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Marco D'Ottavi
I movimenti di mercato più assurdi della settimana
11 ago 2023
11 ago 2023
Altri acquisti che vi faranno esclamare "ohibò!".
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Marco D'Ottavi
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La scorsa settimana avevamo aperto con Castrovilli al Bournemouth, ma il centrocampista non ha superato le visite mediche, aggiungendo un grado di assurdità a questo che rimarrà un what if del calciomercato minore. Per il resto è stata una settimana ricchissima di trasferimenti. Sembra che ci siamo anche per il passaggio di Kane al Bayern Monaco (al momento è fermo in aeroporto, in attesa che il suo presidente in vacanza a Miami venga a conoscenza di tutti i dettagli) che potrebbe ulteriormente movimentare i prossimi giorni di calciomercato, visto che ci avviamo alla fine e il rischio di una quadriglia dei centravanti è concreto. Come però sapete voi che leggete questa rubrica, qui non si parlerà di grandi acquisti, ne di acquisti più vicini a noi come Cajuste al Napoli, Isaksen alla Lazio o di Nzola alla Fiorentina. Qui vi mettiamo davanti agli acquisti più assurdi, quelli che non hanno né capo né coda. Dmytro Chygrynskyi allo Shakhtar Donetsk Qui più che la destinazione, è la notizia in sé: Dmytro Chygrynskyi resiste e ha solo 36 anni (l’avreste mai detto?). Magari ve lo siete scordato, o siete troppo giovani per ricordarlo, ma a un certo punto della sua vita, Chygrynskyi, è finito nel Barcellona di Guardiola, la miglior squadra al mondo. Era stato una specie di cortocircuito: lui alto, grosso, coi capelli lunghi e una faccia da duro nella squadra dei piccoletti angelici. Si dice che Guardiola lo aveva voluto dopo averci giocato contro tanto da far spendere 25 milioni di euro a La Porta. Qualunque cosa abbia visto, Chygrynskyi non se l’è portata dietro a Barcellona o a Guardiola non piaceva davvero: dopo una stagione e un migliaio di minuti giocati è stato rispedito allo Shaktar senza troppi rimorsi, rendendo il suo trasferimento in blaugrana un meme ante litteram.

Sembra una vita fa dicevamo, e - in termini calcistici - lo era. Da quel momento la sua carriera è tornata a essere più o meno normale. Negli ultimi due anni ha giocato per lo Iōnikos, ora torna di nuovo allo Shaktar, per la terza volta. Un ritorno magari strano - passare dalla seconda serie greca a una squadra di livello internazionale - ma che suona bene, come di una chiusura del cerchio. Chygrynskyi rimarrà sempre come un messaggio positivo di speranza: se riesci a metterti in mostra al momento giusto e magari hai un po’ di fortuna, puoi anche finire a giocare nel Barcellona di Guardiola (inteso in senso metaforico qui, nessuno di noi finirà a giocare nel Barcellona di Guardiola) (anche perché non esiste più). Bafetimbi Gomis al Kawasaki FrontaleGomis è stato uno dei centravanti di culto del nuovo millennio: una capacità di fare gol sconfinata e una coolness ancora più sconfinata. La sua esultanza da pantera con le treccine nere e le movenze di un felino, rimane una delle più strane e pazze mai viste sui campi da gioco, così tanto da fare il giro e diventare non ironicamente bella, una di quelle che vorremmo aver visto dal vivo, con Gomis a vestire la maglia della nostra squadra del cuore (e magari lo avete vissuto se tifate una tra Saint-Étienne, Troyes, Olympique Lione, Swansea, Olympique Marsiglia, Al-Hilal o Galatasaray).

L’anno scorso in Turchia è andato ancora in doppia cifra a 38 anni, pur non essendo più titolare. I tifosi del Galatasaray lo adoravano ma, con l’arrivo di Icardi, si era capito che il suo tempo stava finendo. La scelta del Giappone sembra controintuitiva, una rotta poco battuta mentre tutti scappano in Arabia Saudita. Gomis lì ci è già passato, perché le vere icone di stile lanciano le mode, non le seguono. Tra il 2018 e il 2022 ha distrutto il campionato arabo con i suoi gol, 81 in 106 partite. Ora vedremo che potrà fare in un club storico del calcio giapponese che dopo aver dominato per due anni il campionato, nell’ultima stagione è arrivato solo settimo. Gli serviva un centravanti e hanno pensato a Gomis: mai scelta è stata più azzeccata (credo, ovviamente non sappiamo come andrà davvero) (ma chi sceglie Gomis ha già vinto). Libor Kozak all’ArezzoDopo la promozione in C, l’Arezzo ha scelto Libor Kozak come centravanti per la categoria. Un gigante per l’Arezzo, così è stato presentato al suo arrivo. Effettivamente Kozak è molto alto e molto grosso, ma soprattutto molto molto spigoloso: uno dei pochi panda rimasti tra i centravanti vecchio stile, tutto duelli aerei e gomiti alti, uno che o finisce la partita fasciato lui o la finisci te che devi difendere su di lui. In questo articolo in inglese da un blog sull’Aston Villa, per dire, lo chiamano war horse e, insomma, mi sembra un soprannome calzante. Se avete qualche dubbio, chiedete a Pasqual.

Nel 2012/13 con la maglia della Lazio segnò 0 gol in campionato e 10 in Europa League, in una delle doppie cifre più strane di sempre. In estate venne alle mani con Tare e fu ceduto all’Aston Villa. Da allora ne è passato di tempo, ma se può consolare i tifosi dell’Arezzo, la sua miglior stagione realizzativa è stata la 2019/20, con la maglia dello Slavia Praga (18 gol). L’anno scorso, con la maglia dello Slovako, ha segnato un gol in Conference League e sembrava quella potesse essere la sua dimensione per sempre, in squadre dell’est dai nomi ogni volta più strani ma ancora capace di segnare in Europa. Invece questa improvvisa nostalgia dell’Italia lo ha portato ad Arezzo, un posto dove si vive oggettivamente benissimo. Quando era alla Lazio, i tifosi gli avevano dedicato il coro “Il mio canto Libor”, chissà che i tifosi dell’Arezzo non possano riprenderlo presto. Jules Olivier Ntcham al SamsunsporCome si finisce da promessa del Manchester City a rinforzo del Samsunspor? È la strana parabola di Olivier Ntcham, che magari se siete tifosi del Genoa ricorderete per una strana barba mezza platinata e i tagli di capelli fuori di testa o per un grande gol al Cagliari. Sembrava uno di quei freak del calcio che devono avere successo per forza: alto, grosso, mega tecnico. Ovviamente per Ntcham non è stato così, anche se al Celtic ha avuto i suoi momenti, che però abbiamo perso nella pioggia di Glasgow.

Al Samsunspor arriva dopo il trasferimento saltato di Mohamed Ihattaren, che una volta arrivato a Samsun per firmare il contratto, almeno secondo i dirigenti del club, aveva provato a modificare gli accordi presi. Non il migliore degli inizi: un rimpiazzo. Ntcham, comunque, sembra aver voluto fortemente questo trasferimento, tanto da rompere con lo Swansea per farsi mandare via. A Samsun troverà il Mar Nero e ovviamente una tifoseria caldissima. Non è tutto, ma non è neanche da buttare via. Jasmin Kurtić al Universitatea Craoiva Jasmin Kurtic è stato uno dei primi trequartisti di Gasperini, lo stadio necessario dell'evoluzione per arrivare a Gomez e Ilicic. In Serie A ci è stato sempre bene, soprattutto per noi feticisti del Fantacalcio: un centrocampista che - senza essere Kakà o Milinkovic-Savic - dava l'idea di poter segnare almeno una manciata di gol a stagione. Due anni fa, col Paok in Grecia, ne ha segnati addirittura 18. Quello è sembrato il momento in cui poteva diventare qualcuno o qualcosa e invece l'anno dopo non ha mai giocato e ora si trasferisce in Romania all'U Craiova, una squadra che rimanda a un passato storico ma un presente mediocre. Almeno lì, credo, non lo scambieranno per Kucka (che invece gioca in Slovacchia). Alessandro Murgia all'FC Hermannstadt In Romania si trasferisce anche Alessandro Murgia, all'FC Hermannstadt, una squadra che sembra uscita da un romanzo tedesco e infatti in parte è così: è la squadra della città di Sibiu e si chiama così perché Hermannstadt era il nome tedesco di Sibiu. La città venne infatti fondata nel 1190 dai Sassoni di Transilvania, coloni di origine tedesca. Come ci è finito dalla SPAL all'Hermannstadt, in prestito con diritto di riscatto? Certi misteri è anche inutile provare a risolverli. La squadra rumena lo ha presentato con una breve intro di Più bella cosa di Eros Ramazzotti, quella che dice "Com'è cominciata io non saprei. La storia infinita con te", che è proprio la domanda che ci stiamo facendo qui.

Murgia si era mostrato al mondo con il gol vittoria contro la Juventus nella Supercoppa 2017. Un gol segnato al '93 che rimarrà sempre in un posto speciale per i tifosi della Lazio. Sembrava l'inizio di una di quelle storie da profeta in patria, ma - lo sappiamo - quasi nessuno lo è. A Murgia auguriamo di esserlo a Sibiu, in Transilvania, un posto che magari non è casa, ma ha grande fascino.

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