A chi serve Danilo Gallinari?
I possibili scenari di trade del nostro connazionale.
Washington Wizards
Fino a qualche settimana fa, gli Washington Wizards potevano essere una destinazione intrigante per Danilo: al posto di un Markieff Morris non proprio convincente e con una dirigenza sotto pressione (aspetto da non sottovalutare mai per scambi di questo genere) per tornare ai playoff in fretta dopo la pessima stagione passata, avrebbe potuto trovare il suo posto e i suoi minuti di fianco a un’ala ibrida come Otto Porter e un centro bravissimo a muoversi negli spazi come Marcin Gortat. L’esplosione degli ultimi due mesi dei ragazzi di Scott Brooks però ha rimesso in discussione tutto, perché gli Wizards sembrano aver trovato la giusta chimica di squadra – e se una cosa non è rotta (anzi, funziona proprio!), perché aggiustarla?
Inoltre si riproporrebbe il problema della convivenza con due guardie che dominano il pallone come John Wall e Bradley Beal (il 57% dei possessi di Washington passa dalle loro mani) e del pacchetto di ritorno da mandare a Denver (cosa se ne farebbero di un Markieff Morris, considerando che Otto Porter si sta rivelando sempre più un giocatore di estrema utilità?). Senza considerare che il monte salari ha già superato i 100 milioni di dollari e non accenna a fermarsi per una squadra che, per quanto in crescita, deve ancora dimostrare di poter competere sul serio anche solo nella Eastern Conference.
Olimpia Milano
Ok no.
Altre squadre in una riga
Squadre da/in lotta per i playoff:
Atlanta? Avendo scelto di tenere Millsap sono fuori dalla contesa, anche se il corso di “Teorie e tecniche dell’Ala Versatile” tenuto ogni anno da coach Budenholzer sarebbe intrigante.
Charlotte? La reunion con Marco Belinelli farebbe impazzire i media di tutta Italia, ma con Walker e Batum i posti da ball-handler sono già occupati.
Sacramento? Solo e unicamente con un max a fine anno, ma anche lì basterebbe una chiamata a Beli per dire “no, grazie”.
Memphis? Sarebbe quello che Chandler Parsons non può essere perché le ginocchia sono quelle di un novantenne, ma trovare l’accoppiamento giusto per Denver è difficile.
Chicago? Denver li ha già defraudati quando ha trasformato la scelta di Doug McDermott in Gary Harris e Jusuf Nurkic, e i Bulls non hanno nulla da offrire se non uno spogliatoio in trincea.
Portland? A qualcuno interesserebbe un Evan Turner solo parzialmente usato?
Squadre che vorrebbero fare i playoff:
Detroit? Sarebbe un 4 eccellente per il sistema di Stan Van Gundy, ma da solo non riuscirebbe a risollevare la deludentissima stagione dei Pistons.
New Orleans? #FreeAnthonyDavis ora e sempre, ma buona fortuna con gli infortuni.
Minnesota? Timeline troppo diverse (anche se sarebbe molto bello).
Philadelphia 76ers? Fino a quando non si capisce come si inserisce Ben Simmons, tutto è in fase di transizione.
Quindi alla fine?
Quindi alla fine la possibilità che rimanga a Denver fino a fine stagione è ancora quella più probabile, specialmente ora che sono in lotta per i playoff e hanno trovato un’identità tutta-attacco-niente-difesa (primi per rating offensivo nel mese di gennaio, ma ultimi in quello difensivo) attorno alla verve di Nikola Jokic. Ma a luglio, quando sarà free agent per la prima volta in carriera e potrà ricevere offerte fino a un massimo di circa 130 milioni in quattro anni da un’altra squadra (o 180 dai Nuggets se gli offrissero il quinquennale, cosa che al momento sembra fuori discussione), la situazione è destinata a cambiare – in un modo o nell’altro.