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Emanuele Atturo
Laurienté non si ferma
14 mar 2023
14 mar 2023
Una delle più grandi rivelazioni di quest'anno.
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Emanuele Atturo
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Armand Laurienté è alto poco meno di un metro e ottanta e ha le gambe lunghe e affusolate. Quando scatta sulla fascia sinistra è un grande problema per i difensori avversari: ci sono pochi giocatori che riescono a stare al passo della sua velocità. Se sei un terzino destro e devi affrontare Laurienté, tendenzialmente sai che vivrai una brutta giornata. Dovrai stare attento quando lui ha il pallone, e ti punta portando palla con l’esterno, a piccoli passi, minacciando un’accelerazione che può lasciarti sul posto. Ma dovrai stare attento anche quando il pallone è tra i piedi di un suo compagno. Quello alzerà la testa, e tu allora dovrai mantenere il contatto con Laurienté, non lasciarlo andare. Se quello ti scappa alle spalle, sei morto. Non hai tempo per recuperarlo.Rick Karsdorp è un terzino esperto ma lo scorso autunno, in una serata umida di Reggio Emilia, ha commesso l’errore di distrarsi mentre stava marcando Laurienté. Mentre un suo compagno alzava la testa e lo cercava in profondità con un lancio, Karsdorp ha fatto l’errore di dimenticarsi che aveva vicino uno dei giocatori più rapidi del campionato. Il terzino olandese tende a distrarsi, ma in allungo può recuperare tutti, o meglio: quasi tutti. Non può recuperare Rafael Leao, per esempio, che gli ha fatto vivere atroci giornate in passato. Quel giorno scopre che non può recuperare nemmeno Laurienté; la palla è un po’ lunga, ma Laurienté ci arriva abbastanza bene da mettere in mezzo un cross forte che corre verso i piedi di Pinamonti, che segna così l’1-1 di una partita che la Roma aveva sbloccato solo pochi minuti prima, e che sembrava francamente vinta.A fine match Mourinho si mangia Karsdorp. Definisce il suo atteggiamento non professionale, lo accusa in sostanza del pareggio, lo mette fuori squadra. È soprattutto per quello che viene ricordata quella partita: il giorno che Mourinho provò a mettere fine alla carriera di Karsdorp. Ci ricordiamo meno dell’assist di Laurienté, e quello che non sapevamo forse è che il francese aveva appena cominciato a diventare l’incubo della Roma.Dopo 18 minuti dal fischio d’inizio della partita di ritorno all’Olimpico Laurienté ha già segnato due gol. Due reti sporche segnate schiacciando il pallone per terra di fronte a una difesa addormentata. Entrambi i gol chiudendo sul lato debole delle transizioni che il Sassuolo ha portato a destra. E così Laurienté si iscrive a una delle statistiche più paradossali che vi capiterà di leggere: è il terzo giocatore del Sassuolo a realizzare due gol nei primi 18’ di gioco, dopo Zaza e Caputo (entrambi contro la Roma). All’Olimpico Laurienté ha confermato il suo clamoroso stato di forma - 3 gol e 3 assist in tre partite - e raggiunto il suo record di reti in una singola stagione di campionato, 7.

Con la sua velocità, i suoi strappi palla al piede, contro le tante squadre che difendono a uomo in Serie A, è un pesce nell’acqua. È uno di quei giocatori che esercita un’ansia costante sulle difese avversarie, che sanno di non potersi mai scoprire troppo dal suo lato; ma è uno di quegli attaccanti a cui basta sempre davvero poco per essere letale. Una settimana prima aveva fatto a pezzi la Cremonese con i suoi primi due strappi della partita. Segna su punizione il gol dell’uno a zero, un tiro d’interno forte sotto alla traversa; e poi serve di tacco un assist per Frattesi, al termine di un’azione cominciata con un tunnel. Il gol su punizione sembra nascere da un errore di Carnesecchi, ma non è il primo portiere a cadere sotto le sue traiettorie infide. In Francia aveva segnato praticamente da centrocampo su punizione - e comunque non sapreste dire con certezza se si è trattato di un errore del portiere o no. Dice di aver studiato la tecnica di calcio di Juninho Pernambucano: «L’ho studiato per calciare così. Non è né collo, né piatto: è una via di mezzo. Mi ci sono allenato tanto». Ha segnato diversi gol da calcio da fermo, sempre trovando parabole che scendono all’ultimo istante proprio sotto alla traversa. Parte con una rincorsa dritta e la palla prende una traiettoria ondeggiante.Laurienté è uno di quei giocatori che ti fanno chiedere: dove diavolo era nascosto?!

Il suo curriculum è tutt’altro che scarno. È cresciuto in uno dei migliori settori giovanili al mondo, quello del Rennes. Ha frequentato il celebre centro tecnico di Clairefontaine, dove condivideva la camera con Kylian Mbappé. Non sembrava però avere il talento offensivo necessario per giocare in quel contesto. O piuttosto non sembrava avere il fisico. A Clairefontaine giocava terzino. Era alto un metro e mezzo e non era considerabile un attaccante. Secondo suo padre, Albert, quel periodo lo ha aiutato. Forse è in quel periodo che Laurienté ha iniziato a conoscere i propri avversari naturali, i terzini: «A Clairefontaine lo hanno fatto giocare laterale basso per proteggerlo e avevano ragione. Aveva molto campo davanti a lui per salire. Ha affrontato giocatori forti, che ora giocano ad alti livelli, e molti di loro non sono riusciti a superarlo!». È un appassionato di moda - «Nel 2018 indossava delle Balenciaga e gli altri non capivano» - e il padre non esclude che possa lavorare in quel campo in futuro.A 18 anni ha rimediato un infortunio al menisco che gli ha fatto perdere un anno decisivo per la sua carriera. È stato mandato in prestito al Lorient, che ha aiutato per la promozione. Anche in Ligue 1 ha avuto le sue belle giornate. In una partita di Coppa di Francia aveva mandato in crisi il PSG con la sua velocità in campo aperto. È stato convocato per gli Europei Under 21 due anni fa al posto dell’infortunato Diaby.A 24 anni, dopo un inizio di carriera senza troppi picchi, Laurienté è arrivato nel nostro campionato per una cifra bassissima, circa 3 milioni di euro. All’inizio si parlava di lui soprattutto sotto forma di meme, per essere la trasposizione più realistica possibile del mito di PES Castolo. Innanzitutto per il suo look con le treccine all’indietro, ma anche perché il suo stile di gioco somiglia alla versione più sgraziata di quello dei grandi giocatori francesi che su quel lato hanno creato un archetipo (Henry prima, Mbappé dopo). Già un video di YouTube, involontariamente profetico, ci avvisava sei mesi fa che Laurienté era piuttosto sottovalutato.Oggi Laurienté è uno dei migliori giocatori del nostro campionato. Magari pensate che io stia esagerando, ma lo dicono i numeri. Lo avevamo già segnalato come un’eccellenza statistica in un articolo in cui elencava i giocatori di cui si stava forse parlando troppo poco; ma da quel giorno i suoi numeri sono persino migliorati. Oggi non si può parlare poco di Laurienté perché è tra i giocatori più creativi del campionato.Per esempio, solo Kvaratskhelia e Milinkovic-Savic hanno servito più assist di lui. Contro la Roma uno di quei filtranti semplici che ha bucato una difesa messa male con l’uomo in meno. Contro la Cremonese, oltre a quell’assist di tacco, ne ha fatto uno ancora più bello al 92’ per il gol vittoria, quando ha trovato Bajrami sul secondo palo con un cross d’esterno che pochi giocatori sanno eseguire con quella precisione.

Prima di queste due partite Laurienté si era espresso per lo più in passaggi chiave, e cioè nei passaggi che precedono il tiro ma che non si convertono in gol. È il giocatore di Serie A che ne ha fatti di di più dopo Biraghi e Calhanoglu. Segno allora che gli assist di Laurienté sarebbero potuti essere più di sei, se i compagni fossero stati più precisi. Va detto infatti che sta tenendo questi numeri alti pur in una squadra che offensivamente produce meno delle migliori, e che però nel 2023 è migliorata, anche grazie a Laurienté. I giocatori che hanno servito expected assist di lui appartengono tutti a squadra che stanno ai vertici della Serie A: Milinkovic-Savic, Kvaratskhelia, Dybala, Lookman, Zielinski.D’altra parte il gioco del Sassuolo di Dionisi sembra costruito attorno alle sue caratteristiche, quelle di un giocatore che si esalta quando ha tanto campo davanti da attaccare in conduzione, quando gli spazi si aprono alle sue spalle, quando può affrontare difensori troppo precipitosi a cui può girare contro la loro aggressività. Il Sassuolo non è più la squadra di dominio e palleggio che era con De Zerbi. Oggi è una squadra che pressa poco e palleggia soprattutto vicino al proprio portiere, per poi andare in verticale nel modo più rapido possibile.Laurienté ha un’ottima visione di gioco, bei tempi di passaggio e una buona qualità tecnica nelle sue esecuzioni. La sua creatività nasce però soprattutto dal dribbling, con cui si costruisce le premesse. Dionisi lo ha paragonato a Boga per la sua abilità nell’uno contro uno, ma Laurienté ha uno stile più asciutto. È meno elettrico di Boga, meno preciso nel controllo in spazi stretti. Dribbla meglio se riceve in corsa nello spazio che se deve partire da fermo. Sui primi passi però è altrettanto veloce, e soprattutto una volta che ha preso vantaggio diventa difficile da fermare. E intendo difficile per chiunque: non c’è stato terzino della Serie A che non è stato messo in difficoltà dalla sua velocità nell’uno contro uno. Anche i migliori terzini in questa specialità difensiva.Contro il Milanha preso il tempo alle spalle di Calabria (qualcosa di troppo ricorrente per il terzino del Milan in questa stagione), e poi gli ha tagliato la corsa facendosi fare fallo da rigore. Contro il Napoli, subito dopo il gran gol di Kvaratskhelia, ha mandato a terra Di Lorenzo col primo controllo, l’accelerazione che ha tagliato verso il centro e che ha tolto gli appoggi al terzino. Dopodiché tira sul primo palo a stringere, nonostante finora abbia preferito spesso calciare sul palo lontano d’interno.In Serie A solo Kvaratskhelia realizza più dribbling di Laurienté (e ha comunque una percentuale peggiore: 43% contro 54%). Una qualità che il francese non usa solo per rendersi pericoloso negli ultimi metri di campo, ma anche per permettere al Sassuolo di risalire il campo - visto che comunque è una squadra che spesso tende a difendersi bassa. Una qualità che è stata particolarmente utile nel lungo periodo in cui il Sassuolo non aveva Domenico Berardi. Oggi, col numero 10 tornato al suo posto, il Sassuolo risale il campo di più con le combinazioni a destra, e infatti Laurienté sta ricevendo più palloni negli ultimi metri di campo e sta riuscendo a essere più decisivo.Possiamo quasi azzardarci a dire che Laurienté viene ancora sfruttato poco dal Sassuolo nella definizione dell’azione. Tira meno non solo di Berardi e Pinamonti, ma anche di Frattesi. Tira molto meno rispetto allo scorso anno. Se ha segnato 7 gol è soprattutto per un’efficienza di alto livello, e cioè per gol segnati da posizioni complicate, soprattutto dal vertice sinistro dell’area di rigore. Dionisi ha detto che Laurienté ha un tiro migliore di Boga. Non è la sua qualità migliore, altrimenti avrebbe segnato di più in carriera e non avrebbe raggiunto il suo record oggi, con solo 7 reti. Non ha una tecnica di tiro sempre pulita col collo del piede, ed è forse l’aspetto in cui può migliorare di più. Anche calcolando quanto invece calci bene su calcio da fermo - sia su punizione che su rigore. Così come potrebbe migliorare l’uso del piede debole, finora molto limitato, e che come sappiamo è indispensabile per mantenere una certa imprevedibilità quando si gioca da ali a piede invertito.Laurienté per esempio è stato accostato al Napoli, dove gioca il giocatore più imprevedibile del campionato, Kvaratskhelia. In prospettiva futura viene soprattutto immaginato sull’esterno destro, al posto di Lozano e Politano, ma le sue possibilità da quel lato del campo sono più ridotte. Giocando a piede naturale le sue corse dentro al campo sarebbero più più complicate. Il suo gioco diventerebbe più legato alle corse in profondità senza la palla o alle discese sul fondo.Laurienté ha già dimostrato di saper adattare le proprie qualità a un calcio non necessariamente cucito sulle sue caratteristiche. Sta brillando in partite in cui ha meno spazio e meno ritmo rispetto a quelle di Ligue 1. «Sta capendo il calcio italiano» ha detto il suo agente. Secondo Dionisi ha ancora molti margini per migliorare: «A me Armand non sorprende. È un giocatore a cui devi chiedere il meno possibile e metterlo dentro alla squadra, deve trovare più continuità perché in allenamento ogni tanto si prende delle pause che si porta anche in partita. Nelle situazioni di uno contro uno è un giocatore importante. Puoi sfruttare le sue qualità, ancor di più se le squadre avversarie accettando di giocare a uomo».In un’altra occasione aveva usato i microfoni per spronarlo: «Lui è introverso, è entrato in punta di piedi, con le sue qualità. Io mi aspetto ancora di più da lui, può essere ancora più continuo nel mettere le sue qualità all'interno della partita». L’impatto di Laurienté nel calcio italiano è l’ennesimo esempio della sovrabbondanza di talento offensivo che viene prodotto dalla Ligue 1, dove anche un profilo in teoria non di primissima fascia riesce a brillare nel nostro campionato.

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