Qual è la più bella maglia della Premier League 2017/18
Le divise del campionato inglese commentate e votate una a una.
Stoke City
Tradizione: 9
Innovazione: 2
Stile complessivo: 3
Stoke-on-Trent è una città eminentemente orizzontale: il suo skyline è spezzato di tanto in tanto dalle ciminiere delle industrie della ceramica, un dettaglio interessante nella misura in cui la maglia della squadra cittadina, praticamente da sempre, cerca di riprodurre questa verticalità significativa (“Potters”, vasai, è anche il soprannome dei calciatori dello Stoke).
Anche a Crespellano, frazione di Valsamoggia, nel cuore della Pianura Padana, domina l’orizzontalità. Eppure la Macron, che qua ha sede, si è sempre distinta per lo stile con il quale disegna maglie a righe verticali: Bologna, Vicenza, praticamente il sancta sanctorum della tradizionalità a strisce italiane. Un bel corto circuito. Lo Stoke City, che è a righe dai tempi di Stanley Matthews, e che è la seconda squadra – per data di fondazione – nata in Britannia, non poteva scegliere partner migliore.
Quello che viene fuori è un inno alla coerenza, a partire dalla scelta del punto di rosso, fino alla nonchalance con la quale il marchio del main sponsor, bianco su sfondo rosso, viene inglobato nella banda orizzontale che taglia a metà il petto. Ciò non significa un rifiuto categorico del dettaglio sbarazzino: il colletto tricolore, per esempio, che conferisce linearità accettando il rifiuto del colletto propriamente detto; o la striscia gradiente della seconda maglia, che avremmo preferito su uno sfondo magari nero, più sobrio del blu elettrico per il quale hanno optato i designer.
Con la striscia verticale pulita e compatta, evitando inserti monocromatici impegnativi, non si corrono rischi: anche Shaqiri e Bojan ne beneficiano in slancio, mentre Crouch riesce davvero a sembrare lo zenit della città, il punto più alto che è proibito sorpassare. Tipo l’obelisco a Washington DC.
(FG)