Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Dario Pergolizzi
Il pressing della Fiorentina ha fatto la differenza
09 ott 2023
09 ott 2023
L'aggressività del gioco di Italiano ha messo in mostra un Napoli sempre più in difficoltà.
(di)
Dario Pergolizzi
(foto)
IMAGO / IPA Sport
(foto) IMAGO / IPA Sport
Dark mode
(ON)

Napoli-Fiorentina è stata una partita intensa, per certi versi caotica, al termine della quale la squadra di Italiano è riuscita a tornare a casa con tre punti che pesano come un macigno sulla classifica. In parte è stato quello ci aspettavamo: le imperfezioni dell'attacco della Fiorentina, i cambiamenti discutibili a gara in corso di Garcia, ma soprattutto il pressing della squadra di Italiano, una delle cose più riconoscibili della Serie A. Ieri la Fiorentina non ha indietreggiato di fronte a uno stadio ostile, e a una delle squadre potenzialmente più precise in fase di palleggio, puntando più convintamente che mai sulla propria identità.

Di questa partita ne abbiamo parlato anche in "Che Partita Hai Visto", il podcast di Ultimo Uomo riservato agli abbonati in cui poco dopo il fischio finale commentiamo le migliori partite della settimana (se vuoi abbonarti e sostenere Ultimo Uomo puoi farlo qui).

Sulla prima costruzione del Napoli, gli accoppiamenti dei quattro difensori di Garcia con i quattro attaccanti di Italiano erano abbastanza lineari rispetto agli schieramenti delle due squadre: N’Zola e Bonaventura tenevano come riferimento Ostigard e Natan, Brekalo e Ikoné rispettivamente Di Lorenzo e Olivera. Più interessante la scelta di portare Arthur in marcatura su Lobotka, un’idea che, oltre a definire bene le intenzioni aggressive del pressing della Fiorentina (sin dai tempi delle marcature avanzatissime di Torreira da “vertice basso”), è l’innesco a una serie di intrecci successivi che hanno portato vantaggi e svantaggi a entrambe le squadre.

Già in questa azione, arrivata nei primissimi minuti di gioco, si può notare come la Fiorentina sia riuscita a strozzare il palleggio del Napoli costringendolo verso l’esterno, cercando di arrivare poi accoppiati con marcature strette in zona palla, con l’idea di recuperare attivamente il possesso e creare delle ripartenze corte. Qui vediamo Bonaventura, Ikoné e Arthur mantenere la distanza con il proprio riferimento, Martinez Quarta pronto a uscire su Zielinski, mentre sul lato opposto, Brekalo fa un cenno a Duncan probabilmente indicandogli di rimanere a protezione insieme a Milenkovic (che si occupava di Osimhen), stringendo poi la sua posizione per una possibile pressione centrale in caso di ricezione di Zambo Anguissa.

Il Napoli, soprattutto nella parte iniziale della partita, ha fatto fatica a risolvere questo enigma. Una volta chiusi sulla fascia, l’applicazione difensiva di Bonaventura, N’Zola, Ikoné e Brekalo toglieva al portatore esterno del Napoli (che fosse il terzino o il centrale) la sicurezza di giocare la palla verso l’interno o riciclare il possesso, forzando in alcuni casi il passaggio lungo linea verso l’esterno alto.

Al quarto minuto, per esempio, questo passaggio di Natan trova Kvaratskhelia con Kayode alle spalle. Mentre i giocatori della Fiorentina in zona si avvicinano sempre di più, l'ala georgiana controlla il pallone e sceglie di rigiocarlo all’indietro, dove Bonaventura può intercettarlo e avviare una ripartenza, prima di subire fallo dallo stesso Kvaratskhelia. È un'azione che ci parla delle difficoltà del Napoli nel giocare la palla internamente: Zielinski era abbastanza libero, ma dalla prospettiva visiva di Kvaratskhelia forse il movimento di Ikoné e l’approssimarsi di Quarta hanno reso la giocata interna meno appetibile. È stato anche un piccolo antipasto di ciò che sarebbe accaduto pochi minuti dopo.

La ripartenza da cui nasce il gol di Brekalo arriva proprio su una situazione molto simile alla precedente. Olivera riceve da Natan ma non torna su Lobotka. Questa volta, Kayode anticipa direttamente Kvaratskhelia e, anche se il suo controllo è lungo, la vicinanza di Ikoné prima e di Martinez Quarta poi, garantisce alla Fiorentina la possibilità di costruire un’azione interessante sulla trequarti avversaria, guardando in avanti. Apprezzabile soprattutto la doppia giocata di Quarta che, dopo aver saltato il pressing di Zielinski con uno scavetto, ruota su se stesso davanti a Lobotka, scarica per Arthur e riconosce immediatamente l’opportunità di attaccare l’area, tirando e prendendo il palo prima della conclusione definitiva di Brekalo.

Contro un pressing così aggressivo, che lasciava intravedere la possibilità di una ricerca della verticalizzazione verso Osimhen, il Napoli non è però riuscito ad appoggiarsi al suo centravanti per provare a risalire o attaccare immediatamente la profondità. Forse la squadra di Garcia avrebbe potuto tentare questa soluzione attraverso le ricezioni dei terzini, prendendo cioè qualche secondo di tempo e metro di spazio di vantaggio rispetto all’uscita di Brekalo e Ikoné. Sia per la grande reattività della Fiorentina nel coprire la palla che per una certa lentezza e fretta nei passaggi, Osimhen però non ha avuto i rifornimenti necessari. Forse è stata in parte colpa anche dello stesso centravanti nigeriano, che preferisce minacciare la profondità invece di venire incontro ad aiutare la costruzione.

Una delle poche situazioni in cui il Napoli, attraverso Di Lorenzo, ha provato ad andare immediatamente su Osimhen. In questo caso, Milenkovic ha avuto la meglio, sbilanciando il centravanti avversario anche con l’uso delle braccia.

Nonostante una certa insicurezza nell’accettare il pressing avversario e dunque nel riciclo del possesso, e la mancanza di uscite dirette su Osimhen, non sono mancate le occasioni in cui il Napoli ha comunque mostrato di avere i mezzi per manipolare la Fiorentina, sfruttando i suoi difetti. L’uscita di Martinez Quarta su Zielinski, per esempio, non è stata sempre puntuale, e d'altra parte non se ne può fare al difensore argentino troppo una colpa visto quanto velocemente il Napoli riesce a muovere il pallone da un lato all’altro del campo. Un altro giocatore che ha avuto difficoltà in questo senso è stato Duncan, che riusciva a prendere in consegna Anguissa quando il possesso si sviluppava sulla fascia destra del Napoli, ma che sulla circolazione avversaria si allontanava, abbassandosi, per dare copertura centrale e aiutare così l’uscita di Quarta su Zielinski. Insomma, forse alla squadra di Garcia sarebbe bastato un pizzico di fluidità nei movimenti dei tre centrocampisti in più, e una maggiore pazienza nella prima costruzione.

[gallery columns="4" ids="95720,95721,95722,95723"]

Qui sopra alcuni esempi. Kvaratskhelia che gioca dentro dopo aver ricevuto il lungo linea, con Zielinski libero. Lobotka che si apre portando via Arthur e Zielinski che si abbassa a ricevere davanti all’area, tirando fuori Duncan e liberando Anguissa. Lobotka che riceve con l’uomo addosso e verticalizza per il movimento interno di Olivera. Una doppia verticalizzazione in sequenza di Lobotka verso Zielinski che poi cerca Politano, seguita da un lancio perfetto per Kvaratskhelia.

Il Napoli rimane una squadra con i mezzi in grado di ribaltare il campo in qualsiasi momento, anche contro un pressing ben organizzato come quello della Fiorentina, ma ieri sera è mancata un po' di sicurezza nello scambiarsi le posizioni, di pazienza nel possesso, di decisione nel ricercare la verticalizzazione su Osimhen. Per quanto potesse essere coraggioso ed efficace l’atteggiamento della squadra di Italiano, con una padronanza più sicura del possesso inevitabilmente prima o poi qualche marcatura sarebbe saltata e qualche spazio si sarebbe aperto.

In questa circostanza, per esempio, con la Fiorentina portata a difendere nella sua metà campo, Lobotka inganna Brekalo con una finta e poi apre il gioco con un lancio millimetrico su Olivera alto a sinistra. Anche una delle migliori occasioni del Napoli della partita, che ha portato al tiro dello stesso Lobotka parato da Terracciano, è arrivato dopo un passaggio lungo linea su Kvaratskhelia, con i tre centrocampisti di Garcia vicini tra loro a passarsi il pallone rapidamente, per portarlo fino a ridosso dell’area avversaria.

È stato solo uno dei tanti aspetti che hanno determinato l’esito della partita, ma il confronto tra il pressing della Fiorentina e la costruzione del Napoli ci ha detto molto dell'attuale stato delle due squadre. La squadra di Garcia è sembrata non riuscire mai a trovare la fluidità necessaria a mettere in crisi la "Viola", forse anche a causa delle molte e discutibili sostituzioni dell'allenatore francese. Quella di Italiano, invece, ha visto premiato il suo coraggio e la sua applicazione difensiva. Per una volta non è retorica dire che i primi difensori sono stati gli attaccanti.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura