Qual è la più bella maglia della Serie A 2017/18
Le divise del campionato italiano commentate una a una.
Sassuolo
Tradizione: 8
Innovazione: 2
Stile Complessivo: 5
Se l’idea della Mapei è di utilizzare il Sassuolo per farsi pubblicità forse non ha considerato che il binomio con la Kappa rischia di rendere negli anni insipido anche l’accostamento inedito e dal forte impatto delle strisce neroverdi. Stessa maglia ogni anno con un leggero upgrade. Praticamente l’unico modo per notare differenze rispetto allo scorso anno è sovrapporre le due maglie, solo allora si capisce che quest’anno le maniche sono a fondo nero mentre l’anno scorso a fondo verde.
Un lavoro da sufficienza che risente poi però dello sponsor talmente alto da spostare lo stemma sulla clavicola e dallo stemma stesso che incredibilmente rimane quello di una formazione dilettantistica. (DVM)
SPAL
Tradizione: 9
Innovazione: 5
Stile Complessivo: 6,5
Il rapporto tra Macron e l’Emilia sta diventando un topos: quest’anno la società di Valsamoggia, oltre alla longeva sponsorship del Bologna, ha disegnato anche le maglie per lo storico ritorno in A della Polisportiva Ars et Labor, affinando ancora di più il concetto di una fedeltà a una tradizione quasi anacronistica.
C’è così tanta provincialità naïf nella squadra di Ferrara – il nome basato su un motto latino, lo stemma che sembra quello di una contrada del palio medievale – che sarebbe sembrato quasi irrispettoso presentare una divisa innovativa: la prima maglia a strisce verticali finissime bianche e celesti, inelegantita da un colletto a polo bianco col doppio bottoncino, profuma di salama da sugo in pausa pranzo, liscio suonato a notte fonda in una piazza illuminata da filari di lampadine, volti austeri coi capelli ben pettinati. Insomma, di Anni Sessanta. Speriamo solo scampi l’involgarimento di uno sponsor da industria del Boom.
Ma il giro di vite dell’ancoraggio identitario è ancora più evidente nella terza maglia, disegnata sull’onda di una suggestione dal presidente Walter Mattioli, che ha proposto di incidere sullo sfondo nero, in stampa sublimatica, lo skyline del Castello Estense. Durante la presentazione ufficiale, in una cantina con gli archi a volta e i muri in tufo, come se si trattasse di una degustazione di Bosco Eliceo, lo stesso Mattioli ha raccontato come i giocatori gli abbiano detto «Prez, vogliamo che questa sia la seconda maglia!». Non è stupendo che i suoi ragazzi lo chiamino Prez? E poi, in effetti, perché preferirla a quello scempio rosso che non sta bene neppure a Felipe, facendolo sembrare Fabio Rovazzi? (FG)
Torino
Tradizione: 8
Innovazione: 2
Stile Complessivo: 5
Ormai quasi vent’anni fa la Kappa, inventando i modelli Kombat, aveva rivoluzionato le maglie da calcio portando materiali elastici e vestibilità estrema per creare quasi una seconda pelle che esaltasse la struttura fisica dei giocatori in campo. Negli anni ha aggiunto miglioramenti minimi per continuare lo sviluppo delle Kombat per materiali e vestibilità. Una situazione che sta però rasentando la presa in giro visto che si fa fatica ormai a distinguere le maglie delle varie annate di squadre che indossano Kappa per lungo periodo.
Quest’anno il Torino ha la stessa maglia dello scorso anno solo con un colletto che invece di essere circolare è semicircolare e invece di avere i risvolti delle maniche con una fascia bianca ha una linea bianca. Anche il toro tono su tono è nello stesso identico punto dello scorso anno. Non vedo come si possa giustificare alla lunga il costo pieno di una maglia che è solo un leggero upgrade (che risulta in questo caso anche visivamente meno bello) della versione precedente. (DVM)
Udinese
Tradizione: 9
Innovazione: 3
Stile Complessivo: 6
Ok la questione è molto semplice con l’Udinese: la maglia è ordinata e ben disegnata, rispetta la tradizione e hanno avuto il buon gusto di metterla in vendita senza i due sponsor. Però ora arriva il problema: è bianconera e a strisce. E siamo in Italia dove più di un terzo della popolazione tifa un’altra squadra bianconera a strisce. In una fase storica in cui il marketing è fondamentale non ha molto senso rispettare la tradizione se questa ti porta ad essere “l’altra squadra bianconera a strisce”.
Quando negli anni 80 l’Italia era all’avanguardia nel marketing l’Udinese l’aveva capita questa cosa e aveva tirato fuori dei disegni rivoluzionari che hanno accompagnato l’epopea del miglior giocatore della propria storia: la versione simil Ajax e quella onda sono indimenticabili tanto quanto le parabole delle punizioni di Zico. Talmente iconiche che quest’anno la terza maglia prova ad ispirarsi proprio a quegli anni con un tocco sfumato che la rende moderna. Il risultato non è il massimo ma è un tentativo lodevole e se la questione è semplice lo sarebbe quindi anche la soluzione: basterebbe fare della terza la prima maglia e continuare negli anni su quest’idea sviluppandola meglio. (DVM)