A metà strada tra le scorpacciate di Natale e Capodanno, e confermando i rumors che avevano iniziato a circolare da più di qualche giorno, Nike e NBA hanno svelato il quarto e ultimo set di uniformi prodotte per le trenta franchigie della Lega.
La collezione City Edition chiude quindi un cerchio apertosi in piena off-season con la graduale presentazione di Association e Icon Edition, e proseguita con Classic e Statement per un totale di 128 uniformi svelate.
- Oklahoma City Thunder
Titolari della canotta più bella tra le trenta Statement Edition, i Thunder lisciano clamorosamente l’occasione del raddoppio presentando una City Edition grigia, in tutti i sensi, con due bande orizzontali poco comprensibili e un lettering frontale anonimo.
⚡️These will go fast.⚡️@nikebasketball City Edition for OKC.
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— OKC THUNDER (@okcthunder) 26 dicembre 2017
- Houston Rockets
Una delle quattro uniformi a non essere ancora stata presentata ufficialmente da Nike, nonché una delle meno riuscite: una sostanziale fotocopia della Icon Edition, con un wordmark frontale che vuole omaggiare la nutrita comunità cinese locale e asiatica, dove i Rockets sono amatissimi. Grande marketing, poca fantasia.
- Brooklyn Nets
Idea più che apprezzabile — rendere omaggio al ponte di Brooklyn, simbolo per eccellenza della Grande Mela — ma applicazione rivedibile: la scritta frontale è molto arcuata, forse troppo, e la trama che ricalca i lunghi cavi di acciaio è un richiamo forse un po’ troppo vago e difficilmente visibile da schermo.
- Cleveland Cavaliers
Il motto “Defend the Land” è efficace e d’impatto, al contrario della canotta su cui compare, la quale per le sue tinte inusuali — la combo giallo-grigio è un inedito in casa Cavaliers — prende spunto dalle imponenti sculture che adornano l’Hope Memorial Bridge di Cleveland, chiamate Guardians of Transportation. Se è la prima volta che la sentite, siete scusati: non si tratta esattamente di un’attrazione turistica da top-10 negli States.
- San Antonio Spurs
Incapaci di discostarsi dal layout già utilizzato sulla Statement Edition, con lo sperone ed il numero disposti asimmetricamente sul fronte dell’uniforme, gli Spurs omaggiano i militari statunitensi in servizio nelle diverse basi di San Antonio — non a caso soprannominata Military City USA. Per quanto il principio alla base sia onorevole, però, la canotta pecca di originalità: da un mondo ricco di simbolismi come quello delle forze armate poteva uscire qualcosa di più.
- Toronto Raptors
Ereditata la combo black-and-gold della vecchia Alternate Jersey, la City Edition dei Raptors è un omaggio neanche troppo velato a Aubrey Graham, ambasciatore della franchigia canadese meglio noto come Drake, sulla cui fedeltà ai colori, però, è sorto più di qualche dubbio.
- Sacramento Kings
C’era grande attesa per il ritorno del baby blue sulle uniformi dei Sacramento Kings, ma il risultato finale non è certamente stato all’altezza dell’hype che l’ha preceduto. Il logo utilizzato frontalmente è uno dei meglio riusciti del set presentato nel 2016, e andava forse premiato con qualche centimetro quadrato in più. Peccato.
- Chicago Bulls
Più pertinente di quanto possa sembrare a una prima occhiata, la canotta bianca con inserti rossi e celesti è figlia legittima della bandiera della città di Chicago, mentre la scritta in corsivo strizza l’occhio alle uniformi vestite dai Bulls nei tardi anni Ottanta, i primissimi dell’era Michael Jordan.
- Denver Nuggets
Una delle prime City Edition ad essere presentata ufficialmente, la canotta dei Denver Nuggets rinuncia — come Spurs e Kings — al wordmark frontale, puntando tutto su un grande logo centrale con vette innevate e picche incrociate. L’elemento migliore dell’uniforme sono i pantaloncini, con il conto dei piedi above-the-sea-level al centro della cintura e un accattivante motivo grafico sulla parte inferiore. Peccato non bastino a risollevarne la valutazione complessiva.
- Memphis Grizzlies
Inesorabilmente legati al destino e alla storia di Martin Luther King, i Grizzlies omaggiano ancora una volta l’attivista ucciso il 4 aprile del 1968 al Lorraine Motel di Memphis, dove si era recato a supporto delle proteste dei lavoratori locali. È proprio da quelle proteste, e dai cartelli usati dai manifestanti che l’uniforme dei Grizzlies prende ispirazione: nonostante il prodotto finale non entusiasmi, la scelta della franchigia rimane encomiabile.