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9 libri per diventare esperti di tattica
20 gen 2018
20 gen 2018
Piero ci ha chiesto di consigliargli delle letture per approfondire la sua conoscenza di moduli e schemi. Risponde la redazione dell'Ultimo Uomo.
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Mi piacerebbe un consiglio (in stile guida di "wiki-how") sulla letteratura sportiva che possa portarmi dallo stato di buon appassionato a quello di guru dell'analisi tattica da divano. Sepoffá?

 

Piero

 



 









 

Ciao Piero, non so se diventerai un guru da divano, anzi credo proprio di no, ma approfitto della tua presunta verginità tattica per consigliarti una possibile trilogia.

 

Comincia con 

 (BUR), una raccolta di saggi e articoli, tra cui le sue cronache di alcune partite storiche. Brera iniziava a scrivere a metà primo tempo o dettava al telefono pezzi interi, nonostante ciò nelle sue descrizioni c'è una lucidità molto maggiore a quella di molti articoli che puoi trovare online in questi anni. Nei saggi descrive tutte le sue difficoltà nel far accettare un lessico calcistico e l'interesse per la tattica. "Purtroppo o per fortuna, non sempre amare il calcio significa capirlo". Già ai suoi tempi c'erano gli hater che ci dicevano che il calcio è semplice e bla bla bla... mi piace immaginare che se Brera avesse avuto twitter magari avrebbe usato 

 per rispondere. Consiglio in particolare la lettura di Italia-Germania (4-3) e Brasile-Italia (4-1) una dopo l'altra, non solo per l'importanza storica di quelle partite ma perché si capisce che Brera aveva un'idea di calcio più complessa di quella che ci siamo tramandati.

 

Poi continua con “

” di Jonathan Wilson (tradotto da Libreria dello sport), la bibbia tattica in cui trovi i principali concetti, squadre, allenatori, che hanno fatto la storia del calcio. Il libro è un po' datato per certi aspetti, come è normale che sia considerando che le idee tattiche non sono stabili ma in continua evoluzione e sperimentazione. Per questo, leggiti anche “

”, di Michael Cox che pur concentrandosi sull'evoluzione tattica del calcio in Premier League arriva fino al Chelsea di Conte (e ovviamente accenna ai principali trend europei). In bocca al lupo e un caldo abbraccio, dal mio divano al tuo.

 





 

” di Carlo Ancelotti non ha la pretesa di coprire ogni aspetto della tattica. Ma è il primo gradino da salire, se vuoi comprendere di più del mestiere dell’allenatore. Scoprirai, leggendolo, che un allenatore non è fatto solo di idee o di intuizioni. Anzi, al contrario, imparerai che un mister è soprattutto guidato da una puntigliosa organizzazione e dall’auto-disciplina. Dalla definizione degli obiettivi ad inizio stagione, alla strutturazione degli allenamenti, passando per l’analisi degli avversari pre e post match: tutto è pianificato, eseguito e verificato con estrema cura e molto sudore della fronte.

 

Nell’ultima parte del libro, forse la più interessante, Ancelotti passa in rassegna dieci situazioni tattiche di altrettante partite. Attraverso questi esempi, il mister mostra il suo processo di “decision making” all’opera in situazioni di forte pressione. Ovvero quando la posta in palio è altissima; oppure quando il tuo avversario manda a monte i tuoi piani, preparati per tutta una settimana.

 

Se sei agli inizi, per me questo è il libro da cui partire.

 





 

 e 

 non sono due libri di tattica in senso stretto (cioè di analisi dei movimenti richiesti da un allenatore ai suoi giocatori per ottenere dei vantaggi su un avversario) ma sono imprescindibili per comprendere a pieno due delle identità di gioco più influenti nella storia di questo sport, e cioè quella inglese e quella olandese. Il lavoro di David Winner, riassunto nei suoi termini più essenziali, è un lavoro di ricerca sulle radici culturali dell’identità, tattica in questo caso, cioè un tentativo di gettare luce sul perché il calcio olandese sia nato proprio in Olanda e quello inglese proprio in Inghilterra. Sono domande essenziali a cui l’autore britannico, con un colossale lavoro di ricerca, dà risposte altrettanto essenziali, che hanno a che fare con la geografia, la storia, l’arte, la filosofia e, ovviamente, la politica. Perché alla fine è vero che «chi sa solo di calcio non sa niente di calcio».

 





 

Non ha forse avuto la giusta risonanza, ma Sandro Modeo è uno di quei nomi decisivi nel cambiamento della narrazione del calcio degli ultimi anni. 

, pubblicato a fine 2011, cioè nel momento di massimo splendore del ciclo di Guardiola - forse la più grande squadra di calcio dell'era moderna - è ancora adesso uno splendido affresco sull'evoluzione del gioco, e soprattutto di come scriverne.

 

Oltre ad essere fondamentale per chiunque voglia approfondire il filo tattico che va da Jack Reynolds (allenatore inglese dell'Ajax e che ebbe Rinus Michels come allievo) a Pep Guardiola (che sta in qualche modo "riportando" il calcio totale in Inghilterra), "Il Barça" è illuminante nello spiegare l'evoluzione del calcio e l'importanza della semina di idee.

 

Ovviamente il sistema Barça è centrale nel libro: e per questo grande risalto è dato ai principi e alle idee della Cantera blaugrana, rappresentata da quel luogo simbolico che è La Masia. Il grande pregio di questo libro è che alla descrizione analitica e chiara si affianca la capacità di narrare e di intrattenere il lettore: non è un vero libro sulla tattica, non è noioso e didascalico, eppure è rigoroso.

 

Modeo riesce a combinare elementi narrativi, disamine tattiche, digressioni artistiche, confronti scientifici: tutto nella giusta dose, e non per il gusto di mettersi in mostra, ma per quello di spiegare. E' qui che si usano fisica e biologia per evidenziare il continuum di fase offensiva e difensiva del Barça: la meccanica quantistica e Guardiola, i batteri e il calcio totale, ci voleva coraggio per scriverne insieme. Talmente avanzato, quel modo di narrare e analizzare il gioco, che adesso è usato persino da un professore di Matematica applicata, David Sumpter, nel suo "La matematica del gol" (2017): qui il gioco di posizione del Barça è paragonato alle reti delle muffe.

 

Un libro da leggere per capire da dove viene e dove va il calcio, e in che relazione è il con il resto del mondo. E che vi farà riconsiderare anche il modo di valutare i giocatori, in una fase di atomismo spinto e calciatori-aziende, leggendo la frase del direttore d'orchestra Bernsetin a un violinista, che poi in realtà vale per tutti: "da solo sei abilissimo, ma per suonare in un'orchestra la strada sarà molto lunga”.

 





 

Ciao Piero il mio consiglio è l’ultimo della lista perché penso che debba essere l’ultimo dal punto di vista cronologico in questa tua scolarizzazione. Dopo aver letto Brera e Modeo e soprattutto Wilson e Ancelotti, io ti consiglio una sorta di master. Devi aver bene le basi tattiche per poterlo apprezzare a pieno e soprattutto esserti appassionato e quindi deciso ad immergerti per tanto tempo (parliamo di circa 900 pagine totali). Se hai questi prerequisiti allora prendere in blocco 

 e la 

 (ancora non tradotto in italiano) dell’autore catalano Martí Perarnau è l’ultimo step.

 

I due libri sono un reportage da vicino (Perarnau è amico di Guardiola e l’ha seguito per mesi in Baviera) di due tappe fondamentali della crescita di Guardiola post Barcellona: "Herr Pep" tratta del primo anno in Baviera, mentre "Metamorfosi" racconta dell’ultimo anno e della decisione di passare al City. I libri parlano in modo completo dell’idea di calcio di Pep Guardiola, ovvero la più importante avanguardia tattica contemporanea. Vanno in ordine cronologico attraversando gli alti e i bassi della sua esperienza in Baviera e sono il percorso perfetto per capire come Guardiola è arrivato a modificare e sviluppare ulteriormente le sue idee da quando ha lasciato la Catalogna. Ci sono brevi analisi tattiche delle partite, racconti di conferenze stampa importanti, della pianificazione stagionale e dei metodi di allenamento. Ma sono anche e soprattutto un grande trattato sul gioco di posizione, grazie a spiegazioni dirette e bellissimi estratti di chi, come Juanma Lillo, ne è tra i massimi teorici al mondo.

 

 

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