Guida ufficiosa agli ottavi di Champions League
18 domande sulla fase finale del torneo più importante d’Europa.
- Manchester City – Monaco sarà la partita più divertente di questi ottavi?
Fabio
Sulla carta sì. Tanto per non smentirsi nel week-end il Monaco ne ha fatti 5 al Metz. Ma non è tanto l’enorme quantità di reti fatta dal Monaco in questa stagione a rendere potenzialmente la sfida contro il City la più bella degli ottavi. Quasi in antitesi, è il confronto tattico tra Guardiola e Jardim. Il tecnico portoghese ha ampiamente dimostrato di saper giocare su diversi registri, anche se, a dispetto dei numeri da record del suo attacco, ha una predilizione per un gioco prevalentemente reattivo. Jardim è davvero abile a giocare sulle caratteristiche degli avversari e la sfida strategica con Guardiola è probabilmente la più interessante di questi ottavi.
Dario
Secondo me sì, insieme a Benfica-Borussia Dortmund. Fabio ha già spiegato molto bene perché Jardim potrebbe mettere in difficoltà Guardiola, soprattutto oggi che il livello tecnico del Monaco è così alto e il City ha così poche certezze. Questo non vuol dire necessariamente che vedremo tanti gol: Jardim potrebbe adottare infatti una strategia del tutto speculativa e decidere di difendere basso lasciando il possesso al City per ampi tratti. Nonostante ciò, questa è la sfida da cui mi aspetto più colpi di scena. Lo dico? Lo dico: mi sto per giocare il Monaco ai quarti.
- Con la Premier League che sembra irraggiungibile, quanto conta la Champions per Guardiola?
Emiliano
Dipende dalla prospettiva dell’osservatore. Se a valutare Guardiola sono i rancorosi, allora questa Champions è fondamentale: l’unico modo per convincerli della bontà delle sue idee calcistiche. Al tempo stesso, è un rischiosissimo passaggio, perché una precoce eliminazione scatenerebbe critiche e polemiche a un livello che Pep non ha mai conosciuto nella sua vita.
Se a valutare Guardiola è la dirigenza, allora questa Champions è un primo passo, in cui bisogna dimostrare soprattutto un certo standing europeo e un modo di saper affrontare gli avversari: perché in fondo il City l’anno scorso è arrivato fino in semifinale, ma con una proposta calcistica davvero raffazzonata. E infatti non se lo ricorda nessuno.
Daniele V.
Bisogna premettere che difficilmente Guardiola potrà arrivare fino in fondo per via del gap con le candidate al titolo. Direi che a pesare sarà contro chi e come uscirà il City. Essendo il primo anno di un progetto triennale è chiaro che uscire con il Monaco, per quanto una prospettiva reale vista la forma delle due squadre, sarebbe oggettivamente un disastro per un progetto che necessita di grandi sfide europee anche per riuscire a capire bene dove stanno i suoi limiti. Dovesse uscire già ai quarti contro un Bayern o un Real Madrid non credo ci potrà essere molto da aggiungere rispetto all’eliminazione di per sé. Tutto quello che c’è in caso di passaggio dai quarti può cambiare la narrativa della stagione.
Daniele M.
Secondo me dovremmo rifiutare la logica alla base di questo discorso. Non vedo perché devo cambiare idea sull’operato stagionale di un allenatore, o ancora peggio sull’idea generale che mi sono fatto di lui, in base all’eliminazione in una doppia sfida di coppa, che sia agli ottavi, ai quarti, o in semifinale. Sono argomenti che costringono sulla difensiva chi la pensa in un modo diverso da quello che, teoricamente, il risultato sembra dire: ma il risultato, spesso, non dice la verità. Le squadre escono spesso ingiustamente, o per una questione di dettagli microscopici, per sfortuna, per la prova eccezionale di un singolo giocatore avversario…
Di Guardiola, ovviamente, andrà giudicato l’operato nel doppio confronto, considerando che gioca con una squadra imprevedibile con più di una qualità. Ma questa continua prova del nove, come se persino uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio recente, capace di innovare il modo stesso in cui si gioca – a detta di TUTTI gli addetti ai lavori e di tutti i critici più seri – dovesse davvero dimostrare qualcosa a qualcuno è semplicemente ridicola. Guardiola, da quando è lontano da Barcellona, sta cercando di cambiare, se stesso e il suo modo di pensare calcio, ibridando al “calcio di principi” alcune strategie specifiche per rendere le sue squadre più dirette e per scendere a compromessi con contesti tatticamente ostili ai suoi stessi principi. Mi sembra una storia interessante e francamente mi sono stancato di commentatori mediocri che sperano nella caduta di qualche “grande” per salire sul suo cadavere e sentirsi un po’ più alti.