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Daniele Manusia
2004: l'anno dello scorpione
24 mar 2023
24 mar 2023
Un gesto tecnico raro, ma non così raro in quel 2004.
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Daniele Manusia
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Foto IMAGO / PanoramiC
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Il 2004 è stato un anno terribile. Come forse lo sono tutti gli anni se li guardi abbastanza da vicino. Un anno cominciato con la rottura del fidanzamento tra Jennifer Lopez e Ben Affleck il 22 gennaio e finito il 26 dicembre con il terremoto di magnitudo 9.1 con epicentro al largo dell’Oceano Indiano. Durato otto minuti, ha portato ai maremoti che hanno colpito le coste dell'Indonesia, dello Sri Lanka, dell'India, della Thailandia, della Birmania, del Bangladesh e delle Maldive, giungendo a colpire anche quelle della Somalia e del Kenya (ad oltre 4.500 km di distanza dall’epicentro del terremoto). Si stima che 230.000 persone siano morte in seguito a quel terremoto, di cui circa il 25% bambini. Sapete perché negli ultimi giorni ho cercato nel 2004, frugando come fosse un negozio di vestiti vintage, districandomi tra tragedie e fatti più trascurabili? Per capire le ragioni di una coincidenza piuttosto strana, che probabilmente di ragioni non ne ha e forse non è neanche così strana. Per capire perché nell’anno solare 2004 sono stati realizzati due dei gol più belli di sempre. Facciamo tre gol, anzi. Di cui uno lo conoscete di sicuro. Gli altri non ne sono così sicuro. Tre gol segnati con la tecnica che possiamo definire, se proprio vogliamo definirla in qualche modo, dello “scorpione”. Tre gol assurdi, improbabili e unici eppure tra di loro simili. Nell’arco di dodici mesi. Ditemi voi se non è il caso di chiedersi cosa fosse successo di particolare nel 2004, di cercare indizi come se stessimo cercando un serial killer. Prima parte: Laurent Robert Il primo gol è stato segnato il 19 gennaio in Premier League, poco prima della fine di quella coppia che all’epoca chiamavamo Bennifer (di lì a breve J. Lo si sarebbe consolata con Marc Anthony e Ben Affleck con Jennifer Garner, prima di tornare insieme diciassette anni dopo, certi amori fanno giri immensi eccetera eccetera). Lo ha segnato un giocatore del Newcastle che pochi ricordano a parte i tifosi del Newcastle, per cui invece è semplicemente indimenticabile.Laurent Robert, con quello strano cognome che sembra un nome, della cui origine non sono riuscito a scoprire niente, era nato ventinove anni prima sull’Ile de La Reunion, dipartimento francese al largo dell’Oceano Indiano, tra il Madagascar e le Mauritius. Da ragazzo era entrato nel settore giovanile del Montpellier e poi è stato acquistato dal Paris-Saint-Germain. Tre stagioni prima di questo gol il Newcastle lo aveva acquistato per una cifra vicina a dieci milioni di sterline e Laurent Robert aveva messo subito in mostra la sua principale qualità: un piede sinistro che avrebbe potuto scavare i tunnel nelle montagne con le pallonate. Oppure, anche, mandare KO i compagni di squadra:

Esterno di centrocampo, specialista dei calci piazzati, su YouTube si trovano molte compilation con titoli enfatici (“When Laurent Robert hit the ball, it stayed hit”). Una sua punizione è anche finita nel primo film della serie Goal!, il gol che Santiago Munez segna contro il Liverpool alla fine del film, con la maglia del Newcastle, in realtà è un gol di Laurent Robert, che nel film è un compagno di squadra di Santiago Munez - e che, quindi, la finzione cinematografica ha trasformato in un mero spettatore: mi chiedo anche se non sono di più i tifosi di calcio che ricordano Santiago Munez rispetto a quelli che sanno, oggi, chi era Laurent Robert.Poche settimane prima del gol di cui sto per parlarvi, il 13 dicembre 2003, Robert aveva segnato una doppietta piuttosto incredibile al Tottenham con due tiri da fuori, uno dei quali su cui arriva in estensione, perdendo quasi l’equilibrio, riuscendo comunque a colpire la palla con precisione e forza sufficienti a sorprendere e scavalcare il portiere avversario.

Anche l’altro segnato al Tottenham quel giorno non è male.

Poi il 19 gennaio, contro il Fulham, segna il gol che basta a definire una carriera. La sua Monnalisa. Oppure, anzi, il suo Urlo, quadro che proprio in quel 2004, il 22 agosto, verrà rubato da un museo in Norvegia insieme a un altro di Edward Munch. Un gol che nulla toglie alle sue altre qualità e a una carriera che, con un po’ di fortuna in più, sarebbe potuta essere davvero memorabile - nel 2000 ha mancato di poco la convocazione in nazionale per l’Europeo, per via di tre cartellini rossi ricevuti nella stagione precedente - ma che così, da solo, basta a ricordare il suo nome, quel buffo nome doppio, Laurent Robert. Un gol che anche giocatori con bacheche più ricche della sua (che è vuota ad eccezione della Confederation Cup del 2001) possono al massimo sognarsi la notte. Che persino lui ricorda come fosse un sogno. «Se mi chiedessi di rifarlo», ha detto, «non ne sarei in grado». Un gol che si è fatto quasi da sé, proprio come i pittori a volte dicono che i propri quadri si dipingono da soli, che loro non fanno altro che eseguire gli ordini che il quadro stesso gli dà.Parlare di scorpione in questo caso è davvero riduttivo. Se proprio vogliamo fare le cose semplici possiamo dire che si tratta di una soluzione geniale a un problema contingente: Laurent Robert era troppo avanti per il cross da destra di Kieron Dyer e la palla era troppo bassa per colpirla in un altro modo. «Avevo le spalle alla porta, la mia unica possibilità era fare un tiro al contrario». E forse ha ragione il figlio di Laurent Robert, Mathieu Robert, che lo ha definito un goal “ninja”. Laurent Robert, quindi, dà le spalle alla porta e, almeno all’inizio, sembra preparare una rovesciata. Ma la palla di Dyer sarebbe comunque troppo bassa per questo Laurent Robert si contorce in volo, a mezz’aria, si avvita come uno di quei nastri da ginnastica, per colpire la palla con la parte esterna del piede, vicino al tacco. La forza alla palla la dà con la torsione del proprio corpo.La manda sul primo palo con una parabola alta, cogliendo di sorpresa il portiere ma comunque non dandogli nessuna possibilità di intercettarla - portiere che tra l’altro era Edwin van Der Sar, alto quasi due metri. «Questo gol», ha detto sempre Robert, «è il risultato del tempo che ho passato alla Playstation, che mi ispira a fare cose folli».

Purtroppo per Laurent Robert la sua carriera sarebbe presto declinata. All’inizio della stagione successiva Bobby Robson verrà esonerato e il cattivo rapporto con Graeme Souness lo allontanerà dal Newcastle e poi dall’Inghilterra. Cinque anni dopo, nel 2009, dopo essere passato per Spagna, Portogallo, Canada e Grecia, Laurent Robert si offrirà come un vecchio amante al PSG con cui aveva vissuto momenti bellissimi (in Champions League era stato all’origine di sei gol nella partita con il Rosenborg finita 7-2: «Ho giocato la partita perfetta», ha detto Robert anni dopo di quella serata) ma, anche se ha proposto di giocare gratis, con un pagamento solo al raggiungimento del quarto posto in classifica, è stato rifiutato.Seconda parte: dura pocoIl secondo gol incredibile segnato in quel 2004 è famoso. Secondo me ci potete arrivare da soli. Dai, che se ci pensate bene ve lo ricordate. Niente? Vi dico allora che è stato segnato a Euro 2004. Ancora niente? Davvero? È stato segnato contro l’Italia, da un giocatore che stava per venire in Serie A. Ahhhhh, allora ve lo ricordavate?!Zlatan Ibrahimovic ha segnato quel gol incredibile il 18 giugno 2004 a Gigi Buffon in mischia, di tacco, con la palla che scavalca Bobo Vieri sulla riga di porta (ma quanto saltava poco Bobo Vieri?). Oggi sappiamo che Zlatan avrebbe segnato altri gol del genere ma io ricordo ancora l’effetto che fece su di me vederlo in diretta. Subirlo, anzi, in diretta. Sembrava che il gol più assurdo di sempre, più strano, più casuale, fosse stato segnato proprio contro la mia nazionale. Solo per far soffrire me. E Buffon. E Vieri. E gli altri italiani.

Zlatan che poco tempo dopo, il 22 agosto, il giorno in cui due uomini ruberanno l’Urlo senza far suonare l’allarme, segnerà uno dei suoi gol più belli in assoluto contro il Naac Breda.

Nel bene e nel male sapevamo anche allora che sarebbe stato indimenticabile. Anche qui si può parlare di scorpione fino a un certo punto, cioè solo per quel movimento della gamba di Zlatan, piegata come la cosa di un animale velenoso, che si gira di spalle ai suoi avversari per poi pungerli e avvelenarli. Approfitto però del fatto che il gol di Zlatan lo ricordiamo tutti fin troppo bene per elencare, in breve, altre cose successe nel 2004. Intermezzo: altre cose successe nel 2004 - se non volete leggere di tragedie potete saltare direttamente alla terza parteHo barato prima, quando dicevo che l’anno si era aperto con la separazione tra Jennifer Lopez e Ben Affleck. In realtà comincia il 3 gennaio con un charter privato egiziano caduto con 135 persone a bordo, molti turisti francesi, poco dopo essere decollato dall’aeroporto di Sharm El-Sheikh. Il 1 febbraio 240 persone muoiono calpestate in Arabia Saudita, durante il pellegrinaggio alla Mecca. Il 2 febbraio Roger Federer diventa per la prima volta numero 1 della classifica ATP (lo rimarrà per più di quattro anni consecutivi, record imbattuto) e il 28 marzo successivo, a Miami, gioca per la prima volta in singolo contro il diciassettenne Rafael Nadal, che lo batte in due set (6-4 6-4). Il 4 febbraio va online thefacebook.com di Mark Zuckenberg e altri due che la Storia ha dimenticato. Il 14 febbraio muore Marco Pantani.Il 29 febbraio, dopo giorni di rivolte, il presidente haitiano Aristide, spinto anche dagli USA e dalla Francia, si dimette e lascia il paese. Quello stesso giorno Il Ritorno del Re, terzo film della serie Il Signore degli Anelli, vince undici Oscar. Il 2 marzo una serie di attentati in Iraq, a Kerbala e Bagdad, uccidono 140 persone; un mese e mezzo dopo si verrà a sapere delle torture nella prigione di Abu Ghraib. L’11 marzo in un attentato rivendicato da Al-Qaida muoiono nella stazione di Madrid 191 persone. Il 15 marzo un asteroide che come noi gira intorno al sole, di 30 metri di diametro, passa a 43mila chilometri dalla terra.Il 29 marzo Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia diventano membri della NATO. Il 1 maggio Polonia, Slovenia, Ungheria, Malta, Cipro, Lettonia, Estonia, Lituania, Repubblica Ceca e Slovacchia entrano a far parte dell’Unione Europea. Il 16 maggio Roberto Baggio gioca la sua ultima partita dopo diciannove anni, con la maglia del Brescia, a San Siro contro il Milan di Carlo Ancelotti che celebra quello stesso giorno il suo 17esimo scudetto.Il 19 maggio il Valencia di Rafael Benitez vince la Coppa Uefa. Il 26 maggio il Porto di Mourinho vince la Champions League. Il 4 luglio la Grecia vince l’Europeo. Il 25 luglio il Brasile vince la Copa America, in finale contro l’Argentina. Il 28 agosto la nazionale olimpica argentina vince il torneo di calcio ai Giochi Olimpici di Atene. Il 25 agosto Michael Schumacher vince il suo settimo titolo Mondiale di Formula 1, il quinto consecutivo. Il 27 agosto il Valencia di Claudio Ranieri vince la Supercoppa europea contro il Porto di Victor Fernandez.Il 1 settembre a Beslan dei terroristi ceceni prendono in ostaggio una scuola nell’Ossezia del Nord, due giorni la cosa si concluderà con 330 persone morte, di cui 186 studenti. Il 29 settembre un altro asteroide, con una forma a patata e un diametro medio di cinque chilometri, è passato a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra. Il 17 ottobre Valentino Rossi vince il suo quarto titolo Moto GP consecutivo. Il 27 ottobre i Red Sox tornano a vincere le World Series dopo 86 anni. Il 22 novembre in Ucraina iniziano dei movimenti di piazza dovuti all’elezione, in seguito annullata dalla Corte Suprema ucraina, di Viktor Janukovic. Ho barato anche quando ho detto che il 2004 è finito con gli tsunami nel sud-est asiatico. In realtà il 30 dicembre un incendio nella discoteca República Cromañón di Buenos Aires farà altri 191 morti.

Bellissimo scorpione di Rodrigo Taddei in Siena-Lecce, però è stato fatto il 25 ottobre 2003, quindi non ne parlerò nel prosieguo del pezzo.

Terza parte: Charles-Edouard CoridonIl 20 ottobre 2004 è il giorno in cui è stato segnato il terzo gol di cui volevo parlarvi. L’unico vero scorpione dei tre. È il primo gol del Paris Saint-Germain in quell’edizione di Champions League, dopo due brutte sconfitte nelle prime due partite del girone: 0-3 a Parigi con il Chelsea e 0-2 a Mosca contro il CSKA. Il gol arriva nella partita in casa contro i campioni in carica del Porto, dopo mezz’ora di gioco. Charles-Edouard Coridon era nato 31 anni prima in Martinica, altro dipartimento extraterritoriale francese, questo invece parte dell’arcipelago delle Antille, nell’Oceano Atlantico, tra la Florida e il Venezuela. Era stato scoperto da ragazzo dall’allora presidente della squadra di Guingamp e futuro presidente della federazione francese Noel Le Graet, mentre era in vacanza, portato in Francia come un souvenir. «Mi sono dovuto adattare al clima», ha ricordato Coridon, «alla puntualità, al rigore, alla tattica…». Con il Guingamp passa dalla terza divisione (National) alla prima e si guadagna la convocazione nella nazionale under 21 con cui ha giocato l’Europeo nel 1996 (con gente come Pires, Makelele, Vieira; Francia eliminata in semifinale da un gol di Totti). In quello stesso periodo il Guingamp si è qualificato alla Coppa Uefa vincendo l’Intertoto, ma un anno dopo, l’8 ottobre 1997, si frattura il perone in una partita contro il PSG. Un infortunio da cui si sarebbe anche potuto non riprendere mai più. Paul Le Guen, autore della scivolata ma solitamente non un giocatore violento o falloso, ne parlerà come del momento più traumatizzante anche della suacarriera ed è stato squalificato per un mese. Il PSG, anni dopo, verrà condannato a rimborsare lo stipendio di Coridon (perché il Guingamp si era fatto pagare dal sistema sanitario nazionale). Lui, Coridon, ci metterà più di sei mesi a tornare in campo.L’incidente è avvenuto in quello stesso Parc de Princes in cui, con addosso la maglia del suo macellaio, Coridon qualche anno dopo segnerà il gol di cui stiamo parlando. Prima, però, Coridon farà in tempo a tornare in forma e a giocare cinque stagioni di alto livello con il Lens. Con un secondo posto, a due punti dal Lione, in quella 2001-02 e un’esperienza in Champions League. Alla fine della stagione 2003-04 sarebbe voluto andare Oltremanica, ma un provino al Celtic non ha portato a niente e il Blackburn, che lo aveva praticamente preso, ha dovuto fermare tutto dopo che Graeme Souness è passato al Newcastle (dove, come già raccontato, rovinerà la carriera di Laurent Robert). Sarebbe potuto andare al Portsmouth (dove un anno dopo avrebbe incontrato proprio Laurent Robert) ma Redknapp non era sicuro e quando è arrivato il 31 agosto e il PSG si è fatto avanti Coridon non ci ha pensato due volte. «Ci sono andato con una certa nonchalance a dire il vero, una certa mollezza», dirà poi per spiegare il fallimento in cui si trasformerà la sua esperienza nella capitale. «E poi bisogna chiamare gattoun gatto: forse il livello del PSG era troppo alto per me». Spesso infortunato e poco pronto sul piano mentale, Coridon resterà solo quella stagione a Parigi e quello al Porto è il suo unico gol. Senza quel gol, ha detto poi, «sarei stato ricordato come uno dei peggiori giocatori della storia del club». L’anno dopo giocherà qualche partita con l’Ankargucu, in Turchia, segnerà altri due gol, e poi smetterà del tutto.Ma, appunto, il gol col Porto.

Nonostante un passaggio così trascurabile quel gol segnato con i capelli crespi e i calzettoni a mezza altezza è diventato in qualche modo iconico e ancora oggi, quando Coridon va a trovare uno dei suoi fratelli a Parigi, la gente lo riconosce per strada. È rimasto nel mondo del calcio, ha allenato i giovani del Guingamp, ha organizzato degli stage per dare opportunità a giovani calciatori della Martinica e poi è diventato presidente del US Plouisy, squadra bretone nel quinto livello della piramide calcistica francese (National 3). Quando incontra un ragazzo che non lo conosce i genitori gli dicono di andare su YouTube a vedere il suo gol col Porto. Anche qui alla base c’è un cross troppo arretrato, del terzino destro Stéphan Pichot. Che lo ricorda come uno dei suoi più bei momenti al PSG: «Il cross era un po’ troppo liftato ma in realtà ha funzionato lo stesso. È stato uno dei gol più belli del decennio, sono fiero di essere stato all’origine di quel gioiellino». Coridon, centrocampista incursore, si era infilato bene tra i due centrali del Porto e quando vede che la palla gli sta per passare dietro la schiena frena, pianta il piede sinistro a terra e si tuffa in avanti, si trasforma in una catapulta. Coridon dirà di aver colpito la palla “con il malleolo”, con l’osso della caviglia, anche lui come Robert usando il movimento del proprio corpo per darle la giusta forza e mandarla con precisione nell’angolo basso sul primo palo. Vitor Baia reagisce tardi, forse si aspettava una deviazione sul secondo palo.Testimone d’eccezione l’arbitro Pierluigi Collina che però, quando ha dovuto scegliere il gol più bello visto dal vivo ha preso quello di Ronaldinho di punta contro il Chelsea (e a pensarci bene, in effetti…). Persino Coridon non lo ricorda come il suo gol più bello, preferendone uno segnato contro il Marsiglia, nella stagione giocata con il Guingamp in Seconda Divisione. Dopo un’azione corale ha scavalcato Barthez con un pallonetto: «Quel gol mi ha emozionato di più».Di questo al Porto ha detto: «Non è il più bello della mia carriera ma esce dall’ordinario». Che insomma, mi pare il minimo che si possa dire. In un’intervista di molti anni dopo Coridon non lo chiama neanche scorpione, ma parla di “salto da capretto”. Dopo aver realizzato che la palla è entrata in porta Coridon si è alzato sembrando serissimo, poi si è messo a ridere guardando un punto indefinito a favore di camera e correndo ciondolando è finito per inerzia tra le braccia di Lorik Cana. Adesso, non lo so perché vi ho raccontato queste storie. Perché insisto nel credere che ci sia un filo invisibile che unisce questo gol a quello di Ibrahimovic a quello di Laurent Robert? Da cosa dipende? Dal fatto che tutti e tre hanno giocato nel Paris Saint-Germain? Dal fatto che sono tutti e tre nati su delle isole? O magari si sono influenzati tra loro, Robert ha iniziato, Zlatan ha seguito e infine è arrivato Charles-Edouard? Chissà se si conoscono tra di loro, se Zlatan sa dell'esistenza dell'uno o dell'altro... E poi: il 2004 era un anno così speciale? C’è qualcosa nascosto nella piega di quei drammi, di quei morti, oppure in quegli eventi sportivi che hanno segnato l’anno veramente, finendo appunto negli elenchi dei vari “cosa è successo nello sport nel 2004”? E perché non abbiamo fatto caso, allora, che Laurent Robert e Charles-Edouard avevano segnato due gol così incredibili (non esisteva ancora il premio Puksas) che persino quello di Zlatan sembrava meno strano? Forse la vera chiusura della storia è un’altra. E arriva quasi esattamente nove anni dopo. Un giorno prima del nono anniversario del gol di Coridon con il Porto, il 19 ottobre 2013. Quando Zlatan Ibrahimovic con la maglia del PSG, segna contro il Bastia un altro gol con un colpo di tacco a mezz’aria. Un gol che sembra la versione perfezionata, lucidata, ingegnerizzata, replicabile, del gol segnato nel 2004 contro l’Italia. Che è anche una versione brutale, forse meno poetica, dei gol di Laurent Robert e Charles-Edouard Coridon.

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