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Fabio Barcellona
Contro la Juventus un buon piano gara non basta
25 nov 2019
25 nov 2019
L'Atalanta ha messo in difficoltà i bianconeri, a cui però sono bastati gli ultimi 15 minuti.
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Fabio Barcellona
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Bernardeschi, il vertice alto del rombo juventino, riesce a pressare efficacemente Palomino e l’Atalanta è costretta a fare circolare il pallone all’indietro verso Gollini. De Sciglio può alzarsi su Hateboer.


 



 



 

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De Roon si abbassa, Toloi si allarga. De Roon attira a sé la pressione del suo diretto avversario nello scacchiere tattico del match, Bentancur, liberando spazio all’avanzata di Toloi. Superata la pressione, l’Atalanta costringe tutto il rombo di centrocampo della Juventus a muoversi verso sinistra.


 



 



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La prosecuzione dell’azione vista nelle precedenti diapositive. La palla, via Pasalic, si muove da destra a sinistra, verso Gosens. Khedira è troppo lontano, Cuadrado fa un passo verso l’esterno atalantino e viene preso alle spalle da Gomez, che giunge pericolosamente al cross.


 



 



 





 



 



 



 


La mappa dei dribbling riusciti dalla Juventus. Solo 3 nell’ultimo terzo di campo (via Whoscored.com).


 

In svantaggio di una rete, Sarri ha cercato soluzioni diverse dalla propria panchina inserendo Douglas Costa per Bentancur - arretrando Ramsey in posizione di mezzala sinistra - ed Emre Can per Khedira. Il tecnico ha anche provato a variare le carte tattiche in tavola spostando, dopo circa 10 minuti dal suo ingresso in campo, Douglas Costa sulla fascia sinistra e passando al 4-3-3 con Dybala a destra. L’idea di Sarri è stata quella di allargare i 3 difensori atalantini o, in alternativa, abbassare gli esterni nerazzurri. Ma, più che le sostituzioni o gli aggiustamenti tattici, la Juventus ha approfittato di un fisiologico calo dell’intensità del pressing atalantino.

 

Dopo il gol di Gosens, la Juventus ha progressivamente ripreso il dominio del possesso (63% nel periodo compreso tra il gol del vantaggio nerazzurro e il pareggio di Higuain), abbassando l’Atalanta e creando, in un campo più piccolo e manovrando in prossimità dell’area avversaria, i presupposti per far prevalere la superiore qualità individuale dei propri attaccanti.

 

Il primo gol di Higuain, seppur fortunoso nella finalizzazione, è nato dal consueto tentativo di combinazione stretta tra gli attaccanti bianconeri, la via maestra indicata da Sarri per giungere a conclusioni di elevata qualità (solo 3 i cross tentati dalla Juventus su azione) e utilizzare al meglio le capacità tecniche dei suoi giocatori offensivi.

 

Anche l’azione del secondo gol, nato da una circolazione palla di elevata qualità tra Douglas Costa, Dybala e Cuadrado, conclusa da un Higuain particolarmente pronto in fase di finalizzazione (ben 8 tiri per l’argentino) testimonia come per la Juventus la partita sarebbe certo stata più agevole se, vincendo lo scontro tattico tra le opposte strategie di pressing, fosse riuscita a rimanere alta e a giocare in un campo più piccolo e a ritmi meno elevati. Non ci è riuscita per gran parte del match, ma è bastata la parte finale della ripresa per portare a casa una vittoria che a Bergamo, contro l’Atalanta guidata da Gasperini, non era mai arrivata.

 



L’Atalanta ha giocato un’ottima partita sfruttando pienamente le possibili difficoltà del 4-3-1-2 della Juventus a difendere l’ampiezza e il lato debole. Per ottimizzare i propri meccanismi di gioco contro il sistema difensivo di Sarri, Gasperini è tornato all’antico, col Papu Gomez non più utilizzato per creare superiorità numerica con la sua tecnica in zona centrale, ma nella zona di centro-sinistra dell’attacco, pronto ad attaccare alle spalle Cuadrado. I nerazzurri si sono totalmente concentrati nel creare vantaggi posizionali in zona esterna tramite le catene laterali, da utilizzare sia per attaccare direttamente sulla fascia interessata che per spostare il rombo di centrocampo avversario e colpire quindi con maggiore agio il lato debole. Considerate anche le assenze, la squadra di Gasperini ha davvero poco da rimproverarsi.

 


La passmap dell’Atalanta mostra come Gasperini abbia svuotato il centro, col solo Pasalic a smistare mirabilmente il pallone da un lato all’altro del campo, creando catene di 4 uomini sull’esterno.


 

La Juventus non è riuscita con il pressing avanzato a coprire le linee di passaggio verso l’esterno dell’Atalanta ed è stata quindi costretta a difendere scomodamente l’ampiezza con il suo rombo di centrocampo, finendo inevitabilmente per abbassarsi e soffrire sull’esterno e sul lato debole. Solo la grande prestazione difensiva al centro della difesa di Szczesny, Bonucci e de Ligt ha consentito alla Juventus di rimanere a galla nei momenti più complessi della gara.

 

La partita contro l’Atalanta, oggettivamente faticosa tatticamente per la squadra di Sarri, può in qualche maniera essere considerata una sorta di stress-test per il sistema di gioco messo in piedi dal tecnico bianconero. Il risultato conferma che per la Juventus rimane di fondamentale importanza dominare il possesso e rendere efficiente il proprio pressing, per potere tenere alta e compatta la squadra, un’esigenza ancora più forte dopo il passaggio dal 4-3-3 al 4-3-1-2 avvenuto nel corso della stagione, e per utilizzare l’elevata tecnica dei propri giocatori offensivi, su cui è interamente centrata la fase di rifinitura e finalizzazione, più vicino possibile alla porta avversaria in un campo di dimensioni non troppo elevate.

 

I risultati fino ad ora sorridono a Maurizio Sarri e non è ancora ben chiaro se le prestazioni non sempre brillanti dei bianconeri siano una buona o una cattiva notizia per i suoi avversari.

 

 

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