La crescita di Tielemans
Ad appena 20 anni il centrocampista belga gioca già come un veterano, dove andrà in estate?
Come si muove in campo
In campo, Tielemans non è sempre un giocatore educato e ordinato nella misura in cui lo appare all’esterno. Soprattutto in fase difensiva, è un giocatore intenso, frenetico, più istintivo che riflessivo. Ha una gran voglia di recuperare la palla, ma gli capita di farsi scappare l’uomo alle spalle in uscita, di essere impreciso nella lettura della linea di passaggio, oppure più semplicemente di farsi saltare nell’uno contro uno. A volte tarantola intorno al pallone nel tentativo esasperato di recuperarlo, a dispetto dell’eleganza che lo contraddistingue quando imposta. Alla fine esce vincitore.
Queste debolezze sono però esasperate dal contesto di gioco, e non è detto che altrove si proporrebbero con la stessa frequenza. La struttura dell’Anderlecht, il classico 4-3-3 di marca belga, occupa tutto il campo in ampiezza e porta entrambi i terzini molto alti sul campo, sempre lungo il binario della linea laterale, per suggerire la sovrapposizione e liberare la creatività delle ali (Weiler può contare su diverse opzioni interessanti nel ruolo: Hanni, Chipciu, Acheampong). La palla tende a non passare dal centro, a seconda della pressione avversaria il portiere rinvia lungo oppure si rivolge a uno dei due terzini.
Il risultato di questa polarizzazione del gioco è che al centro rimane molto spazio da coprire. Nelle rare occasioni in cui l’Anderlecht riesce a portare densità nella zona del pallone, Tielemans dimostra di saper difendere in avanti con efficacia, sfruttando l’esplosività e il baricentro basso per non dare respiro al portatore di palla. Quando il campo inizia ad aprirsi, però, Tielemans non è ancora un difensore abbastanza esperto da rallentare a sufficienza la manovra avversaria.
La polarizzazione si riflette anche sul suo apporto alla fase offensiva. A dispetto della tecnica sopraffina, Tielemans tenta poco più di 40 passaggi a partita, un’influenza relativamente contenuta sulla circolazione di palla dell’Anderlecht. Come emerge dalle mappe di passaggio, si trova spesso a stringere le connessioni più forti con i due terzini, sia in entrata che in uscita, fungendo un po’ da passaggio doganale tra i due lati del campo.
Tielemans è un gran passatore, molto preciso nel gioco lungo e molto sensibile nel gioco di prima, che combina eccezionalmente precisione ed eleganza quando può contare i passi e servire i compagni sulla corsa. Lo ha notato anche Roberto Martínez, attualmente allenatore del Belgio: «Ha la personalità e la tecnica per giocare a un tocco e dettare il ritmo della partita, in campo gioca come un vero capitano».
Un dibattito aperto, che Martínez non è stato in grado di chiudere, riguarda la posizione ideale di Tielemans: «ognuno ha la sua opinione a riguardo, è difficile dire se sia un “sei” oppure un “otto”, può ricevere la palla in ogni posizione e adattarsi alle richieste della squadra». Nell’Anderlecht viene regolarmente schierato da interno di centrocampo, e la facilità di calcio con entrambi i piedi gli permette di occupare indifferentemente il lato destro o sinistro del campo, oppure di sistemarsi davanti alla difesa in assenza di Dendoncker (in realtà le posizioni del triangolo di centrocampo delle Mauves sono molto elastiche, nel corso della stessa partita può arrivare a interpretarle tutte).
Tielemans non è particolarmente veloce, ma con i cambi di passo e direzione può essere pericoloso anche in transizione. Ha un’indole da mezzala di possesso, per cui non emerge per il contributo diretto alla fase di finalizzazione. In questa stagione registra poco più di un tiro tentato e poco più di un’occasione creata a partita. La doppia cifra raggiunta sia nei gol che negli assist è generata più che altro dai calci di punizione, da cui disegna traiettorie tese e potenti per la testa dei compagni, e dai calci di rigore che è sempre incaricato di battere (quest’anno ne ha già segnati 8).
Per chi ancora non avesse preso appunti dopo le stelle comete piovute nelle porte di Oostende e Genk che hanno fatto il giro del mondo, la sua tecnica di tiro è veramente speciale. Per apprezzarla fino in fondo vale la pena selezionare “0.5” come velocità di riproduzione dei mixtape dei suoi gol su Youtube. Quando ha molto spazio per caricare il destro, Tielemans si abbassa con il peso del corpo sulla palla, un po’ come fanno i tiratori del rugby per concentrare l’energia nella rincorsa. Arriva sul pallone con i passi misurati, la rincorsa esplosiva, la postura verticale, la caviglia salda sul terreno.
Per le difese avversarie, chiedere al Mainz, significa che una palla vagante fuori area diventa immediatamente pericolosa. Dalla sua posizione di interno, Tielemans non attacca in prima battuta l’area di rigore, ma ha tempi di inserimento, forza fisica e rapidità di esecuzione per andare a conquistare le seconde palle a ridosso della trequarti.
A quel punto scaricare il pallone verso la porta avversaria diventa sia l’opzione più logica che la più semplice da percorrere, deve preoccuparsi soltanto di calciare al meglio delle sue possibilità, per cui risulta particolarmente preciso in questa situazione di gioco. Una delle migliori occasioni dell’Anderlecht nell’ultima partita di campionato è un marchio di fabbrica di Tielemans, il pallone raccolto e calciato a velocità siderale.
Quando invece si ritrova a dover scegliere tra un ventaglio di opzioni disponibili, perde qualità nell’esecuzione. Le conclusioni dalla distanza, che in ogni caso riesce a mantenere basse e potenti, gli servono a volte da coperta di Linus per risparmiarsi la responsabilità di servire l’ultimo passaggio. Insieme alla fiducia per i movimenti dei compagni, Tielemans dovrà maturare anche la necessaria freddezza per prendere decisioni complesse, in poco tempo e con lo spazio che va progressivamente riducendosi.
Con l’esperienza, ma soprattutto con l’approdo in una squadra dai principi di gioco più sofisticati, che costruisca dal basso e palleggi a centrocampo, Tielemans potrebbe affermarsi nei panni del raffinato regista che promette di diventare, riducendo le leggerezze che in quella zona di campo non può permettersi.
La vita dopo Neerpede
Al momento suonerebbe indoveroso valutare un diciannovenne soltanto sul piano della capacità decisionale e della costanza di rendimento. Del resto il suo percorso di crescita, con relativi margini di miglioramento, è perfettamente in linea con gli altri grandi talenti dell’annata 1997: Gabriel Jesus, Dembelé, Rashford, Renato Sanches.
A differenza dei coetanei, però, Tielemans ha scelto di restare nella squadra che lo ha fatto crescere. Si concederà finalmente alla corte dei grandi club europei dopo 4 stagioni e 175 presenze con la maglia dell’Anderlecht, la stessa che indossa dal 2002. Ha già timbrato, preliminari esclusi, 10 presenze in Champions League e 20 in Europa League, ha indossato per la prima volta la fascia da capitano a 19 anni, e a fine stagione potrebbe mettere in bacheca il secondo titolo nazionale della sua carriera. Le Mauves hanno 4 punti di vantaggio quando mancano 8 giornate al termine.
Al termine di questo apprendistato non si è ancora definita con chiarezza la sua natura di centrocampista – dalla trequarti vede meglio la porta ma fa più fatica a smarcarsi, dalla mediana può tagliare il campo con i passaggi profondi ma fa più fatica a coprire lo spazio – però sono emerse a pieno quelle caratteristiche che lo rendono un giocatore su cui puntare a occhi chiusi per il futuro, la professionalità, il carisma, le spalle larghe. L’Anderlecht ha investito molto su Tielemans, e come hanno ormai imparato i dirigenti, i tifosi, i compagni, Youri mantiene le promesse.