Guida ufficiosa al centesimo Giro d’Italia
Tutto quello che c’è da sapere per arrivare prontissimi al via.
- Tom Dumoulin è considerato il quarto favorito nelle quote dei bookmakers. Lo vedete così in alto?
Umberto
Sicuramente rispetto all’anno scorso, quando venne al Giro solo per preparare le Olimpiadi, il piglio con cui Dumoulin affronterà questa edizione sarà del tutto differente e non è da escludere un risultato sorprendente. Dalla sua parte ha il vantaggio delle due cronometro, non troppo lunghe ma che sommate sfiorano i 70 chilometri. Dumoulin potrebbe guadagnare a cronometro 4” al chilometro rispetto a Quintana e ciò significherebbe partire già con un vantaggio virtuale di circa 4’30”. Il problema sarà però difendere questo vantaggio in salita e qui la possibile tenuta dell’olandese è davvero un mistero, soprattutto visto che dopo la Vuelta 2015 non ha mai riprovato a fare classifica in un Grande Giro. Per riassumere la mia risposta: sì, perché è un corridore solido e testardo, con doti fisiche impressionanti. E perché ho sempre avuto un debole, del tutto ingiustificato, per i ciclisti olandesi.
Marco
Considero Tom Dumoulin tanto forte a cronometro quanto sopravvalutato nelle gare a tappe. Il suo unico risultato degno di nota è il sesto posto alla Vuelta di Spagna 2015; risultato che, ad una attenta analisi, parla di un corridore senza le caratteristiche per trionfare in un grande giro. Di fatto l’olandese fu favorito da un percorso decisamente adatto alle sua caratteristiche e nell’unica vera tappa di montagna (che presentava molte salite in successione) piombò in una pesante crisi. Le montagne italiane sono molto ripide e il Giro 2017, come la tradizione impone, presenterà più di una tappa con salite molto dure. Ritengo che per Tom Dumoulin l’obiettivo più concreto possano essere le vittorie di tappa nelle due prove a cronometro. Lo vedo nettamente tagliato fuori dalla corsa alla maglia rosa o al podio.
Andrea
Sì, se per “così in alto” si intende la quarta posizione della classifica generale. Diverso è il discorso su una sua possibile vittoria finale. Anche se il percorso prevede due cronometro che giocano a suo favore, l’olandese non è ancora in grado di tenere il passo degli avversari nelle frazioni di alta montagna. Anche io ho un debole per Tom Dumoulin, e non è dovuto alla sua chioma e al famoso shampoo che utilizza durante le reclame, ma a come riesce sulla bicicletta ad esprimere, con apparente semplicità, una bellezza estetica senza eguali, soprattutto durante le cronometro. Nonostante questo, come dicono gli altri, non lo vedo in grado di poter competere per la maglia rosa.
- Cosa cambia con l’infortunio di Fabio Aru? Sarà un Giro meno spettacolare?
Andrea
Per Fabio Aru partecipare a questa edizione del Giro d’Italia poteva essere l’occasione giusta per capire definitivamente che tipo di corridore è, una sorta di momento chiave per inquadrare meglio il suo livello. Dopo il secondo posto al Giro del 2015, e la vittoria nello stesso anno alla Vuelta, non è riuscito a ripetersi lo scorso anno al Tour de France, chiudendo al tredicesimo posto della classifica generale. Vederlo quest’anno al Giro duellare con corridori di primo livello come Vincenzo Nibali e Nairo Quintana, non solo avrebbe restituito al pubblico uno spettacolo unico, ma avrebbe consentito di decifrare meglio le sue reali capacità e potenzialità future. Conquistare la maglia rosa con dei rivali simili poteva essere l’occasione per fare un salto di livello definitivo. Quindi sì, il Giro d’Italia sarà meno spettacolare, soprattutto perché perde uno dei suoi protagonisti principali. Se poi consideriamo il fatto che stiamo parlando dell’edizione numero cento, con la partenza programmata proprio in Sardegna, le motivazioni per disputare un’ottima corsa non sarebbero di certo mancate.
Umberto
Questo Giro d’Italia sarebbe stato effettivamente un perfetto banco di prova per Fabio Aru, la prova del nove della sua carriera dopo i successi iniziali e il fallimento al Tour de France dell’anno scorso. Certo, è ancora piuttosto giovane per essere uno specialista delle corse a tappe e si è già portato a casa una Vuelta, ma se raffrontiamo il suo percorso di crescita con quello di altri ciclisti della sua generazione il trend per lui non è stato certo positivo. Per lui sarebbe stata anche un’ottima occasione visto il percorso molto favorevole, con diverse tappe “unipuerto” che ben si adattano alle sue caratteristiche. Ma chi davvero rimpiangerà l’assenza di Fabio Aru sarà proprio il suo ex compagno Nibali, sulle cui spalle grava ora interamente il ruolo di principale avversario di Nairo Quintana. E il fatto di non avere un possibile alleato potrebbe rivelarsi un problema non da poco per il siciliano.
- L’ultimo corridore francese a vincere il Giro d’Italia fu Laurent Fignon nel 1989. Thibaut Pinot ha qualche possibilità di interrompere il digiuno?
Umberto
Pensando alle possibilità di Thibaut Pinot non mi viene in mente niente che possa supportare un’eventuale tesi favorevole. Ci sarebbero invece mille motivi da scrivere sul perché Thibaut Pinot non vincerà il Giro d’Italia di quest’anno: non ha la squadra, non ha le gambe, non ha l’esperienza, non ha la resistenza, non ha il fondo. In poche parole, ha le stesse probabilità di vincere il Giro d’Italia che ho io, con l’unica differenza che se per qualche strano evento dovessero ritirarsi tutti i suoi avversari lui avrebbe effettivamente la possibilità di arrivare a Milano in maglia Rosa. Possibilità che io, dal mio divano, non potrei sfruttare.
Andrea
Anche secondo me Pinot ha pochissime probabilità di vincere il Giro d’Italia, quasi nulle per dire la verità. Anche se è migliorato molto a cronometro non è ancora in grado di tenere le ruote degli avversari in salita. Se poi, come dice Umberto, consideriamo il fatto che non ha una squadra di livello al suo fianco, vederlo in maglia rosa a Milano è veramente un miraggio. Meglio così, perché ho un debole per Fignon e spero che il suo record resista nel tempo.
- Quali sono le ambizioni del team Sky? Chi è il vero capitano, Geraint Thomas o Mikel Landa?
Umberto
L’impressione è che la Sky voglia far classifica con Geraint Thomas, forse ritenuto più affidabile del basco anche alla luce dei risultati ottenuti fin qui in questa stagione. Fra i due però, quello che in teoria avrebbe maggiori possibilità di vittoria finale dovrebbe essere Mikel Landa, per vari motivi. Innanzi tutto, è difficile pensare che il Landa visto al Giro 2015 possa essere solo una meteora, anche se da allora non ha mai più avuto la continuità di rendimento necessaria per vincere una grande corsa a tappe. Ma se parliamo di continuità nelle tre settimane, allora con Geraint Thomas siamo messi anche peggio. Il britannico non ha mai dimostrato di avere la tenuta fisica per essere una valida alternativa a Chris Froome in casa Sky. Da gregario negli anni scorsi al Tour de France si è spesso sciolto come neve al sole nel corso delle tre settimane e anche quest’anno arriva al Giro d’Italia con più dubbi che certezze. L’ultimo motivo è una semplice considerazione sul percorso, molto duro, forse troppo per un Thomas abituato alle più dolci pendenze d’Oltralpe. In tutto questo, occhio a Diego Rosa che da quest’anno è passato al Team Sky dopo anni di onesto gregariato, e che ancora non ha ben capito cosa vuole diventare.
Marco
Credo che la duplice presenza di Landa e Thomas sia indicativa per capire la fiducia che il Team Sky ripone in loro. Si tratta di due ottimi corridori, ovviamente, ma fatta eccezione per il terzo posto al Giro 2015 di Landa, nessuno dei due ha saputo offrire altre prestazioni convincenti in gare di tre settimane. Mi aspetto che i due partiranno, sulla carta, con gli stessi gradi, e sarà poi la strada a decidere chi dovrà lavorare per chi. La logica impone di vedere Landa nel ruolo di capitano, ma ho la sensazione che Thomas potrebbe sorprendere, per via di un Giro che considero meno duro del solito e per la presenza delle due cronometro dove potrebbe guadagnare molto tempo rispetto ai suoi rivali. Altro fattore da non sottovalutare è l’assenza di Aru, corridore sempre pronto ad accendere la corsa. Verosimilmente le redini della stessa saranno tenute da Nibali e Quintana, corridori che spesso seguono una tattica attendista. Il tutto andrà quindi a vantaggio di un regolarista come Thomas. Credo che la Sky sia consapevole di non essere la favorita per la maglia rosa ma abbia comunque serie ambizioni di podio.
- Lo scorso anno un totale outsider è stato molto vicino alla vittoria del giro. Chi potrebbe replicare quest’anno?
Umberto
Alle spalle del grande favorito e del suo principale sfidante, ci sono tantissimi prospetti interessanti da tenere d’occhio. Nel gruppo degli olandesi insieme a Kruijswijk e Dumoulin, troviamo Bauke Mollema che però dà meno garanzie dei suoi due connazionali, soprattutto per quanto riguarda la tenuta sulle tre settimane. Ma basta spostarsi di poco ed ecco che dal Lussemburgo tornerà in Italia uno di quei giovani talenti, magari privi di fascino, ma che promettono grande talento. Sto parlando di Bob Jungels, 24 anni lo scorso 22 settembre e una classe cristallina messa in mostra l’anno scorso proprio sulle strade del Giro d’Italia, dove indossò la Maglia Rosa per qualche giorno e chiuse al 6° posto in classifica generale. Quest’anno è cresciuto ancora, e lo si è visto in ottima forma nelle corse di inizio stagione. A cronometro va forte, in salita è un treno e sa anche essere spettacolare quando vuole. Il suo modo di pedalare, poi, è pura poesia.
Amador parte forte, Jungels un attimo dopo si riporta su di lui in quattro balletti e se lo trascina dietro fino al traguardo.
Marco
La compresenza di Aru, Nibali e Quintana sembrava aver monopolizzato le tre posizioni del podio di Milano. Con l’assenza di Aru, però, la lotta al terzo posto sarà molto più accesa. Oltre ai corridori citati da Umberto, vorrei portare l’attenzione anche su Zakarin e Van Garderen. Il russo, capitano della Katusha, non ha dalla sua precedenti di rilievo in un grande giro. Tuttavia solo una caduta gli ha impedito di ottenere un ottimo piazzamento nell’ultima edizione. La vittoria di tappa a Imola ottenuta nel 2015 parla inoltre di un corridore con una certa affinità con le strade italiane e da un punto di vista tattico, il percorso con molte tappe di media montagna sembra essere adatto ad un corridore che, come lui, ama correre all’attacco. Van Garderen sarà invece il capitano della Bmc. Sono certo che l’americano, ormai quasi ventinovenne, si aspettava una carriera con più luci e meno ombre. Di fatto, tolti due quinti posti al Tour de France ha saputo combinare poco altro. Sarà alla sua prima partecipazione al Giro, e pur avendo caratteristiche che lo collocano meglio nelle strade francesi, sono pronto a scommettere che la sua voglia di rivincita potrebbe essere un’ottima spinta verso un grande Giro d’Italia. Probabilmente correrà sulla difensiva nelle tappe più dure, ma potrebbe essere uno dei protagonisti su salite regolari e con pendenze “umane”, e soprattutto nelle due cronometro.
- Pronostici secchi
Umberto
Quintana è il favorito ma si porta dietro la zavorra di dover vincere anche il Tour de France. Alla fine potrebbe spuntarla Nibali.
Marco
Quintana, che nei miei sogni poi farà suo anche il Tour de France.
Andrea
Anche per me stavolta sarà Quintana a vincere.