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Fabio Barcellona
Ai quarti senza complessi
19 mar 2015
19 mar 2015
I meriti di Allegri e le colpe di Klopp in una serata da ricordare.
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Fabio Barcellona
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Dopo l’uscita nel girone eliminatorio nella scorsa stagione, la Juventus viveva l’ottavo di finale contro il Borussia Dortmund come una sorta di banco di prova del proprio valore europeo. Dominatrice in Italia, sarebbe entrata tra le 8 squadre più forti di Europa? Il risultato della partita d’andata lasciava aperti gli scenari tattici, il vantaggio era comunque troppo risicato per pensare di impostare una partita di puro contenimento.

 

A Torino, il pressing offensivo del BVB aveva funzionato nella sua linea avanzata, ma la disorganizzazione e le cattive prestazioni individuali alle spalle della prima linea di pressione avevano consentito alla Juventus di rendersi pericolosa. La partita è stata vinta

al pressing giallonero tramite costruzione lunga e diretta verso le punte, considerate le difficoltà della Juventus ad uscire dalla difesa con un manovra palleggiata. Gran parte del destino del match sembrava proprio dipendere dallo scontro tra il "gegenpressing" di Klopp e la capacità della Juve di superarlo.

 



Allegri risolve il dubbio della vigilia confermando il 4-3-1-2 e tenendo il 3-5-2 come soluzione tattica alternativa (a causa dell’infortunio di Pogba verrà presto utilizzata nella partita). Klopp cambia uomini rispetto alla partita di andata: a destra Papastathopoulos al posto dell’infortunato Piszczek; Bender fa coppia in mezzo al campo con Gündogan al posto di Sahin; in attacco Reus alle spalle di Aubameyang, con Kampl e Mkhitaryan sugli esterni.

 

Nella gara d’andata, il Borussia in fase di non possesso prendeva la forma di una sorta di 4-3-3 col centravanti Immobile basso sul mediano e parità numerica a centrocampo, al ritorno Klopp ha cercato, se possibile, di essere ancora più aggressivo. Sulla costruzione bassa della Juventus il BVB ha giocato con i quattro uomini offensivi contro i quattro difensori avversari, cercando di non concedere superiorità numerica ai bianconeri.

 

Va detto però che il precocissimo gol di Tevez non permette di appurare se questa fosse la scelta iniziale del tecnico del BVB, o se si tratta di una scelta forzata.

 

Qui sotto si vede bene come il Borussia affrontasse i due centrali bianconeri con i due giocatori avanzati Reus e Aubameyang, e Marchisio che si abbassa per permettere un'uscita in palleggio.

 



 

Di contro la Juventus in fase di non possesso non abbassa Pereyra sulla linea dei centrocampisti e difende con una linea di centrocampo a 3. Pereyra gioca sul centrocampista avversario più arretrato e la linea di difesa si posiziona piuttosto bassa.

 

Un grosso lavoro è richiesto alle due mezzali, visto che i tre centrocampisti hanno la responsabilità di coprire tutta l’ampiezza del campo e le uscite sui terzini avversari erano assegnate proprio a Vidal e Pogba.

 



 

Con tale schieramento in fase di non possesso Allegri non concede profondità al BVB e lascia la possibilità di ricezione ai terzini gialloneri sul lato debole. La relativa libertà concessa a Papastathopoulos e Schmelzer è sfruttata malissimo, in primo luogo per la pessime prestazioni tecniche dei due, in special modo del greco, a disagio nel ruolo di terzino di spinta.

 

Inoltre Klopp, in fase di possesso palla, sceglie di stringere gli esterni Kampl e Mkhitaryan dentro al campo rinunciando di fatto ad attaccare tramite costruzione di catene laterali, non sfruttando quindi gli inevitabili ritardi del centrocampo juventino a coprire l’ampiezza del campo.

 



 

Qui sopra Schmelzer è libero di ricevere la palla da Hummels. Vidal deve fare tanta strada per potere contrastare il terzino del Borussia che può ricevere con relativa tranquillità. I quattro giocatori offensivi del BVB sono però tutti interni.

 

Schmelzer riceve il pallone ma non ha modo di sfruttare la sua libertà, perché le soluzioni di passaggio che avrà a disposizione sono solamente verso il centro del campo, nella zona più comoda per la Juventus.

 



 

Le mosse di Allegri in fase di non possesso palla impiccano il BVB alle proprie lacune in tema di attacco contro difesa schierata. Il Borussia Dortmund alla fine della partita tirerà solo due volte nello specchio di Buffon, due conclusioni innocue di Kampl e Ramos.

 

I tiri della Juventus verso Weidenfeller saranno invece 6 e di ben altra pericolosità. Oltre a questi, altri dati SICS testimoniano la differente pericolosità delle due squadre: la Juve ha creato 2 occasioni da rete e 3 “azioni promettenti”, contro nessuna occasione da rete e una sola azione promettente del BVB.

 



Già al primo minuto di gioco la Juventus mette in mostra una delle armi per superare il pressing del Borussia Dortmund: Subotic esce in pressione alta, nella metà campo bianconera, su Morata, che lo supera in dribbling trovando enormi spazi da attaccare...

 



 

A quel punto si aprono spazi enormi per il centravanti juventino che, se lo avesse visto, avrebbe potuto servire Pogba invece di Tévez, mettendo il francese davanti alla porta.

 



 

Più volte nella partita i bianconeri spezzeranno la pressione dei giocatori avversari superando il diretto avversario in dribbling, trovando amplissime porzioni di campo da attaccare. Alla fine saranno 16 i dribbling dei giocatori della Juventus, di cui ben 11 riusciti, contro solo 4 dribbling (2 quelli riusciti) del Borussia.

 

Pereyra è il giocatore che ha dribblato di più (4 volte) e i suoi 2 dribbling riusciti hanno generato lunghe percussioni palla al piede in campo aperto, concluse con gli assist per Morata al 55’ e per il gol del 3-0 di Tévez. L’argentino ex Udinese si conferma giocatore importantissimo tatticamente per la Juventus, grazie alla sua capacità di accelerazione e di cambiare il ritmo dell’azione offensiva.

 

Nel primo quarto d’ora di gioco la Juventus ha gestito con tranquillità il pressing anche perché il BVB, schierando quattro uomini alti in pressione sui quattro difensori della Juventus, si consegnava all’inferiorità numerica in mezzo al campo e non riusciva ad impedire ai centrocampisti bianconeri di fornire utili linee di passaggio alla linea arretrata.

 

Dopo il primo quarto d’ora di gioco l’efficienza del pressing del Borussia Dortmund aumenta considerevolmente: le scalate sui centrocampisti della Juventus diventano più precise e aggressive, così come più deciso è il lavoro dei quattro attaccanti sulla linea difensiva bianconera. La Juve comincia a trovare difficoltà a manovrare e subisce la transizione difensiva del BVB che riesce a riconquistare presto il pallone e ad alzare i ritmi del match.

 

Ma nonostante l’aumento delle difficoltà per i bianconeri e l’occupazione della metà campo avversaria (29 palle recuperate dal BVB nella metà campo bianconera contro 8 solamente della Juventus), la pericolosità della squadra di Klopp rimane pressoché nulla sia per i già citati limiti della squadra, che per una prova praticamente perfetta in fase di non possesso palla della linee di difesa e centrocampo della Juventus.

 



Una svolta cruciale per i destini del match è l’infortunio al ventisettesimo minuto di Pogba e l’ingresso in campo al suo posto di Andrea Barzagli, con il conseguente passaggio al 3-5-2, con Pereyra arretrato sulla mediana al fianco di Marchisio.

 



 

Dopo 10 minuti di assestamento, già nel primo tempo, ma ancora di più nella ripresa (dopo, probabilmente, una chiacchierata negli spogliatoi), il 3-5-2 della Juventus diventa ingestibile per la squadra di Jürgen Klopp. Complici anche le scelte del tecnico tedesco.

 



L’allenatore del BVB decide di mantenere pressione in parità numerica contro i difensori avversari e in fase di non possesso schiera nuovamente la sua squadra con una specie di 4-3-3, spostando Kampl a sinistra nel ruolo di mezzala e Gündogan mediano.

 

La squadra di Allegri, paziente e determinata a giocare il pallone, improvvisamente trova almeno tre riferimenti liberi da cui passare per uscire dalla pressing avversario: il mediano Marchisio alle spalle delle prima linea del Dortmund, su cui non può accorciare con continuità Gündogan, e i due esterni Lichtsteiner ed Evra, con le mezzali impegnate sugli omologhi bianconeri e i terzini sempre troppo lontani. I bianconeri dilatano anche le distanze tra Barzagli, Bonucci e Chiellini, per gestire meglio la pressione dei tre attaccanti.

 



 

Il 3-5-2 fa guadagnare qualcosa in fase di non possesso alla Juventus, consentendole di gestire meglio l’ampiezza del campo, facilitata in questo dalla mancata costruzione di catene laterali del BVB e dal suo imbottigliamento al centro del campo. Ma il vantaggio è molto maggiore ed evidente in fase di possesso palla, dove il combinato tra il nuovo schieramento juventino, le susseguenti scelte di Klopp e le imprecisioni nell’interpretazione del pressing dei giocatori tedeschi, producono un secondo tempo di assoluto dominio della partita per la squadra di Allegri, che trova la personalità e la tecnica per gestire con efficacia il pallone e fare girare a vuoto il Borussia Dortmund.

 

A metà ripresa, Klopp prova a cambiare ancora una volta le carte tattiche sul tavolo del match, passando al 4-4-2 con l’ingresso di Ramos al fianco di Aubameyang. Ma il cambio non porta alcun vantaggio tattico al BVB.

 



 

Persa anche la battaglia in termini di dinamismo e intensità in mezzo al campo, con Pereyra, Marchisio e Vidal che sovrastano Gündogan, Bender e Reus, Klopp prova a giocare in maniera più diretta la fase di possesso palla cercando di arrivare in avanti sull’esterno: schierando sulle fasce Reus e Kampl larghi e Blaszczykowski terzino destro, e dando peso al centro dell’attacco con la coppia Ramos-Aubameyang.

 

La mossa non cambia i destini del match. In fase di possesso palla del Borussia, la Juve continua ad avere superiorità numerica al centro della difesa con i tre difensori contro i due attaccanti gialloneri e domina il gioco aereo vincendo 13 duelli contro i soli 3 vinti dal BVB.

 



 

In fase di non possesso palla le cose vanno ancora peggio per la squadra di Klopp. Il 4-4-2 concede al rombo arretrato della Juventus doppia superiorità numerica che i bianconeri riescono a sfruttare con estrema efficacia. E quando i gialloneri cercano scalate aggressive per provare a recuperare più velocemente il pallone il risultato è disastroso, come esemplificato dal secondo gol della Juventus.

 



 

Nel 3 contro 2 in zona arretrata Barzagli è libero di ricevere da Bonucci. Reus prova a giocare in maniera aggressiva ed esce dalla linea di centrocampo per attaccare Barzagli. Ma il tempo e l’angolo di uscita sono completamente sbagliati e Barzagli ha la possibilità di servire Lichtsteiner, liberato dall’uscita di Reus...

 



 

A catena anche il terzino Papastathopoulos sbaglia di tempi della scalata. Lichtsteiner può ricevere e servire Marchisio...

 



 

Su Marchisio l’uscita del mediano Kirch è ancora una volta in ritardo. Marchisio può giocare la palla con comodità. A palla scoperta la difesa sale, oltretutto in maniera estremamente disordinata. In mezzo al campo Subotic e Blaszczykowski non sono allineati con Hummels e tra di loro. La Juve può attaccare la porta di Weidenfeller con tre uomini. Un disastro del BVB.

 

Il secondo gol chiude partita e qualificazione. La Juve mette a segno anche il 3-0 ed espugna dilagando il campo del Borussia Dortmund.

 



Pessima partita del Borussia Dortmund, come ammesso dallo stesso Jürgen Klopp. Gli atavici problemi della squadra (la fase offensiva contro difesa schierata e il comportamento della linea difensiva alle spalle delle linea di prima pressione) sono stati confermati. In aggiunta a questo ha funzionato malissimo, divenendo addirittura un punto di estrema vulnerabilità, il "gegenpressing" per cui il BVB è diventato giustamente famoso.

 

Klopp ha cambiato il set di uscite in fase di non possesso palla rispetto a quello di Torino, provando forse a renderlo maggiormente aggressivo, ma la novità ha peggiorato di molto l’ottimo pressing visto nella partita d’andata. Le cose sono precipitate dopo il passaggio al 3-5-2 della Juventus. Sia con le uscite disegnate con il 4-3-3 che con il 4-4-2 Klopp ha liberato più di un uomo libero alle spalle della linea della prima pressione e ha consentito alla Juventus di manovrare e consolidare il possesso palla. E se il meccanismo di pressing progettato dall’allenatore aveva dei difetti, l’interpretazione in campo è stata ancora peggiore, con scalate perennemente fuori tempo e poco aggressive.

 

Di tutto questo ha beneficiato un’ottima Juventus. Non sapremo mai se con un centrocampista in panchina o sul risultato di 0-0 Allegri sarebbe passato comunque, dopo l’infortunio di Pogba, al 3-5-2 che ha consentito alla Juventus di dominare una partita ben giocata anche con il 4-3-1-2. Il passaggio al modulo coi tre difensori ha permesso alla Juve di controllare meglio l’ampiezza del campo e di trovare sempre un uomo libero per l’uscita palla a terra del pallone dalla linea arretrata. Se all’andata la Juventus era sfuggita alla pressione saltando il centrocampo, stavolta la pressione è stata superata con le armi del palleggio e della tecnica.

 

Da questo punto di vista sono state una vittoria di Allegri e della squadra la voglia e la sicurezza mostrata nel cercare la manovra dal basso e la capacità di mandare a vuoto la pressione avversaria. In fase di non possesso palla la scelta di non dare profondità al BVB, sebbene scontata, è stata giocata alla perfezione dalla linea difensiva della Juventus e in mezzo al campo il trio di centrocampisti ha vinto ampiamente il duello tecnico e atletico con i pari reparto del Borussia Dortmund.

 

Da evidenziare le prestazioni di Pereyra, fondamentale nei suoi strappi in verticale, di Vidal, che vince 12 duelli e di un enorme Marchisio, centrocampista completo nelle due fasi, che guida la classifica bianconera dei passagi chiave (5) e delle palle recuperate (12). La sua prestazione davanti alla difesa pone interrogativi profondi al ritorno di Pirlo nel ruolo in occasione di partite dai ritmi elevati come di solito avviene in Europa. In attacco, oltre ai gol c’è da evidenziare come ancora una volta Tévez e Morata abbiano vinto i duelli individuali e siano risultati sostanzialmente immarcabili dai difensori del BVB.

 

La Juve è arrivata ai quarti di Champions League e lo ha fatto con una serata che difficilmente sarà dimenticata. Se davvero era necessaria, la conferma del valore della squadra fuori dai confini nazionali è arrivata e adesso i bianconeri hanno la possibilità di giocarsi il futuro nella Coppa senza il presunto “complesso” europeo.

 
 



 
 

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