Il primo giorno di scuola è il 22 marzo 2022, nello stadio di casa, quando la Juventus Women incontra il Lione femminile, nei quarti di finale di andata della Champions League edizione 2021/2022.
La partita era iniziata come tutti si aspettavano: il Lione in controllo, nonostante qualche assenza – una su tutti quella di Ada Hegerberg – e la Juventus un po’ a inseguire e un po’ a osservare l’avversaria, cercando di trovare la propria strada.
Alle francesi bastano otto minuti per passare in vantaggio, con un gol di Caterina Macaro, ma la Juventus non affonda. Per tutto il primo tempo tiene botta, si chiude, non soffre neanche troppo. Nel secondo il Lione rallenta e la Juventus allora mette fuori la testa: al 61’ il Lione resta in 10, la Juventus ne approfitta, sale col baricentro, prende il controllo. Dieci minuti dopo arriva il pareggio di Cristiana Girelli, che dà ulteriore spinta alla squadra di casa, che per l’occasione gioca allo Juventus Stadium.
Al minuto ottantadue è Agnese Bonfantini a sostituire Girelli, stremata. Le bastano appena pochi minuti per brillare: mentre Caruso ha il pallone tra i piedi, lei scatta più veloce tra le due avversarie per dettare il passaggio. Quando queste se ne accorgono è già tardi: l’imbucata di Caruso ha i giri giusti e il suo destro a incrociare scivola sull’erba fino a infilarsi in rete, accompagnato dal controllo del corpo, del tocco, un vantaggio che testimonia la tecnica eccellente di Agnese Bonfantini e la sua maturità nell’inserirsi in un momento particolare della partita e nel non mancare l’occasione.
«Il gol che ho fatto contro il Lione è stato emozionante, forse l’emozione più forte che abbia mai provato», mi dice e lo dice sicura, perché è il ricordo di calcio da grande a cui è più affezionata. Nessun commentatore ha tralasciato di dire quanto fosse difficile quel momento della partita, tanto mentalmente quanto fisicamente e quanto la velocità, l’allungo, lo scatto siano stati il risultato di un’intuizione corretta, di una scelta di tempo giusto e della profondità precisa.
Non ha avuto fretta, Bonfantini, e non ce l’ha avuta nemmeno quando ha risposto alla mia prima domanda sul suo ricordo di calcio più felice fino ad oggi.
Iniziamo la nostra chiacchierata in questo modo e mi rendo conto presto di avere di fronte un’atleta molto consapevole di se stessa, dell’importanza relativa di quel momento che ha costruito e che l’ha vista protagonista in una partita storica.
Spesso le tue colleghe raccontano di aver dovuto sopportare e superare molte difficoltà per giocare a calcio, sia a livello organizzativo sia di contesto, mentre tu invece racconti una storia opposta.
Hai un ricordo specifico di quei momenti che ti ha spronato ancora di più a continuare?
Ti ha aiutata il tuo talento?
Anche la tua famiglia ti ha sempre molto appoggiato nella tua decisione di giocare a calcio e la tua carriera fino a qui racconta di squadre importanti, ma c’è stato un momento in cui hai avuto qualche ripensamento?
Cosa ti sei portata dietro dalle esperienze all’Inter e a Roma?
Dopo gli anni a Roma, è arrivata la Juventus: questo ti ha ridato fiducia o è stata l’occasione per metterti in discussione ancora di più?
A quale episodio sei legata maggiormente, a parte il gol contro il Lione, della stagione scorsa?
Tutti e due eventi che presuppongono “alzare una Coppa”.
Dal tuo punto di vista c’è qualcosa in particolare che ha reso la Juventus più vincente di altre squadre?
Hai iniziato a giocare come classico numero 4 di centrocampo e poi ti sei spostata in avanti: come ti sei trovata a ricoprire i due ruoli?
Alla faccia dell’intuizione!
Questa stagione è speciale per il calcio femminile italiano perché è la prima sotto il professionismo riconosciuto a voi calciatrici. Come ti senti rispetto a questo processo di cambiamento che si è finalmente concluso?
Secondo te il professionismo può cambiare anche la percezione e il livello del gioco del nostro calcio femminile?
Con l’inizio del professionismo si è trovata un’occasione in più per confrontare il contesto del calcio femminile con quello maschile: pensi che sia sensato?
A proposito di differenze: se avessi una bacchetta magica, e potessi importare qualcosa dal calcio europeo, cosa sceglieresti?
Cosa si può fare per coinvolgere più pubblico?
Come vedi la stagione della Juventus? Sarà più complicato di altri anni confermare i risultati?
Quali sono i tuoi obiettivi per la stagione?
LiveMedia/Ettore Griffoni / IPA
L’anno scorso in diverse occasioni sei entrata in corsa e sei stata decisiva. Qual è la difficoltà più grande nello stare in panchina?
C’è qualcosa a livello caratteriale o di gioco che ruberesti a una tua compagna di squadra?
Le prime che ti vengono in mente?
Cosa intendi quando dici “mentalità”: cos’hanno loro due di speciale?
Come vivi l’attenzione che cresce verso di voi?
Se qualcuna ti chiedesse qual è la qualità di cui non si può fare a meno per diventare una calciatrice, cosa risponderesti?