Qual è la più bella maglia della Premier League 2017/18
Le divise del campionato inglese commentate e votate una a una.
Bournemouth
Tradizione: 8
Innovazione: 4
Stile complessivo: 6+
Tra le tante cose che si possono imparare studiando l’albero genealogico delle divise dei club è che quelle dell’AFC Bournemouth succedutesi nella storia sono in realtà una storpiatura dell’original outfit pionieristico: il rossonero è stato introdotto negli anni ‘70 per poi essere abbandonato per un ventennio, prima di tornare di moda agli albori dei ‘90 (con concomitante somiglianza ammiccante alla divisa del Milan di Sacchi) ed essere definitivamente adottato con il nuovo millennio (anche in una strepitosa variante Chacarita Juniors).
Nelle ultime tre stagioni l’escalation nazionalista ha portato il club ad affidarsi, come sponsor tecnico, a Carbrini, JD e – in ultimo, per la stagione prossima – a Umbro.
Il risultato è monumentalmente british: righe perfettamente tagliate, presenti sul fronte e sul retro, bilanciamento dei colori che non permette all’uno di sovrastare l’altro. Anche lo sponsor, potenzialmente confusionario con quell’accozzaglia di caratteri gotici e ideogrammi cinesi, e il logo, una rivisitazione britannica della Dea bergamasca, finiscono per risultare perfettamente embeddati nella maglia, con la finezza del richiamo dorato nella parte interna del colletto.
Non è il tipo di maglia che indosseresti per andare a prendere un gelato, a meno che non vivi in provincia e i gusti li lasci scegliere a Jermain Defoe (al quale pure la variante Chacarita, tutto sommato, non è che non donasse).
(FG)