È difficile per un evento sportivo di grande livello mantenere in equilibrio una dimensione popolare e locale con una mediatica e globale; una spinta identitaria all’autenticità e un’altra che prova a piegare l’evento a un respiro televisivo e internazionale, ridefinendone logiche e senso. Il Tour de France è una delle poche manifestazioni sportive riuscite a trovare un proprio spazio di coerenza in limine a due universi così diversi. Un equilibrio sottile tra un’epica nazionale, tutta impegnata a narrare la Francia, e un’estetica internazionale, preoccupata di vendere il Tour come uno dei più grandi eventi mondiali.
Dopo i Mondiali di calcio e le Olimpiadi, il Tour de France è il terzo evento sportivo più seguito in assoluto. Una macchina organizzativa impressionante, che per quasi un mese accresce il senso di appartenenza dei francesi come se fosse un contenitore in grado di definire un’identità collettiva diffusa.
Ci sono centinaia di piccoli paesini che ogni anno, con un’attesa spasmodica, aspettano di essere attraversati dalla carovana della grand boucle come se dovessero essere toccati con mano dalla Marianne in carne ed ossa.
È questa una delle meraviglie del Tour: l’equilibrio fra le sue contraddizioni. Dalla piccola famiglia rurale francese che aspetta il passaggio dei corridori insieme a giovani ragazzi olandesi e sud americani, alla bottiglietta di Coca Cola che un anziano di novantuno anni passa ogni anno a corridori che hanno a disposizione le borracce più tecnologiche del pianeta. Quest’anno, come ogni anno, il Tour de France continuerà e rimettere in scena questo miracolo, questa sottile corda che sembra non spezzarsi mai.
Siamo all’edizione numero 103: 3519 km divisi in 21 tappe che si disputeranno dal 2 al 24 luglio, 198 corridori per 22 squadre. Questi sono i numeri che inaugurano la corsa più importante dell’anno, e con questa guida analizziamo le cose più importanti da tenere a mente per preparavi a luglio: il mese del Tour.