To Boston With Love
L’improbabile storia d’amore tra Isaiah Thomas e i Boston Celtics.
Già, esattamente come fa un personaggio da cartoon a segnare a volontà contro avversari che al confronto sembrano dei Monstars? Anche senza aiuto di Michael Jordan e della sua pozione miracolosa Isaiah ha la confidenza di far canestro ogni volta che si affaccia nella metà campo avversaria. Pur essendo fisicamente limitato le sue abilità offensive sono praticamente illimitate. Può punire in arresto e tiro fermandosi su una moneta da 10 centesimi trovata per caso sul parquet, può inserire il NOS e battere qualsiasi avversario in palleggio. Negli anni ha messo su un campionario di soluzioni creative, di gesti atletici non proprio ortodossi che gli consentono di ribaltare la disparità atletica.
Thomas ha convertito il 58% dei suoi tentativi al ferro durante l’anno, superando in tale categoria dei freak atletici come Russell Westbrook o John Wall, nonostante non sia mai riuscito ad aggrapparsi al suddetto ferro. La sua capacità di creare separazione tra di sé e il marcatore prima di rilasciare il pallone rende inutili le tentacolari braccia dei suoi rivali. Andando verso il corpo del difensore prima annulla il tempo di salto, poi trova la fessura attraverso cui far passare il pallone usando la sua figura come protezione. In aria ingaggia una danza rituale roteando il pallone e poi, all’improvviso, con un colpo secco di polso disegna una dolce semicurva che termina col rumore del cotone.
All’atterraggio il pubblico applaude come a Fiumicino.
Il suo controllo di corpo degno di Gigi la Trottola gli permette di ammortizzare gli urti che subisce nel pitturato senza far neanche spostare la fascia che gli cinge la testa rasata alla Slick Watts. Anzi, Isaiah ricerca costantemente l’impatto per generare la forza cinetica necessaria per allontanarsi dall’avversario e per garantirsi i fischi arbitrali. La frequenza di viaggi in lunetta è da pendolare stakanovista: solo in tre hanno segnato più tiri liberi di lui in stagione.
L’astuzia con la quale capitalizza ogni singolo vantaggio acquisito dalle situazioni di gioco dimostra quanto le capacità di lettura siano vitali per sopravvivere nella giungla. Non c’è errore avversario che non sfrutti, cambio vantaggioso che non attacchi. Attraverso un fitto arsenale di finte, esitazioni e rapidi cambi di direzione batte il suo uomo e mette estrema pressione sull’aiuto, che solitamente ha una velocità di piedi molto diversa dalla sua. Le spaziature di Stevens poi gli concedono il giusto timing per operare, scegliendo se arrivare al ferro o aprire per i tiratori.
Batte Bazemore passando dietro la schiena, usa il corpo per difendere il pallone tenendo aperto il palleggio, abbassa il baricentro come in una gara di limbo e due passi dopo approfitta del mancato aiuto dal lato debole per salire in aria e appoggiare due comodi punti
Poi c’è anche la freddezza di prendersi i tiri che contano
In due gare al Garden segna 70 punti e pareggia la serie.
Purtroppo ad Atlanta si balla tutta un’altra musica e i C’s rimediano l’ennesima sconfitta in trasferta. Ma c’è di più: IT, ricadendo, subisce una storta alla caviglia sinistra. Difendere ulteriormente il Garden diventa un’impresa impossibile.
L’amarezza per un’altra eliminazione al primo turno rimane sul palato più amara di quella dell’anno precedente. Queste learning lessons cominciano ad essere un po’ troppe, e Isaiah vuole arrivare a giocarsi le partite che contano davvero. In cuor suo sa che Boston è il posto giusto per farlo.
Infatti non ha passato l’estate in completa solitudine come un monaco buddista o facendo a gara di flessioni con Nate. Questa è stata l’estate della certificazione del rapporto, in cui rinunci alla vacanza con gli amici e parti per una romantica settimana solo voi due, e ne sei quasi contento. Ormai hai fatto la tua scelta e non c’è più modo di tornare indietro.
Ah, intanto Isaiah si è davvero sposato quest’estate!
Gli tocca anche partecipare a tutte le attività di famiglia e Isaiah lo fa di buon grado, accettando l’invito di Danny Ainge di spendersi durante la free agency per convincere i pezzi grossi a vestirsi di verde la stagione successiva, oltre che a comparire nel video di un rapper mormone fissato con l’autotune. I Celtics hanno come obiettivo primario Kevin Durant ma sembra più un modo per farsi salire l’autostima piuttosto che un target plausibile.
Il vero colpo è invece Al Horford, che Thomas ha insistentemente reclutato dal weekend dell’All-Star Game, e che diventa il Free Agent più prestigioso della storia biancoverde. Da All-Star a All-Star, un rapporto nuovo che gestisce con l’esperienza del veterano, dando l’impressione che quando smetterà di giocare potrà diventare un GM migliore del suo quasi omonimo (non che ci voglia molto). Ora dovrà confermare di avere le stesse doti di leadership in campo di Zeke perché lui e i C’s non si possono più nascondere: per la prima volta avranno spesso i favori del pronostico e dovranno dimostrare di meritare le grandi aspettative che tutti ripongono su di loro.
L’innesto di Horford garantisce a Stevens un lungo multidimensionale che si adatta perfettamente allo stile di gioco dell’ex coach di Butler e li proietta nella fascia di squadre che si contenderanno la finale ad Est contro i campioni in carica di Cleveland. Lo stesso Isaiah al Media Day ha sottolineato come il suo scopo sia di vincere un titolo per la città di Boston e diventare il miglior little man di sempre, restando fedele a ciò che Allen Iverson – il miglior giocatore pound for pound della storia, come vuole la vulgata- gli ha scritto sulla maglietta. Di essere un Killer.
In pochi anni Boston ha completato il percorso di ricostruzione passando per la strada più inusuale e lo ha fatto sottobraccio al giocatore più inusuale, uno che può sinceramente affermare di essere partito dal fondo risultando più credibile di Drake. Se dobbiamo credere a John Cusack (e bisogna sempre credere a John Cusack) tutte le storie d’amore, nel bene o nel male, sono una ripetizione della prima. Quindi per Isaiah tornare al Garden per la prima partita stagionale contro i Nets sarà come entrarci per la prima volta, con i tifosi già in piedi ad applaudirlo prima che gli speaker lo introducano strillando il suo nome.
Ma non potrà essere come la prima volta, perché nel frattempo la relazione è maturata, si è consolidata. Non è più tempo dei mazzi di rosa ai primi appuntamenti, dei baci rubati nelle ultime file dei cinema. Ora si contano gli anniversari, si litiga sul colore dei tappetini. Si fa sul serio insomma, e Boston ha scelto il suo cavaliere per il gran ballo. L’altezza per una volta non è mezza bellezza.