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Federico Sborchia
11 giocatori da seguire in Premier League
09 ago 2023
09 ago 2023
La Premier League non è solo squadre milionarie e nomi da copertina.
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Federico Sborchia
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IMAGO / Action Plus
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Gli ultimi dieci anni di Premier League ci hanno mostrato una chiara, per quanto non costante, tendenza alla crescita per i club minori, che ormai a rotazione arrivano a sfiorare o intaccare il predominio economico e tecnico delle big six, seppur senza cambiare definitivamente le gerarchie (forse andrà fatta un'eccezione per il Newcastle, che potrebbe trasformare le big six in big seven).

La scorsa stagione in questo senso è stata straordinaria: tra le prime sette classificate abbiamo visto il già citato Newcastle ma anche il Brighton e l’Aston Villa, con cui Emery è riuscito a scalare dalla zona retrocessione fino alla qualificazione in Conference League ai danni di Tottenham e Chelsea. Se anche squadre minori – per quanto l'Aston Villa sia una squadra storica del calcio inglese, tra le più titolate del Paese – sono arrivate a puntare giocatori e allenatori di primo piano è perché mai come in questi anni il glass ceiling che le separava le grandi squadre dalle altre è sembrato effettivamente attaccabile con i giusti investimenti. Squadre come Brentford, Burnley e Bournemouth, per citarne alcune, negli ultimi anni hanno inaugurato progetti tecnici ambiziosi, aiutati certo dalle grandi disponibilità economiche ma anche da scelte di scouting intelligenti, che hanno portato nel campionato più scintillante del mondo giocatori poco conosciuti.

Quindi va bene Haaland, Havertz e Nkunku, ma il livello sempre più alto della Premier League si compone anche di squadre e giocatori meno in copertina. Per la nuova stagione che si sta per aprire ne abbiamo scelti quindi 11 che forse non conoscete, disposti con un 4-3-3 inusuale come un tiro di Mitoma.

Portiere: James Trafford (Burnley)

L’immagine più importante della brevissima carriera di James Trafford è arrivata proprio quest’estate, con il rigore parato ad Abel Ruiz nell’ultima azione della finale dell’Europeo Under 21 che ha regalato il trofeo alla Nazionale inglese per la prima volta in quarant’anni.

Trafford è un portiere dalla straordinaria reattività tra i pali e non è difficile rendersene conto: in tutto l’Europeo non ha subito neanche un gol ma ha regalato diverse parate straordinarie come quella con la mano di richiamo su Schade nella partita contro la Germania della fase a gironi. All’Europeo, però, Trafford ci è arrivato grazie a una grande stagione in League One con il Bolton, in cui ha mantenuto 22 clean sheets in 45 partite, contribuendo attivamente alla qualificazione ai play-off della sua squadra. In estate, Trafford ha lasciato il Manchester City in cui è cresciuto ed è passato al Burnley di Vincent Kompany, appena tornato in Premier League. Nel Burnley, realisticamente, Trafford troverà un contesto tattico simile a quello in cui si è formato e per questo sembra destinato a integrarsi rapidamente – nelle amichevoli è stato preferito al titolare della scorsa stagione – grazie alla sua capacità di distribuzione del pallone, pienamente appresa all’interno della Primavera del City, ma soprattutto grazie alla sua abilità tra i pali. Quest’ultima sarà probabilmente decisiva per la salvezza, soprattutto alla luce del fatto che nella scorsa stagione le tre retrocesse – Leeds, Leicester e Southampton – sono state anche le tre i cui portieri sono stati meno efficaci.

Terzino destro: Issa Kaboré (Luton)

Nonostante l’approdo in Premier abbia portato oltre un centinaio di milioni di sterline al club tra diritti tv e sponsor, il Luton ha continuato a limitare i suoi investimenti sul mercato. Issa Kaboré, preso in prestito dal Manchester City dopo alcune esperienze tra Belgio e Francia negli scorsi anni, è forse il più interessante dei sei nuovi acquisti del club.

Kaboré è un esterno che punta molto sulle sue doti atletiche: pur non essendo altissimo ha un fisico abbastanza slanciato e corre con grande leggerezza in campo. La capacità di prendere velocità con pochi passi lo rende un esterno abile a portare velocemente su il pallone, con conduzioni e dribbling anche abbastanza eleganti. Nella scorsa stagione ha giocato relativamente poco nel Marsiglia – circa 1000 minuti in Ligue 1 – ma è stato comunque uno degli esterni con più dribbling completati in Europa e con più conduzioni progressive per partita. Nel probabile 3-5-2 del Luton, Kaboré si incastra in modo quasi perfetto: oltre ad aggiungere corse col pallone, sa essere molto pericoloso quando lanciato in velocità e riesce a crossare con grande facilità. Queste qualità in possesso sono accompagnate anche da letture discrete in fase difensiva e una buona capacità di sostenere i duelli individuali. Di fatto è l'esterno ideale per una squadra che in Championship ha usato moltissimo i suoi giocatori di fascia per far uscire il pallone e che costruisce la maggior parte delle sue occasioni proprio dai cross. Probabilmente Kaboré non basterà a salvare il Luton in Premier League ma sicuramente troverà un contesto ideale per mostrare le sue qualità e mettersi ulteriormente in luce.

Centrale destro: Anel Ahmedhodžić (Sheffield United)

Tornato in Premier dopo due anni di assenza, lo Sheffield United si sta ripresentando al massimo campionato con una rosa quasi intatta rispetto a quella con cui era retrocesso. Anel Ahmedhodzic è una delle poche eccezioni.

Ahmedhodžić è arrivato a Sheffield nell’estate del 2022 ed è diventato un titolare praticamente subito, giocando 40 partite nel percorso che ha portato la sua squadra alla promozione diretta dalla Championship e alla semifinale di FA Cup. Il centrale bosniaco ha giocato principalmente da terzo di destra della difesa a tre, giocando con grande pulizia in anticipo e mettendo particolare energia nei duelli individuali. Al tempo stesso, però, di Ahmedhodžić stupisce soprattutto la completezza: non è un passatore straordinario – anche se lo stile molto diretto della squadra non lo aiuta – ma ha molta fiducia nella gestione del pallone e sa essere incisivo anche nelle zone più avanzate di campo. Non è casuale: lo Sheffield United da diversi anni porta molto spesso i suoi terzi di difesa a occupare il mezzo spazio, spingendoli anche fin dentro l’area di rigore. E i risultati si sono visti. Ahmedhodžić ha chiuso la sua stagione con quasi 2 tocchi a partita nell’area avversaria e più di 10 nel terzo finale – uno dei primissimi centrali di tutta la scorsa Championship in entrambe le statistiche – segnando anche 6 gol e offrendo 2 assist. Con questi dati in mente si capisce anche perché, in un’intervista a The Athletic, ha citato Edin Dzeko come il suo principale idolo di gioventù. Come per il Luton, le prospettive di salvezza per lo Sheffield United sembrano abbastanza ridotte ma sicuramente il talento di Ahmedhodžić non dovrebbe passare inosservato in Premier League.

Centrale sinistro: Calvin Bassey (Fulham)

Un anno fa l’Ajax acquistava Calvin Bassey dai Rangers per 23 milioni di euro, incoronandolo come erede designato di Lisandro Martinez, passato al Manchester United. Dopo una stagione molto difficile, Bassey è tornato subito in Gran Bretagna, stavolta nel Fulham di Marco Silva, per circa la stessa cifra.

Le qualità di Bassey con il pallone sono abbastanza evidenti, soprattutto in conduzione, avendo giocato anche da terzino. Il difensore nigeriano è un giocatore abile nella gestione dei duelli e sembra avere ottimi margini di crescita nelle letture, aiutato anche da una struttura fisica e una rapidità di passo straordinaria. Certo, la sua stagione all'Ajax ha mostrato più luci che ombre, ma forse la Premier potrebbe essere un campionato più adatto alle sue caratteristiche. Nel Fulham, Bassey potrebbe giocare sia da centrale di sinistra di una difesa a quattro, sostituendo due giocatori mai totalmente all’altezza come Diop e Ream, che come terzino in appoggio a sinistra, dando un approccio più conservativo rispetto a quello di Jedi Robinson. A 24 anni, questo potrebbe l’anno della consacrazione per Bassey e il suo inserimento potrebbe fare la differenza per confermare il Fulham in Premier League.

Terzino sinistro: Milos Kerkez (Bournemouth)

Per quasi metà estate si è parlato di Milos Kerkez come un obiettivo della Lazio ma alla fine ad acquistarlo dall’AZ Alkmaar è stato il Bournemouth. La squadra inglese aveva annunciato l’arrivo di Iraola in panchina poche settimane prima e da gennaio ha attuato un profondo restyling della rosa con cui ha inserito, tra gli altri, anche Junior Traoré, Dango Ouattara e Ilya Zabarnyi.

Kerkez al Bournemouth risponde a una necessità ben precisa proprio di Iraola, che già nella sua esperienza al Rayo ha mostrato di avere bisogno di terzini molto propensi a giocare negli ultimi metri. L’ungherese in questo sembra essere particolarmente a suo agio: anche nell’AZ si è visto spesso muoversi con tagli interni sulla sinistra e ricevere in zone avanzate di campo – nella scorsa stagione ha più di 20 tocchi a partita negli ultimi trenta metri e più di due nell’area avversaria – mostrando una capacità di occupare gli spazi non banale per un giocatore di 19 anni. Nel Bournemouth, inevitabilmente, si scontrerà con un contesto più competitivo dell'Eredivisie e potrebbero venire fuori alcuni suoi difetti, come la gestione del campo alle spalle e la leggerezza con cui tenta interventi rischiosi. Nonostante questo, sembra perfetto per le idee di Iraola e per questa ragione potrebbe diventare presto un giocatore importante per la squadra inglese.

Mediano: Billy Gilmour (Brighton)

Billy Gilmour ha giocato solo due partite da titolare nel Brighton nella scorsa stagione. Decisamente poche per un giocatore del suo talento, uscito dal Chelsea con molto e giustificato hype su di sé. Lo stesso De Zerbi, dopo una sua ottima prestazione a fine aprile in un 6-0 contro il Wolverhampton, ha ammesso di averlo utilizzato troppo poco.

Gilmour è un giocatore dal fisico molto minuto che, almeno a primo impatto, sembra renderlo incompatibile con la Premier. Tuttavia, il modo in cui fa muovere velocemente il pallone, giocando come se venisse multato ogni volta che tocca più di due volte il pallone, lo ha reso subito un imprescindibile nel Norwich due stagioni fa. Lo scozzese ha uno stile di gioco molto ambizioso: non soffre il dover giocare sotto pressione e nel modo in cui distribuisce palloni sembra aver studiato dai video di Jorginho, con cui probabilmente si è allenato spesso nei suoi ultimi anni al Chelsea. La prossima stagione sarà la seconda di Gilmour al Brighton ed è credibile che avrà più spazio di quello avuto nella precedente, sia perché le sue qualità sono ideali per il gioco di De Zerbi, sia perché lo stesso De Zerbi sarà chiamato a fare molte più rotazioni per sostenere l’impegno in Europa League. Al momento, Gilmour rischia di appaiarsi male con la presenza di Moises Caicedo – ha giocato due amichevoli da titolare, cedendogli però il posto nella terza – ma la situazione potrebbe cambiare se questo dovesse essere ceduto.

Mezzala destra: Mikkel Damsgaard (Brentford)

Da quando Mikkel Damsgaard ci ha illuso a Genova sembra passata una vita ma in realtà sono appena due anni, di cui una buona parte persi per colpa di una forma di artrite. In primavera abbiamo però finalmente ricominciato a vedere tutto il talento del danese in campo con il Brentford.

Thomas Frank ha ripensato abbastanza profondamente il ruolo di Damsgaard in campo, portandolo ad agire da mezzala destra del centrocampo a tre. L’idea, che effettivamente ha pagato nel finale della scorsa stagione, è quello di liberare maggiormente i suoi movimenti, togliendogli il vincolo di giocare vicino alla linea laterale e dandogli modo di trovare giocate decisive nelle zone centrali del campo. E in effetti Damsgaard sembra essersi trovato più a suo agio in questo nuovo ruolo, aiutato anche dall’avere una squadra più di alto livello intorno rispetto alle ultime versioni della Sampdoria. Il suo gioco ne ha guadagnato molto: ora il danese può scegliere più liberamente quando accelerare, diventando un giocatore meno propenso a perdere il pallone – rispetto a due anni fa ne perde quasi un terzo. Inoltre, sempre la maggiore qualità dei compagni con cui può associarsi – su tutti Mbeumo, che agisce sulla sua verticale – ha aumentato sensibilmente il peso delle sue giocate. Nella prossima stagione, Damsgaard dovrebbe partire come titolare designato del Brentford, soprattutto per la maggiore predisposizione al pressing rispetto al suo primo rivale per il ruolo, l’inglese Josh Dasilva. Lo stesso Frank potrebbe cercare di investire maggiormente sul suo talento per avere una fase di possesso più raffinata, complice anche la squalifica fino al 2024 di Toney.

Mezzala sinistra: Sander Berge (Burnley)

Anche per Sander Berge i tempi in cui sembrava di essere davanti a un grande centrocampista sembrano ormai lontani una vita. Per il norvegese però il ritorno a un livello più alto è stato particolarmente lungo attraverso due stagioni in Championship che ora gli sono valse un trasferimento nel neopromosso Burnley.

Il Berge che torna in Premier League dopo la retrocessione del 2021 è un giocatore decisamente più completo e abituato a operare a varie altezze del campo: nelle ultime due stagioni il norvegese ha infatti occupato sia il ruolo da vertice basso del centrocampo, con compiti di gestione della prima costruzione come fatto in Nazionale, che quello di mezzala più avanzata, muovendosi molto più nel terzo finale e diventando un giocatore più creativo. Questa ambivalenza nel gioco di Berge non è sorprendente e ha alla base la sua pulizia tecnica, che lo rende un passatore solido con frequenti guizzi. In Championship Berge ha avuto il vantaggio di essere un giocatore decisamente fuori categoria, grazie all'incredibile mix tra fisico statuario – supera agevolmente il metro e novanta – e capacità di gestire il pallone. La sua stagione si è chiusa con numeri da top di gamma: Berge è stato uno dei centrocampisti con più gol e assist – rispettivamente 5 e 6 – ma anche con più conduzioni progressive, dribbling completati e passaggi verso l’area di rigore. Nel Burnley di Kompany, Berge troverà probabilmente il contesto migliore per esprimere tutta la sua varietà di gioco, andando a muoversi, presumibilmente, in modo simile a Martin Ødegaard nell’Arsenal. Se dovesse superare definitivamente le sue fragilità fisiche ci potremmo trovare davanti un giocatore finalmente di alto livello.

Esterno destro: Harry Wilson (Fulham)

Harry Wilson è al secondo anno di Premier League con il Fulham ma questo sarà nei fatti il primo in cui riuscirà a trovare minuti con continuità, dopo l’infortunio al ginocchio che aveva complicato drammaticamente la scorsa stagione.

Wilson è un giocatore creativo nel senso più stretto del termine: è un mancino che parte da destra ma che tende a muoversi molto sia con la palla che senza, e che con il sinistro è capace di produrre un volume di gioco importante. Nella sua ultima stagione in Championship – l’ultima giocata per intero – ha segnato 10 gol e 19 assist, mostrandosi una varietà straordinaria di soluzioni in fase offensiva. Sia giocando in modo più minimale, con giocate semplici costruite senza palla, sia con tocchi più eleganti, come tiri che dimostrano una sensibilità tecnica straordinaria. Il suo impatto con la Premier League, nonostante i problemi fisici che ne hanno inevitabilmente limitato l’apporto in campo, è stato comunque positivo se si prende in considerazione che ha iniziato a giocare regolarmente da titolare solo nelle ultime dieci partite della stagione e che in questo lasso di tempo ha trovato tutti i suoi gol e assist – 2 e 3 – stagionali. Se considerassimo la fine della scorsa stagione come l'inizio di questa potremmo dire che chi ben comincia è a metà dell'opera. Ma ovviamente non è così semplice, quindi vedremo.

Esterno sinistro: Arnaut Danjuma (Everton)

Lo scorso gennaio il trasferimento di Arnaut Danjuma all’Everton era stato di fatto cancellato con i contratti già in mano. Il licenziamento di Lampard, arrivato nelle ore in cui l’olandese era a Liverpool, lo aveva infatti spaventato al punto da fargli decidere di far saltare tutto, complicando tutta la stagione dei "Toffees". Sei mesi dopo Arnaut Danjuma è diventato, stavolta ufficialmente, un giocatore dell’Everton.

La scelta di puntare su Danjuma per la squadra di Dyche è quasi controculturale: l’olandese è un giocatore creativo, esuberante e anche a volte arrogante, incarnando un po’ tutto il contrario di ciò che "Ginger Mou" solitamente vuole dai suoi esterni. Sul piano tecnico, però, l'ala olandese potrebbe arricchire molto la squadra di Liverpool: Danjuma è un grande dribblatore – tenta circa 4 dribbling a partita con più o meno il 50% di successo – che può aiutare i suoi compagni nel risalire il campo ma anche un attaccante che sa produrre molte occasioni e che in una certa misura le sa anche finalizzare bene, come dimostrano la sua ultima stagione al Bournemouth – 13 gol in 33 partite in Championship – e la prima al Villarreal – 16 in 34 tra Liga e Champions League. Al tempo stesso, la scelta di snobbare l’Everton a gennaio ha portato Danjuma al Tottenham, dove non si è mai veramente trovato con Conte, assistendo al naufragio della sua stagione con neanche 180 minuti giocati. Se un giocatore del talento di Danjuma è passato dall’eliminare il Bayern in Champions League a giocare per salvarsi nell’Everton qualcosa deve essere andato storto nella sua carriera ma se la scommessa fatta dall’olandese e da Sean Dyche dovesse pagare potremmo tornare a vedere un giocatore veramente entusiasmante.

Punta: Sasa Kalajdzic (Wolverhampton)

L’esperienza al Wolverhampton di Sasa Kalajdzic poteva decisamente iniziare meglio vista la lesione al crociato rimediata dopo la sua prima partita nella scorsa stagione. Ora però l'altissimo centravanti austriaco sembra essersi ripreso, almeno da quanto si è visto dalle amichevoli estive dei Wolves.

Prima di infortunarsi, Kalajdzic veniva da 22 gol e 6 assist in due stagioni con lo Stoccarda, attirando un discreto interesse su di sé non solo per i gol ma anche per l'inusuale raffinatezza tecnica. Cosa è rimasto di tutto questo dopo l'infortunio della scorsa stagione? Al di là delle incognite atletiche, c'è da dire che Kalajdzic sembra avere le caratteristiche giuste per fare la punta in questo Wolverhampton: ha una buona qualità nel muoversi sulla trequarti per associarsi coi compagni, e sa trasformarsi nel terminale offensivo una volta finito in area. Se calcoliamo che quasi tutti gli esterni del Wolverhampton sono crossatori molto efficaci, sia Pedro Neto e Hugo Bueno a sinistra che Doherty, Podence e Sarabia a destra, il matrimonio sembra essere perfetto. Inizialmente Kalajdzic era stato scelto come erede di un declinante Raul Jimenez; ora il passaggio di consegne dovrebbe materializzarsi definitivamente vista la cessione del centravanti messicano al Fulham. Certo, non sarà facile farlo in una squadra in difficoltà finanziarie, che ha perso il suo capitano e alcuni dei suoi miglior giocatori, con un allenatore che ha appena dato le dimissioni, e che dal 2020 non porta un giocatore sopra i 7 gol stagionali. Ma chi siamo noi per non crederci un'ultima volta?

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