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Luca Misculin
Analisi Mondiali: Germania - Ghana
23 giu 2014
23 giu 2014
Una delle più belle partite viste fino ad ora al Mondiale. Da una parte la squadra favorita del torneo e dall'altra la più forte Nazionale africana. E 4 gol in 20 minuti.
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Luca Misculin
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Prima dei Mondiali, eravamo in molti a pensare che il gruppo G potesse essere uno dei più complicati e combattuti: dentro, ci sono una delle favorite assolute (la Germania), la squadra di cui fa parte il miglior giocatore del mondo (il Portogallo), la squadra africana più forte (il Ghana), e una squadra che in qualsiasi altro girone avrebbe potuto ambire al secondo posto (gli Stati Uniti). Sulla carta, un girone ricco di storie—e di partite complicate—che ruotano attorno alla Germania: una sfida fra il collettivo più forte del mondo contro il Pallone d'oro in carica (Germania-Portogallo), la riproposizione di un avvincente dentro-fuori degli scorsi Mondiali (Germania-Ghana), uno strano incrocio fra un allenatore e il suo ex vice che adesso occupa il suo posto (Germania-Stati Uniti). Qualche giorno fa sono arrivati quei quaranta minuti scarsi della prima partita fra Germania e Portogallo a dimostrare l'imbarazzante superiorità dei primi sui secondi; e tutto sembrava essersi ricondotto a una comprensibile logica del "c'è una più forte di tutte, le altre si giocano il secondo posto". Poi, è arrivata la partita di sabato. Visto che Fabio Barcellona ha già scritto—molto efficacemente—una guida sulla squadra tedesca, ho messo assieme due cose per capire da dove arrivava il Ghana, prima di parlare della partita. DOVE ERAVAMO RIMASTI? Ai Mondiali del 2010, alla sua seconda partecipazione al torneo, il Ghana fu una delle notevoli sorprese del torneo: era stato sorteggiato in un girone piuttosto complicato—assieme a Serbia, Australia e Germania—e ne uscì bene: vinse all'esordio con la Serbia, pareggiò con l'Australia dominando la partita e mise parecchio in difficoltà la Germania, che vinse unicamente grazie a un gran gol di Özil. Agli ottavi, trovò gli Stati Uniti: andò subito in vantaggio con un gol di Kevin-Prince Boateng—che stava giocando per la quinta volta con la Nazionale—ma fu raggiunta a causa di un rigore segnato da Landon Donovan. Si andò ai supplementari. A tre minuti dall'inizio dell'extra time, il Ghana segnò su una delle sue tipiche azioni, almeno per quel torneo lì: palla in profondità per lo scatto dell'attaccante Asamoah Gyan, che si infila fra i due centrali americani e muovendosi in diagonale colpisce col sinistro di controbalzo. 2-1. Dall'inizio dell'azione, la palla è stata toccata quattro volte: il terzino sinistro del Ghana respinge di testa un lancio piuttosto casuale degli Stati Uniti, il mediano la lancia in mezzo per Gyan, che se la porta avanti di testa e segna di sinistro. Con una simile rapida transazione offensiva—benché più organizzata—il Ghana aveva messo in difficoltà anche la stessa Germania, quattro anni prima di oggi: quando ancora la partita è sullo 0-0, su rilancio del proprio portiere, Asamoah stoppa la palla di petto all'altezza del cerchio di centrocampo per Boateng e attacca subito lo spazio sulla fascia sinistra, lasciato libero dal centrocampista tedesco (andato a marcare Ayew, che a sua volta riceve palla in quella zona da Boateng). Asamoah riceve palla in verticale da Ayew, la lascia scorrere, fa un paio di finte sul terzino tedesco e premia l'inserimento dello stesso Ayew, che ha attaccato lo spazio pochi secondi dopo aver lasciato il pallone ad Asamoah. I due centrali tedeschi accorciano bene, e l'azione finisce nel nulla. Nonostante questo, s'era vista forse la migliore qualità del Ghana di quell'anno, e cioè la buona fase offensiva: verticalizzazioni immediate, pochi tocchi di palla, ricerca della profondità (preferibilmente in situazione di contropiede). Il Ghana si giocò i quarti con l'Uruguay, e il resto probabilmente ve lo ricordate: il sinistro pazzesco di Muntari, la punizione di Forlán resa imprendibile dalla traiettoria dello Jabulani, Suárez che salva con la mano, sulla linea, un gol certo, e il rigore finale fallito da Adiyiah. Uno psicodramma. COS'È SUCCESSO, NEL FRATTEMPO Nei quattro anni trascorsi dall'ultimo Mondiale, comprensibilmente, sono successe moltissime cose. Innanzitutto, si sono giocate due edizioni della Coppa d'Africa, una nel 2012 e una nel 2013 (fatto eccezionale e di buon senso: da ora in poi si giocherà negli anni dispari, sfalsata da Europei e Mondiali). Nel 2012, il Ghana disputò un buon girone e fu eliminato in semifinale dallo Zambia, che avrebbe vinto il torneo. L'anno dopo, quasi la stessa cosa: primo nel girone, eliminato in semifinale dal Burkina Faso che perse la finale col Mali. C'è stato il tempo di cambiare allenatore, due volte: dopo Rajevic, che scelse di non rinnovare il suo contratto, nel 2011 arrivò un altro serbo di pochissima esperienza, che aveva allenato per qualche stagione il Voždovac di Belgrado e per una stagione il Partizan. Da due anni, la squadra è allenata da James Kwesi Appiah, che aveva fatto parte dello staff tecnico della Nazionale da anni ed era stato l'allenatore della Nazionale under 23 che aveva partecipato ai Giochi Panamericani del 2011. Da quando è allenata da Appiah, la Nazionale ha perso solo 4 partite su 21. Qualche giocatore è sparito dalla circolazione, altri si sono ritirati, qualche faccia nuova è entrata nel giro della squadra. Della rosa del 2010, sono usciti per limiti di età il capitano Appiah, il portiere titolare Richard Kingson e il difensore John Mensah. Adiyiah ha girovagato dapprima in prestito fra Reggina, Partizan Belgrado, Karşıyaka e Arsenal Kiev. Il Milan lo ha poi lasciato andare gratis nell'estate del 2012: pochi giorni fa, secondo Transfermarkt, è stato acquistato dall'Atyrau, una squadra che gioca nella Serie A del Kazakistan. Sono entrati in squadra il 21enne attaccante dello Spartak Mosca Abdul Waris (9 gol in 15 partite quest'anno col Valenciennes, in Ligue 2) e il centrocampista 22enne Afriyie Acquah (Palermo, Hoffenheim, Parma). Gyan è andato a giocare negli Emirati Arabi Uniti, dove segna una marea di gol. E ADESSO? La struttura portante della squadra è rimasta la stessa del 2010 e delle due Coppe d'Africa, nonostante nelle ultime partite prima dei Mondiali Appiah abbia provato a sparigliare un po' le carte, cambiando spesso giocatori. Dal 2010 a oggi, sono rimasti in molti: Muntari, Essien, Asamoah, Boateng, Gyan. Da anni, la squadra gioca con un 4-2-3-1 con due terzini di spinta, due mediani più distruttori che costruttori di gioco (spesso Muntari ed Essien), tre trequartisti e una punta tuttofare (Gyan). I pregi della squadra sono rimasti gli stessi; buon utilizzo del contropiede, massiccia "salita" della squadra durante la fase di attacco, discreto gioco sulla fascia, buona solidità difensiva. La squadra, insomma, è rimasta sostanzialmente la stessa. Questo porta a due conclusioni, che vanno in direzioni opposte: a) i giocatori sono abituati da anni a giocare insieme, e infatti il Ghana a tratti sembra giocare "a memoria": una buona cosa, che torna utile anche nei momenti di difficoltà, quando saltano i piani improvvisati due settimane prima, in allenamento. b) Ormai, chiunque conosce che tipo di gioco fa la squadra, che ha fatto ben poco per variarlo (d'altronde, è pur sempre una Nazionale: i giocatori bravi sono quelli che sono, e non c'è calciomercato). La seconda delle due cose qui sopra, in particolare, si concretizza in un sistema dai difetti praticamente cristallizzati da anni e ben riconoscibili. Il principale è dato dall'assenza di un vero play nella squadra titolare (e qui torniamo al solito problema delle Nazionali). Il Ghana, quindi, si trova molto più a suo agio quando è la squadra avversaria a fare la partita: quando cioè i quattro davanti, che rappresentano anche la prima fondamentale linea difensiva durante gli attacchi avversari, ricevono palla praticamente subito una volta che la squadra l'ha recuperata. Si ha spesso la sensazione, quando è il Ghana a dover fare il gioco, che gran parte dei giocatori non abbia idea di cosa fare con la palla, a parte lo scarico/sovrapposizione a chi sta in fascia o il lancio lungo per Gyan. Nell'ultima amichevole con una Nazionale di livello, inoltre—quella giocata il 31 maggio contro l'Olanda—ha inoltre dimostrato di soffrire parecchio il pressing quando si è ritrovata a dover costruire l'azione dalla propria area di rigore. LA PARTITA La Germania inizia la partita con la stessa squadra vista col Portogallo: e cioè con Lahm spostato a centrocampo assieme a Khedira e Kroos, con davanti Müller "falso nueve" e ai lati Özil e Götze. Appiah fa tre cambi: fuori il portiere e il terzino destro titolari con gli Stati Uniti (Karasey e Opare) e dentro Dauda e Afful. Davanti, poi, c'è dal primo minuto Kevin-Prince Boateng, entrato a partita in corso contro gli Stati Uniti, quando Jordan Ayew aveva giocato titolare. Anche stavolta Michael Essien—solo qualche anno fa il giocatore più forte e noto della squadra—inizia in panchina. Sin dai primi minuti si capisce che il Ghana non ha intenzione di modificare più di tanto il suo solito gioco, ma piuttosto di applicarne una versione più compatta e attenta per opporsi al palleggio della Germania. Già al secondo minuto, per dire, si confermano le difficoltà della difesa ghanese nell'impostare bassi: i tre attaccanti tedeschi vanno in pressione all'altezza della trequarti, la palla arriva al portiere che sebbene abbia a disposizione tre linee di passaggio verso i difensori sceglie di rinviare lungo sperando che in qualche modo Gyan la controlli. Al secondo minuto, c'è una punizione per il Ghana all'altezza del cerchio di centrocampo: tutti dentro l'area, come se si fosse quindici metri più avanti. La Germania tenta di fare il gioco visto contro il Portogallo: salire compatti con la squadra per poi cercare giocate fra le linee e nello stretto dalla trequarti di campo in poi. Nel primo quarto d'ora, quando il Ghana è ancora piuttosto disordinato in campo, si ha spesso l'impressione che con tre passaggi la squadra tedesca possa arrivare in porta, tanto sono evidenti gli spazi lasciati in mezzo alle linee ghanesi. Al sesto minuto, si intravede una prima crepa nella disposizione tedesca: il Ghana è in difficoltà nella propria metà campo e non riesce a liberarsi del pressing tedesco. Muntari se ne esce con un bel lancio in diagonale che trova Atsu libero sulla destra, dalla parte opposta del campo: la difesa tedesca è molto alta e Atsu ha tutto il tempo di controllare il pallone e puntare Höwedes, senza però concludere nulla. Quattro minuti dopo, Muntari perde un brutto pallone a centrocampo e la Germania può attaccare praticamente in sei contro sei (i trequartisti del Ghana erano già saliti per ricevere palla da Muntari): il Ghana se la cava in qualche modo. Tre minuti dopo, si vede un'azione "da Ghana": Asamoah, da terzino sinistro, cerca Gyan, e nel momento in cui parte il passaggio Ayew attacca lo spazio per ricevere la sponda avanzata di Gyan. Ci arriva, punta il fondo ma il suo cross viene intercettato (Gyan era già in area). Al 20esimo Müller prova a fare Müller: riceve un buon cross di Özil dalla destra anticipando i due centraloni ghanesi, ma viene parzialmente sbilanciato da Boye e non riesce a calciare bene. Arrivati a metà del primo tempo, il Ghana ha trovato il modo perfetto di stare in campo: timido pressing quando l'azione offensiva della Germania parte dalla difesa, di modo da attirare il gioco sulla fascia, per poi compattare le linee di difesa e centrocampo quando il possesso di palla tedesco supera la metà campo. Il lavoro dei tre trequartisti, in questo senso, è fondamentale: non sempre riescono a fornire una soluzione ai difensori o ai mediani in fase di uscita, ma in fase di possesso altrui arretrano per chiudere le linee di passaggio ai palleggiatori tedeschi. Attorno alla mezz'ora, la Germania tenta una cosa poco da Germania: due lanci in profondità, il primo per Müller che scatta sulla fascia e in qualche modo la mette al centro. Nessuno sale a supporto. Due minuti dopo, Götze va via su un passaggio in profondità un po' casuale per via di un errore di Asamoah, ma non combina granché. Nei minuti successivi, il Ghana sembra essersi accorto della fase di stanca della Germania: al 32esimo, Muntari tenta uno dei suoi matti tiri dalla trequarti, che almeno finisce nello specchio. Poco dopo, i ruoli iniziali si invertono: il Ghana pressa eccezionalmente alto, e il centrocampo tedesco non riesce a trovare le posizioni giuste per favorire la transizione di palla dalla difesa: Hummels, decentrato, è costretto a provare il lancio lungo. Al 38esimo, si palesano all'interno di un'azione di attacco le difficoltà della Germania: quando la palla supera il centrocampo, il Ghana è già schierato con linee compattissime: Kroos, Lahm e Khedira giocano molto vicini fra loro e allineati orizzontalmente; lo stesso, là davanti, Müller, Özil e Götze: i ghanesi sono bravi a tenere le marcature e impedire il gioco nello stretto della Germania—al contrario di quanto fece il disastroso Portogallo—che non ha altre soluzioni se non insistere sullo stretto o provare a "strappare" con una giocata in profondità sperando in un taglio di uno dei tre davanti, che però non riescono quasi mai ad arrivare pericolosamente in area ghanese. Il cambio di gioco, che porterebbe ad allargare il Ghana e a favorire gli inserimenti dei centrocampisti, non è praticato e anzi è molto difficile ad attuarsi, proprio per quella che era stata una chiave della vittoria col Portogallo—il gioco nello stretto dei centrocampisti e degli attaccanti, molto vicini fra loro. Il Ghana, pur nella solita evidente difficoltà di gestione, dà l'impressione di essere pericoloso quando riesce a far passare il pallone dietro al centrocampo tedesco: Atsu e Ayew sono anche molto presenti nel gioco e Atsu prova due volte il tiro dal limite dell'area, verso la mezz'ora. All'intervallo, la Germania non è riuscita a tirare nemmeno una volta all'interno dell'area ghanese.

Özil, che non è un attaccante esterno, ha cercato di fare il possibile e ha messo anche quattro palloni nei pressi dell'area. Götze, il peggiore dei suoi fino a quel momento, si è visto pochissimo e ha tirato in porta una sola volta. A un certo punto i due si sono anche scambiati di posizione, senza grande successo. Il peggiore del Ghana è sicuramente Kevin-Prince Boateng: in 45 minuti di gioco, ha effettuato solo otto passaggi nella metà campo avversaria, di cui ben quattro sbagliati.

Atsu, che gioca appena più decentrato, ne ha fatti tredici, tutti andati a buon fine. Boateng è sembrato spesso avulso dal gioco del Ghana, e più incline a provare il tiro da fuori che l'attacco dello spazio fra i difensori tedeschi. Sembra di vedere il Boateng pressoché inutile visto nella stagione 2012-2013. Secondo tempo: nella Germania, esce Boateng per Mustafi: un cambio che non ho capito (forse c'entra un microinfortunio). La partita si sblocca, in modo piuttosto inaspettato, a sei minuti dall'inizio del secondo tempo, con un gol "alla Ghana" segnato dalla Germania. Arriva un cross piuttosto facile dalla trequarti, Götze trova lo spazio fra i due centrali difensivi del Ghana e segna uno dei gol più sgraziati visti finora: testa, coscia, pallone che rotola lemme lemme in porta. 1-0. Segna il peggiore in campo per i suoi. Appiah decide di togliere Boateng e mettere Jordan Ayew, più rapido e dinamico. Il Ghana fa due gol in dieci minuti. Il primo è molto simile a quello della Germania, con l'aggravante che la difesa tedesca sembra essere schierata ancora meglio e che Mustafi, che doveva curare l'inserimento di André Ayew, non salta nemmeno. 1-1.

Davvero, non capisco perché Mustafi non provi nemmeno a saltare.

Qualche minuto dopo, Muntari intercetta un buon pallone a metà campo su uno scambio pigro fra due giocatori tedeschi e lancia in contropiede Gyan, che segna a incrociare. Ghana in vantaggio, 2-1. Poco dopo, Jordan Ayew fa come in oratorio: a centrocampo, sulla fascia, butta la palla dietro ai difensori tedeschi troppo alti e ci arriva primo; non riesce però a servire Gyan. Arriva il solito gol di Klose, entrato due minuti prima, su bella intuizione dopo la sponda di Höwedes da calcio d'angolo. La partita diventa molto bella perché—prevedibilmente—le due squadre si allungano e diventano più disordinate. La Germania sembra recuperare un po' di dinamismo, anche grazie all'ingresso di Bastian Schweinsteiger. All'84esimo, Asamoah salva in diagonale su Müller lanciato in profondità e arrivato davanti al portiere. Poi, due buoni tiri del Ghana rispettivamente di Badu e Gyan, appena fuori dall'area. Poi Klose, con un tiro mediocre all'interno dell'area. Infine il Ghana, a due minuti dalla fine, gestisce male un contropiede in una situazione di 3 contro 2 contro i centraloni tedeschi: Wakaso Mubarak, 23enne centrocampista del Rubin Kazan, spreca tutto facendosi trovare in fuorigioco. Finisce 2-2. Bella partita, giusto così. (Essien non è nemmeno entrato: al suo posto, Appiah ha buttato dentro Emmanuel Badu dell'Udinese). BILANCIO E PROSPETTIVE Il Ghana ha giocato una partita intelligente, puntando sui propri—noti, peraltro—punti di forza e lasciando la gestione della partita alla Germania, molto in difficoltà una volta che si è vista annullato il proprio sistema di gioco. La sensazione è che una volta si trovi il modo di limitare il palleggio stretto dei tedeschi dal centrocampo in su, il loro gioco sia fortemente penalizzato e inefficace vicino all'area avversaria, senza mosse sparigliate (dribbling, cambio di gioco). Kroos, nonostante abbia fatto il solito lavoro di aiuto in appoggio di ogni suo compagno in possesso palla, ha sbagliato i quattro passaggi che ha effettuato nella zona più avanzata del campo, cioè la trequarti.

Müller ha fatto un gran lavoro, abbassandosi però spesso—troppo—e riuscendo a fare pochissimo lì davanti: ha fatto il primo e unico tiro della sua partita all'84esimo, quando è stato bloccato dalla bella diagonale di Asamoah. Il Ghana ha fatto una gran partita, giocata in larga parte in modo molto attento e ordinato. Muntari, in particolare, nonostante qualche pallone perso nel primo tempo, ha provato in alcune fasi di gioco a fare da play, cambiando gioco o provando a far arrivare la palla ai trequartisti fra le linee tedesche (cosa che al Milan non fa praticamente mai, venendo spesso impiegato da mezz'ala). Peccato per la sconfitta contro gli Stati Uniti, contro i quali un pareggio sarebbe stato più giusto. Si giocherà una specie di spareggio col Portogallo, visto che la Germania è obbligata a fare risultato contro gli Stati Uniti: una squadra solitamente anche più ordinata del Ghana, che se decidesse di imitare quanto appena visto avrebbe qualche—lontana—possibilità di fare risultato.

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