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Fabio Barcellona
14 dettagli a cui stare attenti in Francia-Germania
07 lug 2016
07 lug 2016
Cosa guardare nella semifinale di stasera, la più attesa.
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Fabio Barcellona
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Francia-Germania è la semifinale di maggior prestigio degli Europei. Le due squadre sono le sopravvissute della parte bassa del tabellone, quella che ha visto scontrarsi le migliori squadre del torneo.

 

Anche senza andare fuori la storia calcistica, Francia-Germania è una partita di grandi tradizioni, per due volte, negli anni ottanta, semifinale di Coppa del Mondo. In entrambi i casi ha vinto la Germania;

al termine di una partita rimasta nell’immaginario collettivo e terminata ai rigori dopo un emozionante 3-3 ai supplementari, nel 1986 con un secco 2-0. Tutte e due le volte però la semifinale contro la Francia non anticipò una vittoria del Mondiale per i tedeschi, sconfitti in finale prima dall’Italia e poi dall’Argentina.

 

Nell’ultimo Mondiale Francia-Germania è stato uno dei quarti di finale e i tedeschi di Löw hanno prevalso per 1-0 con un rete di Hummels a inizio partita.

 

La tradizione e il pronostico sono dalla parte della Germania, ma 14 dettagli potrebbero far cambiare le previsioni della vigilia.

 


Contro l’Italia Joachim Löw ha sorprendentemente schierato una difesa a 5, soprattutto per non concedere la parità numerica ai due attaccanti azzurri contro i suoi due centrali. In questo modo i propri marcatori hanno potuto tenere un atteggiamento più aggressivo su Pellè ed Eder.

 

La Francia giocherà di certo con una sola punta centrale e pertanto è probabile, anche per la squalifica di Mats Hummels e delle precarie condizioni fisiche di Benedikt Höwedes, ritrovare lo schieramento a 4 con Shkodran Mustafi o lo stesso Höwedes al fianco di Boateng.

 

 


L’infortunio subito da Sami Khedira nel corso della partita contro l’Italia è un brutto colpo per la squadra di Löw. Bastian Schweinsteiger è in dubbio per problemi fisici, anche se in conferenza stampa il tecnico tedesco ha affermato che il capitano giocherà. Il suo impiego non è in realtà così certo considerando il dispendio fisico dopo i 105 minuti giocati cinque giorni fa, uniti alla ridotta efficienza atletica mostrata in questa stagione.

 

In ogni caso, la partita giocata da Schweinsteiger non è stata certo memorabile: il giocatore dello United non è sembrato in grado di giocare con efficacia le due fasi di gioco e di coprire tutto il campo che il 3-4-3 assegnava agli interni di centrocampo. La posizione di interno accanto a Toni Kroos è pertanto contesa, anche a partita in corso magari. I candidati sono Emre Can e Julian Weigl e la scelta darebbe indicazioni sulle priorità del tecnico tedesco. Can può garantire al centrocampo tedesco forza fisica e inserimenti nel cuore del centrocampo avversario. Weigl invece donerebbe gestione della palla e cautela nella transizione difensiva. Il ventenne del Borussia Dortmund costruirebbe insieme a Kroos un centrocampo capace di monopolizzare il possesso del pallone ed equilibrare la squadra, pagando però probabilmente un prezzo in termini di incisività. La scelta è quindi tra controllo (Weigl) e verticalità (Can).



Direttamente connessa all’eventuale presenza in campo di Can e Weigl, è l’estrema pericolosità della Francia nella trequarti campo avversaria. Indipendentemente dalla loro posizione iniziale in campo, la zona di elezione delle giocate di Griezmann e Payet è quella dietro Giroud e alle spalle del centrocampo avversario. Proprio questa zona di campo è stata potenzialmente un punto debole della Germania, con Kroos che tende a defilarsi sulla sinistra e Khedira impegnato a muoversi verticalmente e più abile a difendere in avanti che a schermare la propria difesa.  Le scelte di Löw a centrocampo non potranno non tenere conto dell’importanza della trequarti per il gioco francese e dell’opportunità di una maggiore protezione da parte della propria squadra.



In svantaggio per 1-0 al termine del primo tempo dell’ottavo di finale contro l’Irlanda, Deschamps ha abbandonato il suo 4-3-3 per passare al 4-2-3-1 sostituendo N’Golo Kanté con Kingsley Coman e arretrando Paul Pogba in posizione di interno. La Francia ha ribaltato il risultato e il 4-2-3-1 ha dominato anche il quarto di finale contro l’Islanda. È la soluzione ai problemi di costruzione dal basso dei francesi? In parte sì.

 

Il 4-3-3 con Kanté basso a giocare improbabili salide lavolpiane e a iniziare la manovra aveva evidenziato in maniera impietosa le carenze del mediano del Leicester nella distribuzione del gioco. Inevitabilmente, un controllatissimo Paul Pogba ha migliorato tempi e spazi delle fasi preparatorie della fase offensiva. Non è però da escludere che Didier Deschamps non voglia rinunciare all’impatto fisico di Kantè e Matuidi, riproponendo il 4-3-3 e confidando in una partita di ripartenze. Sacrificando del tutto, anche alla luce del gegenpressing avversario, la costruzione dal basso.

 


Paul Pogba ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, di potere giocare in posizione di play. La sua affinità per il gioco e le sue doti tecniche e atletiche gli consentono di fare bene praticamente ogni cosa in mezzo al campo. Però le sue corse palla al piede in campo aperto sembrano proprio l’ideale per mettere a nudo le pecche della transizione difensiva della Germania. Non sarebbe una buona idea in questa partita liberare Pogba da compiti troppo rigidi di mantenimento della propria posizione?

 



 


L’assenza di Varane, Sakho e Mathieu ha costretto Deschamps a schierare tra i titolari Adil Rami e a convocare, probabilmente controvoglia, Samuel Umtiti, che ha giocato al fianco di Laurent Koscielny la gara contro l’Islanda. Terminata la squalifica, Rami è pronto a riprendere il posto in squadra anche se proprio il quarto di finale ha dimostrato che il più grosso ostacolo alla coesistenza di Koscielny e Umtiti – le difficoltà in impostazione dovute al fatto che entrambi sono mancini – si è dimostrato del tutto inconsistente e proprio Umtiti ha mostrato buone doti di costruzione dal basso. Di certo la pessima marcatura su Sightorsson mostrata dal giovane neo acquisto del Barcellona in occasione del gol del centravanti islandese non rafforza l’ipotesi che, in una partita in cui la Francia prevedibilmente giocherà in prevalenza fasi di difesa posizionale, Deschamps confermi Umtiti.

 

http://www.dailymotion.com/video/x4jj77c_kolbeinn-sigthorsson-goal-france-4-1-iceland-03-07-2016_sport

Sightorsson passa davanti a Umtiti e segna. Pessima marcatura del centrale francese.



 


Non la eviterà. In fase di non possesso la Francia tende a posizionarsi nella propria metà campo e difendere in maniera non particolarmente attiva, confidando nella densità di uomini e non su strategie di pressione mirata. Lo schieramento piuttosto basso può regalare alla Francia spazi per sviluppare attacchi diretti e verticali, evitando così di fare i conti con i suoi problemi in attacco posizionale. Nella partita con la Germania Deschamps difficilmente si scosterà da questo canovaccio tattico e proverà a far male alla squadra di Löw ripartendo velocemente dopo il recupero palla. La palla sarà lasciata ai tedeschi, cercando così di ottenere in cambio il controllo dello spazio.

 


Mats Hummels è più alto e più pesante dei suoi possibili sostituti Mustafi ed Höwedes. Nello scorso campionato Hummels ha vinto 4.2 duelli aerei ogni 90 minuti, Höwedes 3.1 e Mustafi 3. La difesa tedesca si troverà di fronte Olivier Giroud, abilissimo di testa, sia in fase conclusiva che nel giocare di sponda. Spesso la Francia, per ovviare alle difficoltà di costruzione, alza la palla per il proprio centravanti, attaccando le sue sponde o, in ogni caso, le seconde palle. Per questo motivo l’assenza di Hummels potrebbe mettere in difficoltà la retroguardia tedesca contro il gioco aereo di Giroud.

 


Sponda di Giroud e Griezmann, spostato al centro col passaggio al 4-2-3-1, va a segnare



 


Dopo le prime due partite Joachim Löw ha schierato al centro dell’attacco Mario Gomez, spostando al centro Thomas Müller. A quel punto ha trovato la profondità offensiva mancata nelle prime due partite. Il 3-4-3 visto contro l’Italia ha nuovamente cambiato la fisionomia offensiva dei tedeschi, più coperti e con un uomo in meno nell’ultimo terzo di campo. L’assenza per infortunio di Mario Gomez ripropone a Löw la situazione di inizio torneo e il tecnico tedesco dovrà nuovamente trovare la giusta alchimia e le posizioni più corrette tra Müller, Özil, Draxler, Götze e, perché no, Schürrle.

 

Sarà in ogni caso importante che Müller non sia confinato sull’esterno, lasciandogli lo spazio per attaccare la porta di Lloris come il suo istinto gli suggerisce. Solo così la Germania guadagnerà profondità e presenza nel cuore della difesa avversaria.

 


Gomez e Müller giocano nel cuore della difesa avversaria, allungando la linea e creando spazio per i trequartisti. In assenza di Gomez la Germania non può permettersi di togliere anche Müller da quella posizione.



 


L’importanza della presenza in area di Thomas Müller è collegata alle capacità della Francia di difendere all’interno dei propri sedici metri. I gol subiti contro l’Islanda, ma anche le occasioni concesse ad Albania e Irlanda, ma anche le insicurezze mostrate sui calci piazzati a sfavore contro la Romania, testimoniano delle difficoltà della Francia nel difendere il centro. In quest’ottica l’assenza di Gomez e degli inserimenti profondissimi di Khedira potrebbero rivelarsi un vantaggio per la squadra di Deschamps, ma le perplessità sulla capacità dei difensori centrali di muoversi in maniera coordinata, del reparto arretrato di tenere ordinata la linea difensiva e di marcare efficacemente in area esistono, e potrebbero pesare.

 

https://vimeo.com/171355612

Contro l’Albania l’inserimento di Memushaj su un cross proveniente da destra genera un palo per la nazionale guidata da De Biasi. La difesa sui cross lascia molto a desiderare. Per fortuna non c’è Khedira…





Per sviluppare il gioco interno e giocare negli half-spaces la Germania ha la necessità di impegnare in ampiezza gli avversari dilatando le distanze orizzontali tra i giocatori delle linee avversarie. A questo compito sono deputati Joshua Kimmich a destra e Jonas Hector a sinistra, sempre alti e coi piedi sulla linea laterale già ad inizio azione. Per tenere il più possibile stretta la propria linea difensiva i due terzini Bacary Sagna e Patrice Evra dovrebbero avere il sostegno degli esterni offensivi. Nel 4-2-3-1 il contributo a destra di Moussa Sissoko non dovrebbe mancare, mentre sul lato sinistro i tagli interni e le caratteristiche di Payet renderebbero più complesso per Evra il continuo mantenimento di una distanza ottimale dal centrale di riferimento. Purtroppo per Deschamps, proprio Evra più di Sagna, ha mostrato in questo Europeo difficoltà in fase puramente difensiva e in particolare nella difesa del lato debole.

 


Il quarto di finale tra Germania e Italia è stato infinito: dispendioso atleticamente ed emotivamente. I tedeschi arrivano alla semifinale con un giorno di riposo in più, ma la Francia nel secondo tempo contro l’Islanda ha riposato i muscoli e la mente ed è probabile che potrebbe giocare eventuali tempi supplementari in condizioni migliori.

 


Se la partita terminasse ai rigori non si potrebbe non considerare l’effetto Neuer. Contro l’Italia il portiere sembrava un’enorme macchia nera capace di occupare una superficie spropositata dello specchio della porta: ha parato due rigori e, al di là delle ironie sui penalty di Zaza e Pellè, ha condizionato con la sua semplice presenza. Ai rigori l’effetto Neuer potrebbe ancora una volta essere decisivo.

 


Se la Germania ha mostrato un’organizzazione di gioco superiore a quella francese, la squadra di Deschamps ha messo in mostra individualità capaci di vincere le partite con colpi estemporanei e slegati dalle contingenze tattiche. All’inizio è stato Payet a tirare fuori dalle difficoltà di gioco Deschamps, poi è stato il turno di Griezmann. C’è sempre Paul Pogba in agguato e autore di un fantastico gol di testa contro l’Islanda e Olivier Giroud che segna con continuità. Se la Francia riuscirà ad arginare la squadra di Löw e a tenere la partita in una fase di sostanziale equilibrio non è da escludere che proprio il talento dei giocatori offensivi francesi alla fine possa fare la differenza.

 

 

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