La storia recente della Premier League ha contribuito a riscrivere la geografia del campionato, spingendo sempre di più i riflettori verso le big six, ovvero le sei grandi del calcio inglese (Manchester City, Liverpool, Tottenham, Chelsea, Arsenal e Manchester United) che cannibalizzano trofei, soldi e attenzioni. Sotto di loro, però, resiste un ecosistema di squadre ormai sempre più ricche e ambiziose e che ogni anno produce, scova o acquista numerosi giocatori di talento che poi finiscono per catturare l'attenzione. Di seguito ne abbiamo scelti undici - uno per ruolo a formare un coraggioso 4-2-3-1 – che potrebbero far parte di questa categoria provenendo dalle squadre considerabili "minori" della Premier, nonostante capacità di investire generalmente più alte di quelle delle migliori squadre in Europa. Sono giocatori ancora poco conosciuti che nei prossimi mesi potrebbero rubare un po’ di riflettori in questa stagione ai fenomeni come Haaland e Darwin Nunez.
Portiere: Gavin Bazunu – Southampton
Gavin Bazunu è uno dei figli della new wave del calcio irlandese, che sta cercando di ritornare grande dopo anni estremamente difficili. Potreste aver già sentito questo nome durante le qualificazioni al mondiale, quando ha parato un rigore a Cristiano Ronaldo.
Per Bazunu l’approdo in Premier era quasi inevitabile ed è arrivato grazie alle scelte di player trading del Southampton, che nell’ultimo biennio sta attingendo a piene mani dai floridi settori giovanili di Chelsea e Manchester City. Gavin viene da quest’ultimo, con cui ha giocato nelle giovanili fino al 2020, prima di infilare due prestiti con Rochdale e Portsmouth. La scorsa stagione Bazunu è riuscito a mettersi in luce come un portiere di grande personalità – pur essendo giovanissimo (è del 2002) – ed estremamente meticoloso sulla preparazione delle partite.
In campo ha un approccio estremamente proattivo: tende a restare in posizione più avanzata e ad allontanarsi maggiormente dalla sua area rispetto a quanto fanno normalmente i portieri. Per una squadra che fa della riaggressione il suo punto di forza, questa tendenza può risultare vitale e lo ha aiutato a prendersi da subito il posto da titolare.
Tra i pali è ancora leggermente acerbo, ma il talento è evidente. I suoi movimenti sono estremamente convulsi e ricordano per certi versi quelli di un altro portiere dalla grande mobilità come Aaron Ramsdale. Proprio come il suo collega ora all’Arsenal, Bazunu è arrivato in Premier League direttamente dalla League One e come lui dovrà, probabilmente, difendere i pali di una squadra attesa da una stagione difficile ma in cui potrà mettere in mostra tutte le sue qualità.
Terzino destro: Rasmus Kristensen – Leeds
L’arrivo di Jesse Marsch ha aperto le porte a una rivoluzione molto profonda nel Leeds: nell’arco di un’estate sono partiti due dei giocatori più importanti (Raphinha e Kalvin Phillips) e per sostituirli sono arrivati un gran numero di giocatori di scuola Red Bull. Rasmus Kristensen non si può propriamente definire un suo prodotto, ma da quell’universo ci è passato indossando la maglia del Red Bull Salisburgo nelle ultime tre stagioni e comunque proviene dal Midtjylland, una squadra con un approccio peculiare, a cui ha aggiunto un passaggio all’Ajax, che è pur sempre l’Ajax.
Queste esperienze gli hanno permesso di interiorizzare un calcio aggressivo, fatto di continue riaggressioni e l’abitudine ai duelli individuali. La scelta del Leeds di puntare su Kristensen dipende anche dal fatto di dover trovare il sostituto di un esterno molto peculiare come Stuart Dallas, ora fermo per infortunio. Il nordirlandese infatti è stato sempre un giocatore di grande aggressività ma anche capace di partecipare alla dimensione offensiva del gioco portando il pallone o accompagnando la manovra per offrire soluzioni di passaggio fino a diventare il terminale offensivo con i suoi inserimenti in area. Nel veder giocare Kristensen si notano dei tratti comuni nel modo in cui il danese riesce a partecipare all’azione con i suoi movimenti con e senza palla. In numeri questo si traduce in un alto volume di tocchi nel terzo finale – 19.1 p90’ nell’ultimo anno, più dello stesso Dallas – e anche nei sette gol segnati nel campionato austriaco nella scorsa stagione. Nel complesso il fit tattico con le idee di Marsch sembra perfetto e, al netto di eventuali difficoltà di ambientamento, il suo futuro a Leeds promette estremamente bene.
Difensore centrale: Nathan Collins – Wolverhampton
Nella scorsa stagione il Wolverhampton ha messo in piedi una delle migliori difese della Premier League grazie a un terzetto di centrali che vede al centro il capitano Conor Coady – uno dei miei giocatori della stagione – e accanto a lui due difensori fisicamente dirompenti. Da questo punto l’acquisto di Nathan Collins è un profilo ideale per il modo di difendere di Bruno Lage. Collins viene da una brutta e triste retrocessione con il Burnley, ma lui è riuscito comunque a emergere.
È centrale molto aggressivo, capace di giocare sia al centro che come terzo di destra in una linea a tre, ma che in caso di necessità può fare anche il terzino di una linea a quattro. Ha un bagaglio tecnico molto ampio: quando deve aggredire il portatore è estremamente efficace grazie al suo fisico imponente, ma riesce anche a mantenere un buon rendimento quando deve coprire il campo alle sue spalle. Col pallone tra i piedi è a suo agio, in grado di partecipare attivamente alla risalita del pallone con profitto.
Nella scorsa stagione per trovare spazio da titolare ha dovuto aspettare l’infortunio di Ben Mee e si è mostrato anche un po’ ingenuo in alcune situazioni – tra cui il rigore regalato al Newcastle nella partita che ha mandato il Burnley in Championship – ma è stato sempre capace di reagire positivamente ed è certo che con un po’ di esperienza in più riuscirà a consolidarsi come una presenza fissa in Premier League.
Difensore centrale: Marc Guehi – Crystal Palace
Marc Guehi è stato uno dei migliori difensori centrali della scorsa stagione. In poco tempo si è costruito un ruolo dal leader nel Crystal Palace, guadagnandosi anche la nazionale inglese. È un centrale estremamente abile nel leggere il gioco, che preferisce difendere evitando i rischi con il giusto posizionamento piuttosto che con un gioco aggressivo. Non tenta un gran numero di duelli, ma è bravo a farlo quando ha una posizione di vantaggio per vincerli con continuità. Le sue qualità di lettura del gioco lo rendono un profilo abbastanza raro nella Premier League moderna, fatta principalmente di centrali fisicamente e atleticamente dominanti.
Guehi si propone quindi come un centrale di copertura, come se ne vedono pochi fuori dalla più elevata élite dei Van Dijk e Ruben Dias, soprattutto in un contesto che sembra favorire sempre più giocatori iper-intensi e iper-aggressivi. La rapida ascesa dell’ex Chelsea dalla Championship alla nazionale inglese si può leggere anche in questi termini. Con il pallone tra i piedi ha ancora margini di miglioramento, ma non è legnoso, anzi, mostra una certa confidenza sia quando parte palla al piede che nei passaggi corti. Per fare il definitivo salto di qualità, forse, dovrebbe testarsi a un livello più alto e, se questa stagione andrà come l’ultima, è facile che qualche squadra di caratura maggiore proverà a dargliene l’occasione.
Terzino sinistro: James Justin – Leicester
James Justin si era messo in evidenza già nella stagione 2020/21, mostrandosi perfettamente in grado di rimpiazzare un terzino del calibro di Ben Chilwell, ma un grave infortuni al ginocchio ne aveva rallenato l’ascesa. Tornato verso la fine della scorsa stagione è sembrato pronto per tornare sui suoi livelli in questa. Justin è un calciatore molto divertente da vedere: ha un fisico longilineo e un passo leggero, ma possiede una rapidità fuori dal comune. L’infortunio al crociato, invece di appesantirgli il passo, sembra averlo fatto in qualche modo maturare rendendolo un giocatore non più prettamente di strappi, ma anche capace di associarsi con i compagni.
Nella fase difensiva è un terzino principalmente orientato sull’uomo, recupera un buon numero di palloni e, come da tradizione per gli esterni del Leicester, predilige farlo in zone più avanzate di campo. Nella sua esperienza a Leicester Rodgers lo ha impiegato sia come esterno destro che sinistro, soprattutto in funzione della disponibilità dei suoi compagni di reparto – storicamente bersagliati da infortuni – ma in generale la fascia sinistra sembra più adatta a lui in quanto gli consente di entrare dentro il campo e incidere meglio nella trequarti avversaria, aspetto su cui sembra avere ancora dei significativi margini di crescita.
Centrocampista destro: Marc Roca – Leeds
Il Leeds è reduce da una stagione difficilissima, con una salvezza arrivata all’ultima giornata. Come già accennato, sul mercato ha optato per una ristrutturazione profonda della squadra, soprattutto a centrocampo dove sono arrivati Marc Roca e Tyler Adams.
Marc Roca è un calciatore molto diverso da Kalvin Phillips che va a sostituire: se da un lato lo Yorkshire Pirlo predilige portare il pallone su per il campo, Roca è un playmaker più tradizionale. Nell’Espanyol, la squadra che lo ha lanciato, era il centro della manovra, toccando un’enormità di palloni e distribuendoli con grande qualità soprattutto sul corto. A Leeds dovrà ritrovare quel tipo di confidenza che lo aveva esaltato in Spagna, tornando a giocare con continuità dopo due anni al Bayern Monaco in cui ha visto pochissimo il campo.
Alcuni sprazzi delle sue qualità sono emersi anche nella parentesi al Bayern.
Nelle amichevoli Marsch lo ha usato come regista, facendolo abbassare sia tra i due centrali che al lato di essi, creandogli lo spazio per distribuire palloni nel modo a lui più congeniale e rompere le linee di pressing avversarie. In generale restano alcune perplessità su come lo spagnolo riuscità ad ambientarsi in un campionato intenso come la Premier League, ma l’investimento fatto da Marsch su di lui sembra dettato da una grande fiducia nei suoi mezzi.
Centrocampista sinistro: João Palhinha – Fulham
Nelle sue ultime due comparsate in Premier League il Fulham ha sempre deluso le aspettative, provando campagne acquisti faraoniche ma chiudendo anzitempo le stagioni con anonime retrocessioni in Championship.
Questa volta stanno cercando un approccio più mirato e l’acquisto di João Palhinha dallo Sporting si può leggere in tal senso. Palhinha si è messo in mostra nel deludente europeo della nazionale lusitana come giocatore di equilibrio, bravo nel recupero del possesso e discretamente solido nella distribuzione, qualità molto utili per consentire al Fulham di assorbire senza troppi traumi il ritorno in Premier. Palhinha è infatti un giocatore esperto, che avrà principalmente il compito di stabilizzare difensivamente la squadra di Marco Silva, sostituendo nominalmente un giocatore come Seri, mostratosi largamente inadatto a contesti ad alta intensità. Pur andando a coprire lo spazio lasciato da Seri, Palhinha ha un gioco che ricorda più quello dell’ex Zambo-Anguissa, riscattato in estate dal Napoli. La principale differenza con Seri risiede soprattutto nel volume di passaggi: Palhinha ne tenta quasi la metà ed è meno propenso a prendersi rischi, anche se sembra possedere i mezzi per giocare molto bene il pallone anche sulla lunga distanza.
Il suo impatto all’esordio è stato decisamente positivo: pur dovendo fare i conti con l’intensità del Liverpool è riuscito a presidiare molto bene la fascia centrale del campo, recuperando e pulendo un buon numero di palloni. Ha mostrato anche una buona sicurezza con il pallone tra i piedi, restando spesso calmo anche quando ha dovuto fronteggiare l’aggressività dei giocatori del Liverpool. Una qualità fondamentale in un campionato iper-intenso come la Premier League.
Alcune giocate dal suo debutto in Premier League.
Trequartista destro: Bryan Mbeumo – Brentford
Qualche anno fa Bryan Mbeumo era parte della BMW, il nomignolo che i tifosi del Brentford avevano dato al tridente formato da lui, Ollie Watkins e Said Benrahma. Se gli ultimi due hanno raggiunto la Premier lasciando la squadra, Mbeumo ha preso la strada lunga, conquistandola direttamente con la maglia del Brentford.
Mbeumo è stato un titolare quasi indiscusso anche nella prima stagione in Premier League, muovendosi a supporto di Ivan Toney con compiti da seconda punta, ma è plausibile che in questa stagione possa tornare a giocare sull’esterno destro, tornando a essere il giocatore visto in Championship, che attacca molto bene gli spazi e che sa mettere in difficoltà le difese avversarie in dribbling, qualità che manca alla maggior parte dei suoi compagni.
In fase di non possesso è particolarmente propenso al pressing, e anche per questo è sempre stato centrale negli schemi di Thomas Frank. Uno dei principali problemi della sua stagione, però, è stata la difficoltà nel tradurre in numeri – soprattutto in gol – le occasioni che ha saputo creare. Mbeumo è effettivamente un giocatore carente nel decision-making, la mappa dei suoi tiri mostra come tenda a prendere un gran numero di conclusioni difficili e quindi statisticamente meno giusti. La sua stagione di debutto in Premier gli ha portato appena 4 gol, numeri decisamente lontani dai 23 accumulati nelle due in Championship. In questa stagione ha già segnato al Manchester United, in una vittoria per 4-0 a suo modo storica.
Inevitabilmente, per adattarsi alla Premier League, dovrà migliorare le sue scelte e valorizzare meglio le sue qualità tecniche. In definitiva, Bryan Mbeumo dovrà crescere come tutto il Brentford per meritarsi la conferma nella massima serie.
Trequartista centrale: Joe Aribo – Southampton
In un mercato come quello inglese, in cui i valori di mercato sono sempre vittima dell’enorme disponibilità di denaro dei club, il Southampton è riuscito ad assicurarsi un giocatore di spessore come Joe Aribo per meno di dieci milioni di sterline, bonus compresi.
Nella scorsa stagione Aribo ha disputato 70 partite tra club e nazionale, più di chiunque altro al mondo, mostrando una tenuta fisica fuori dal comune. Quello che più impressiona del suo gioco è, però, la duttilità che ha in campo. Il suo bagaglio tecnico è estremamente ampio e gli consente di disimpegnarsi senza troppa fatica in un gran numero di ruoli. Nella stagione appena conclusa, Van Bronckhorst lo ha usato indifferentemente come trequartista a supporto di un centravanti come Morelos che come falso nove nel momento del bisogno, mentre tutti gli attaccanti erano infortunati, ricavandone anche un gol in finale di Europa League.
Dalla Premiership lo hanno salutato così.
La sua consacrazione, però, era arrivata ancora prima nel lato sinistro del campo, dove Gerrard lo aveva impiegato sia come esterno alto che come mezzala di incursione. Non dovremmo sorprenderci: Aribo sa inserirsi molto bene ma sa anche portare il pallone – per due anni è stato tra i giocatori con più dribbling riusciti nel campionato scozzese – e ha un’intensità in fase di non possesso che lo rende utilissimo per squadre che hanno al centro del loro sistema una riaggressione sistematica.
Hasenhüttl in tal senso sembra aver assecondato l’evoluzione del suo nuovo acquisto impiegandolo a supporto di un centravanti – che sia Ché Adams o Adam Armstrong – e lui ha ripagato subito trovando un gol maradoniano nell’amichevole contro il Villarreal. Per Aribo l’impatto con la Premier League non dovrebbe essere così problematico e probabilmente dai suoi piedi passerà anche una discreta parte della stagione dei Saints.
Trequartista sinistro: Eberechi Eze – Crystal Palace
Ebe Eze è uno dei talenti più brillanti del giovane Palace di Patrick Vieira ma, come per Justin, la sua stagione è stata pesantemente limitata dall’infortunio al tendine d’Achille subito nella primavera del 2021, impedendogli anche di partecipare agli Europei.
Eze è arrivato in Premier League come un trequartista molto anarchico, capace di prendere tutta l’ampiezza del campo, ma Hodgson lo ha spostato sul lato sinistro del campo, che gli ha consentito di prendere confidenza con la Premier League e di far sviluppare maggiormente le sue qualità in dribbling. Ora Eze è un giocatore che, oltre a una grande qualità di calcio, possiede una notevole pulizia in conduzione e questo lo sta aiutando nel processo di riaccentramento della sua posizione voluto da Patrick Vieira. Da quando è tornato dall’infortunio, l’ex capitano dell’Arsenal ha spostato la zona di ricezione di Eze soprattutto nel mezzo spazio di sinistra. Questa posizione ne ha ampliato sensibilmente le scelte, portandolo a incidere di più anche nel terzo finale, dove può associarsi bene con tutti i suoi compagni di maggior qualità e agire anche da rifinitore.
Nonostante il lungo infortunio, Eze si è fatto trovare pronto all’esordio stagionale e sembra voler riprendere la sua carriera da dove aveva lasciato. Il suo percorso di maturazione non sembra ancora del tutto completo e forse il futuro potrebbe portarlo a muoversi più da mezzala. In ogni caso, le sue qualità sono rimaste sostanzialmente intatte.
Punta: Dominic Solanke - Bournemouth
Dominic Solanke è stato a lungo considerato uno dei pezzi più pregiati dell’academy del Chelsea, ma la sua ascesa al calcio dei grandi è stata più lunga e tortuosa del previsto, passando prima dall’Eredivisie, poi da Liverpool e infine dal Bournemouth.
Solanke ha dovuto faticare enormemente per trovare spazio, riuscendo a farlo solo dopo la retrocessione del 2020. La Championship gli ha permesso di avere continuità sia nell’impiego che nelle prestazioni, segnando prima 15 e poi 29 gol. Soprattutto la scorsa stagione è apparso finalmente come un centravanti moderno, capace di ricevere spalle alla porta e associarsi con i compagni prima di puntare l'area di rigore per chiudere l'azione. Negli ultimi 16 metri possiede una discreta varietà di colpi che spaziano da controlli eleganti a giravolte attorno al marcatore fino ai più convenzionali tocchi sotto misura.
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Nell’ultimo decennio di calcio solo una decina di attaccanti sono riusciti a mantenere la doppia cifra nel passaggio dalla Championship alla Premier League e nel caso del Bournemouth i gol di Solanke diventeranno estremamente importanti per cercare di evitare un’immediata retrocessione. A suo favore gioca una buona esperienza accumulata negli anni passati tra Liverpool e lo stesso Bournemouth, con cui ha sicuramente preso, almeno parzialmente, confidenza con la realtà della Premier League.
Nel complesso, Solanke ha tutti i mezzi per poter raccogliere un discreto bottino di gol, soprattutto se l’impianto di gioco del Bournemouth dovesse riuscire a sostenerne le ambizioni in zona gol.