- Nel 2014 l’Atletico era nettamente la squadra underdog, sono cambiati gli equilibri quest’anno: possiamo dire che l’Atletico sia favorito?
Emiliano Battazzi: Sì, possiamo dirlo, e non c’è niente di meglio per spiegare la portata del lavoro di Simeone in questi anni. L’Atleti ha eliminato le due favorite per la vittoria finale (Barça e Bayern), ha un sistema di gioco che in alcuni frangenti raggiunge addirittura la perfezione (tipo i 30 minuti iniziali vs il Barça al Calderòn) e a fine febbraio ha vinto il derby al Bernabeu. Non so se è una cosa positiva, però mi sembra un dato di fatto: è la squadra migliore.
Flavio Fusi: Se il cammino fino alla finale conta qualcosa direi che l’Atlético Madrid è sicuramente favorito. Ma al di là dell’aver eliminato Barcellona e Bayern Monaco, ovvero le due favorite assolute ad inizio stagione, l’Atlético è tra le due squadre quella che mette in campo il sistema di gioco più convincente, lasciando intravedere con chiarezza la mano dell’allenatore, mentre il Real nei momenti chiave ha superato il turno grazie alla prestazione del singolo o all’episodio (tripletta di Ronaldo con il Wolfsburg, autogol procurato da Bale con il City). Il punto è questo: l’Atlético è più forte della somma delle sue parti, il Real no.
Fabio Barcellona: Non sono davvero certo che l’Atletico Madrid sia favorito. Sì, è lampante che la squadra sappia sempre e con chiarezza cosa fare a differenza di quella di Zidane, ma se ci guardiamo il campionato è pur sempre arrivato dietro al Real. Inoltre in una partita secca, può incidere molto il colpo di un singolo giocatore e da questo punto di visto i Blancos hanno più armi.
Daniele Manusia: Va detto anche che Zidane sembra esercitare un potere magnetico sulla sua squadra, anche solo stando in piedi davanti alla panchina. Nessuno di noi pensa che meriti davvero di giocarsi questa finale, ma gli va riconosciuta una parte di merito. Non sappiamo ancora l’estensione del “potere” di Zidane perché la sua carriera è tutta da scrivere e la fine del primo capitolo è proprio la partita di domani. Magari un giorno parleremo di lui come di un grande gestore di grandi giocatori, e guarderemo a questa coppa come la prima prova del suo talento da allenatore.
- Vi aspettate sorprese nelle due formazioni?
Alfredo Giacobbe: A questo punto della stagione, le scelte di sistemi e uomini sono abbastanza consolidate. Quindi no, non mi aspetto sorprese. Anche se ammetto che mi sarebbe piaciuto vederne qualcuna in casa Real: con Casemiro il Real guadagna equilibrio e protezione della difesa, ma perde tanto in impostazione. Il Barcellona ha battuto l’Atletico facendo leva sulla salita rapida e precisa del pallone, grazie ai piedi buoni di Busquets, Mascherano e Piqué. Magari non dall’inizio, ma a partita in corso potrebbe aver senso abbassare Kroos e inserire uno tra James e Isco al posto di Casemiro.
FF: Non credo che Zidane ci sorprenderà: l’unico cambio sarà Pepe per Varane, visto che il difensore francese si è infortunato e dovrà rinunciare anche agli Europei. Simeone invece non ha nemmeno un assente, oltre ad essere quello che tra i due ha più alternative, anche se alla fine credo che vedremo l’Atlético “titolare”, con Torres e Griezmann davanti e il solito centrocampo con 4 centrali: Koke, Gabi, Fernandez e Saul.
Liberate Isco.
Daniele V. Morrone: Le squadra sono state analizzate dagli avversari per settimane e possiamo dire che gli allenatori giocano a carte scoperte. Essendo una finale mi sembrerebbe strano se Zidane non optasse per la sicurezza difensiva, ma proprio perché parliamo dell’Atlético e della capacità che ha di dare fastidio all’uscita del pallone dalla difesa, Isco garantirebbe alla squadra un’uscita della palla sicura (con Kroos alla base, come diceva Alfredo, e Modric al fianco dell’andaluso) in quello che è sicuramente il punto debole fondamentale del sistema del Real Madrid, oltre ad una maggiore qualità nei palloni che arrivano alla BBC.
FB: Anche per me non ci saranno sorprese. Piuttosto, saranno interessanti gli aggiustamenti a partita in corso, che daranno anche la misura dell’abilità dei due tecnici nella lettura della partita.
- Quanto influiranno, in un senso o nell’altro, il livello diverso di difficoltà che le due squadre hanno dovuto superare per arrivare in finale? L’Atletico è uscito stanco o ulteriormente galvanizzato dai 120’ con il Bayern? Il Real arriverà riposato o insicuro dopo aver avuto delle partite più semplici?
FF: Io credo che arrivati a questo punto siano le scorie del finale di campionato, piuttosto che quelle del cammino in Champions League a pesare sulle enrgie fisiche e psicologiche. Mi ricordo una dichiarazione di Ciro Ferrara che interrogato sulle tante finali europee perse dalla Juventus, rispose che il fatto di dover lottare per lo Scudetto fino all’ultima giornata li aveva lasciati fin troppe volte “cotti” sia fisicamente che mentalmente. Considerando che entrambe le squadre hanno condiviso la rincorsa al Barcellona nella Liga, non mi fa sbilanciare né da una parte né dall’altra.
EB: Flavio ha ragione, c’è solo una piccola (anzi minuscola) incognita sulla forma dell’Atleti, che nelle ultime giornate non sembrava in gran forma ed è riuscito a perdere contro il Levante ultimo in classifica e già retrocesso. Le due squadre arrivano sicure dei loro mezzi, ma forse nel Real c’è il timore di essere una squadra meno organizzata: il pallone scotterà di più, perché i giocatori sanno che contro l’Atleti basta un errore per perdere la partita.
DM: Certo anche il campionato conta molto, e l’appuntamento ormai annuale con gli infortuni di maggio, negli anni seguiti da una competizione internazionale, sono una conferma chiara (in questo è stato furbo Zidane a “gestire” Bale nelle ultime settimane, averlo al 100% in un momento in cui quasi nessun altro può esserlo potrebbe rappresentare un grande vantaggio). È interessante, però, anche il diverso stato psicologico, in questo la Champions League somiglia alla cintura dei pesi massimi, devi meritartela sfidando i migliori. L’Atletico l’ha senz’altro fatto, anche se con un po’ di fortuna, e sembra quasi dover difendere una Champions sua per metà, e questo magari conterà per ritrovare la forma ideale. Il Real potrebbe avere dei dubbi, ma è vero anche che è il club in assoluto con meno complessi di inferiorità e che questo tipo di cose contano. In club come il Real anche i muri trasmettono sicurezza.
- Che tipo di atteggiamento vi aspettate da parte del Real? Proverà a fare la partita o proverà a mettere l’Atletico a disagio senza scoprirsi troppo?
AG: Quello di Zidane è un bel rompicapo: da una parte ha ottimi palleggiatori a centrocampo, dall’altro ha attaccanti letali nelle ripartenze. Credo che la strategia del Real ricalchi quella della finale 2014: proverà a limitare i danni per la prima ora di gioco e poi si butterà in avanti per provare a prendere tutta la posta.
FF: L’atteggiamento dell’Atlético nelle grandi sfide di questa Champions è stato chiaro: partire a razzo con tanta pressione alla ricerca della rete in grado di indirizzare la partita, per poi raccogliersi nella propria metà-campo, anche passando al 4-5-1. Credo quindi che il Real dovrà far sfogare i Colchoneros in apertura cercando di non subire gol, per poi cercare in un modo o nell’altro di far capitolare il castello del Cholo senza la pressione di dover recuperare lo svantaggio.
EB: Il Real dovrà fare un bel bagno di umiltà e provare a non dominare sempre il pallone. La prima cosa sarà uscire indenni dalla mezzora iniziale, ma in ogni caso dovranno essere intelligenti nel capire i momenti della partita. Per i Blancos, paradossalmente, potrebbe essere molto più proficuo lasciare il pallone agli avversari per crearsi degli spazi per il contropiede: ma come resistere all’eterna tentazione dell’estetica e dell’epica madridista?
FB: Il Real non ha un’identità tattica ben definita e per questo si piegherà alla partita che vorrà disegnare Simeone. E per questo avrà il pallone tra i piedi.
DM: … giusto, ma con il City a Manchester è stato il Real a passare buona parte della gara nella propria metà campo, senza quasi mai riuscire a gestire un possesso fluido che permettesse di risalire il campo, senza neanche pressare i portatori di palla di Pellegrini. Penso che magari (un po’ costretto, un po’ volendo) il Real potrebbe adottare nuovamente un atteggiamento di questo tipo, sperando che l’Atletico non vada in vantaggio.
La prova di forza dell’Atletico.
- Al ritorno contro il Bayern ha rinunciato ad attaccare la pressione bassa, difendendo con pazienza: che livello di aggressività vi aspettate nella finale dalla squadra di Simeone?
AG: Credo che stavolta l’Atletico provi a spaventare il Real, attaccando fin da subito i due difensori centrali e Casemiro con molta veemenza. Il secondo Atletico di Simeone ha molta più confidenza nella pressione in zone alte del campo e anche molta più energia per poterla praticare nel corso della partita.
EB: Per Simeone meglio attaccare subito alto, nel cuore dei problemi del Real, cioè l’inizio azione. Come al solito, però, servirà un atteggiamento diverso per i vari momenti della partita: anche tirare fuori il Real dalla propria metà campo può essere un’idea. Casemiro, Pepe e Ramos sono molto abili negli anticipi, ma in situazioni di campo aperto rischiano molto.
DM: Livello Mad Max. Simeone non deve dimostrare niente a nessuno e probabilmente vedremo fasi molto aggressive alternate a fasi più passive, ma l’Atletico potrebbe finire naturalmente con il controllare la gara nella metà avversaria, se vorrà provare a soffocare con il nascere le ripartenze del Real. Fermo restando che Simeone prenderà le sue decisioni anche sulla base dello stato di forma dei suoi.
DVM: Qui sono quello che ha più dubbi sull’atteggiamento iniziale dell’Atlético: posto che ovviamente cambierà atteggiamento durante la partita e avremo folate di pressione, almeno inizialmente quest’anno non ha mai attaccato l’uscita del pallone contro il Real Madrid, troppo preoccupato dello spazio che questo lascia alle spalle, quando alle spalle ci sono Bale e Ronaldo. Credo che invece preferirà lasciare la palla proprio a Ramos, Pepe e Casemiro, con gioia, posizionando i propri centrocampisti a schermo su Modric, Kroos e Marcelo, attento soprattutto a non farli girare e impedendo così l’arrivo di una palla pulita alla BBC. Meglio lasciare che a gestire la palla siano i piedi quadrati di Pepe e Casemiro o un Ramos tentato a quel punto da improbabili lanci lunghi che vedersi Modric avanzare con il pallone fronte alla porta.
FB: Credo che l’Atletico Madrid non cambierà di molto il suo consueto atteggiamento tattico. Coniugando la necessità di lasciare al Real e alle sue lacune in fase di costruzione bassa, l’onere di tenere il pallone tra i piedi e quella di non dare spazi aperti a Ronaldo e Bale, aspetterà nella sua metà campo, lasciando la pressione alta ai suoi tipici e improvvisi blitz.
- Mettiamo che vinca il Real. Come influenzerebbe il vostro giudizio sulla stagione di Zidane?
AG: Zidane ha già fatto un miracolo, considerata la bufera dentro e fuori dallo spogliatoio che si è scatenata ad un certo punto su Rafa Benitez. Ha rimesso su il castello di carte sul quale Florentino Perez aveva soffiato, forte anche dell’esperienza in panchina maturata al fianco di Carlo Ancelotti. Finire un punto sotto al Barcellona nella Liga (certo, più per i demeriti dei catalani) e avere la possibilità di giocarsi le sue carte per conquistare l’undicesima coppa, è cammino degno di un allenatore di calibro.
FF: La Champions è una competizione in cui molto spesso non vince la squadra più forte né quella guidata dall’allenatore più bravo. Zidane ha sicuramente dei meriti per quanto riguarda la gestione dell’ego dello spogliatoio merengue, ma purtroppo devo dire che non riesco a vedere la sua chiara impronta sul gioco della squadra. Qualunque sia il risultato la mia opinione sullo Zizou allenatore è rimandata ai prossimi anni.
EB: Non cambierebbe molto perché già così ha raggiunto un ottimo risultato, e perché ha già fatto capire di avere delle qualità. In questa metà di stagione, ha puntato molto sull’empatia con i giocatori, sfruttando il fatto di essere stato un grandissimo calciatore e di conoscere bene certe dinamiche (oltre a conoscere bene la squadra, che è quasi la stessa di quando Zizou era il vice di Ancelotti). Ma per un giudizio puramente tattico bisognerà aspettare: Zidane era partito con un’idea molto precisa (calcio associativo, dominio del pallone) ma ha abdicato molto presto (ed è un segno di intelligenza).
FB: Il giudizio rimarrebbe sospeso. Ad oggi non è così negativo come ampiamente diffuso. Per due motivi: sembra essere un buon gestore di uomini, e ad alto livello non è certo cosa da poco, e comunque è un allenatore entrato in corsa, con tutto ciò che questo comporta nella possibilità di costruire un’identità a una squadra particolarissima come il Real Madrid. Essere arrivato in finale con un sorteggio molto favorevole è una casualità, e non sarà un singola partita, importantissima, ma magari vinta o persa per un episodio, a definire un giudizio sull’allenatore Zidane. Bisogna aspettare la prossima stagione.
DM: Be’ non sapremmo molto di più su di lui. Ma dovremmo tenerne conto come di un allenatore che ha vinto la Champions alla sua stagione di esordio, anzi dopo pochi mesi. Queste cose nel calcio contano fino a un certo punto, ma parliamo di un allenatore che basa molto del suo potere persuasivo sui suoi successi personali da calciatore, vincere questa Champions gli darebbe ulteriore credito da spendere quando deve parlare a giocatori come Cristiano. Anche dalle cose che ha detto lui, sembra che Zidane sia un ottimo ascoltatore e con un buono staff alle spalle potrebbe davvero costruire una carriera su questa capacità e sul carisma che la completa.
La mancata prova di forza del Real Madrid.
- Simeone, al culmine del proprio secondo ciclo, è costretto a vincere? Quanto conta questa Champions per dimostrare la giustezza dei suoi principi di gioco?
AG: Ho la sensazione che conti relativamente poco: Simeone si è ormai imposto e a livello internazionale è riconosciuto come uno dei migliori 5 allenatori al mondo (e in un ipotetico power ranking occuperebbe il primo posto). La misura del lavoro di Simeone la danno i suoi calciatori, l’attenzione fanatica con la quale portano in campo i precetti del loro allenatore. Koke in settimana ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport: “Il Cholismo è una filosofia di vita applicata al calcio: non abbassiamo mai la guardia, o l’intensità, o la fame di vittorie>”.
EB: Per un motivo diametralmente opposto a quello di Zidane, anche per Simeone il giudizio non cambierebbe: stiamo parlando in ogni caso di un ciclo storico, sia per risultati che per impatto sul gioco. Un’Europa League, una Supercoppa Europea, una Coppa del Re, una Liga, una Supecoppa di Spagna e due finali di Champions League in 5 stagioni di Simeone. Direi che è più che altro costretto a vincerla per distruggere completamente il retaggio nostalgico-vittimistico dell’Atletico Madrid, creato da due finali di Coppa perse quando sembravano vinte. Insomma gli manca la Champions per diventare una sorta di Cruyff dei Colchoneros, diventare cioè in qualche modo l’allenatore che trasporta nel futuro un ambiente, cambiandogli completamente mentalità (che è la cosa più difficile di tutte).
FF: Per me Simeone è già nell’Olimpo degli allenatori e più che una dimostrazione dei suoi mezzi, la vittoria della Champions sarebbe il coronamento della sua avventura all’Atlético. Il Cholo ha unito un popolo, spinto i suoi giocatori oltre ogni limite e riempito la bacheca del club: non credo che abbia nulla di più da dimostrare.
FB: Non cambierebbe il giudizio sul lavoro complessivo e fantastico di Simeone, ma rimarrebbe un fatto un’eventuale doppia sconfitta in finale. E una sconfitta maturata magari dopo una partita giocata con molta prudenza tattica, potrebbe aprire qualche crepa nel giudizio positivo, praticamente unanime, sul cholismo.
DM: Al contrario di Zidane, Simeone non ha bisogno di vittorie ma di tempo e fiducia. Ormai tutti hanno visto di cosa sono capaci le sue squadre. Certo, sarebbe la seconda finale persa, il suo carisma rischierebbe di uscirne diminuito, ma per Simeone è più una questione di energia che prima o poi finirà (penso al Mourinho dell’ultimo Chelsea) che di vero e proprio carisma.
Breve corso di Cholismo
- Se vincesse il Real vorrebbe dire che in una finale conta più il talento individuale all’organizzazione collettiva?
AG: Sarebbe una conclusione troppo semplicistica. La gestione di una partita, con tutta la pressione che c’è in una finale e tutta la qualità in possesso di ognuno dei ventidue, è un affare estremamente complesso. Alla fine credo che vincerà la squadra che collettivamente riuscirà a leggere meglio i momenti della partita, a reagire alle proprie difficoltà e ad aggredire quelle dell’avversario.
EB: Nel corso della Champions contano molto i momenti, il tuo stato di forma e quello dell’avversario, e va detto che in questa stagione la fortuna ha aiutato il Real Madrid. Ma in finale non ci si arriva per caso e la Casa Blanca ha in ogni caso uno stock di talento che non teme confronti nel mondo. L’organizzazione conta allo stesso modo, tanto che Zidane si è dovuto rimangiare la promessa a Florentino e ha reso Casemiro un titolare indiscutibile.
DVM: Il lavoro di Zidane è stato più che altro proprio dal punto di vista di normalizzazione e di creazione di una rete di sicurezza difensiva per far poi sbocciare il talento offensivo. Una rete di sicurezza inizialmente individuata in un cambio di sistema verso un calcio più di possesso (Isco titolare) e poi virata verso la semplice presenza di un equilibratore come Casemiro per avere un profilo difensivo a centrocampo. In entrambi i casi quindi con l’organizzazione data più che alto quindi dal singolo talento (Casemiro difensivo, Modric associativo etc). Nel caso di vittoria del Real Madrid quindi sia l’organizzazione che la definizione sarebbe sempre legata al talento e rimane una conclusione semplicistica quella che il talento conti più dell’organizzazione in una finale, ma in questo caso mi sentirei comunque di ascoltare chi la volesse perorare.
- Chi potrebbe risultare decisivo, tatticamente, per le due squadre?
AG: In casa Real i due terzini dovranno fare la partita perfetta: saranno spesso in inferiorità numerica, dovranno gestire i tempi delle uscite dalla linea e dovranno valutare quando è meglio cogliere l’opportunità di varcare la linea di metà campo.
DVM: Nell’Atlético sarà fondamentale il lavoro di Koke con il pallone e più precisamente la partita di Koke con il pallone quando tra le linee. Questa è l’arma migliore che ha la squadra di Simeone quando nella trequarti. Una partita perfetta di Koke solitamente porta ad una vittoria dell’Atlético perché aggiunge la dimensione di un attacco posizionale che può passare anche per il centro e non legato solo alle combinazioni in velocità sull’esterno. Per il Real Madrid invece sono indeciso se sia più importante il lavoro di Kroos per la sua capacità di assorbire la pressione e far circolare sempre un pallone preciso o quello di Modric per far arrivare il pallone giusto alla BBC e superare quindi la linea del centrocampo dell’Atleti. Nell’indecisione li prendo entrambi.
EB: Sono d’accordo con tutti i nomi fatti quindi provo a proporne altri: Casemiro (il giocatore avversario più citato da Simeone nella conferenza pre-partita) per gli equilibri della squadra e la capacità di reggere anche l’impatto fisico dell’Atletico Madrid; Benzema per la grande abilità che serve per giocare in zona centrale contro la difesa dell’Atleti e per l’importanza nell’allargare, spostare, destrutturare le difese avversarie (contro i Colchoneros è un compito quasi impossibile, ma non si sa mai). Per gli uomini di Simeone punto su Filipe Luis, che è una vera chiave tattica della squadra, sia perché è il migliore nel complicato mix di palloni recuperati, anticipi e tackle, sia per la sua capacità di incidere anche in fase offensiva. Ma soprattutto perché dovrà vedersela con Bale.
FF: Sembra scontato dirlo, ma Ronaldo e soprattutto Bale potrebbero essere un arma tattica decisiva: se giocassero entrambi più stretti, le loro qualità nel dribbling potrebbero risultare determinanti nell’aprire una falla al centro dello schieramento dell’Atlético. È vero che entrambi sono più abili nelle progressioni in campo aperto, ma giocando sulle fasce sarebbero isolati dalla difesa di Simeone e allora ci vorrebbe un Isco per spezzare le linee dei Colchoneros. Per l’Atlético più che un uomo in particolare dico un’arma: i calci piazzati offensivi.
FB: I due centravanti, Benzema e Torres. Benzema potrebbe essere importante, coi suoi movimenti verso l’esterno per destrutturare la difesa posizionale dell’Atletico e creare spazi per Ronaldo e Bale. Deve però bilanciare questi suoi movimenti con la capacità di occupare il cuore dell’area di rigore per non lasciare il totale dominio fisico ai centrali dell’Atletico Madrid. Le corse di Torres in campo aperto hanno invece la possibilità di fare male alla difesa del Real.
DM: E insomma, nessuno dice Saul. Per i duelli aerei su Marcelo e per il peso intorno all’area di rigore. Per il Real dico Bale, perché se fosse più centrale nel gioco del Real ne guadagnerebbe anche Cristiano.
- Nel 2014, CR7 ha segnato solo il quarto gol, a partita finita, pensate che sabato potrà avere una grande influenza sulla gara? E se non ci riuscisse chi potrebbe riempire quel buco?
EB: In questo momento Cristiano sta meglio di un mese fa, quando una lesione muscolare lo ha costretto a saltare la semifinale d’andata contro il City. Poi è tornato ed ha segnato 4 gol in due partite di Liga, e quindi dovrebbe essere in forma. Questo Real Madrid ha ancora più bisogno di lui, e va detto che per ora sta seguendo lo stesso percorso della Champions vinta con il Manchester United nel 2008: gol negli ottavi, nei quarti e poi a digiuno in semifinale. Nel 2008 segnò poi anche in finale (cari amici dell’Atletico non siate scaramantici): insomma non è uno che si nasconde nelle finali. CR7 ha contribuito al 78% dei gol della sua squadra in Champions (gol, assist, hockey pass): questa è l’influenza di Ronaldo nel Real. Qualora segnasse, diventerebbe il secondo giocatore ad aver fatto gol in più di due finali della Champions/Coppa Campioni: il primo e unico giocatore a esserci riuscito è Alfredo Di Stefano (a segno addirittura in 5 finali consecutive).
In alternativa potrebbe essere la finale di Benzema. Questa è forse la sua stagione migliore (sicuramente per gli expected goals: 0,762 xG goals per 90 minuti, oltre a un gol o un assist ogni 64 minuti nella Liga) ma è anche la peggiore per le questioni extra-campo, che hanno addirittura portato alla sua esclusione dagli Europei di Francia. Pensate a quanto può essere arrabbiato Benzema.
DVM: Abbiamo già speso parole al miele per l’importanza di Gareth Bale in questa squadra con un pezzo intero centrato sull’argomento a cui io ho poco da aggiungere se non che questo Bale è superiore a quello del 2014 e viene da un finale di stagione super. Se non dovesse riuscire Cristiano ad incidere allora lo farà sicuramente Bale.
Addirittura i numeri di Benzema sono “criminal”.
- Per l’Atletico sono stati protagonisti Griezmann contro il Barcellona e Saùl contro il Bayern. Vi aspettate loro protagonisti o degli eroi inaspettati?
DVM: Come ho scritto prima, l’Atlético necessita di una grande partita di Koke e nel caso di vittoria sono sicuro che il gol arriverebbe comunque da un suo passaggio filtrante per Torres, da un suo cross per Saúl, o da un suo calcio d’angolo battuto preciso sulla testa di Godín (che fa molto 2014 poi).
EB: Punto sull’eroe inaspettato, El Niño Fernando Torres, l’uomo delle finali: un gol in quella degli Europei 2008, uno in quella degli Europei del 2012 e uno nella finale di Europa League del 2013 con il Chelsea. Ha giocato anche nella finale del Mondiale del 2010 e di Champions League del 2012 . Parliamo di cinque vittorie su cinque finali.
FF: Visto che prima ho parlato dei calci piazzati, l’eroe inaspettato potrebbe essere nuovamente Godín oppure l’altro centrale che lo affiancherà tra Savić e soprattutto Giménez.
- Possiamo dire che la redazione di UU tiferà unanimemente per l’Atletico perché il Real non si meriterebbe la vittoria?
AG: Vuoi mettere una mega-rosicata di CR7 in mondovisione?
EB: Il Real per il percorso stagionale non meriterebbe la vittoria, ma quando si vince si è sempre giovani e belli, e una grande giocata di Cristiano Ronaldo potrebbe comunque rubarmi il cuore. D’altra parte, però, una terza sconfitta in finale per l’Atleti (dopo quelle del 1974 e del 2014) sarebbe quasi straziante, soprattutto per i poveri tifosi colchoneros che dovrebbero poi vivere un’estate davvero difficile, oltre ad affrontare grandi dubbi esistenziali.
DM: Dopo l’aneddoto dei bagni ghiacciati alle 3 del mattino tifo decisamente per CR7, perché il momento del suo declino si allontani il più possibile. Sarà orribile vederlo invecchiare.
FF: In pratica per l’Atlético questa è la terza finale dopo quelle anticipate con Barcellona e Bayern e vedere trionfare il Real sarebbe un bello smacco. Non è “colpa” dei Blancos se il loro cammino è stato più agevole, ma di fronte a queste due squadre e ai loro percorsi non riesco proprio a fare il tifo per il Real Madrid.
FB: Sono indeciso. Da quando Simeone ha incitato un raccattapalle a lanciare un pallone in campo per fermare un contropiede della squadra avversaria, istintivamente non riesco a disgiungere il cholismo dalla volontà di ottenere il risultato ad ogni costo, anche in maniera scorretta. Spero che la finale mi faccia cambiare questa brutta sensazione.