Se prima dell’inizio della penultima giornata per assegnare lo Scudetto mancava solo la matematica, la corsa all’Europa era ancora aperta a diversi scenari. Lo scontro diretto tra Atalanta e Milan era fondamentale per l’Europa League, con le due squadre separate da un solo punto e rispettivamente al sesto posto (che garantisce l’accesso all’Europa League) e al settimo (che invece significa preliminari). Gli uomini di Gasperini avevano il vantaggio di giocare in casa e probabilmente avevano anche un miglior stato di forma fisico e mentale, soprattutto dopo la pesante sconfitta subita dal Milan nella finale di Coppa Italia con la Juventus (0-4). In una partita così delicata, però, non è mai facile assegnare il favore del pronostico, né è mai troppo saggio.
A chiarire meglio il quadro, hanno contribuito i risultati del pomeriggio: uno degli interrogativi precedenti alla gara, ad esempio, riguardava l’atteggiamento che le due squadre avrebbero adottato, considerando che prima di loro giocava la Fiorentina che era distante solo 2 punti dall’Atalanta e 3 dal Milan (con cui giocherà la prossima settimana). La sconfitta del Franchi contro un Cagliari in modalità sopravvivenza ha in parte ridimensionato l’importanza della sfida: a quel punto al Milan sarebbe bastato 1 punto per essere matematicamente almeno ai preliminari di Europa League; mentre l’Atalanta, pareggiando con il Milan e perdendo anche la partita successiva (con la contemporanea vittoria della Fiorentina) sarebbe arrivata comunque a pari punti e con un vantaggio di sette gol nei confronti dei viola (gli scontri diretti sono in perfetta parità). Insomma, Milan e Atalanta sono entrate in campo sapendo che il pareggio tutto sommato sarebbe andato bene a entrambe.
L’aggressività del Milan costringe l’Atalanta a cambiare
Nonostante ciò, Gattuso ha scelto una strategia aggressiva, andando a pressare immediatamente l’inizio azione dell’Atalanta. Kalinic si orientava su Caldara, mentre le due mezzali, Kessié e Bonaventura, si alzavano per disturbare Masiello e Toloi. Si veniva a creare una sorta di 4-1-2-3 che doveva impedire all’Atalanta di costruire il gioco come fa di solito. L’altezza del blocco difensivo rossonero era di solito medio-alta, con la pressione che diventava massima solo in presenza di un retropassaggio, o quando uno dei due difensori laterali si ritrovava senza opzioni di passaggio.
La pressione del Milan ha diminuito le opzioni per i giocatori dell’Atalanta, costringendoli a giocare prima in orizzontale poi all’indietro. Nell’esempio Masiello riceve palla largo a sinistra, e viene subito intrappolato dai giocatori del Milan, con Kalinic che impedisce il passaggio di ritorno verso Toloi e Suso e Kessié che bloccano le due opzioni di passaggio più vicine. Il difensore di Gasperini non può far altro che calciare lungo.
Visto l’atteggiamento con cui il Milan ha iniziato la partita, Gasperini, squalificato ed in tribuna, ha voluto minimizzare i rischi per cercare di non compromettere la partita con un errore, indicando allo stesso Berisha di calciare lungo i rinvii dal fondo.
Per aumentare la stabilità e garantirsi comunque la possibilità di giocare palla a terra, ha poi ideato un ulteriore adattamento. De Roon si abbassava in linea con i difensori centrali sul centro-destra, con Toloi che si allargava verso la fascia destra. Gosens sulla sinistra rimaneva più basso rispetto a Castagne, che avanzava per lasciare spazio al centrale brasiliano, mentre Cristante (trequartista nominale) si posizionava più vicino a Freuler, per dare due opzioni di progressione centrale. A volte, anche lo svizzero compiva lo stesso movimento, facendo allargare anche Masiello, assicurando e stabilizzando la fase di uscita.
L’Atalanta forma una sorta di catena di cinque uomini, con i centrali laterali che si allargano permettendo a De Roon e Freuler di scivolare vicini a Caldara, mentre i due esterni a tutta fascia si alzano.
Con una catena rinforzata dalla presenza di cinque elementi, a quel punto l’Atalanta poteva far circolare il pallone anche sotto pressione, che tra l’altro è gradualmente calata. Il pallone veniva mosso da un lato all’altro, fino a che non si apriva un corridoio per far progredire il gioco; ma quando entrambi i centrocampisti arretravano il gioco era destinato a svilupparsi sulle fasce.
Sul lato sinistro si veniva a costituire una sorta di rombo formato da Masiello, Gosens, Freuler e Gomez, che si sono mossi in maniera coerente sfruttando la diagonalità dei loro posizionamenti e la loro intesa per giocare attraverso il compatto schieramento del Milan. Sulla destra, invece, Cristante veniva utilizzato come punto di riferimento, per provare ad innescare la corsa di Castagne, oppure servire direttamente Barrow anche di prima intenzione.
In fase di possesso, Il Milan girava palla con pazienza, cercando di progredire sfruttando le catene laterali del 4-3-3, anche perché non era facile giocare centralmente vista l’aggressività di De Roon e Freuler, che marcavano da vicini i centrocampisti avversari e non si facevano problemi a fermare i propri avversari anche in maniera fallosa.
La circolazione di palla dei rossoneri era abbastanza lenta e lasciava ai padroni di casa la possibilità di riorganizzarsi. A sinistra, molto si basava sull’intesa tra Bonaventura e Calhanoglu, che si muovevano alternativamente verso la fascia, per dare al portatore due opzioni. Sul lato opposto invece, Suso si abbassava per provare a ricevere una verticalizzazione sui piedi, mentre Kessié si alzava anche molto, quasi in posizione di seconda punta. Anche Kalinic, che ha concluso verso la porta una sola volta, dava un gran contributo scivolando verso il lato su cui il Milan agiva.
Un movimento con cui i rossoneri riuscivano a far avanzare il gioco, consisteva in un taglio repentino di Suso verso il centro, accompagnato da un movimento verticale di Kessié, funzionale ad allungare la difesa dell’Atalanta. In questo modo, lo spagnolo riusciva a liberarsi dalle marcature avversarie.
Nel primo tempo, la prudenza del Milan ha prodotto solo due conclusioni, entrambe da fuori area, ma nonostante ciò, non sono mancati i rischi, soprattutto quando i passaggi non erano eseguiti alla perfezione e esponevano il ricevitore all’immediata pressione del proprio marcatore diretto.
Bonucci riceve un pallone complicato da controllare vista la marcatura stretta di Gomez e prova a giocare di prima verso Biglia, a sua volta marcato da Cristante. Il numero 8 nerazzurro compie un ottimo anticipo e dà il via ad una pericolosa transizione offensiva.
Quanto contano i duelli individuali
Verso la mezz’ora di gara, con la pioggia che si è trasformata in acquazzone (ma il terreno di gioco si è mantenuto comunque in buone condizioni), la costruzione di entrambe le squadre si è complicata non poco, anche perché l’Atalanta ha cominciato a portare pressione su tutte le azioni dei rossoneri e si è alzato anche il livello dello scontro fisico, innervosendo la partita (alla fine sarà la gara con più cartellini di questo campionato, 12).
In uno scenario di questo tipo non sono mancati momenti in cui le due squadre si sono allungate, soprattutto perché tra le marcature a uomo dell’Atalanta e il Milan che comunque utilizzava l’uomo come riferimento nel pressing, spesso bastava vincere un duello individuale per ritrovarsi con campo da attaccare palla al piede. Nonostante ciò, nessuna delle due squadre è riuscita a sbloccare la gara nella prima frazione, anche se l’Atalanta ha chiuso i primi 45 minuti con più tentativi verso la porta avversaria (9-2).
Dopo 10 minuti dall’inizio della ripresa, Gasperini ha deciso di inserire Ilicic al posto di Barrow, come già aveva fatto nelle ultime due partite. Il gambiano si era mosso bene, riciclando qualche pallone sporco e provando ad attaccare la porta appena possibile, ma era stato marcato bene da Romagnoli e Bonucci. L’ingresso dello sloveno ha tolto punti di riferimento ai centrali rossoneri, con Cristante ed Ilicic che si distribuivano i compiti del centravanti, mentre Gomez si muoveva alle loro spalle.
Nonostante il cambio di strategia offensiva dell’Atalanta, è stato il Milan a passare in vantaggio, grazie ad un gran gol di Kessié, che dopo aver servito di tacco un inserimento di Montolivo sulla trequarti ha approfittato di una respinta della difesa per indirizzare un esterno destro terra-aria nell’angolo più lontano. A quel punto Gasperini ha alzato il baricentro del pressing della propria squadra, mentre i rossoneri hanno iniziato ad accusare le fatiche dell’impegno infrasettimanale.
L’Atalanta ha cominciato ad occupare l’area con più giocatori, riuscendo anche a creare occasioni con il suo gegenpressing, facilitata dall’abbassamento del Milan, sempre più rintanato nella propria metà-campo. La sciocca espulsione di Toloi ha riequilibrato l’inerzia della gara e costretto l’Atalanta a riorganizzarsi con la difesa a quattro, ma dopo nemmeno 10 minuti, il rosso diretto a Montolivo ha ristabilito la parità numerica.
Locatelli recupera il possesso, ma i compagni sono praticamente tutti dietro la linea della palla. Senza un’opzione per allontanare la sfera dalla propria area di rigore, il giovane centrocampista regala nuovamente il pallone agli avversari.
Il Milan non ha saputo gestire una fase di partita tanto delicata e con gli esterni così bassi non ha più trovato la possibilità di risalire il campo. Inoltre, i rossoneri hanno preso diverse decisioni opinabili in situazioni che dovevano essere affrontate in maniera differente. Il gol era nell’aria (24 le conclusioni dell’Atalanta), ma ancora una volta Donnarumma ha tradito la fiducia dei suoi difensori, respingendo in rete un colpo di testa ravvicinato, ma debole, di Masiello, nei minuti di recupero.
Il pareggio dei nerazzurri era ampiamente meritato e di fatto accontenta tutti. Nell’ultima giornata resta solo da decidere chi tra Atalanta e Milan sarà costretto ad affrontare il preliminare: si dovranno aspettare le partite con Cagliari e Fiorentina per avere gli ultimi verdetti di una stagione in bilico fino all’ultima giornata.