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Foto di Matthias Hangst/Getty Images
Calcio Daniele Manusia 8 luglio 2016 5'

Il minimalismo di Pogba

Pogba sta facendo un ottimo Europeo, anche se in modo diverso da come qualcuno si aspettava.

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Questo è il secondo piccolo elogio che scriviamo su Paul Pogba durante l’Europeo (il primo lo trovate all’interno dell’elogio più manifesto a Dimitri Payet dopo la partita di esordio con la Romania). Ne sento il bisogno perché mi rendo conto di quanto sia difficile mantenere un’opinione non intossicata dalle valutazioni eccessive di alcuni giornali, o dal luogo comune che per alcuni ormai è diventato verità conclamata secondo cui Paul Pogba è un giocatore sopravvalutato. Dal suono tondo dei 100 MILIONI!!! che dovrebbe costare, come dalle chiacchiere sui mezzi pubblici di tizi che si lamentano di averlo pagato troppo al Fantacalcio e dai giudizi di tuo zio che guarda solo la Roma ma è sicuro che Pogba non vale Nainggolan.

 

Ne sento il bisogno anche perché la partita di ieri è un altro esempio di come Pogba in realtà sia un calciatore diverso dal calciatore immaginario costruito dai giudizi di media e tifosi. È un caso interessante in cui si vede la scollatura tra la dimensione dei giudizi quotidiani e quella della realtà strettamente calcistica. Pogba ha giocato una partita con grande senso di responsabilità e persino umiltà, occupando lo spazio che serviva occupare (in campo ma anche a livello simbolico), giocando una partita priva di sbavature.

 

La sola giocata eccezionale è quella che porta al gol del 2-0, una serie di finte da fermo che hanno lo stesso scopo delle braccia basse di Muhammed Alì di invogliare l’avversario a sbagliare facendo la prima mossa.

 

 

 

Adesso che ci penso il paragone con Alì non è così campato in aria, anche lui veniva criticato per l’uso del corpo poco convenzionale e, in fondo, anche lui contava su riflessi fuori dal comune. Si parla di atleti e l’atteggiamento corporeo è una questione funzionale, il modo in cui Alì usava le braccia, come Pogba che piega il suo corpo in uno stato di rilassamento artificiale precedente all’esplosione del movimento, la gamba sospesa a mezz’aria che oscilla lateralmente, sono cose che vanno considerate da un punto di vista tecnico. Pogba non è mai sciatto quando fa cose di questo tipo, ovviamente viene criticato o esaltato esclusivamente a seconda del risultato ottenuto.

 

Sono cambiate molte cose dall’inizio del torneo e dalla sostituzione punitiva di Pogba e Griezmann contro la Romania. Ed è interessante che persino Griezmann, che di arrogante in campo non ha davvero nulla né ha mai esagerato nell’accentrare il gioco su di sé, all’inizio è stato vittima dell’equivoco del Grande Giocatore che deve decidere tutte le partite indipendentemente dalle sue caratteristiche e dal contesto tattico. L’aumento dell’influenza di Pogba e quello di Griezmann sono collegate e speculari: alla crescita dell’uno è corrisposta quella dell’altro.

 

 

 

Pogba e Griezmann sono il regista basso e il regista alto della Francia, con il primo Deschamps si è garantito un’uscita del pallone pulita dalla difesa, con il secondo una distribuzione di qualità sulla trequarti. In alcuni momenti funzionano anche come una grande coppia, con movimenti che si compensano (tipo la gif qui sopra con Griezmann che si abbassa marcato e mette in condizione Pogba di correre in direzione della metà campo avversaria per 50 metri palla al piede).

 

Pogba era l’unico nel centrocampo che potesse risolvere i problemi in costruzione. Payet e Griezmann preferibilmente devono restare sulla linea d’attacco, Kanté e Matuidi sono scolastici nel controllo e nella distribuzione, devono pensare troppo e comunque hanno un bagaglio tecnico più leggero di Pogba, sotto pressione non fanno molto meglio dei difensori centrali francesi. Pogba, a cui da mezzala si chiedeva la giocata decisiva, da regista sta giocando con estrema pulizia.

 

La pulizia si vede anche da cose come questa qui sotto. Seguito da Kroos che lo prendeva in consegna all’inizio dell’azione costringendolo ad abbassarsi sulla linea difensiva, Pogba ha creato lo spazio per Umtiti fingendo di togliergli il pallone dai piedi.

 

 

 

Pogba il presuntuoso che in semifinale di un Europeo si accontenta di fare da appoggio sicuro per i compagni. Va cambiata anche la categoria secondo cui da Pogba ci si deve aspettare sempre qualcosa di grande: con la Francia sta dimostrando di essere più raffinato di quanto non lo siano i suoi critici, che non si prendono la briga di valutare le sue prestazioni all’interno del contesto della gara.

 

Pogba sta giocando come se non dovesse dimostrare niente a nessuno, si è assunto la responsabilità di un ruolo delicato e sa bene dove fermarsi.

 

 

 

Pogba fa la differenza mettendo la sua qualità alla base del gioco francese, anziché in cima alla piramide. Florient Toniutti ha scritto che “là dove la Francia mancava di talento, è sbocciato Pogba”, e che con la sua capacità di recupero palla ha dato anche grande equilibrio. Ieri Pogba ha recuperato meno palle solo di Sissoko (9) e l’azione del secondo gol nasce da una sua palla recuperata sul controllo sbagliato di Kimmich.

 

Per recuperare palla conta la capacità di leggere il gioco, ma anche l’uso del corpo. In alcune situazioni Pogba domina il pallone senza nessuno sforzo.

 

 

 

E torniamo a parlare di quell’atteggiamento fintamente rilassato che in realtà è una specie di stato zen in cui Pogba sta perdendo l’equilibrio per ritrovarlo al momento giusto, con il corpo proiettato nella direzione giusta.

 

 

 

Qui sopra prima protegge palla dall’intervento di Kroos ruotando su se stesso, poi quando vede arrivare Muller fa una microfinta come se volesse andare verso sinistra e invece sposta la palla con l’esterno sinistro. Con una naturalezza che hanno davvero in pochi.

 

E nella partita di ieri questo tipo di giocate si sono alternate alla perfezione con alcune infinitamente più semplici, che mostrano grande consapevolezza per un giocatore comunque giovane.

 

Qui sotto, ad esempio, Pogba avrebbe potuto verticalizzare sui piedi di Sissoko, che non è il più a proprio agio a giocare spalle alla porta, e ha preferito allargare a Koscielny per far giocare lui con un angolo migliore (e infatti troverà Griezmann).

 

 

 

Niente di che, penserà qualcuno, ma il calcio è fatto di queste cose.

 

Ovviamente, quando si aprono gli spazi, Pogba può divertirsi di più, il punto è che non vuole divertirsi per forza. Che è il contrario del giocatore immaturo e incompleto che qualcuno descrive, anzi può giocare praticamente in qualsiasi posizione del centrocampo, dalla propria area a quella avversaria, con una qualità superiore a molti specialisti dei singoli ruoli. Ieri Pogba ha dovuto giocare anche alcuni palloni da difensore aggiunto, facendo da schermo con una pulizia e un’intelligenza che pochi possono garantire.

 

A differenza degli altri fenomeni della nostra epoca Pogba è un centrocampista e fa in maniera fenomenale (con una sensibilità nei confronti della palla fenomenale, con una tranquillità fenomenale, con un dominio fisico fenomenale) le cose normali che fanno i centrocampisti. È anche capace di cose eccezionali, ma questo non deve ingannarci quando lo guardiamo giocare, soprattutto non deve diventare la sua condanna.

 

 

Tags : euro 2016franciagermaniapaul pogba

Daniele Manusia, direttore e cofondatore dell'Ultimo Uomo. È nato a Roma (1981) dove vive e lavora. Ha scritto: "Cantona. Come è diventato leggenda" (Add, 2013) e "Daniele De Rossi o dell'amore reciproco" (66th & 2nd, 2020) e "Zlatan Ibrahimovic, una cosa irripetibile" (66th & 2nd, 2021).

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