Le migliori faide della Premier League
Qual è lo scontro tra panchine più interessante?
Guardiola vs Ranieri
di Fabrizio Gabrielli
Pep e Claudio, nei loro cardigan eleganti da studenti emeriti a una rimpatriata della confraternita universitaria, non sembrano proprio il tipo di persona che potrebbe mai odiarsi, ma neppure rimanersi indefferenti: guardateli uno vicino all’altro, potrebbero essere parenti, o amici di famiglia. Di certo alleati (per la proprietà commutativa delle rivalità, Ranieri vs Mourinho + Pep Vs Mou = Pep <3 Ranieri).
È pacifico che partano da due posizioni emotive, prima che professionali, decisamente antitetiche ai nastri di partenza della nuova Premier League: uno non è chiamato alla conferma di niente, ha vinto un titolo che ci si possono scrivere sopra libri e poi pezzi nostalgici e ancora nuovi libri per cent’anni di seguito, gli basterà scialarsela sguazzando in un brodino di affetto incondizionato e sempiterno. L’altro, invece, dovrà farsi trovare pronto ad alzare la mano quando risuonerà l’appello per chi è il miglior allenatore d’Europa, e già sapere che Mou si sbraccerà come nelle peggiori inside fights al liceo.
Giocheranno un campionato che solo apparentemente si terrà nella stessa dimensione spazio-temporale. Eppure, come diceva un mio amico alle superiori, per fare a botte devi in primo luogo volerlo. Ranieri, all’annuncio nell’inverno scorso di Guardiola sulla panchina del City, ha definito la mossa di comunicazione inopportuna. Pep, presa in carico la panca dei Citizens, ha emanato una fatwa sull’unica cosa per lui davvero inopportuna: la pizza nella dieta dei suoi giocatori. Una boutade ricercata? Una provocazione in piena regola? Non so se sia una buona mossa, come si dice a Brooklyn, to mess with tha Tinkahman.
Pochettino vs Guardiola
di Flavio Fusi
Guardiola e Pochettino sono praticamente coetanei e per anni hanno rappresentato le due opposti fazioni del calcio a Barcellona. Pep è cresciuto con il blaugrana addosso e, dopo aver militato nel Dream Team, ha condotto il Barca da allenatore al periodo più glorioso della sua storia. Pochettino non ha vinto altrettanto con l’Espanyol, ma è anch’egli una delle figure più influenti del club. Le loro strade hanno cominciato a incrociarsi nel 1994, quando Pochettino si è trasferito in Catalogna dal Newell’s Old Boys, fino al 2001, quando tutti e due hanno deciso di proseguire la propria carriera oltre confine. Appese le scarpette al chiodo, entrambi hanno intrapreso la carriera da allenatori e sono tornati ad affrontarsi, stavolta siedendo in panchina, nel Derbi Barceloní.
Il potenziale delle squadre a loro disposizione era impari, ma le prossime partite tra i due si preannunciano ben più equilibrate: Pochettino è uno dei tecnici più quotati della Premier e gli Spurs con cui ha accarezzato il titolo sono una macchina ben oliata, mentre Guardiola ha appena cominciato a predicare i propri principi di gioco in terra d’Albione. Ad armi praticamente pari, Pochettino, che finora si è quasi sempre trovato dalla parte sbagliata (pur dandogli sempre molto filo da torcere, ha vinto uno solo dei 10 incontri con il rivale), avrà finalmente la possibilità di dimostrare di valere il collega: ci sarà da divertirsi nel vedere due bielsisti che hanno costruito il proprio successo rielaborando e integrando molti dei principi del Loco, affrontarsi ai massimi livelli.
Conte vs Klopp
di Federico Aqué
Due degli allenatori più all’avanguardia dal punto di vista tattico della loro generazione, capaci entrambi di riportare agli antichi splendori due grandi decadute (Juventus e Borussia Dortmund), che si affronteranno da avversari per la prima volta in assoluto. L’incrocio tra Conte e Klopp sarà interessante non solo sul campo, ma anche fuori, visto il modo con cui entrambi seguono la partita: urla, giocatori comandati col joypad, corse ad abbracciare l’autore del gol vittoria e arrampicate sulla panchina, il repertorio è vario e sufficiente a rendere affascinante anche uno 0-0 senza tiri in porta.
Conte vs Mourinho
di Daniele Manusia
Sarà bello vedere i due piccoli eserciti di Mourinho e Conte muoversi compatti senza che nessuno dei giocatori in campo abbia l’intenzione di dare vita a una bella partita per il piacere del pubblico. Conte e Mourinho sono accomunati da un’erronea retorica difensivista e questa sfida diretta potrebbe essere l’occasione buona per chiarire alcune cose, per definire l’uno nel contrasto con l’altro. In realtà, Conte dovrà anzitutto dimostrare di non sentire sudditanza nei confronti di un Mourinho, che ha lasciato a Londra un sentimento da fine della civiltà che ancora non si è dissipato.
Conte dovrà sfidare il fantasma di Mourinho, ridipingere quelle stanze che Mourinho ha cosparso di benzina prima di uscire lasciando cadere un fiammifero acceso. Inoltre, Conte si troverà davanti il più grande troll tattico che gli sia capitato di incontrare finora. Il Chelsea dovrà costruire le maniacali trame di gioco di Conte con la pazienza di un monaco buddista che guarda il proprio mandala disfarsi prima ancora che sia completato, perché le squadre di Mourinho ormai sono perfettamente a proprio agio quando possono riempire gli spazi negativi, giocare come il vento che fa cadere i castelli di carte, come l’acqua del fiume che scava la roccia. Conte con l’Europeo si è costruito un carisma “positivo”: quello di un allenatore che farebbe giocare bene anche me, o te, caro lettore, che con un paio di settimane di allenamento ci farebbe arrivare ai rigori con la Germania.
Mourinho invece non fa più nulla per nascondere il suo ruolo di cattivo demiurgo del calcio moderno. Sarebbe felice di togliere a noi la voglia di guardare calcio e a Conte quella di lavorare sulle combinazioni tra le punte o sui movimenti coordinati delle mezzali. Mourinho non allena più per vincere, ma per far passare a qualsiasi altro allenatore la voglia di allenare. E se ci riesce con Conte significa davvero che nessuno può fermarlo.
Pochettino vs Klopp
di Francesco Lisanti
«Non si può paragonare lo stile di Klopp al mio stile, siamo diversi. Non sto dicendo che uno sia più bravo dell’altro, solo che siamo diversi», diceva meno di un anno fa Mauricio Pochettino, incaricato di organizzare il cocktail di benvenuto per l’allenatore tedesco. La partita terminò pari, 0-0, così come la gara di ritorno, 1-1, e anche quest’anno da Tottenham e Liverpool sembra lecito attendersi sfide all’insegna dell’equilibrio.
Effettivamente entrambe le squadre predicano intensità a tutto campo, ma l’approccio è strutturalmente diverso: il Tottenham di base pressa l’avversario fin sulla linea di porta, e poi rallenta in fase di possesso, mentre il Liverpool si compatta in un blocco a metà campo per poi aggredire improvvisamente e bruciare il prato in transizione – se fin dal loro primo incontro abbiamo assistito a situazioni tattiche di questo tipo, prepariamoci a sudare sul divano. Non sarà neanche una battaglia puramente tattica, ma strettamente legata alle motivazioni.
Del resto sia Klopp che Pochettino sanno che i loro colleghi più blasonati impiegheranno qualche giornata per trovare la quadratura, mentre i decani Ranieri e Wenger subiranno una flessione di risultati rispetto al primo e secondo posto della passata stagione. È l’occasione perfetta per bruciarli tutti sul tempo, come al solito, correndo più veloce.