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Vi siete accorti di Bernabé?
18 apr 2022
18 apr 2022
Una delle rivelazioni della Serie B.
(articolo)
6 min
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«La nuova perla del calcio spagnolo gioca nel Parma» così ha titolato Marca qualche giorno fa per parlare di un calciatore di cui noi non parliamo mai e che abbiamo a malapena sentito nominare, forse. È uno di quei giocatori che conosciamo prima su FIFA o su Football Manager e solo dopo nella realtà. Lo conosciamo come figurina, come passaporto di valori virtuali, puro potenziale del nostro mondo immaginario. Qualche giorno fa però Bernabé ci ha costretti a guardarlo realmente, nella realtà brutale di un campo di Serie B, mentre inceneriva i difensori del Cosenza. Giocatore di FIFA che ha preso vita nel contesto meno atteso. Bernabé è schizzato via come comparso d’olio, e davanti aveva più o meno tutta la difesa del Cosenza. Ha dribblato il primo avversario con l’esterno, il secondo con l’interno, entrambi piegati in controtempo dallo slalom di Bernabé. Dentro l’area i difensori si sono preoccupati di non mandarlo a calciare sul suo piede, il sinistro, è lì che lui ha fintato di andare, per poi spostarsela sul destro e sfruttare lo spazio che quelli gli hanno lasciato. Ha incrociato il tiro rasoterra. L’account della Serie B ha caricato il suo gol al Cosenza sovrapponendoci la telecronaca di un gol di Messi. Quando Bernabé tocca palla, nel video, viene letteralmente chiamato Messi.

All’inizio della stessa partita, sotto la pioggia calabrese, Bernabé aveva segnato un altro gol partendo dalla propria metà campo. Aveva dribblato in velocità un avversario per poi convergere verso il centro; quella volta la difesa non l’ha saltata da solo ma grazie a un uno due con Pandev. Goran Pandev, 38 anni, 19 più di Bernabé, gli ha restituito palla con un piatto sinistro tanto semplice quanto perfetto. Lo spagnolo ha segnato aprendo il piatto sinistro sul secondo palo. Quando Pandev ha esordito tra i professionisti Bernabé non era ancora nato.

È stata la prima doppietta tra i professionisti di Bernabé, che è arrivato la scorsa estate a Parma dopo una carriera giovanile prestigiosa. Ha iniziato a giocare a calcio all’Espanyol per poi passare a La Masia. Portato al Manchester City da Guardiola, è stato poi Maresca - che lo aveva allenato nella squadra giovanile del City - a portarlo al Parma. Uno dei percorsi di carriera meno ortodossi che vi possono venire in mente.

Il suo stile di gioco riflette il suo curriculum: piede mancino, controllo palla molecolare, baricentro basso, ricerca maniacale del tiro di interno sul secondo palo. Quando parte sulla destra il casco di capelli un po’ infantile e l’andatura caracollante lo fanno somigliare davvero a un regen di Messi. Il prodotto di un algoritmo che cerca di ricrearne artificialmente la magia. Dopo la partita con il Cosenza i giornalisti gli hanno sventolato il paragone davanti agli occhi, e lui ha pregato per favore di non scomodare Messi. Ha aggiunto che, per quanto felice, non può mica fare quelle cose ogni settimana, a differenza di Messi.

Eppure una settimana dopo si ripete contro il Como, un’altra doppietta, altri due gol bellissimi, stavolta su punizione. Il primo da posizione estremamente defilata, sorprendendo tutti con un effetto a rientrare imprevedibile. Il secondo calciando sul palo del portiere. Il tipo di giocate tecniche non così frequenti sui campi spartani della Serie B.

Un commento in spagnolo su Twitter dice che Bernabé si è travestito da Recoba.

Bernabé nasce esterno offensivo e col tempo è stato arretrato mezzala, come altri dribblatori passati nell’universo Guardiola. Al City era stato utilizzato anche come falso terzino, che pareva essere anche il suo futuro al Parma con Maresca. Oggi invece gioca mezzala destra a piede invertito e le due doppiette consecutive sono più che altro un caso, o meglio la conseguenza della sua superiorità tecnica sul contesto circostante. Il portiere del Como, per esempio, non sembrava proprio concepire quelle due conclusioni su punizione. A centrocampo domina sul piano del palleggio e della tecnica: la qualità del suo primo controllo, il modo in cui orienta il corpo e legge il gioco sul corto per associarsi ai compagni, è eccezionale e strana da osservare in quel contesto. Al contempo Bernabé sembra stare benissimo nelle ambizioni del Parma, che ha costruito una squadra con giocatori dal tasso tecnico scandaloso per la categoria, e con un gusto peculiare per il gioco corto e associativo in spazi stretti: Franco Vazquez, Gennaro Tutino, Goran Pandev, Dennis Man. Da mezzala Bernabé offre una dimensione di verticalità palla al piede di cui la squadra - una delle più problematiche per organizzazione offensiva quest’anno - aveva disperato bisogno. Sta molto dentro al campo per palleggiare, ma in transizione o a volte in attacco posizionale si allarga sulla fascia per offrire ampiezza. Il Parma è stata una delle delusioni di quest’anno. Ha iniziato il campionato con una rosa assolutamente fuori scala per la Serie B, e un allenatore - Enzo Maresca - che prometteva freschezza e spettacolo. Gli antipatici paragoni caserecci con Guardiola alla fine hanno riguardato solo la fisiognomica. Dopo un inizio traumatico è arrivato il realismo di Iachini per provare a dare un senso a una squadra anemica e sconclusionata. Le cose sono migliorate forse meno del previsto. Bernabé però nel frattempo è entrato fra i titolari ed è diventato una delle poche belle notizie di questa stagione. Tre giorni dopo il suo arrivo gli è stata diagnosticata una preoccupante aritmia cardiaca che lo ha tenuto fuori per 300 giorni, con nel mezzo un’operazione. «Arrivavo pieno di entusiasmo e con tanta voglia di giocare nel mio nuovo club e mi sono sentito dire che almeno per un po’ non sarei stato in grado di farlo. Una notizia traumatica, dato che per me il calcio è tutto. I dottori mi hanno detto subito che la cosa non era grave, ma lì per lì non sai mai cosa pensare e un certo sconforto è normale». È rientrato a febbraio, nella partita contro il Benevento a pochi secondi dalla fine. Una settimana dopo era titolare.

È uno di quei giocatori di cui circolano voci di predestinazione da quando gioca nei campi giovanili. Paragonato a Messi, ma anche a David Silva una volta passato al City. In Inghilterra ha esordito in prima squadra ancora minorenne e Guardiola sembrava credere in lui. In questo senso il suo arrivo al Parma ha il mistero random di certe operazioni di calciomercato a cui ci stiamo abituando un po’ troppo ultimamente. Lui ha spiegato che ha scelto il Parma per Maresca, che lo ha allenato nell’under-23: «Mi aveva parlato di questo progetto e la cosa mi ha affascinato subito. Certo, non è stato un passo semplice, ma assieme al mio procuratore e alla mia famiglia abbiamo pensato che a vent’anni una nuova esperienza con un nuovo Paese, un nuovo campionato, nuovi obiettivi poteva essere l’ideale per me». Il suo procurato è Ivan De La Pena, che ricorderete per i filtranti geniali e l’aria da monaco tibetano. Fino a tre settimane fa nessuno parlava di Bernabé, mentre oggi il suo nome è accostato alla Juventus o al Milan, viene chiamato “Il nuovo Dybala”, mentre diversi ex giocatori del Parma pregano che il club riparta da lui.

Come per ogni giocatore di Serie B, è difficile come potrà andare il suo impatto in una categoria superiore. In Serie B governa il gioco sfruttando tutto il tempo che gli viene concesso, e bisognerà vedere come reagirà il suo stile quando si alzerà il livello. Il suo gioco spalle alla porta è ancora grezzo e in finestre di tempo più ristrette potrebbe diventare meno efficace. Forse è anche per mascherare questi limiti che in passato è stato spostato terzino, dove aveva più spazio. Al momento il Parma è distante 9 punti dalla zona playoff e Bernabé rischia di doversi fare un altro anno in B. Non è detto che possa fargli male.

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