
Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con NOW TV.
Il primo week-end di calcio giocato del 2017 è coinciso con la conclusione del girone di andata del campionato di Serie A; o meglio: sarebbe dovutocoincidere, visto che la Supercoppa e la neve di questo inizio anno hanno scombinato il calendario, con Juventus, Milan, Crotone, Bologna, Fiorentina e Pescara che hanno giocato una partita in meno.
Il simbolico giro di boa resta comunque il momento migliore per fare un bilancio parziale del campionato e provare magari, tramite l’utilizzo delle statistiche avanzate, a lanciarsi in qualche previsione.
Per compensare il differente numero di partite giocate è stato necessario usare più medie del solito e questo spiega perché nella maggior parte dei casi i dati sulla differenza reti senza rigori e la differenza tra expected goals generati e subiti sono segnalati per partita.
In cosa è superiore la Juventus?
Pur con una partita da recuperare, la Juventus è saldamente al comando della Serie A con 4 punti di vantaggio sulla Roma, quindi con la possibilità di andare a +7 una volta recuperata la partita contro il Crotone. La squadra di Allegri si sta confermando nuovamente come favorita assoluta per lo scudetto, che in caso di successo sarebbe il sesto consecutivo. Il solco tra i bianconeri e il resto della Serie A è ben rappresentato dalla differenza reti media (calcolata senza considerare i rigori) di +1,33 per partita. Un dato superiore di almeno il 33% rispetto a qualsiasi altra squadra: il Napoli secondo si ferma a +1,00, la Roma non supera i +0,79, mentre la Lazio (+0,53) è l’unica altra squadra sopra 0,5.
Anche per quanto riguarda la differenza media tra expected goals fatti e subiti la Juventus è davanti a tutti, ma in questo caso il margine si assottiglia notevolmente: ai +1,05 dei campioni d’Italia risponde la Roma con +1,03 e il Napoli con +0,97. La Juventus conferma la propria leadership anche per quanto riguarda la performance attesa, cioè, ma fa realmente la differenza grazie al maggiore spessore tecnico (rispetto al resto del campionato), che le permette di andare comunque oltre le aspettative.
Ancora una volta è la difesa il vero punto di forza della squadra di Allegri, che subisce appena 0,6 xG a partita, un dato realmente impressionante.

Sembra lapalissiano ma la Juventus ha una difesa eccezionale perché concede meno tiri in assoluto e meno tiri in porta di tutte le altre squadre (rispettivamente 8,11 e 2,39 di media) e con una pericolosità media decisamente bassa (0,074 xG per tiro subito).
L’inserimento di Benatia e Rugani ha compensato i vari acciacchi della “BBC” e il pacchetto arretrato è nettamente l’arma in più di questa Juve che, per quanto riguarda invece la performance offensiva, è terza: con 1,65 xG generati in media, staccata da Roma e Napoli e praticamente al pari dell’Inter. E la grande fase difensiva è mostrata anche dal primato nella classifica del TSR (total shot ratio, 66,0%) e SoTR (shots on target ratio, 71,5%).
Dove può arrivare la forza creativa di Roma e Napoli?
Se la Juventus domina grazie alla sua difesa, la sua due più dirette inseguitrici puntano tutto o quasi su una produzione offensiva superiore alla norma.
Se non si considerano i rigori, la Roma è solo quarta per gol segnati (con 1,63 non-penalty goal segnati a partita è preceduta da Torino, Napoli e Juventus), ma questa statistica non rende piena giustizia ad una squadra che avrebbe potuto racimolare un bottino realizzativo ancora maggiore. La Roma è prima per Expected Goals generati con 1,94 xG a partita, e probabilmente avrebbe meritato di segnare persino qualche gol in più.
Gran parte del merito è di Dzeko e Salah che insieme hanno generato 23,22 xG complessivi, cioè il 63% dell’intera produzione offensiva della Roma. I due hanno sicuramente un’ottima intesa considerato che Salah, primo nella classifica degli expected assist della Serie A con 8,78 xA, ha già servito 3 assist al compagno bosniaco che invece è primo per xG complessivi con ben 15,19 xG a fronte però di soli 12 non penalty-goals realizzati. Non è un caso che l’assenza dell’egiziano abbia determinato un calo nella produzione offensiva della Roma e la sua indisponibilità causa Coppa d’Africa sarà sicuramente un problema non da poco.


La non infallibilità di Dzeko è ormai un dato di fatto, oltre che una delle principali cause della prestazione offensiva sotto le aspettative della Roma, ma compensa le sue lacune con un volume di tiro da 5,3 tiri ogni 90 minuti. Facendo una proiezione, se Dzeko mantenesse queste medie, la stessa efficienza e lo stesso minutaggio anche nel girone di ritorno, toccherebbe quota 25 gol, un traguardo che lo renderebbe immune da qualsiasi tipo di critica.
Il Napoli, che è secondo per xG generati e terzo per xG concessi a partita - con una differenza reti senza rigori di +19 e una differenza xG totali di+18,36 - per ora ha offerto prestazioni esattamente in linea con le aspettative. Nonostante l’infortunio di Milik e l’evanescenza di Gabbiadini, che pur con un minutaggio simile ha generato più xG per 90 minuti del polacco (0,48 contro 0,33), Sarri ha già trovato 11 diversi realizzatori e soprattutto un Mertens da 10 gol su azione e 8,80 xG totali (4° in assoluto).

Il nuovo ruolo di Mertens ha inevitabilmente e positivamente influenzato la distribuzione delle sue conclusioni.
Gli azzurri sono una macchina da calcio che sfiora le 18 conclusioni a partita, di cui più di un terzo in porta, e che riesce comunque ad avere la più alta percentuale di possesso palla (59,1%) e di passaggi riusciti del campionato (87,3%). Sarà interessante vedere come l’introduzione di un centravanti puro, sia esso il nuovo arrivato Pavoletti o il rientrante Milik, andrà ad influire su questi indici già di per sé eccezionali ed entusiasmanti.
Analizzando a tutto tondo la performance di Roma e Napoli si nota come le due formazioni possano essere collocate più o meno sullo stesso piano, anche se al momento la squadra di Spalletti conserva 3 punti di vantaggio. Il Napoli è in discreto vantaggio per la differenza reti senza rigori (19 a 15), ma una squadra come la Roma che ha segnato ben 9 rigori è sicuramente penalizzata da un confronto di questo tipo.
Va tenuto in considerazione il fatto che, un po’ come la Fiorentina l’anno scorso, la Roma difficilmente segnerà altrettanti tiri dagli 11 metri, ma allo stesso tempo la sua efficienza offensiva su azione sembra destinata ad aumentare: insomma i presupposti per vedere un duello all’ultimo sangue per il secondo posto tra azzurri e giallorossi sembrano esserci tutti, visto che, esclusa la Juventus (comunque non inarrivabile), le due squadre sono state fin qui un gradino sopra tutte le altre.
Atalanta e Inter come possibili outsider?
Se prendessimo come misura di un eventuale power-ranking della Serie la differenza tra xG fatti e subiti, Atalanta ed Inter (rispettivamente sesta e settima in classifica) sarebbero quarte a pari merito dietro subito dietro Juventus, Roma e Napoli, con +13,12 (Atalanta) e +13,27 (Inter) di differenza.
Stupisce tra l’altro come l’xG medio generato dalle conclusioni delle due squadre sia pressoché identico, 0,98 i nerazzurri di Bergamo, 0,96 per i nerazzurri di Milano. Il volume complessivo di tiro premia l’Inter (17,05 conclusioni a partita contro 14,84), ma l’Atalanta si rifà sotto grazie ad una solidissima difesa che concede solo 0,76 xG a gara ed è seconda solo a quella della Juventus.

Signore e signori, la miglior fase difensiva della Serie A, Juventus esclusa.
L’Atalanta può dirsi quindi “sfortunata” per aver subito 20 gol senza rigori e con una efficienza offensiva (il rapporto tra non penalty goals e xG generati) pari a 1,05, la squadra di Gasperini non ha certo finito di stupire qui ed anzi può persino puntare più in alto.
L’Inter ha ancora da lavorare se vuole conquistare almeno la qualificazione in Europa League, ma è sicuro che l’arrivo di Pioli abbia dato una decisa sterzata al campionato dei nerazzurri, che non solo hanno raccolto quattro vittorie di fila ma hanno anche fatto registrare una netta impennata dal punto di vista delle prestazioni.

Analizzando gli xG generati e concessi dall’Inter partita per partita è evidente il cambio di ritmo imposto dall’arrivo di Pioli.
Quali ambizioni per la Lazio?
Con Atalanta ed Inter sempre più agguerrite e una classifica piuttosto corta, è la Lazio ad occupare attualmente la quarta piazza, con un punto di ritardo dal Napoli e uno di vantaggio sul Milan.
La squadra allenata da Simone Inzaghi si è resa fin qui protagonista di un campionato positivo e ha raccolto un bottino in linea con le aspettative. Dopo 19 giornate i biancocelesti hanno +8,86 come differenza tra xG fatti e subiti, a fronte di una differenza reti senza rigori di +10. In ogni caso, quanto fatto vedere fin qui non sembra essere abbastanza per tenere il passo delle prime tre ed è probabile che vedremo la Lazio giocarsi il quarto posto, più che un piazzamento in Champions League.
È interessante sottolineare come la Lazio sia la squadra che fin qui ha mandato in rete il maggior numero di marcatori diversi (14), con il redivivo Ciro Immobile, autore di 8 gol su azione e 9,08 xG, in evidenza.
Il Milan raccoglie sempre più di quanto semina?
Per quanto riguarda il Milan, persiste un certo livello di overperforming, che è persino aumentato rispetto a quando Alfredo Giacobbe aveva esaminato la situazione dei rossoneri dopo un terzo di campionato. Se dopo 12 partite il Milan la discrepanza tra differenza reti senza rigori e expected goals era di circa 3,5, a metà campionato è salita a 4,11 (+0,89 come differenza tra xG positivi e negativi, e +5 di differenza reti).
Detto in altri termini: se le prestazioni degli uomini di Montella non miglioreranno l’unica speranza è quella di mantenere lo stesso livello di overperformance fatto registrare fin qui, poiché tra le prime sette in classifica - che sono realisticamente le squadre che hanno più chance di andare in Europa - sembra essere la candidata più debole. Basti pensare che è l’unica tra le prime sette a non arrivare nemmeno al 50% di TSR, fermandosi al 49,1% (12° in Serie A).
Esiste una lotta per la salvezza?
Mai come quest’anno la lotta salvezza sembra già segnata a metà campionato. Le ultime in classifica, Pescara, Crotone e Palermo, hanno raccolto appena 28 punti in tre (pur con due partite in meno) e forse non è corretto parlare di lotta salvezza. E pensare che l’Empoli il Cagliari, le peggiori squadra della Serie A per differenza xG a partita (-0,93 e -0,79), hanno comunque rispettivamente un margine di ben 7 e 13 punti sulla diciottesima in classifica.
Crotone (-1,11 come differenza reti media senza rigori), Palermo (-0,84) e Pescara (-0,84) stanno tutte e tre andando nettamente al di sotto delle aspettative e nemmeno di poco: evidentemente non hanno le qualità necessarie per rimanere in Serie A e, salvo miracoli o stravolgimenti tecnico-tattici, saranno costretti a retrocedere in Serie B.
Il resto della Serie A

Ci sono altre cose da sottolineare osservando il resto del campionato. Anzitutto è strana la situazione del Genoa dodicesimo, che secondo gli xG potrebbe essere almeno cinque posizioni più avanti e quella del Torino, ottavo in classifica: la squadra di Mihajlovic è quella con il più alto livello di overperformance del campionato, e potrebbe essere indietro di altrettante posizioni.
Per la Fiorentina, invece, non sembrano esserci chance di ritornare in corsa per l’Europa, tanto più se dovesse perdere Nikola Kalinic (7 gol senza rigori e 6,71 xG). Se fosse un’annata normale e non ci si fosse messa anche la varianza - visto che entrambe stanno andando oltre le aspettative - anche Bologna e Udinese sarebbero in lotta per non retrocedere. La Samp di Giampaolo non sembra in procinto di decollare, mentre il Chievo sembra si sia quasi garantito la nona permanenza in campionato consecutivo in A.
Infine, merita una menzione speciale quella che è nettamente la squadra più sfortunata fin qui: il Sassuolo passato, complice una serie interminabile di infortuni e l’impegno in Europa League, dalla qualificazione europea ai bassifondi della classifica. La squadra di Di Francesco, di cui è difficile anche solo nominare l’undici titolare, sta marciando al di sotto le aspettative, pur avendo mandato in rete 13 giocatori differenti.
Questo ci ricorda che a volte nel calcio c’è poco da fare oltre a rimboccarsi le maniche e aspettare che passino il freddo e la pioggia. A gennaio le temperature sono queste, ma la Primavera, si sa, porta trasformazione. Chi sa che le cose non cambieranno, anche radicalmente, da qui al prossimo recap.
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