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Dario Pergolizzi
L'Atalanta ha di nuovo messo in difficoltà la Juventus
27 dic 2018
27 dic 2018
La squadra di Gasperini è appena la seconda in questa stagione di Serie A ad aver tolto punti ai bianconeri.
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Dario Pergolizzi
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L'Atalanta, con il 2-2 in casa di ieri, è stata appena la seconda squadra a riuscire a togliere punti alla Juventus in Serie A, dopo il pareggio allo Stadium con il Genoa a fine ottobre. Gasperini, insomma, si è confermato avversario ostico per i bianconeri anche nel primo boxing day italiano, nonostante le pesanti assenze tra le file dell'Atalanta che avrebbero potuto minarne la solidità difensiva. Il tecnico di Grugliasco ha quindi rimpiazzato Toloi, Palomino e De Roon con Djimsiti, Masiello e Pasalic, e ha fatto spazio anche a Castagne sulla fascia sinistra al posto di Gosens.

 

Allegri, nonostante le dichiarazioni della vigilia, ha invece mantenuto Bonucci e Chiellini nell'undici titolare, dando priorità al turnover di Pjanic e Ronaldo, sostituiti rispettivamente da Emre Can e Costa. L’assenza di Matuidi ha consentito inoltre a Khedira di rivedere il campo dopo un mese e mezzo, per una mediana totalmente inedita, completata da Bentancur.

 



Il match è iniziato con un predominio bianconero incentrato su un pressing alto e intenso che ha messo in difficoltà i padroni di casa. La Juventus ha sviluppato la manovra soprattutto attraverso la catena di sinistra, quella composta da Alex Sandro e Douglas Costa. Il terzino brasiliano veniva ricercato già in fase di uscita dal basso da Szczesny (ben 12 i palloni ricevuti dal portiere), presumibilmente a causa dello sbocco più agevole contro le marcature strette degli uomini di Gasperini e alla contemporanea assenza di Pjanic, indicato più volte da Allegri come unico vero “regista” di centrocampo, e forse è stata proprio questa contingenza a spingere l'allenatore livornese a non rinunciare anche a Bonucci dal primo minuto.

 

Tra le linee, invece, è stato fondamentale l’atteggiamento senza palla di Dybala, che una volta ricevuto il pallone andava rapidamente a smistarlo sulla fascia sinistra, dove nel frattempo si erano alzati Douglas Costa e Alex Sandro (10 passaggi effettuati al primo e 7 al secondo). I due brasiliani sono stati cruciali per la rifinitura della Juventus, in quanto capaci di sostenere l'azione offensiva anche in condizioni d i parità o inferiorità numerica contro gli avversari, e di consentire ai compagni di riempire l’area prima di servirli con un cross rapido. D'altra parte, è stato proprio un cross di Alex Sandro ad aver causato l'autogol iniziale di Djimsiti.

 

Nonostante l'inizio molto aggressivo della Juventus, l’Atalanta però non si è scomposta, e ha mantenuto con pazienza il suo consueto piano gara basato su un controllo quasi a uomo sulle vie centrali e nella metà campo avversaria, e sullo sfruttamento dei rombi laterali per la risalita del campo (quelli composti, cioè, dal centrale, dal mediano, dall'esterno e dall'ala tra le linee). Senza palla, è stata invece importante la prestazione difensiva di Freuler, capace di sopperire alla presenza di un compagno offensivo come Pasalic al suo fianco con i giusti movimenti di copertura e raddoppio.

 


Passmap dell’Atalanta, con il classico centro svuotato e l’alta densità laterale di uomini.


 

Per provare a disordinare i riferimenti delle marcature dell’Atalanta, Allegri ha più volte invertito la posizione di Khedira e Bentancur sugli interni, oltre ai classici scambi di posizione che avvenivano nelle zone più avanzate e che coinvolgevano i tre attaccanti. Tuttavia, è stato difficile per i bianconeri utilizzare in maniera continuativa i mediani per risalire il campo.

 


Posizioni medie della Juventus. Si evince un atteggiamento estremamente diverso dei due interni: Khedira quasi in tandem con Emre Can, mentre Bentancur come al solito impegnato a dare ampiezza sulla destra.


 

L’utilizzo di un Khedira non ancora al pieno della condizione è stato probabilmente forzato da Allegri per avere un ulteriore riempitore dell’area di rigore sui cross, considerata l’assenza di Ronaldo. Il centrocampista tedesco, però, non è sembrato particolarmente incisivo, e il suo scarso coinvolgimento ha tolto alla Juve un riferimento importante nel corridoio centrale sia nel palleggio che nel recupero del possesso. La Juventus è riuscita a tenere una certa solidità difensiva soprattutto grazie alla buona prestazione di Emre Can, che a fine gara sarà il bianconero con più falli commessi (4), forse anche a causa del grande spazio da coprire alle spalle del compagno, soprattutto contro le incursioni verso il centro di Ilicic o Gomez.

 



Con i due trequartisti di Gasperini contenuti in maniera efficace dalla Juventus, è venuta fuori nuovamente l’importanza di Zapata non solo per quanto riguarda la finalizzazione, ma anche per la sua capacità di fare reparto da solo e dare soluzioni in ampiezza e profondità. Il colombiano è infatti un avversario temibile per ogni difesa, a causa delle sue imponenti conduzioni in velocità da posizione defilata, che costringono a considerarlo a tutti gli effetti pericoloso anche in altre posizioni di campo, come gli esterni, oltre ovviamente al consueto apporto nel corridoio centrale, spalle alla porta.

 


Azione del gol. Con la difesa bianconera eccessivamente larga, Zapata è pericolosamente isolato contro Bonucci.


 

In questo senso, è curioso notare come, in occasione del gol del pareggio, una linea esperta come quella della Juventus sia stata ingannata in una fase di difesa posizionale abbastanza comune. Chiellini e Alex Sandro si fanno attrarre da Ilicic e Freuler nonostante l’ampia distanza dalla porta, con Costa che rimane più alto per schermare l’appoggio laterale a Gomez. Il numero 10, dopo essere andato addirittura a destra per aiutare il palleggio, si è posizionato da mediano per impostare e coprire l’assenza di Freuler. Questa contemporanea assenza di riferimenti sulla trequarti ha forse rilassato eccessivamente la linea bianconera, che ha pensato con tre giocatori su quattro eccessivamente all’anticipo sugli esterni. In particolar modo De Sciglio, unico della linea a poter vedere sia l’azione che la disposizione dei compagni, avrebbe dovuto accorgersi del grande spazio ai fianchi di Bonucci e coprirgli il fianco destro.

 

Consapevole dello spazio intorno al suo marcatore, Zapata ha portato il centrale juventino verso destra con un contro movimento, per poi andare rapidamente incontro al pallone e spostarlo verso il centro con un delicato controllo orientato di esterno destro. Bonucci, che probabilmente si aspettava uno stop verso il piede forte o un controllo sul posto per far salire la squadra, è rimasto tagliato fuori forse con troppa facilità, ma Zapata è bravissimo a concludere rapidamente col piede debole. Al di là delle imperfezioni tattiche ed individuali della Juventus in questa situazione, va riconosciuto il grande valore della giocata di Duvan, perfetta praticamente in ogni aspetto.

 

Il colombiano sta attraversando un periodo di grande lucidità sotto porta, trovando finalmente il coronamento al lavoro funzionale alla manovra della squadra che aveva svolto nei mesi passati, dopo qualche settimana di fisiologico ambientamento. Indicativo anche il secondo gol, in una situazione di mischia su corner. Dopo il consueto trenino con Djimsiti e Mancini per mettere in difficoltà le marcature a uomo di Chiellini e Bonucci, Zapata si è liberato di Emre Can, finito a controllarlo, passandogli alle spalle e segnando un gol da grande attaccante, dopo aver seguito con perfetta attenzione la traiettoria della palla.

 



Allegri ha schierato l’ennesima formazione inedita da inizio stagione, e pur mantenendo alcuni capisaldi come la mobilità di Dybala per far risalire il pallone e la ricerca del cross come principale arma offensiva, ha dato vita ad una Juventus diversa, capace di farsi valere contro una delle squadre più fisiche del campionato, e questo nonostante l’assenza di Matuidi. In questo senso, l’espulsione di Bentancur è arrivata nel momento peggiore della partita, con l’Atalanta capace di imprimere il suo ritmo e mantenere il possesso, portando più aggressività sulla trequarti e costringendo la Juve ad andare sugli esterni.

 

La Juventus ci ha messo un po’ a ritrovare il bandolo della matassa, ed ha dovuto comunque reintrodurre Ronaldo e Pjanic per trovare più sicurezza nel palleggio centrale e nella ricerca della profondità. Il pareggio è arrivato in maniera abbastanza casuale ma tutto sommato meritata, anche grazie a fattori intangibili e poco quantificabili, come la costante tensione mentale di Ronaldo imposta su compagni e avversari.

 

Da questa partita emergono comunque indicazioni interessanti per Allegri, come un Dybala più partecipativo in fase di non possesso, puntuale sui raddoppi da quarto di destra a centrocampo e capace di recuperare ben 9 palloni (migliore della Juventus). Anche Douglas Costa, dal canto suo, ha confermato di essere un acceleratore della manovra senza pari, mentre Alex Sandro continua il suo ottimo momento sotto ogni aspetto, chiudendo la partita con più passaggi ricevuti tra i suoi compagni (46).

 

Qualche certezza in meno arriva dal centrocampo, dove si è sentita la mancanza di Pjanic in fase di possesso, soprattutto con un Khedira poco partecipativo al palleggio e più orientato alla ricerca degli spazi. Emre Can può dare un’interpretazione del ruolo nettamente più efficiente dal punto di vista difensivo, ma forse ha bisogno di qualche riferimento più affidabile sul corto per avere più sicurezza. In questo senso, Allegri potrebbe varare in futuro una mediana composta dal tedesco e Pjanic in posizione di interno, oppure tornare alla coppia, grazie alla grande quantità di coperture che il numero 23 è capace di fornire, per avere qualche soluzione in più in partite in cui fa fatica a creare occasioni da gol pulite, come quella di Bergamo.

 



L’Atalanta è stata la squadra che ha prodotto più occasioni da gol contro la Juventus quest’anno; i bianconeri escono da Bergamo con uno score offensivo contenuto.


 

Insomma, anche in una partita non certo positiva, la Juventus è uscita dal campo con diverse indicazioni per il futuro, dimostrando un’affidabilità mentale notevole anche in situazioni di estrema tensione. L’Atalanta, invece, si conferma una squadra temibile per chiunque, con una capacità quasi unica di sopperire alle assenze dei singoli con un atteggiamento tattico pressoché impeccabile, impreziosito finalmente da un riferimento centrale offensivo di livello. Entrambe, comunque, si sono confermate come due delle migliori squadre del campionato, seppur diversissime tra loro.

 

 

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