Il bello delle Qualificazioni Mondiali vol.2
Momenti che ci hanno permesso di superare questa interminabile pausa delle Nazionali.
Addio Orange Robben
Mentre parte del mondo celebrava l’accesso al Mondiale e un’altra parte si disperava per il mancato accesso, e una terza parte più piccola si interrogava su Ventura, Arjen Robben ha dato il suo addio alla nazionale olandese. L’ho ha fatto in nuce ad un fallimento, con la sua nazionale incapace di segnare 8 gol alla Svezia, l’unica possibilità per poter accedere agli spareggi. Eppure, anche nella sua ultima apparizione, Robben è stato l’ultimo a gettare la spugna, segnando due gol e congedandosi con l’onore di chi ha un sinistro semplicemente magico.
In 96 presenze con la maglia dell’Olanda, Robben ha segnato 37 gol e siglato 29 assist, in pratica uno ogni 112 minuti in campo, dei numeri magnifici che hanno permesso alla nazionale di raggiungere grandi traguardi. Se infatti il Robben giocatore di club ha avuto spesso un andamento altalenante per via degli infortuni, in nazionale non ha mai fatto mancare il suo apporto, guidando gli Orange ad una finale ed una semifinale mondiale. Lo stesso Robben dopo il ritiro ci ha scherzato su «L’uomo di cristallo è durato a lungo» ha detto in un’intervista dopo la partita.
Ha lasciato intendere che l’Olanda deve ripartire da zero dopo questo fallimento, e ha lasciato il testimone alla nuova generazione. A noi mancherà non vederlo rientrare sul sinistro in Russia, agli olandesi ancora di più. Lo salutiamo con uno dei gol più belli segnati da Robben in nazionale, soprattutto perché quando umili la difesa della Spagna c’è sempre grande soddisfazione.
Has to be one of the most satisfying goal of all time.
Pique
Alba
Ramos
Iker
Robben pic.twitter.com/agWy6oBd7Y— AK (@demigodDanilo) 10 ottobre 2017
Panama fa festa
Mentre gli USA erano impegnati nel suicidarsi contro Trinidad, la nazionale famosa principalmente per il cappello da uomo che ne prende il nome e per il canale a cui da il nome, compiva il suo dovere battendo la Costa Rica grazie ad un gol all’88esimo minuto. Se il secondo gol è uno splendido esempio di gol liberatorio degli ultimi minuti, il primo farà parlare per molto tempo. La palla infatti non ha mai varcato la linea di porta ed oltretutto è stata spinta con una mano.
L’errore è così grossolano che gli USA potrebbero decidere di scindersi dal football e farsi una propria federazione coi loro 50-51-52 stati quanti sono e nessuno potrebbe poi dirgli molto.
Gli ultimi minuti hanno visto Panama arroccarsi in difesa del vantaggio, e dove non sono arrivati i giocatori, è arrivato questo raccattapalle, con la giocata più notevole di questo turno di qualificazioni:
Trabajo en equipo nivel: la banca de #Panamá pic.twitter.com/mb5GrV7X3r
— Juan Felipe Celia (@jfcelia) 11 ottobre 2017
Alla fine – gol regolare o meno – Panama si è qualificata per la prima volta al Mondiale, un evento così grande che ha richiesto necessariamente una giornata di festa nazionale, e chissene frega se Oceano Atlantico e Oceano Pacifico rimangono divisi per un giorno.
Panama have declared a national holiday in celebration of qualifying for a World Cup. pic.twitter.com/h1RCM6aEsw
— Eli (@ElMengem) 11 ottobre 2017
P.s.: Questo è per Noriega, Yankee.
I sogni della Siria contro un palo.
Guardate bene questa foto:
Sports Photo of The Year without a doubt. #Syria pic.twitter.com/JjysDG32mY
— Wael Jabir (@waeljabir) 10 ottobre 2017
Lui è Mathew Ryan, è il portiere dell’Australia. Bel ciuffo, barba curata, occhi spaventati ma riconoscenti. L’oggetto di tanta riconoscenza è il palo alla sua destra.
Ora, io non so se esiste una classifica delle Nazionali Con Più Play-off, ma sono quasi certo che l’Australia la guiderebbe con tracotanza: ha giocato contro l’Argentina nel ‘94, l’Iran nel ‘98, due volte di seguito contro l’Uruguay (2002 e 2006) quando faceva parte della Confederazione Oceanica. Poi, nel 2006, ha scelto di passare a quella Asiatica, forse per evitare di giocare play-off: e infatti quest’anno gliene sono toccati due.
In anticipo, come ogni Capodanno, su quello che succede nel resto del mondo, l’Australia ne ha disputato già uno, quello che avrebbe deciso l’asiatica destinata ad affrontare la quarta classificata della CONCACAF. Anche se nessuno tifava per loro. Figuratevi per quel palo.
L’avversaria, infatti, era la Siria: all’andata era finita 1-1 e questa foto è stata scattata al 120’ della gara di ritorno, finita ai supplementari.
Al di là dell’ovvia simpatia che suscita ogni Nazione che cerca di riscattare nel calcio complicate situazioni politiche o sociali, la Siria è una buona squadra, e poi ha un seguito sempre molto caloroso e colorito.
Ma ha soprattutto una storia difficile da rinchiudere in riduzionismi. Una squadra rappresentativa di un popolo comunque in guerra da sei anni, in cui i giocatori supportano la squadra ma non il Governo e viceversa, per la quale un siriano può fare il tifo solo sventolando certe bandiere e non certe altre. Sarebbe stato interessante vederli sfidare l’Occidente calcistico. E nel caso in cui ai play-off fossero andati gli Stati Uniti, il significato della gara avrebbe trasceso il semplice significato di una gara.
Omar Al Somah ci ha provato in tutti i modi: ha segnato il pari in Malesia (che è la casa della Siria) all’andata e portato avanti i suoi al 6’ del ritorno. Nei Socceroos però c’è l’immarcescibile Tim Cahill, che con una doppietta ha prima bilanciato la situazione, poi portato avanti i suoi ai supplementari.
Leckie’s cross @Tim_Cahill‘s header
#49 #GoSocceroos #AUSvSYR pic.twitter.com/TBN9BS1fLL— Caltex Socceroos (@Socceroos) 10 ottobre 2017
La sofferenza negli occhi di Al Somah prima di calciare la punizione che all’ultimissimo minuto avrebbe mandato la Siria allo spareggio con l’Honduras ha la carica emotiva identica e contraria a quella dello sguardo del portiere, quello col ciuffo e la barba curata che ora dovrà andare a giocare a San Pedro Sula, secondo molti la città più pericolosa al mondo, e vai a capire se gli regge.
È proprio vero, come dice un proverbio siriano, che certe volte Dio manda le mandorle a quelli senza denti.