L’Italia under-21 migliore di sempre?
Storia della generazione di azzurrini anni ’90, quella di Del Piero, Nesta, Totti, Vieri, Cannavaro e altri ancora.
Nove da combattimento
In finale come previsto c’è la Spagna. La allena l’arcigno Javier Clemente, che è lo stesso ct della Nazionale maggiore, e ci odia cordialmente da quando due anni prima Tassotti ha spaccato il naso a Luis Enrique. Mette in attacco la stella annunciata dei prossimi dieci anni, Raul Gonzalez Blanco, che ha già punito la Juventus in Champions, e una deliziosa mezzala basca di nome Gaizka Mendieta. Dalla cantera del Barcellona si dicono meraviglie del centravanti Oscar, ma nella vittoria sulla Scozia la scena se l’è presa il “Piccolo Buddha”, il regista Ivan De La Peña, con una punizione capolavoro.
Pur forte dei precedenti positivi (Europei 1986, Olimpiadi 1992), la Spagna teme il pragmatismo feroce di questo gruppo di giovani vecchi che non si fa problemi ad affrontare di petto la questione ambientale. Rispetto alla semifinale recuperiamo Nesta e Cannavaro e rinforziamo gli ormeggi con un 5-3-2 in cui ne fa le spese Tacchinardi, sacrificato a centrocampo. Sul prato spelacchiato del Montjuic, cui è stata passata una mano di spray verde smeraldo che rimane addosso a tutti i giocatori, passiamo in vantaggio dopo 12 minuti con una punizione di Ametrano deviata in porta da Idiakez, ingannato dalla mancata spizzata di Totti. In fondo a una prima mezz’ora lussuosa, ci piomba tra capo e collo la malefatta del mediocre arbitro austriaco Benko: prima ammonisce Amoruso per una simulazione che non c’è, poi – dopo un rissone laocoontico a centrocampo – viene indotto in errore da José Ignacio a dargli la seconda ammonizione per qualcosa che non ha mai commesso; il colpevole era semmai Nesta, mentre a fine primo tempo un Ametrano esagitato insegue il delatore cercando di farsi giustizia da solo.
La maglia azzurra del 1996 è una delle più discusse della storia, soprattutto per quella specie di cinturone color bronzo nella parte superiore dei calzoncini.
In mezzo tra le due colluttazioni c’è stato purtroppo il pareggio spagnolo, una perla di Raul su punizione dopo un fallo di Cannavaro al limite dell’area. Votati geneticamente al martirio e all’assedio, ci immoliamo tutti insieme in un secondo tempo di pura sofferenza in cui Maldini si priva dell’unica pseudo-punta, Totti, per inserire Morfeo. È un 5-4-0 che la Spagna tenta di aggirare invano, in una partita che degrada in un clima da saloon, limitandosi a qualche tentativo da lontano, mentre l’area di rigore è terreno di caccia per i giovani draghi Nesta, Panucci, Galante e Cannavaro, in quella che ha tutta l’aria di una gustosa anticipazione di altre gloriose resistenze con la maglia azzurra addosso, da Parigi 1998 a Dortmund 2006 passando per Amsterdam 2000. Quando nei supplementari restiamo addirittura in 9 per l’espulsione di Ametrano, con lo spettro del golden goal sempre più materiale, gli azzurrini ascendono direttamente al nirvana, secondo un copione consolidato che tra gli anni Ottanta e i Duemila prevedeva milioni di televisori accesi su Raiuno e la voce pastosa e sofferta di Bruno Pizzul (o del delfino Carlo Nesti) ad aggiungere pathos. Passa persino inosservato l’ingresso di un signor attaccante come Fernando Morientes. Come al solito, si va ai rigori, e d’ora in avanti accorre in aiuto questo bellissimo documento originale RAI, che provvediamo a vivisezionare.
0:50. Primo rigore affidato a Christian Panucci, come due anni prima in Francia. Incrocia il destro, gli va male: fuori. Carlo Nesti mette già le mani avanti: “Comunque vadano le cose, incredibile impresa dei nostri ragazzi”.
1:45. Ivan De La Pena, il fuoriclasse in nuce del grande Barça, contro Angelo Pagotto. Che intuisce alla grande, si tuffa a sinistra e respinge a mani aperte. Incredibilmente, a bordo campo Marco Civoli riesce nel colpaccio di intervistare Galante.
2:35. Salvatore Fresi, destro, rete! Un attimo di esitazione: c’è un buco nella rete, la palla sembra uscita ma “grazie al cielo è gol”. Seguirà l’1-1 di De Pedro.
3:40. Tirano solo difensori. Alessandro Pistone spiazza Mora con tranquillità olimpica. Galante si bulla: “Questa l’ho indovinata!”.
4:08. Una voce impudente entra nel microfono interrompendo Galante: “Nun è bbono a parlà italiano!”. Manco a dirlo, è la voce di Francesco Totti.
4:40. Dopo il pareggio di Aranzabal (2-2), tocca ad Alessandro Nesta, che indossa un incongruo numero 8. Buffon si dimena a bordo campo. Come gli succederà sette anni dopo a Old Trafford, Nesta esibisce doti eccellenti da rigorista: gran rigore, 3-2.
5:30. Tocca a Raul, già fenomeno del Real Madrid. “Raul contro Pagotto”, col senno di poi, sembra il titolo di uno di quei film improbabili anni Sessanta, tipo Maciste contro il Vampiro. Come pensate che vada a finire? Che Pagotto si tuffa, la tocca, la palla gli sfugge ma lui con un estremo riflesso la inchioda a pochissimo dalla linea. Non è gol, e “se segna Morfeo siamo campioni d’Europa!”.
6:20. Non Totti, che è uscito, ma Morfeo è l’uomo del destino. Quante volte gli capiterà in futuro di essere così decisivo? Mai più. E Mimmo coglie l’attimo. In terra spagnola Nesti omaggia Nando Martellini: “Campioni d’Europa! Campioni d’Europa! Campioni d’Europa! Vai Civoli!”.
7:00. Civoli: “Mi hanno espulso! Ma chi se ne frega!”.
8:15. Un’immagine struggente. Buffon abbraccia Angelo Pagotto, l’hombre del partido, sotto lo sguardo soddisfatto di Totti. Chissà se solo hanno una percezione incontrollabile di quanto saranno clamorosamente lontane le loro carriere.
8:45. Morfeo: “Ho chiesto a Panucci se il rigore mio era decisivo, non lo sapevo neanche io”.
9:15. Anche Marco Delvecchio, vistosamente zoppo, non rinuncia ai festeggiamenti.
10:40. Totti disturba l’intervista a Fresi con un photobombing ante-litteram. Civoli, incredibilmente, non lo degna di uno sguardo.
11:35. Abbraccio tra Cesare Maldini e Antonio Matarrese, “un uomo saggio, mitico!, come si dice adesso, mitico!”, con conseguente coppino sulla nuca del mite Cesarone. E a 12:58, quando Matarrese ammette che “in passato abbiamo avuto dei momenti difficili”, notate la mimica alla Jim Carrey del ct.
La Giovane Italia tricampione si prepara a una notte di bagordi a Barcellona. Sarà l’ultima Under di Cesare Maldini, che sei mesi dopo sarà chiamato dal nuovo presidente federale Nizzola a sostituire Sacchi alla Nazionale maggiore. E degli altri 18 piccoli indiani, cosa ne è stato?
Angelo Pagotto è risultato positivo per due volte alla cocaina; la seconda volta è stato squalificato per otto anni. Ciononostante è rimasto nel mondo del calcio, e oggi allena i bambini della Settignanese (Prima Categoria toscana).
Alessandro Nesta allena il Miami Football Club, primo in classifica nella North American Soccer League (seconda divisione USA). Il centravanti è Vincenzo Rennella, ex del Cesena.
Luigi Sartor è stato condannato nel 2015 a 9 mesi di reclusione (pena sospesa) per cinque anni di maltrattamenti alla sua ex compagna. Coinvolto anche nel Calcioscommesse del 2012, gestisce un bar a Parma.
Salvatore Fresi ha aperto un centro sportivo e una scuola calcio sul lungomare di Salerno: si chiama “F6” ed è affiliata all’Inter.
Fabio Cannavaro, undici anni dopo aver vinto il Pallone d’Oro, allena il Tianjin Quanjian, a metà classifica nella Super League cinese. Le stelle della squadra sono Axel Witsel e Alexandre Pato.
Fabio Galante è il direttore sportivo del Chiasso, ma la stampa ticinese riporta che ha sempre meno poteri all’interno del club. La settimana scorsa alcuni siti l’hanno accostato alla nuova Inter di Spalletti, non si capisce bene con quale ruolo.
Christian Panucci ha tentato la carriera del direttore sportivo (Palermo) e dell’allenatore (Livorno, Ternana) ma è andata male. Opinionista Premium Sport, è stato inquadrato mentre piangeva durante l’addio al calcio di Francesco Totti.
Alessandro Pistone è socio di Farinami, una catena di piadinerie che si trova anche a Milano in zona Stazione Centrale. Maurizio Ganz ci ha festeggiato il compleanno qualche anno fa.
Domenico Morfeo vive a Parma con la famiglia e gestisce il ristorante “Dolcevita” (media Tripadvisor 3,0 su 5, opinioni discordanti soprattutto sulla pizza). Nel 2015 ha aperto un centro commerciale ad Avezzano.
Raffaele Ametrano allena gli Under 15 dell’Udinese, la cui corsa quest’anno si è fermata al primo turno dei playoff contro il Novara, che li ha eliminati – ironia della sorte – ai rigori.
Damiano Tommasi è il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. Dal 1968 è solo il secondo uomo a rivestire questo incarico, oltre al fondatore Sergio Campana.
Alessio Tacchinardi, ex allenatore della Pergolettese, ha trascorso la stagione 2016-2017 come opinionista per Premium. Gestisce insieme al fratello Massimiliano un apprezzato ristorante giapponese a Crema.
Massimo Brambilla allena gli Allievi Nazionali dell’Atalanta con ottimi risultati: nel 2016 si è laureato campione d’Italia, battendo 2-1 in finale l’Inter.
Fabio Pecchia, dopo tre anni come vice di Rafa Benitez al Napoli e al Real Madrid, ha centrato l’obiettivo della promozione con l’Hellas Verona e tra qualche mese debutterà in serie A.
Marco Delvecchio gira il mondo: nel 2015 ha girato una web serie in Brasile per Action Aid. Assecondando la sua passione per la danza, nel 2012 ha partecipato a “Ballando con le stelle”, dove ha conosciuto la compagna Sara.
Nicola Amoruso, archiviato il record di marcature in serie A con 12 squadre diverse, sta tentando la carriera del direttore sportivo. In questi giorni sembrava vicino alla Virtus Francavilla (Lega Pro), ma gli è stato preferito Domenico Fracchiolla.
Francesco Totti non sa ancora cosa farà da grande.
Gianluigi Buffon, nonostante nella vita gli sia riuscito quasi tutto, ci sta ancora provando.
Cesare Maldini se n’è andato a 84 anni, il 3 aprile 2016. È l’allenatore più vincente della storia del calcio europeo Under 21.