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Enciclopedia delle sbroccate di Allegri
16 nov 2023
Dai cappotti lanciati ai cartelloni calciati.
(articolo)
17 min
(copertina)
IMAGO / Xinhua
(copertina) IMAGO / Xinhua
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Il 20 dicembre 2015, dieci minuti prima delle quattordici, nell’aria pungente della Bassa, Massimiliano Allegri si era tolto il cappotto e l’aveva lanciato nel vento. Il motivo? Pochi secondi prima Lorenzo Lollo del Carpi aveva malamente fallito l’occasione per segnare il gol del 3 a 3 in pieno recupero, appena due minuti dopo aver segnato il gol del 2 a 3.

La sfuriata di Allegri era diventata rapidamente virale, un po’ per la sua oggettiva bizzarria, un uomo adulto che lancia un cappotto da migliaia di euro, un po’ per la poca corrispondenza con il personaggio. Un po’ cazzone e un po’ filosofo, Allegri per indole non è uno di quegli allenatori perennemente sull’orlo di una crisi di nervi, al contrario il suo mantra è la calma o halma, nella sua versione toscana con la c aspirata. Vederlo perdere le staffe così contro il Carpi ultimo in classifica, in una maniera che avrebbe fatto impallidire il miglior Conte, era stata un’inaspettata variazione sul tema. “Meglio gettare via il cappotto che punti! Non sempre #civuolecalma”, avrebbe poi scritto sul suo profilo Twitter, oggi defunto, per riappropriarsi del personaggio di allenatore serafico e amichevole.

Anni dopo nel salotto di Sky avrebbe raccontato quel colpo di pazzia diventato ormai leggendario: «Era l’ultima partita prima della sosta. Dicevo sempre ai ragazzi: “Non mi rovinate le vacanze, prima della sosta non voglio perdere”. E quella volta entrò Lichtsteiner che fece uno stop al contrario dentro l’area e presero una traversa e mi tolsi la giacca. Fui due ore inca**ato». È curioso come Allegri ricordi male non solo l’episodio (Lollo strozzò malamente il tiro, non prese la traversa) ma anche il suo gesto. In quell’occasione infatti a volare fu il cappotto e non la giacca, seppure dalle immagini è facile confondersi, visto che nella foga Allegri sembrava disposto a rinunciare a tutto il suo vestiario.

Col passare degli anni questi episodi rabbia - o ansia, o paura, o malinconia, o tristezza: questo che segue non vuole essere un trattato psicologico, ma una pura ricostruzione dei fatti - sono diventati sempre più comuni, come sa bene chi ha visto tante partite della Juventus recente. Non si ripetono sempre uguali o sempre negli stessi momenti, ma al loro interno è possibile trovare dei tratti comuni, come delle parti. Sono momenti-Allegri, rituali che l'allenatore sembra ripetere all’occorrenza, per necessità o scaramanzia, come fossero un copione e, come fossero un copione, abbiamo provato ad analizzarli scomponendoli.

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