Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Emanuele Atturo
3 domande su Christian Pulisic
04 ago 2023
04 ago 2023
Pregi e difetti del nuovo acquisto del Milan.
(di)
Emanuele Atturo
(foto)
Foto di Javier Rojas / Imago
(foto) Foto di Javier Rojas / Imago
Dark mode
(ON)

Una versione non aggiornata di questo articolo è già uscita in inglese su Hudl, il blog di Wyscout. Potete leggerla qui.Christian Pulisic è arrivato al Milan dopo aver attraversato tutte le fasi di ascesa e declino di una giovane promessa. La fama di predestinato quando era in patria, il passaggio in Europa e la consacrazione in una squadra attenta ai giovani come il Borussia Dortmund. E infine un breve declino. Il passaggio al Chelsea, gli alti e i bassi, le difficoltà di un campionato come la Premier League, che spesso divora i suoi talenti, e di una squadra piena di concorrenza come il Chelsea. L’esperienza di Pulisic a Londra è sintetizzabile in tre momenti diversi: il grande impatto avuto sotto la guida di Lampard. Giocatore più giovane del club a realizzare una tripletta: un gol di destro, uno di sinistro e uno di testa. Il rendimento altalenante con Tuchel, con mesi meno appariscenti e altri in cui era inarrestabile. E poi il declino dell’ultimo anno, dove ha giocato meno, coinvolto nel caos tecnico e nella girandola di giocatori arrivati al Chelsea. Su internet circola l’ironica definizione di “Lockdown” Pulisic per immortalare lo scintillante stato di forma vissuto dallo statunitense durante il lockdown, quando gli stadi erano vuoti e sembrava inarrestabile sull’esterno sinistro del Chelsea.In estate l’arrivo di Sterling e gennaio quello di Mychajlo Mudryk gli hanno tolto progressivamente spazio. Quando è sceso in campo, Pulisic è stato dirottato dall’amata fascia sinistra a una zona più da trequartista centrale, o anche sulla destra. Un aspetto interessante anche in chiave Milan, visto che a sinistra i rossoneri hanno già Rafael Leao e l’arrivo di Pulisic sembra più in sostituzione a Brahim Diaz, tornato nel frattempo al Real Madrid.Qual è la qualità migliore di Pulisic?Pulisic è un giocatore semplice. Un’ala, un esterno alto, che ama portare palla e dribblare il diretto avversario. Ha una tecnica d’élite in conduzione e nel primo controllo. È uno di quei giocatori con una sensibilità di tocco così sviluppata che quando portano palla sembrano giocare con un pallone a rimbalzo controllato.

Usa soprattutto il destro, ma ricorre anche al sinistro per spostarsi palla e fintare. Prova un gran numero di dribbling in partita, cercando spesso l’azione personale sulla sinistra. Nelle ultime stagioni i suoi dribbling riusciti sono meno di quelli sbagliati, ma è un dato condizionato dal fatto che entra spesso a partita in corso, talvolta con l’indicazione di fare qualcosa. Un contesto che lo porta a strafare.La qualità migliore di Pulisic, comunque, è chiaramente il dribbling e la sua capacità di creare superiorità numerica. Il suo è uno stile di dribbling sempre in controllo, che punta poco sull’esplosività e più sulla capacità di spostare la palla velocemente anche in spazi molto stretti. Questo lo rende particolarmente efficace per fare da apriscatole contro difese chiuse. Una funzione che idealmente nel Milan avrebbe dovuto ricoprire Brahim Diaz, che però si è rivelato più efficace in transizione che quando si trattava di attaccare difese chiuse.Può giocare trequartista?Per le caratteristiche descritte, Pulisic è un giocatore duttile, anche se offre il meglio quando può partire da sinistra ed entrare dentro al campo portando palla con l’esterno, o associandosi con i compagni in spazi stretti. C’è un problema, e cioè che in quella zona gioca il giocatore offensivo più influente del Milan, Rafael Leao. Non solo il giocatore con più talento nella creazione di occasioni, ma anche un importante centro di gravità del possesso rossonero, un giocatore che non può essere ridimensionato d’importanza.

Quando Leao è stato assente lo scorso anno, per esempio nel sanguinoso derby d’andata in Champions League, il Milan ha perso la sua principale fonte di gioco. Avere una riserva di livello in quel ruolo sarà importante, ma per giocare di più Pulisic dovrebbe farsi trovare pronto in più ruoli possibili. A destra la concorrenza sarà quella di Messias e soprattutto di Chukwueze, più esplosivo di lui ma che forse assicura meno controllo.In Nazionale Pulisic gioca in maniera meno meccanica che nel Chelsea. Più che da ala che deve dribblare sulla fascia, agisce da trequartista che viene molto incontro per cucire il gioco. È un lavoro che sa fare perché il suo primo controllo, davvero di alto livello, lo aiuta nel gioco spalle alla porta. La reattività sui primi passi compensa lo scarso impatto fisico e anche un uso del corpo un po’ elementare. Bisognerà però vedere se Pioli continuerà a usare il 4-2-3-1 o se invece questo calciomercato va più in direzione di un 4-3-3. In quel caso è verosimile immaginare Pulisic nelle rotazioni sia a destra che a sinistra.A destra potrebbe giocare più spesso. In fondo è la posizione che ha ricoperto di più in carriera, anche più spesso della fascia sinistra. Ci ha giocato nelle ultime partite col Chelsea, e anche al Borussia Dortmund. Portando palla col destro, risulta più prevedibile quando gioca sul piede naturale ed è più in difficoltà a dialogare con i compagni al centro del campo. A destra è comunque una minaccia palla al piede e per la capacità di scombinare le difese avversarie - anche se la sua stagione realizzata migliore, 2019/20, è arrivata quando al Chelsea giocava a sinistra.Dove può ancora migliorare?Se guardiamo il rendimento di Pulisic è chiaro che per essere un attaccante ha ancora prodotto poco in termini di gol e assist. Non è mai arrivato in doppia cifra e la sua migliore stagione realizzativa resta quella da 9 reti nel 2019/20 al Chelsea. Anche nelle sue annate più brillanti - quelle al Borussia Dortmund - ha segnato un massimo di 4 gol, mentre il massimo di assist sono i 6 del 2016/17.

È facile intuire che questo è il maggior limite oggi di Pulisic e il motivo per cui non è riuscito a convincere pienamente con la maglia del Chelsea. Anche nelle sue stagioni migliori, quelle in cui è riuscito a giocare di più, Pulisic arriva a calciare poco verso la porta. Guardando i numeri di due stagioni fa, quando ha giocato meglio e con più continuità, ha mostrato una certa underperformance offensiva. Pulisic ha, insomma, nella finalizzazione il suo limite maggiore. A qualche problema tecnico, di efficacia dei suoi tiri si somma qualche problema nelle scelte negli ultimi venti metri, che lo condizionano anche nelle rifiniture ai compagni. Insomma, Pulisic è un giocatore rapido e molto tecnico nell’uno contro uno, bravissimo a creare superiorità numerica e ad associarsi con i compagni anche in spazi stretti. Quando però si tratta di fare l’ultima scelta, nel tiro o nella rifinitura, spesso si perde. Vedremo se la Serie A, che gli offrirà ancora meno spazi, ma tempi più rilassati, sarà il contesto ideale per migliorare quei difetti che ancora non lo rendono un grande giocatore.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura