La straordinaria ascesa di Kristaps Porzingis
Il lungo dei New York Knicks ha fatto il salto di qualità, diventando un assoluto dominatore della NBA
I miglioramenti in difesa
La presenza stessa di Porzingis in difesa mette sicurezza ai compagni e permette quindi una difesa più aggressiva sugli esterni: rispetto alla scorsa stagione ora i Knicks hanno una buona base di esterni che sanno difendere come Frank Ntilikina e Lance Thomas, ma piano piano si stanno vedendo buoni risultati anche grazie al compagno sotto canestro. Enes Kanter, da sempre un pessimo difensore soprattutto se messo in mezzo ad un pick and roll, non è un problema così grande in difesa perché ha alle spalle le braccia infinite di Porzingis pronte a proteggere il ferro, e può quindi lavorare nell’aiutare a rimbalzo (cosa che gli riesce decisamente meglio). Le braccia infinite portano Porzingis ad essere di per sé un protettore del ferro élite: affrontarlo frontalmente per sfidarne la capacità di rimanere verticale non è mai una buona idea visto l’arco di tiro che deve avere la palla per superare le sue dita in piena estensione. Ma l’aspetto sotto al quale sta migliorando a vista d’occhio è nel movimento dei piedi in difesa: Porzingis non è assolutamente un difensore statico, può tenere l’uomo anche più veloce contando sulla capacità di stargli comunque vicino e di poter poi allungare il braccio; in aiuto poi è una sicurezza, visto che in due falcate copre l’area e la sua ombra spaventa gli avversari in isolamento. Questo significa, forse più di ogni altra cosa, essere un Unicorno: poter eseguire alla perfezione i concetti contemporanei in ambito di difesa (verticalità, dinamismo, aiuto) avendo allo stesso tempo tutto quell’immenso bagaglio offensivo dalla parte opposta.
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— NEW YORK KNICKS (@nyknicks) 8 novembre 2017
Se c’è un problema strisciante in tutto questo mare di entusiasmo legittimo per le sue prestazioni è il fatto che un giocatore con quella struttura fisica non è mai riuscito a rimanere sano a lungo. La sua altezza e il suo gioco così dinoccolato sono uno sforzo notevole per le articolazioni e il vero punto debole di Porzingis fino ad ora è stato l’incapacità di mantenere la salute e la forma lungo tutta la stagione. Di questo ne è assolutamente consapevole anche lui, visto che proprio a inizio stagione ne aveva parlato come il suo vero obiettivo: “Se riesco a rimanere in forma per le 82 partite, allora so che sarò pronto per giocare ad alti livelli. Si tratta di regolare la dieta e il sonno: l’ho fatto per tutta l’estate e questo è quello che proverò a fare tutta la stagione”. Quella determinazione che mostra in campo si è traslata anche fuori, dove il suo carattere, a tratti spigoloso, ha portato a una paradossale crisi in un bicchiere d’acqua che ha rischiato di modificare il corso della storia dei Knicks per sempre.
Il nuovo ruolo di giocatore franchigia
Mi riferisco a quando aveva saltato l’intervista di fine stagione con la dirigenza dei Knicks volando via da New York appena conclusa la stagione, per allontanarsi da una situazione che riteneva tossica, con una dirigenza che non stava facendo bene il suo lavoro e lo staff di allenatore con cui non andava d’accordo. Sembra incredibile ripensarci ora ma Phil Jackson, proprio dopo questa storia dell’intervista saltata, lo ha messo sul mercato – o ha fatto finta di metterlo sul mercato – e ha detto poi pubblicamente parole che al momento fanno quasi tenerezza riguardo il suo essere un giocatore franchigia: “No, non penso lo sia. Ha 21 anni ed è una cosa enorme per tutti esserlo. Però ha fatto vedere di essere competitivo”. Lo stesso Phil Jackson che aveva contribuito a scegliere al Draft il giocatore più importante della storia dei Knicks dai tempi della scelta di Patrick Ewing nel 1985, prendendo una decisione comunque controversa all’epoca (e ovviamente fischiata dai tifosi dei Knicks come da tradizione), non si era reso conto di che giocatore avesse realmente tra le mani, intuendone il talento e la determinazione, ma non la curva di crescita. O magari, considerando il personaggio in questione, poteva trattarsi di un enorme jedi mind trick per provare così a motivare il giocatore. Fatto sta che dalla partenza dell’ingombrante ‘Melo e dalla quindi investitura ufficiale di Porzingis a giocatore franchigia, il lettone ha incanalato tutto quello che è successo verso il migliore dei risultati possibile, mostrando un focus superiore nella preparazione estiva e un gioco migliore poi in campo.
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— Kristaps Porzingis (@kporzee) 31 ottobre 2017
L’altro giorno, quando gli è stato chiesto se le parole di Jackson lo avessero motivato, non ha esitato nel confermarlo: «Certo che sì. Nessuna sfida è troppo grande per me. Accetto sempre ogni sfida e per questo sapevo fin da subito che se Melo non avesse continuato la stagione con noi, sarei dovuto essere io quel tipo di giocatore lì e per questo ho speso 24 ore al giorno in palestra. Mi stavo preparando per questo, mi stavo preparando dal punto di vista fisico e sono veramente felice di poter giocare a questo livello ora».
I tifosi dei Knicks si ritrovano nella particolare situazione di assistere all’esplosione del proprio giocatore franchigia proprio nel primo anno della nuova ricostruzione attorno ad esso, con la conseguenza di un Hornacek deciso a cavalcare l’Unicorno fino in fondo così da salvarsi la poltrona a fine stagione. La controindicazione è la creazione di un nucleo ristretto di giocatori più simile alla struttura di una squadra che vuole i playoff piuttosto che una che deve ricostruire. Willy Hernangomez, il miglior amico di Porzingis e teorico compagno di reparto del lettone nel lungo periodo si trova ora ai margini della rotazione perché al momento Kanter e Kyle O’Quinn, seppur giocatori di ruolo, stanno facendo bene il proprio lavoro in campo. I Knicks sono al momento una squadra con un buon attacco e una difesa accettabile (11° attacco e 19^ difesa su base stagionale). La discutibile gestione di Hornacek nella creazione di questo nucleo ristretto sta però accompagnando proprio il livello superiore a cui Porzingis sta giocando, e per questo quindi i tifosi dei Knicks si trovano tra due fuochi: da una parte una squadra che dovrebbe ricostruire e non lo sta propriamente facendo in campo; dall’altra l’esplosione del proprio giocatore franchigia che chiaramente da solo può portare la squadra a lottare per i playoff, cosa che New York sta effettivamente facendo. I miglioramenti continui di Porzingis stanno quindi avendo un effetto strano sulla gestione delle rotazioni: o ne sono una causa, perché in questo momento va bene mettere in pausa il futuro del gruppo se questo significa esaltare ancora di più il presente della propria stella; oppure ne sono una conseguenza, perché la presenza di giocatori più affidabili e l’accantonamento di certi progetti ha permesso di avere una rotazione più solida attorno a lui.
Il futuro ad altissimi livelli dei Knicks può comunque arrivare con calma, anche perché per colpa del contratto di Joakim Noah i Knicks non avranno la flessibilità salariale per poter pensare di entrare sul mercato e affiancargli giocatori di livello superiore. Con questo Porzingis però è veramente difficile pensare di poter perdere così tante partite da essere una delle prime tre scelte in lotteria, e sebbene sia evidente che una scelta alta al Draft sarebbe preferibile sempre rispetto ad una scelta non in lotteria per una squadra come i Knicks attuali, ha comunque senso l’idea di cavalcare l’Unicorno verso terre inesplorate ora che sta giocando a questi livelli, e vedere poi da lì quanta strada si è fatta. Ci sarà sempre tempo in questa giovane stagione per aumentare i minuti in campo dei giocatori più giovani destinati ad accompagnarlo in futuro, e se non altro Ntilikina sta già dimostrando di poterseli guadagnare anche in una rotazione “competitiva”.
Esaltare il gioco di Porzingis deve al momento essere la priorità, perché tanto i Knicks andranno dove li porterà lui. Non che sia un male: pochissime franchigie hanno la fortuna di avere un Unicorno a segnarne il cammino.