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Foto di Chris Chambers / Getty Images
Sport Marco D'Ottavi 25 novembre 2017 4'

LPDC: l’aspetto mentale conta di più nel basket o nel calcio?

Alessio ci ha chiesto in quale sport è più importante il piano psicologico.

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Buongiorno a tutta la redazione di UU,

fin da bambino appassionato di calcio, negli ultimi 6/7 anni (ne ho 25) ho iniziato a seguire assiduamente anche il basket – NBA e Nazionale.

Si può sostenere che in qualche modo l’aspetto mentale conti più nella pallacanestro che nel calcio? È chiaro che per eccellere nello sport sia necessaria una preparazione a 360 gradi, fisica e psicologica. Mi pare però che nel basket sia particolarmente evidente quanto la seconda caratteristica possa essere oltremodo “decisiva”.

Penso all’utilizzo dei time-out, all’importanza di incidere “parziali”, ai finali di partita dove la palla pesa come un macigno, all’insistenza con cui i commentatori sottolineano quanto sia importante essere “decisi” e mentalmente convinti nell’eseguire una giocata.

Per carità, l’ultima (finale di) Champions ha dimostrato quanto l’aspetto mentale possa incidere anche nel calcio, quindi la questione è quanto mai discutibile. Voi che ne pensate?

Il discorso sarebbe estendibile anche ad altri sport, ma per ora non volevo dilungarmi e mi interessava capire le differenze tra questi due.

Grazie e buon lavoro

 

Alessio

 

Risponde Marco D’Ottavi

 

Ciao Alessio,

la tua domanda è molto interessante, ma al tempo stesso complicata, riguardando un campo ancora poco battuto, almeno nella discussione comune. Pensa che interrogando due amici su questo tuo quesito uno mi diceva che per lui l’aspetto mentale conta per il 90% della prestazione, mentre l’altro massimo per il 20%. Avrei solo evitato di citare la recente finale di Champions League, una ferita ancora aperta per una parte della redazione, ma vabbè.

 

È vero come dici tu che nel basket un giocatore singolo ha più possibilità di essere incisivo in diversi modi, addirittura di esserlo da solo entrando in quella che gli americani chiamano “the zone”, ovvero essere così concentrato e focalizzato sull’obiettivo da raggiungere livelli più alti di prestazione (se non lo hai mai visto cerca su YouTube “Tracy McGrady 13 punti in 35 secondi”). È anche vero che, proprio per come funziona, nel basket è più probabile trovarsi nei finali di partita punto a punto, un momento della gara dove la palla pesa come un macigno e l’aspetto mentale e la fiducia contano ancora di più. E possiamo chiederci se sia la disciplina del basket a modellare atleti con delle capacità mentali incredibili (vogliamo parlare della testa dei migliori giocatori dell’NBA?) o se sia vero il contrario, che sono gli atleti ad allenare la proprie capacità di concentrazione oltre il possibile per eccellere nel basket.

 

Però è anche vero che, rigirando completamente la questione, nel calcio l’aspetto mentale conta di più perché i momenti decisivi sono meno e meno pronosticabili, per cui un giocatore deve essere sempre preparato a cogliere l’attimo, perché potrebbe non tornare più. Mi viene in mente quello che si dice dei grandi portieri, che devono essere in grado di parare l’unico tiro che subiscono in novanta minuti, una cosa che sembra facile solo a parole. Allo stesso modo nel calcio gli attaccanti migliori sono quelli che fanno due gol con tre palloni, o meglio ancora tre gol con due palloni, e che magari per il resto del tempo devono correre a vuoto alla ricerca del momento e non stancarsi mai mentalmente di farlo.

 

Ma l’aspetto mentale non è solo la capacità di essere decisivo come singolo. È anche, e forse di più, la capacità di sapersi associare con i compagni, di creare un’unica mentalità collettiva. L’aspetto mentale è il motivo per cui le grandi squadre vincono le partite prima di entrare in campo, nel tunnel come si dice, e allo stesso modo il motivo per cui magari le perdono nel tunnel o nello spogliatoio o per un episodio particolare (la finale di Champions che citavi tu può essere un ottimo esempio).

 

E allora è più giusto dire che l’aspetto mentale conta più nel basket perché il campo è più piccolo, ci sono meno compagni e meno pause, si toccano più palloni, c’è da attaccare e difendere allo stesso modo, c’è il canestro decisivo da segnare e quello da difendere o è più giusto dire che lo è nel calcio perché bisogna rapportarsi con ben 10 compagni e 11 avversari, essere lontano dal gioco per diversi minuti, ma allo stesso tempo essere sempre pronti a cogliere un attimo che potrebbe non tornare?

Non vorrei sembrarti democristiano ma non credo ci sia differenza. Credo che negli sport di squadra l’aspetto mentale abbia ovunque la stessa importanza e quello che cambia è solo quanto la psicologia del singolo viene diluita nella psicologia collettiva.

 

Per avvalorare la mia risposta, che non vuole essere giusta ma solo un punto di vista, posso sottoporti la mia esperienza personale: a livelli molto differenti ho praticato tre sport, che sono calcio, basket e tennis. Di questi tre sport mi sento di dire che quello dove l’aspetto mentale conta di più è l’unico che si gioca singolarmente, ma non tanto perché ogni pallina che arriva nel tuo campo tocca a te e quindi devi essere continuamente concentrato, ma perché non hai nessuno con cui dividere il fardello della competizione, appoggiarti nelle difficoltà o trascinare nei momenti di esaltazione. In questo, ovvero la capacità di essere un singolo in un collettivo fino quasi a sfumare le due cose, basket e calcio – per quanto differenti nello svolgimento e nelle capacità fisiche e mentali richieste – sono uguali (mai nessun atleta dirà mai che una partita sia stata vinta per merito completamente suo).

 
Recentemente su Netflix è uscita una serie che ti consiglio, Mindhunter, in cui si racconta la storia della nascita del profiler, colui che traccia il profilo psicologico di un serial killer. Non credo esista una figura simile applicata allo sport, ma se così fosse probabilmente ti direbbe che non ci sono molte differenze tra la mente di un giocatore di basket ed uno di calcio, mentre sicuramente scoprirebbe il germe del serial killer in chi liberamente decide di giocare a tennis, scacchi, o addirittura correre o nuotare. Sono questi gli sport in cui l’aspetto mentale conta di più, gli sport che infatti ti fanno diventare pazzo se non sei predisposto.

 

Tags : la posta del cuore

Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.

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