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Giuseppe Pastore
6 scenari distopici in cui l'Italia viene riammessa al Mondiale
19 dic 2017
19 dic 2017
Per chi non si vuole rassegnare all'assenza della Nazionale a Russia 2018.
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Giuseppe Pastore
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Nelle scorse settimane, incapaci di rassegnarci all'inevitabile prospettiva di un'estate senza uno straccio d'italiano che non sia l'arbitro della finale o il designer della Coppa (il milanese Silvio Gazzaniga, peraltro scomparso l'anno scorso), abbiamo tutti compulsivamente fatto click su strane notizie riguardanti la possibilità di un ripescaggio dell'Italia ai prossimi Mondiali. Ci siamo appassionati alle ingerenze tra Stato e Federazione

; al sistema legislativo del Perù, quando abbiamo letto che da quelle parti stavano discutendo una proposta di legge in base alla quale la Federcalcio locale sarebbe potuta passare sotto il controllo di un organismo statale: una cosa vietatissima dal regolamento della FIFA, che in quel caso avrebbe potuto persino squalificare il Perù dai Mondiali. A spegnere questa frescaccia non è bastato nemmeno

, Presidente della Commissione di Educazione, Gioventù e Sport; o più realisticamente una riflessione su quanto sia improbabile che una Nazionale che manca dal Mondiale dal 1982 si spari sui piedi con una mossa del genere.

 

Però il mondo è bello perché è vario, le 32 nazioni presenti al Mondiale assommano circa un miliardo e settecento milioni di terrestri e forse non dovremmo sottovalutare la possibilità che almeno due o tre di loro siano sufficientemente rissosi da scatenare una guerretta, una baruffa, una zuffa da pub tale da consentire il ripescaggio della nostra amata Nazionale.

 

Eccovi dunque alcuni possibili scenari geopolitici che ci consentirebbero di rivivere una volta di più il rito delle Notti Magiche.

 



Il 21 dicembre in Catalogna sono in programma elezioni anticipate: il precedente Parlamento catalano è stato sciolto dal premier Mariano Rajoy per i motivi che sappiamo, quindi occorre eleggerne uno nuovo. I sondaggi di metà novembre davano in leggero vantaggio Esquerra Republicana, che rappresenta l'ala sinistra del movimento indipendentista.

 

In realtà si tratta di un trionfo, con oltre il 50% dei consensi e il ritrovato entusiasmo porta gli indipendentisti a "consolidare la Repubblica catalana" e ad alzare ulteriormente il tiro delle richieste al Governo di Madrid. Rajoy risponde il giorno dopo applicando nuovamente l'articolo 155, cioè destituendo immediatamente il Parlamento appena eletto con una nuova ondata di arresti e accuse di sedizione e ribellione. A quel punto è il caos e anche lo sport non può più stare a guardare.

 

Facendo finta di proteggere il lato destro della porta di Ter Stegen sugli sviluppi di un corner, Gerard Piqué si ammanetta a un palo del Bernabeu al quinto minuto del Clasico Real Madrid-Barcellona del 23 dicembre, in programma alle 13 per avere la maggior audience possibile anche in Oriente. Subito dopo, come a un segnale convenuto, Busquets si accascia per terra incidendosi uno zigomo con una lametta, fingendo di aver ricevuto un colpo da Sergio Ramos, simbolo dell'odioso centralismo castigliano. La partita viene sospesa e si scatena una rissa furibonda in cui persino Messi è inquadrato mentre inveisce paonazzo contro Florentino Perez, terreo in volto nel palco presidenziale.

 

Il 25 dicembre, in diretta tv a reti unificate, Rajoy firma l'atto che esclude il Barcellona da ogni campionato professionistico spagnolo. Pochi minuti dopo Piqué posta un tweet provocatorio in cui scrive "Buon Natale" solo in catalano e non in castigliano: verrà arrestato alle dieci di sera. Il 28 dicembre la Federaciò Catalana de Futbol proclama l'istituzione del primo campionato catalano, con Barcellona, Espanyol, Girona, Llagostera, Nastic, Reus Deportiu e altre selezioni di figuranti scelte unicamente per arrivare almeno a 12 squadre. Pep Guardiola fa giungere il suo appoggio alla Catalunya con un videomessaggio da Manchester, in cui tuttavia non manca di sottolineare polemicamente il ruolo appena marginale nella protesta di un simbolo planetario come il numero 10 blaugrana: "È Messi o un Bojan qualsiasi?", urla con i lineamenti del viso sfigurati dall'indignazione.

 

Il 3 gennaio, alla riapertura del mercato invernale, Messi rescinde unilateralmente il contratto appena rinnovato a novembre e, in aperta polemica con il suo mentore, si trasferisce a parametro zero al Manchester United. Per il calcio spagnolo è un colpo durissimo. In aperto dissidio con il potere centrale, anche molti giocatori non catalani abbandonano la Nazionale: il primo ad aprire le ostilità è David Silva, sobillato da Guardiola. Nel giro di tre settimane si consuma una diaspora senza precedenti: a fine marzo, gli unici a rispondere alle convocazioni del nuovo ct Fernando Hierro sono i giocatori del Real Madrid, troppo pochi.

 


Gennaio 2018: l'allenatore del Manchester United José Mourinho esprime la sua solidarietà a Gerard Piqué durante una partita di Premier League.




 

Impossibilitata a presentare al Mondiale 2018 una Nazionale competitiva, la Federazione spagnola getta la spugna a fine aprile. Essendo arrivata seconda nel girone vinto dalla Spagna, l'Italia viene ripescata.

 



«

». Forse qualcuno aveva sottovalutato quanto detto da Jan Andersson alla fine di Italia-Svezia, ma a Stoccolma le parole del ct con il nome da flautista progressive non sono passate inosservate. Il 20 maggio Andersson passa dalle parole ai fatti: nonostante i toni sempre più categorici adoperati su Instagram per caldeggiare la propria convocazione, Zlatan non compare neanche tra i 30 pre-selezionati per il Mondiale, ma il 21 maggio si presenta ugualmente ai cancelli del quartier generale della Nazionale svedese pretendendo di allenarsi con i compagni. Ne nasce una rissa, sedata a fatica dal difensore Granqvist, capitano in sua vece.

 

Ma non è che un escamotage per il vero obiettivo dell'Ibra furioso: i mesi passati in naftalina a Manchester gli hanno fornito il tempo libero necessario per perfezionare studi approfonditi sull'ipnosi di massa e sul mind control con cui tenere sotto scacco la Svezia se, al momento delle convocazioni, il suo Paese gli avesse mostrato ingratitudine. Sfruttando l'enorme carisma e l'aura messianica che lo circonda in patria, da gennaio Ibrahimovic ha lavorato nell'ombra per aggregare cellule deviate dell'esercito e della Säkerhetspolisen, i servizi segreti svedesi, grazie anche alla decisiva collaborazione di Daniel Kindberg.

 


Un momento della cerimonia d'insediamento di Zlatan Ibrahimovic come nuovo Despota di Svezia.


 

Chi è costui? È il presidente dell'Ostersunds vincitore a sorpresa dell'Europa League, ma soprattutto è un ex comandante dell'esercito e tenente colonnello in servizio in Bosnia e Congo tra gli anni Novanta e gli anni Duemila. Il 22 maggio, dopo un sanguinoso attacco alla residenza del re Carlo Gustavo, la monarchia viene rovesciata dopo 1047 anni. La vecchia Svezia non esiste più. In attesa che l'ONU si pronunci sul riconoscimento del nuovo Despotato Svedese con capitale a Malmö, la FIFA non può far altro che escludere la Svezia dal Mondiale. Essendo stata sconfitta nel play-off di novembre, l'Italia viene ripescata.

 



Dai e dai, dopo mesi di tira e molla, tweet polemici e tragici misunderstanding, all'alba del 18 marzo sulla spiaggia di Tijuana iniziano davvero i lavori di costruzione del Muro che dividerà Messico e Stati Uniti. Le stime degli esperti e dei funzionari governativi sono state riviste al rialzo: la grande barriera - perfettamente liscia, per scongiurare qualsiasi proposito di scalata - costa oltre 55 miliardi di dollari, è alta 18 metri e si estende lungo tutte le 1900 miglia del confine con il Messico. È legalmente attraversabile solo da un piccolo cancello a pochi chilometri da San Diego di cui possiedono le chiavi solo tre cittadini americani la cui identità non è stata resa nota (a quanto pare, nessuno di loro è Donald Trump). I rapporti diplomatici con il Messico diventano ancora più spiacevoli perché Trump non ha avvisato nessuno, limitandosi a postare su Twitter la sera prima l'enigmatica foto di una cazzuola.

 

è cresciuta con il passaggio da Obama a Trump (l'altro Paese è Israele), migliorando addirittura del 42%. Dopo aver trascorso lunghe settimane meditando sul da farsi, il Messico decide perciò di picchiare dove fa più male: gettando discredito sulla solidissima amicizia tra Trump e Vladimir Putin, ovvero boicottando ciò che i russi hanno di più caro, il Mondiale di calcio.

 


I lavori di costruzione del muro a Tijuana erano già iniziati nel febbraio 2018.


 

Si pone il problema di come sostituire la Tricolor. Le diplomazie internazionali si schierano al fianco del Messico, che ha chiesto alla FIFA di non ripescare proprio gli USA, che pure ne avrebbero diritto in quanto prima squadra eliminata nel girone finale della CONCACAF (ok, sono finiti dietro anche all'Honduras, che però ha bruciato la sua chance nel play-off contro l'Australia). Viene interpellata la maggior autorità in questione: il capitano della Nazionale Hector Moreno, che negli ultimi mesi è diventato grande compagno di aperitivi a Trastevere di Pellegrini, Florenzi e De Rossi. La scelta di Moreno non può che cadere sulla sua seconda patria, l'Italia, che una volta di più viene premiata per l'accoglienza, la simpatia, la gioia di vivere. E viene ripescata.

 



La mattina del 29 maggio 2018 la Nazionale sudcoreana si sveglia molto presto. Alle prime luci dell'alba un botto inaudito squarcia il silenzio e la serenità della squadra di Shin Tae-Yong, a due giorni dalla partenza per la Russia. Il tetto della palestra del Jincheon National Training Center, l'ultramoderno centro d'allenamento della Corea, è stato sfondato dall'enorme detrito di un missile balistico adibito al trasporto di testate nucleari. Fin troppo facile intuirne la provenienza: si tratta del quinto test missilistico effettuato dalla Corea del Nord dall'inizio del 2018. Per un errore di programmazione, il vettore ha sorvolato lo spazio aereo della Corea del Sud, spezzandosi poi in quattro parti: tre sono cadute nel Mar Giallo, la quarta - dal peso di circa una tonnellata e mezzo - ha provocato la distruzione di parecchi macchinari e attrezzature tecniche in dotazione alla Federazione.

 

Fortunatamente illesi i giocatori e lo staff tecnico, che comunque dormivano a meno di 500 metri dal punto dell'impatto. In un clima reso già pesante dalla faccenda della Russia bandita dai Giochi Invernali di Pyeongchang 2018 tre mesi prima, la Federazione locale comunica immediatamente alla FIFA il proprio forfait. Che ci vada Kim Jong-Un, in Russia: anche considerando i nebulosi rapporti tra Mosca e Pyongyang, la Corea del Sud non ha la necessaria serenità per affrontare un viaggio così delicato.

 


Una foto del Jincheon National Training Center prima del bombardamento del 29 maggio 2018.


 

Gianni Infantino mostra un atteggiamento risoluto e nel giro di ventiquattr'ore decide personalmente il nome della sostituta della Corea del Sud. La prima asiatica non ammessa al Mondiale sarebbe la Siria, che però non è in condizione di presentarsi in Russia con così poco preavviso. Per sanare vecchie controversie risalenti al Mondiale 2002, è dunque giusto che sia l'Italia a essere ripescata. Decisiva anche l'attività di moral suasion del nuovo premier italiano Silvio Berlusconi, che più volte nelle settimane precedenti si era rammaricato dell'unico trofeo internazionale che non ha mai vinto: la Coppa del Mondo. Anche approfittando del clima finalmente estivo che invoglia ad uscire di casa, le strade si riempiono di bandiere tricolori.

 



Non tutti sanno che una decina d'anni fa l'attuale ct dell'Egitto Hector Cuper è rimasto invischiato in una storia di scommesse clandestine.

, emerge che nel 2007 Cuper (che all'epoca allenava il Racing Santander) era stato avvicinato da due scommettitori di Castellammare di Stabia appartenenti al clan dei D'Alessandro, che lo avevano corrotto con 200 mila euro in contanti al fine di farsi spifferare in anticipo il risultato di qualche partita pilotata, preferibilmente del campionato spagnolo o argentino. Cuper aveva accettato il denaro ma le sue cinque soffiate si erano poi rivelate tutte sbagliate, e i due sventurati erano andati sotto per un milione di euro.

 

Il 30 maggio 2018 si scopre che questa "collaborazione" era in realtà tutt'altro che conclusa, tanto da essere proseguita anche nella stagione 2017-2018. Pressato e angosciato dalla camorra, ormai in preda alla disperazione, negli ultimi mesi Cuper ha cercato di sbarazzarsene suggerendo volutamente risultati via via sempre più strampalati, in modo che i suoi interlocutori ne mettessero in dubbio l'attendibilità e lo lasciassero perdere una volta per tutte. Durante la perquisizione della villa al Cairo, avvenuta alle prime luci del mattino, è stato rinvenuto un foglietto con su scritti i seguenti "consigli": Huddersfield-Manchester City 4-0, Bayern Monaco-Mainz 1-3, Girona-Barcellona 5-2, Benevento-Milan 2-2. Tutti risultati esatti su cui i due ignari allibratori, evidentemente a digiuno di pronostici, avevano regolarmente puntato e perso somme da 100 mila euro in su; tranne che nell'ultimo caso, quando – forse per sopraggiunta sfiducia nei confronti di Cuper - la puntata non era stata effettuata.

 


Stravolto in viso, vestito solo di una semplice felpa con cappuccio, Hector Cuper confessa ai giornalisti egiziani il suo oscuro passato da fiancheggiatore della criminalità organizzata.


 

Hector Cuper viene arrestato e lo scandalo travolge anche i vertici della Federazione egiziana, che aveva colpevolmente tollerato il suo comportamento per paura di perdere un allenatore così esperto e rinomato. Tornato ai Mondiali dopo 28 anni di attesa, l'Egitto viene escluso con disonore. Come ringraziamento alla Squadra Mobile della Polizia di Napoli che ha magistralmente condotto e coordinato le indagini, la FIFA decide di premiare l'Italia ripescandola.

 



Lo scorso novembre il primo ministro britannico Theresa May aveva messo nero su bianco in un emendamento il momento esatto dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea: 29 marzo 2019, alle ore 23. Ma le crescenti tensioni interne ai Conservatori inducono May a forzare la mano senza preavviso: il 2 febbraio, in un drammatico discorso alla Camera dei Comuni trasmesso a reti unificate, la premier proclama la Brexit con effetto immediato dalla mezzanotte del giorno successivo. In un colpo solo viene mollato ogni ormeggio: via dall'UE, dalla UEFA, persino dalla FIFA, in uno spettacolare tentativo di rilancio dello "splendido isolamento" di fine Ottocento, propedeutico alla creazione di un nuovo Commonwealth.

 

Come già avvenuto nel 2016, il Paese è spaccato a metà: l'area attorno a Londra è massicciamente contraria, gli abitanti delle province plaudono alla fermezza della nuova lady di ferro. Tra le inevitabili conseguenze minori, anche la rinuncia a Russia 2018, che per la storia inglese non è neanche una novità: il calcio di Sua Maestà aveva altezzosamente rifiutato ogni invito alle prime tre edizioni dei Mondiali. Questa triste decisione viene comunicata a Zurigo da un imbarazzato Gary Lineker, appena due mesi dopo aver officiato al sorteggio dei gruppi trasmesso in diretta mondiale.

 

Si pone il problema della squadra che sostituirà gli inglesi. La logica direbbe la Slovacchia, seconda classificata nel girone di qualificazione, ma le quattro federazioni eliminate ai play-off (Grecia, Irlanda, Irlanda del Nord, Italia) protestano: gli slovacchi agli spareggi non ci sono neanche arrivati, la ripescata dev'essere una di loro. Dopo ore di attesa febbrile, il presidente UEFA Ceferin decide salomonicamente di mettere tutte e cinque le nazionali in un'urna e lasciar fare al caso: sarà il momento clou di uno spettacolare evento in diretta mondiale dalla Porta di Brandeburgo, un'occasione per raccontare la storia dell'Europa e celebrare l'orgoglio del Vecchio Continente.

 


Giampiero Ventura stravolto dalla tensione negli istanti immediatamente precedenti al sorteggio di Michel Preud'homme.


 

Lo show è condotto da Penelope Cruz e Vincent Cassel e diretto da Paolo Sorrentino, che per il momento fatidico del sorteggio ha studiato un'immaginifica soluzione di regia: i cinque allenatori sul palco, immersi in un buio totale, e all'improvviso una finta luna che illumina il volto del ct della squadra estratta. Alle 23:15 di lunedì 19 febbraio, sul pavé della Pariser Platz, avanzano a passo da patibolo Jan Kozak, Martin O'Neill, Michael O'Neill, Michael Skibbe e Giampiero Ventura. In rappresentanza del Paese in cui ha sede il Parlamento Europeo, il sorteggio viene eseguito da Michel Preud'homme. Le sue manone fanno il miracolo: l'Italia viene ripescata. Diventa un meme l'esultanza polemica di Ventura che ringhia in faccia a Penelope Cruz: «Te l'avevo detto che non mi dovevo dimettere!».

 

 

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