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La Juventus non è imbattibile
16 gen 2017
La Fiorentina ha messo a nudo i problemi della capolista, e alla quarta sconfitta in campionato non è più un caso.
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Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con NOW TV.

Negli ultimi anni Fiorentina e Juventus si sono ritrovate a lottare quasi sempre per obiettivi diversi ma, soprattutto da parte viola, la rivalità è sempre rimasta sentitissima, tanto più quando si è giocato al Franchi. Tolto però il 4-2 del 2013, sono stati sempre i bianconeri a ridere per ultimi: la partita decisa dalla tripletta di Pepito Rossi era - prima di quella di ieri sera - l’unica vittoria della Fiorentina negli ultimi 17 confronti.

L’anno scorso la squadra di Sousa arrivò a questa sfida persino davanti alla Juve, in classifica; quest’anno, invece, più che uno scontro diretto per la testa della classifica si trattava di un’occasione per la “Viola” di fare uno sgarbo alla Juve che sentiva il fiato sul collo di Napoli e Roma, entrambe vittoriose.

Il 2-1 che gli uomini di Sousa hanno rifilato ai campioni in carica vale quindi doppio: non solo interrompe la striscia di 4 vittorie consecutive dei bianconeri sui viola e rilancia, almeno in parte, le proprie ambizioni europee; ma potenzialmente (nonostante cioè una partita da recuperare per la Juventus) è servita a rimettere in discussione anche il primo posto. Anche perché la squadra di Allegri è parsa sottotono e ha offerto una prestazione preoccupante.

Nonostante il recente arrivo di Sportiello dall’Atalanta, Tatarusanu ha mantenuto la titolarità della porta della Fiorentina. In difesa, dopo averlo già provato in settimana in Coppa Italia contro il Chievo, Sousa ha riproposto Carlos Sánchez da centrale di destra, vicino a Gonzalo Rodríguez e dalla parte opposta rispetto ad Astori; a centrocampo, doble-pivote con Badelj e Vecino, con Chiesa a destra e Maxi Olivera a sinistra; sulla trequarti, a supporto di Kalinic, Bernardeschi sul centro-destra e Borja Valero sul centro-sinistra hanno completato il 3-4-2-1 della Fiorentina.

Allegri aveva qualche dubbio di formazione, tra il 4-3-1-2 e il 3-5-2 alla fine ha scelto quest’ultimo. Buffon ha ripreso il suo posto tra i pali alle spalle della difesa a 3 formata da Barzagli, Bonucci e Chiellini; Pjanic è rimasto in panchina, le mezzali erano Khedira e Sturaro, con Marchisio davanti la difesa; sugli esterni invece la scelta era obbligata: con Lichtsteiner squalificato e Evra probabile partente è toccato a Cuadrado e Alex Sandro; in avanti la coppia argentina Dybala-Higuaín.

Fiorentina soffocante

In passato la Juventus aveva già affrontato il 3-4-2-1 della Fiorentina (che in realtà è 3-2-4-1 in fase offensiva e 4-4-1-1 in fase difensiva) con il 3-5-2, ma mai come in questo caso aveva sofferto la contrapposizione tattica, né concesso così tanto sul piano dell’intensità.

Il pressing della Fiorentina è stato asfissiante e operato quasi sempre con i tempi giusti e le adeguate coperture preventive, mentre la Juventus, che da anni ci ha abituato a cercare di costruire sempre dal basso senza buttare via il pallone, ha avuto difficoltà enormi a risalire il campo. Normalmente l’azione partiva da Buffon, con Bonucci di fronte all’estremo difensore bianconero e Barzagli e Chiellini che si allargavano cercando di ampliare le distanze per rendersi più difficilmente pressabili. Ma la Fiorentina si è fatta trovare pronta. Sousa non ha predisposto un piano tanto diverso dal solito: ciò che ha realmente fatto la differenza è stata l’esecuzione degli undici in campo.

Come detto, la Fiorentina si schierava senza palla con il 4-4-1-1: Kalinic doveva disturbare Bonucci e, nel caso, portare pressione su Buffon, mentre alle sue spalle Bernardeschi si incollava a Marchisio, lasciandolo un po’ più libero solo nella sua metà-campo difensiva. Borja Valero aveva il compito di orientarsi su Barzagli, mentre Chiesa suppliva all’accentramento di Bernardeschi andando a pressare Chiellini.

Il risultato è stato che la Juventus non è praticamente mai riuscita a passare da Marchisio, che infatti ha toccato 31 palloni in 77 minuti, meno di lui solo Sturaro (22 tocchi in 61 minuti) e Higuaín (26). Con Khedira e Sturaro poco propositivi nel cercare di risolvere la situazione, e la densità che la Fiorentina riusciva a creare a centrocampo, i bianconeri dovevano passare sulle fasce. Anche lì, però, la grande attenzione di Maxi Olivera e di un sorprendente Carlos Sánchez, hanno impedito ai due esterni di far uscire la propria squadra: dei 10 dribbling complessivi di Alex Sandro (8) e Cuadrado (2), solo uno è avvenuto nella metà-campo difensiva della Juventus.

Un esempio di quello a cui la Juventus andava incontro ogniqualvolta cercava di costruire l’azione partendo dalla difesa.

Il 3-5-2 della Juventus si è dimostrato inadatto anche in fase di non possesso, a causa di un’intensità non sempre adeguata ai ritmi della partita e decisioni prese coi tempi sbagliati o del tutto errate. Dybala e Higuaín si trovavano in inferiorità numerica contro i tre difensori viola, per cui quando la Juventus decideva di pressare, uno tra Sturaro e Khedira, a seconda del lato in cui si sviluppava l’azione, doveva spingersi in avanti per riportare la parità numerica, rischiando di aprire pericolosi spazi alle spalle della prima linea di pressione. Con il passare dei minuti la formazione di Sousa ha cominciato a sfruttare la situazione a proprio favore, tanto che si aveva la sensazione che fossero proprio i padroni di casa a farsi pressare appositamente.

Portando fuori una delle mezzali, o entrambe, e con Badelj e Vecino pronti a ricevere tra le linee, la Fiorentina cercava di spaccare in due la squadra di Allegri, isolando Marchisio che spesso si ritrovava nella morsa del quadrilatero formato dai due mediani e i due trequartisti avversari.

Per sfruttare alla minima opportunità questa vulnerabilità degli ospiti, i viola non esitavano ad affidarsi al lancio su Kalinic, bravissimo ad operare di sponda nel trovare i compagni.

Khedira è rimasto alto in pressione e con anche Sturaro fuori posizione, il lancio lungo a pescare Kalinic isola Marchisio, che tra l’altro si fa dribblare troppo facilmente da Vecino.

Juventus passiva

L’attaccante croato è stato sicuramente uno degli elementi più importanti nell’attuare il piano gara dei viola. Forse proprio per una sorta di timore reverenziale nei suoi confronti, Barzagli e Chiellini hanno cercato l’anticipo con meno frequenza rispetto al solito, temendo probabilmente di essere portati fuori posizione dalle combinazioni dei giocatori offensivi viola.

Il triangolo formato da Kalinic con i due trequartisti è molto pericoloso contro due centrali difensivi, perché rischia spesso di attirarne uno e lasciare in inferiorità l’altro, ma con tre centrali la squadra di Allegri (sempre schierata a cinque in fase di non possesso) avrebbe potuto tenere un comportamento meno passivo, come già si era visto all’andata e nelle gare della scorsa stagione. Non è un caso che il vantaggio viola sia scaturito proprio nell’azione in cui la Fiorentina ha esposto al massimo le vulnerabilità della Juventus, volgendole a proprio favore.

Grazie ad un giro palla prolungato nei pressi della propria trequarti, gli uomini di Sousa hanno completamente sguarnito il centrocampo avversario, attirando persino Marchisio fuori posizione. Appena se n’è presentata l’occasione, Sánchez ha servito con un lancio Kalinic, che ha appoggiato su Bernardeschi prima di trovare il gol in prima persona su suggerimento del compagno.

Chiuso il primo tempo in svantaggio di un gol, Allegri è passato alla difesa a quattro, muovendo Barzagli in posizione di terzino destro e abbassando Alex Sandro sul lato opposto, con Cuadrado da esterno di centrocampo puro e Sturaro a sinistra, anche se spesso più stretto del colombiano.

Il cambio di sistema di gioco non ha dato i frutti sperati, soprattutto perché i difensori della Juventus non hanno mai mostrato la solita tranquillità e freddezza nella gestione del pallone, continuando ad andare in difficoltà sotto la costante pressione dei viola.

Le criticità nell’uscire palla al piede dalla propria metà-campo sono rimaste anche con la difesa a 4.

Una situazione decisamente complicata per una squadra in svantaggio: se i bianconeri giocavano palla a terra, si esponevano al rischio di perdere il pallone e comunque avevano difficoltà ad uscire e costruire occasioni, ma se lanciavano lungo c’era il pericolo di regalare il possesso alla Fiorentina, che con il cronometro dalla sua poteva difendersi tenendo il pallone.

Insomma la matassa era di quelle molto complicate da sbrogliare e la partita si è messa ancora peggio quando Badelj (o Chiesa) ha trovato il raddoppio.

Se non fosse stato per la rabbiosa reazione della Juventus che ha trovato praticamente subito il 2-1 con Higuaín, che ha trasformato una delle sole 7 occasioni generate dalla sua squadra, la partita si sarebbe probabilmente chiusa in quel modo. Complice anche un calo dell’intensità della Fiorentina, comunque abile a mantenere gli spazi chiusi e a negare opzioni di passaggio alla Juventus, gli ospiti hanno potuto sperare fino all’ultimo.

Difficilmente la Fiorentina si è fatta sorprendere mal messa in campo nel corso dei 90 minuti.

Allegri ci ha provato mandando in campo prima Pjaca per Sturaro e poi persino Mandzukic per Barzagli in un tentativo di giocarsi il tutto per tutto, ma esclusa una grande occasione per Higuaín, sono stati i viola ad andare più vicini al gol.

La quarta sconfitta in trasferta della Juventus ne mette nuovamente in discussione lo status di irraggiungibile leader del campionato e stavolta, complice il rinvio della gara col Crotone, la pressione è massima e il margine d’errore nullo. Con Lazio, Milan (in Coppa Italia), Sassuolo e Inter da affrontare nei prossimi 20 giorni, i bianconeri si trovano ad un crocevia fondamentale della loro stagione.

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