Marzo è un mese speciale per la pallacanestro d’oltreoceano: i rapporti di forza nella NBA iniziano a delinearsi tra squadre pronte per battagliare ai playoff e quelle che invece devono iniziare a programmare la stagione seguente, mentre il College Basketball entra nella sua fase calda con il Torneo NCAA e tutto quello che riguarda la March Madness. Per questo, non c’è momento migliore per iniziare la nostra marcia di avvicinamento verso il Draft NBA del prossimo 22 giugno.
Un Draft che nelle prime dieci posizioni vede un gruppo solido che difficilmente vedrà inserimenti dell’ultimo minuto, caratterizzato da una talentuosissima infornata di point guard ed esterni per tutti i gusti. Di seguito abbiamo un ulteriore gruppo di giocatori che parte un gradino indietro nell’attuale scala dei valori, ma con un potenziale tale da poter essere un ottimo investimento a lungo termine per le squadre NBA. Andiamoli a vedere nello specifico.
#1 Markelle Fultz – Guardia – Washington (Fr)
A inizio stagione la corsa per la prima scelta assoluta del Draft 2017 sembrava essere tutt’altro che scontata, ma con il passare dei mesi Markelle Fultz è riuscito a spazzare via gli altri pretendenti confermando tutta la portata del suo talento.
Non è facile trovare in un diciottenne (Fultz è il più giovane di questo Draft dopo Frank Ntilikina) una tale combinazione di elementi atletici e fisici, qualità realizzative e tempi offensivi. E sebbene la stagione di Washington non abbia avuto più niente da dire già dopo le prime settimane di partite, Fultz non ha modificato il suo modo di stare in campo, cercando sempre di dare il massimo contributo a squadra e compagni nonostante il loro livello non sia neanche lontanamente paragonabile al suo.
Nel suo gioco impressiona la varietà di soluzioni offensive a sua disposizione. Può passare dai 37 punti senza tiri da tre contro Colorado a far registrare 8/15 dalla lunga distanza (al momento tira col 41%) nelle due partite seguenti. Se a questo aggiungiamo l’innata capacità di dettare ritmi sul pick and roll prendendo spunti dai maestri NBA della specialità, la grande visione di gioco anche nelle situazioni più complicate e la possibilità di essere un solido realizzatore sia in campo aperto che a difesa schierata, ci rendiamo conto che abbiamo di fronte un giocatore con pochissimi punti deboli nel suo repertorio.
Pick your poison
Ha ancora molto da imparare, soprattutto quando si analizzano difesa e scelte, ma un prototipo di point guard con queste misure (193 cm di altezza con apertura di braccia da 210 cm) è impossibile da passare alla 1.
#2 Dennis Smith Jr – PG – North Carolina State (Fr)
Prendete il primo Steve Francis, portatelo ai giorni nostri e avrete già una prima idea del gioco di Dennis Smith Jr, razzente point guard di NC State che sta dimostrando di essere uno dei giocatori più futuribili di questo Draft.
Dotato di gambe alla dinamite – parzialmente frenate dall’intervento al crociato sinistro avvenuto nella scorsa estate – Smith è un vero e proprio slasher da pick and roll capace di affrontare gli avversari più alti e fisici grazie alla possibilità di gestire questa potenza atletica con ottimo controllo del corpo e una robustezza che gli permette di concludere molto bene nei pressi del ferro (1.28 punti per possesso via Synergy Sports), ma allo stesso tempo capace anche di creare soluzioni per i compagni, come testimoniano i 6.3 assist di media.
E se decide di andare al ferro è dura impedirglielo
Rispetto a Fultz ha misure più contenute ed è molto più indietro nella costruzione di un tiro dalla distanza. Inoltre continua a prendere qualche scelta avventata di troppo, ma difensivamente è già un pericolo nelle linee di passaggio – senza ancora aver recuperato al 100% dall’operazione al ginocchio – e a rimbalzo ha fiuto e gambe per dare valido aiuto ai suoi lunghi e per scatenare la transizione nel minor tempo possibile.
#3 Lonzo Ball – PG – UCLA (Fr)
Ball è sicuramente il giocatore che più divide appassionati e non solo in vista di quello che succederà nella notte del 22 giugno prossimo.
Non c’è alcun dubbio che sia il giocatore più divertente da vedere in azione in questa stagione collegiale, un passatore incredibile che con la sua presenza ha cambiato la (triste) storia recente di UCLA e che mentalmente pare di un altro livello rispetto agli altri ragazzi, pienamente consapevole delle proprie capacità e potenzialità, come dimostra tutte le volte che gioca un finale di gara. Sa come avere in mano una partita senza dominarla dal punto di vista realizzativo, ma piuttosto con un QI cestistico che gli permette di prendere sempre la giusta decisione in entrambe le fasi di gioco. E il tiro, seppur brutto come meccanica, tende a entrare, come dimostra il 67% di eFG da situazioni di catch & shoot.
Ball è un passatore creativo che però non pecca di efficacia, riuscendo a trovare sempre il modo per muovere l’attacco coi tempi giusti
Il problema quando parliamo del futuro di Ball si presenta quando dobbiamo pensare a quanto possa incidere in NBA una point guard che fa ancora molta fatica a crearsi la propria conclusione e il cui stile di gioco rischia di scontrarsi con allenatori e/o differenza di ritmi.
Rimane un prospetto quasi impossibile da tenere fuori dalla top-5 per stazza, efficienza difensiva ed equilibrio tra creatività e maturità, ma è chiaro che la sua unicità può far nascere dei dubbi.
#4 Josh Jackson – SF – Kansas (Fr)
In un Draft così ricco nei ruoli più perimetrali, Jackson potrebbe essere la prima vera alternativa per quelle (poche) squadre che non hanno bisogno di particolari innesti nel backcourt.
Il freshman di Kansas si presenta alla NBA come il potenziale “Glue Guy Definitivo”, ovvero un giocatore che nonostante la poca sostanza realizzativa – soprattutto al tiro – può essere inserito in un contesto NBA per la miriade di cose che sa fare su un campo da basket. Attitudine, mobilità, stazza e atletismo sono le caratteristiche che fanno di lui un difensore pronto al salto tra i professionisti ma allo stesso tempo futuribile: nel ruolo in pochi sono capaci di passare la palla come lui e rendersi utile in attacco anche senza palla.
Playmaking, un valore aggiunto.
Nonostante non sia la stella più luminosa di questo Draft, ha le potenzialità per essere un solido titolare, uno dei preferiti dei coach che lo avranno tra le mani.
#5 Jonathan Isaac – F – Florida State (Fr)
Isaac è il giocatore che più si avvicina ad essere il vero game-changer difensivo del lotto, nonostante sia un prodotto allo stato grezzo. Con i suoi 210 centimetri di altezza e un’apertura alare ben oltre i 2.13, il giovane prodotto della Florida ha dimostrato di poter essere un difensore élite nel suo ruolo, grazia anche alla mobilità di piedi che gli permette di seguire le tracce anche di giocatori più piccoli e veloci.
Due chiari esempi del suo potenziale difensivo: recupero dopo l’aiuto in tempi brevissimi e scivolamento laterale con sfondamento subito, sfruttando tutta la lunghezza di cui dispone.
In attacco è ancora bello visibile il cartello dei lavori in corso, ma ha fatto vedere di poter lavorare e migliorare sul tiro e di poter mettere palla in terra in entrambe le direzioni.
Rispetto a Jackson è ancora grezzo, un progetto di cui non si ancora bene tutte le potenzialità – ed è forse questo che lo rende uno dei prospetti più intriganti.