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Emanuele Atturo
Altri 11 oriundi convocabili da Mancini
29 mar 2023
29 mar 2023
È partita la caccia.
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Emanuele Atturo
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Dopo poco più di due ore di gioco con la maglia azzurra Mateo Retegui ha già segnato due gol. Due partite in cui non è stato nemmeno particolarmente brillante, in cui non ci ha chiarito del tutto il suo valore, ma partite in cui gli sono bastate un paio di palle buone buttate in area per fare due gol in linea con le previsioni della vigilia. Era stato presentato come un centravanti classico, e due gol da centravanti classico ha segnato. Se intendiamo un giocatore alto e grosso con un rapporto violento con la porta avversaria, che colpisce il pallone come se dovesse picchiarlo, che lo infila in porta come se ci fosse qualcosa di personale. Il modo in cui è volato in cielo contro Malta. I capelli tagliati male, una fascetta blu al polso, il collo taurino, ci hanno dato una strana sensazione di sollievo. Magari passerà, ma intanto da quanto tempo non vedevamo un attaccante con questa facilità a fare gol con la maglia della Nazionale? I più maligni notano che Retegui è soli 7 gol da Totti, o a 13 da Immobile. Era così facile? Convocare un argentino che sfascia le porte nel campionato locale e con vaghe origini italiane? Allora facciamolo più spesso.È quello che crede anche Roberto Mancini, che non fa che sottolineare la genialità di questa convocazione, presentandola come la prima di una serie. Gli oriundi: una specie di scoperta tardiva ma felice, da perseguire comunque con la nostra tradizionale passivo-aggressività: «Noi fino a un tot di anni fa avevamo giocatori forti e non ne avevamo bisogno. Le altre hanno fatto così con noi, spesso ci hanno tolto giocatori che abbiamo cresciuto e lo faremo anche noi». Prima aveva detto una cosa grave con strana leggerezza: «Nella Svizzera 15 su 20 sono oriundi. Il Belgio uguale. Francia, Germania, Inghilterra pescano tra gli oriundi». Aveva cioè confuso gli oriundi con le seconde (o persino le terze) generazioni. In quest’epoca ipersensibile sulla correttezza politica, una dichiarazione passata curiosamente sotto traccia. In Under 21 ha fatto il suo esordio già Bruno Zapelli del Belgrano, centrocampista tecnico dallo stile squisitamente argentina. Anche lui sembra forte ma ne vogliamo altri. Quali sono gli oriundi che ci possiamo comprare?Facundo BuonanotteQuanto sembra forte: 9/10Quanto ci serve: 9/10Quanto è convincibile: 2/10Stiamo parlando del Diego Maradona di questa lista, forse il giocatore dalle maggiori potenzialità tra quelli che hanno qualche avo italiano. Stiamo parlando anche di un tipo di giocatore che noi fatichiamo a produrre: un mancino tutto tecnica, tocchi di suola, tunnel, che saprebbe farti passare la palla nel buco dell’orecchino. È uno di quei talenti argentini che sembrano fare l’amore col pallone, e anche solo per questo dovremmo convincerlo in tutti i modi ad accettare la convocazione. Poi è anche versatile: può giocare esterno offensivo, mezzala, trequartista centrale. È nato a Rosario - come ormai sappiamo città del calcio.Buonanotte ha 18 anni e si è trasferito da un paio di mesi in Inghilterra, al Brighton. Tevez ha detto che gli ricorda Messi. La sua è una carriera in ascesa e Scaloni lo ha già chiamato per le amichevoli di marzo contro Panama e Curaçao. Contro Panama non ha esordito, ma non sono in ogni caso partite ufficiali: siamo ancora in tempo, anche se una sua convocazione sembra davvero remota. Possiamo fargli vedere i video di Omar Sivori, il nostro oriundo più famoso, che riuscì a segnare persino una doppietta all’Argentina in una delle sue poche partite ufficiali con la maglia azzurra. Possiamo chiedere anche a De Zerbi di ricattarlo magari, promettendogli partite da titolare in cambio di una convocazione per l’Italia. E poi, siamo proprio sicuri che la sua famiglia non voglia onorare la memoria del bisnonno paterno, grazie a cui Facundo possiede il passaporto italiano? L’unica controindicazione, forse, sarebbe quella di creare concorrenza al nostro fenomeno non ancora emigrato, Simone Pafundi.Gianluca PrestianniQuanto sembra forte: 8/10Quanto ci serve: 9/10Quanto è convincibile: 6/10Se non possiamo permetterci Buonanotte, almeno proviamo a chiamare Gianluca Prestianni, che ha il nome tutto italiano anche se dovrebbe volerci ancora qualche mese perché ottenga la doppia nazionalità. A quanto pare Mancini è già al lavoro per convincere la famiglia. Cosa si dice in questi casi, cosa si promette?Prestianni ha 16 anni e gioca nell’Under 17 argentina, oltre che nel Velez, dove in genere si mette sulla fascia destra a dribblare tutti, col calzettone abbassato e le caviglie scoperte (proprio come Omar Sivori!). È piccolo piccolo che sembra un bambino, e in effetti lo è. Però il Real Madrid, che ha una solida tradizione di tratta di bambini dal Sudamerica, pare già volerlo comprare. È il più giovane esordiente della storia del Velez. Vederlo in campo fa un effetto è strano, visto che indossa questa maglia ispirata direttamente alla Nazionale italiana, coi triangolini Diadora tricolori sul colletto. La suggestione è chiara. Del resto il Velez è stato fondato da emigrati italiani e il club negli anni ha fatto di tutto per mantenere vive queste origini. A inizio novecento giocava con una maglia tricolore, poi rievocata nel 2019. Nel giorno del lancio aveva consacrato una giornata all’Italia: pizza nel menù dello stadio, ambasciatore italiano in tribuna e speaker che chiama i nomi dei giocatori in italiano. Insomma, convocare il talento principe del club argentino più italiano, sarebbe una bella celebrazione. Secondo l’esperto di calcio argentino Giacomo Cobianchi, che ho sentito al telefono, questa componente può influire, almeno indirettamente, sulle sue scelte: «Hai la settimana dall’italianità, il giorno in cui si scrive sui social del club in italiano, sei abituato a un certo tipo di tradizioni, alla maglia tricolore. Quando vedi l’Italia nella tua testa si innescano dei meccanismi di familiarità». Secondo Cobianchi, Prestianni è considerato importante nelle Under argentine, «ma è anche vero che il passaporto italiano lo sta facendo. Magari non significa niente, ma intanto non è arrivato nessuna smentita finora. Certo, l’AFA non lo mollerà così facilmente, ma non è una lotta persa in partenza».Pochi giorni fa Prestianni ha segnato il suo primo gol in prima divisione, e lo ha fatto con grande stile, saltando il portiere con la suola.

Sulle parentele di Prestianni si sa poco a livello giornalistico. Dalla diffusione del cognome possiamo intuire sia siciliano, ma se serve una ricerca più approfondita si può anche fare un viaggetto sul sito “Italian Genealogy”. In questo thread cercano direttamente un cugino di nome “Prestianni” dagli Stati Uniti. Ignacio Maestro PuchQuanto sembra forte: 6/10Quanto ci serve: 6/10Quanto è convincibile: 8/10Non dovremmo lasciarci sfuggire l’occasione di convocare un giocare dal nome tanto iconico, a metà tra Signore degli Anelli e un video YouTube reso persona. È un altro attaccante ma lo abbiamo capito che è lì il problema, Mancini ha detto che tra difesa e centrocampo abbiamo parecchie soluzioni. Meno tecnico ma più prestante fisicamente dei giocatori elencati finora, Maestro Puch è più un classico numero nove. Del resto ha iniziato col rugby, che ha praticato fino ai 14 anni: perfetto, tra le altre cose, per la nuova maglia Adidas degli azzurri, che sembra una maglia da rugby. Può essere meglio di Retegui o qui ci stiamo esaltando per un semplice nome esotico? Per caratteristiche, possiamo infilarlo nel gruppone dei centravanti argentini che sembrano piccoli tori, che si muovono in area con suprema foga ed esplosività. Giocatori fatti per esultare gridando sotto i settori dei tifosi impazziti. Ha la testa piccola e le spalle grandi, gli occhi tristi e i bicipiti pompatissimi. In famiglia una nonna calabrese. Quando deve descriversi dice di essere “aggressivo” e che gli piace “correre, correre, correre”. Un giocatore semplice.

I suoi genitori erano già emigranti di ritorno in Italia, e volevano che Ignacio nascesse italiano, poi per una serie di contingenze sono dovuti tornare in Argentina. In questa lista, forse, è l’oriundo che accetterebbe più volentieri la chiamata di Mancini ed è stato già probabilmente contattato dalla federazione. Secondo Giacomo Cobianchi è il profilo più interessante da integrare: «Può muoversi sia da prima che da seconda punta, ha molta forza sulle gambe. Protagonista dell’Atletico Tucuman che ha fatto un grande 2022. È uno dei profili che possono far comodo».Dice di ispirarsi a Batistuta, e forse allora non ci serve, visto che il nuovo Bati lo abbiamo già convocato. Gabriel StrefezzaQuanto sembra forte: 6/10Quanto ci serve: 5/10Quanto è convincibile: 10/10«Non ho ancora scelto, l'importante è che arrivi la convocazione. Se mi chiamasse Mancini però, non ci penserei due volte. Ho sempre sognato di indossare la maglia della Nazionale italiana» ha detto Strefezza al Corriere del Mezzogiorno. Questo, con in più una lunga militanza nel calcio italiano, lo rende uno degli oriundi più “naturalmente” convocabili da Mancini. La chiamata di Strefezza, più che a quella di Retegui somiglierebbe a quella di Toloi, di Paletta, di Camoranesi e tutti quegli italiani acquisiti attraverso l’abitudine alla Serie A. Strefezza sta disputando una stagione di livello nel Lecce, e i 7 gol stagionali non sono da ignorare. Strefezza non ha il dominio tecnico nel dribbling che aveva in Serie B, ma sta compensando con la qualità del suo piede negli ultimi metri. Certo, se Mancini in quel ruolo - quello di esterno sinistro - non sta convocando Zaccagni, viene da chiedersi a cosa servirebbe Strefezza. Lasciamo perdere, dai.Nicolas CapaldoQuanto sembra forte: 6/10Quanto ci serve 3/10Quanto è convincibile 7/10Su Capaldo possiamo fidarci di Daniele De Rossi, che durante il suo breve passaggio al Boca lo consigliò a Roberto Mancini, quando quindi non eravamo ancora così in fissa con gli oriundi. Capaldo non ha un gran curriculum sudamericano. Al Boca non era considerato più di tanto, ma non è un caso che le cose per lui hanno cominciato ad andare meglio dopo il trasferimento in Europa, nel peculiare universo del RB Salisburgo. Capaldo ha poco di sudamericano nel suo gioco, almeno se non consideriamo la tradizione de mediani iperdinamici che pure fanno parte della storia del calcio argentino. Capaldo gioca meglio senza palla che con, è bravo soprattutto negli inserimenti in area di rigore ed è grazie a questi che ha accumulato finora buoni numeri offensivi. Se nemmeno uno come De Rossi è riuscito a convincere Mancini, però, come possiamo farlo noi? Il centrocampo non sembra un grande problema per l’Italia, se vediamo anche la folta schiera di non convocati che meriterebbero un posto.Carlos AugustoQuanto sembra forte: 7/10Quanto ci serve 3/10Quanto è convincibile 8/10Ha giocato da braccetto della difesa a tre, o da esterno a tutta fascia, ma Carlos Augusto è uno di quei giocatori per cui il ruolo ha un’importanza solo nominale. Attraverso il suo dinamismo e la sofisticazione delle sue letture, col pallone e senza, si muove a tutto campo, tagliando spesso il verso il centro con zingarate importanti per un esterno di oggi, che deve muoversi in moduli fluidi. Carlos Augusto però ha anche una presenza fisica di tutto rispetto. Insomma, un giocatore di alto livello. A ottobre la Gazzetta ha riportato l’interesse di Mancini. Il problema è che gioca nei ruoli in cui la Nazionale è più coperta, la zona di campo in cui si annidano di più le polemiche sulle convocazioni - quella battuta da Dimarco, Spinazzola, Parisi, Udogie. Insomma, Carlos Augusto sarebbe forse il nome più sensato da chiamare in questa lista, eppure quello che ci fa meno comodo. La sfiga ci perseguita.Giuliano GaloppoQuanto sembra forte: 7/10Quanto ci serve 5/10Quanto è convincibile 7/10

È argentino ma gioca in Brasile, al San Paolo, dove si è trasferito qualche mese fa. In passato la Sampdoria aveva provato ad acquistarlo, per poi lasciar perdere di fronte a una valutazione considerata eccessiva (sopra ai 5 milioni). Gioca mezzala o mediano e si inserisce molto. Ha bei piedi, si muove bene, usa il corpo con astuzia. È un portatore di palla, dribbla con la testa alta, batte i rigori camminando (vi ricorda qualcuno?) ed è uno di quei giocatori che vedendolo dici “questo sa giocare a pallone”, con l’aria di chi la sa lunga. A due anni si è trasferito a Sanremo per vedere il padre giocare nella Sanremese. Parla italiano e dice di guardare il Festival di Sanremo e di ascoltare Ligabue e Vasco Rossi. Forse l’unica persona nata nel ’99 ad ascoltare Ligabue e Vasco Rossi.Ezequiel BullaudeQuanto sembra forte: 6/10Quanto ci serve 4/10Quanto è convincibile 6/10Il più elegante tra i nomi in lista, gioca centrocampista centrale, mezzala, trequartista, è uno di quei giocatori di cui non ti interroghi tanto della loro utilità in campo, ma che vorresti solo vedere correre col pallone tra i piedi. La scorsa estate si è trasferito al Feyenoord, dove ha giocato poco ma già regalato qualche perla.

Viene da un piccolo club, il Godoy Cruz, e si parlava di lui per un possibile passaggio al River Plate in estate. Il trasferimento al Feyenoord è stato in parte sorprendente, nonché il più ricco della storia del Godoy Cruz. Su Transfermarkt non è segnalata la doppia nazionalità, che però è indicata su questo articolo argentino, e anche dall’esperto di calcio argentino Mattia Zupo. Ci sarebbe di mezzo un ramo friulano. Bullaude è uno dei nomi più alta moda di questa lista, da chiamare se si punta tutto sullo stile.Gino Infantino

Altro nome francamente incredibile, e altro talento rosarino. Un esterno sinistro mancino, tecnico e dinamico, fatto esordire da Kily Gonzalez. Non segna molto per giocare in quella posizione, ma sta giocando tanto a nemmeno vent’anni. Di recente si è parlato di un interesse della Fiorentina nei suoi confronti.Nicolas CozzaQuanto sembra forte: 3/10Quanto ci serve 5/10Quanto è convincibile 6/10Bellissimo nome, tributo a uno dei numeri 10 di provincia mitici del calcio italiano. In realtà un difensore. Gioca terzino sinistro, ruolo in cui sappiamo d’avere abbondanza, ma può giocare anche difensore centrale, anche se non è molto alto. Suo nonno ha origini calabresi, mentre suo nonno materno è stato il primo capitano della storia del Montpellier, Jean-Louis Besson. Del Montpellier Cozza è diventato una piccola leggenda recente, con alcune grandi stagioni, prima di passare a gennaio al Wolfsburg. Non sta trovando spazio e quindi il suo nome può tornare utile più in futuro. Ha ancora 24 anni e dopo tutta la trafila con le nazionali giovanili francesi non è mai stato chiamato in Nazionale maggiore. Ha i capelli rossi, la faccia francese e si chiama Cozza: come potrebbe non migliorare la nostra difesa?Matias SouléQuanto sembra forte: 7/10Quanto ci serve 5/10Quanto è convincibile 3/10

A novembre del 2021 Matias Soulé viene convocato da Scaloni per le partite di qualificazione ai Mondiali contro Uruguay e Brasile; a marzo del 2022 viene convocato di nuovo. Nel frattempo giocava nella Juventus Under-23. Non è mai sceso in campo, ma intanto Scaloni ha voluto mettere in chiaro che contava su questo giocatore emigrato presto verso l’Italia. Di recente l’Argentina ha spesso adottato queste misure di prudenza verso i giocatori che giocano in Europa. Soulé, per di più, ha già il passaporto italiano e veniva facile immaginare dei rischi, che oggi che Mancini ha aperto questa guerra fredda col Sudamerica sono diventati concreti. Soulé finora non ha dimostrato molto, se non che la crescente fiducia di Allegri nei suoi confronti racconta di certo delle sue potenzialità. Le precedenti convocazioni di Scaloni rappresentano un freno, per ora, magari la situazione in futuro si sbloccherà.

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