da Pasalic a De Roon.

 


Tolói si inserisce da dietro centralmente, liberando la spazio del passaggio tra Pasalic e De Roon. Gomez si apre al fianco destro dell’olandese creando un vantaggio posizionale per l’Atalanta.


 

Tolói, come di consueto, prosegue la sua corsa fino al cuore dell’area di rigore, facendo collassare le marcature in area della difesa romanista, e trafiggendo Olsen con un gran gol di testa in contro tempo. Questa trama di gioco spiega in parte perché i difensori di Gasperini segnano così tanto.




Sul cross di Gomez, Manolas è messo in mezzo tra Tolói e Zapata.


 



Per tutto il secondo tempo la Roma non è mai riuscita a consolidare il possesso palla come fatto, a tratti, ma in maniera estremamente efficace, nel primo tempo. La natura intimamente verticale della squadra di Di Francesco limita le possibilità di una gestione palla a fini parzialmente conservativi, preziosa contro una squadra come l’Atalanta, che attua un pressing particolarmente aggressivo e orientato alla posizione dell’uomo. La Roma si è consegnata al

dell’Atalanta che ha continuamente riconquistato il pallone dopo pochi passaggi degli avversari, costringendo i giallorossi a una difesa bassa e continua. Nell’azione del rigore di Ilicic, l’Atalanta riconquista due volte il pallone in pochi secondi, prima con Pasalic che lo strappa dai piedi di Marcano poi, nel tentativo di risalita, con De Roon e Hateboer che lo rubano a Dzeko, che nel secondo tempo non è più riuscito a offrire un rifugio sicuro alla sua squadra.

 

Sia in occasione del rigore procurato che in occasione 3-3 c'è il ricamo di Ilicic: nel primo caso con la grande tecnica nel dribbling, che inganna Kolarov e lo costringe al fallo; nel secondo con il filtrante che mette Zapata davanti a Olsen. Tutti e due le situazioni, comunque, nascono dall'aggressività dell'Atalanta, che ancora una volta ha messo in luce le sue qualità in transizione quando c'è da attaccare in spazi aperti.

 

L'Atalanta, dopo il 3-3, avrebbe potuto addirittura segnare il gol vittoria, contro una Roma che è sembrata totalmente in confusione nel secondo tempo. Dopo quella contro il Torino della settimana scorsa, la squadra di Di Francesco ha subito quindi un’altra rimonta, stavolta ancora più clamorosa e definitiva. Depurando le considerazioni dal valore e dalle caratteristiche degli avversari, in entrambe la partite i giallorossi hanno evidenziato carenze piuttosto evidenti nella gestione del possesso. Se contro il Torino la natura verticale della squadra aveva sbilanciato la Roma in fase di transizione difensiva, la stessa tendenza ha esposto i giallorossi al gegenpressing dell’Atalanta costringendola a un secondo tempo di pura fase difensiva. Nel post-partita Di Francesco ha evidenziato quest’aspetto e adesso toccherà a lui lavorare alle soluzioni, che però potrebbero snaturare la stessa identità della Roma, che sembra poter essere pericolosa solo in situazioni di entropia e mancanza di equilibrio.

 





D'altro canto, il travolgente secondo tempo dell’Atalanta non deve cancellare la buona prima frazione di gara della squadra di Di Francesco, facilitata dalle imprecisioni difensive del club bergamasco. Il calcio di Gasperini è particolarmente rischioso e generoso, e anche per questo tenderà sempre a raccogliere meno di quanto prodotto e ad essere particolarmente sensibile nei confronti degli errori tecnici e di valutazione dei suoi giocatori. Nonostante ciò, il coraggio è ciò che lo ha reso un’enorme ricchezza per la diversità tattica e anche per lo spettacolo della nostra Serie A.

 

 

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