Tirare verso la porta è l’unico modo per fare gol, che è l’unico modo per vincere le partita, che è l’unica cosa che, il più delle volte, conta nel calcio. Tirare è importante ed è comprensibile che il tiro eserciti di per sé così tanto fascino sulle persone che giocano a calcio, sui dilettanti che tirano in porta anziché scaldarsi prima delle partitelle e si fanno male, come sui professionisti, che però sono pagati anche per distinguere una situazione in cui vale la pena tirare da una in cui bisogna fare semplicemente un’altra cosa.
Ma non per tutti i calciatori si tratta di una scelta naturale. Per molti, quello del tiro è un richiamo davvero irresistibile. Il calcio è uno sport troppo complesso, dove gli eventi significativi sono distribuiti nei 90 minuti con la rarità di coralli gialli. Per pescarli, il più delle volte non esistono scorciatoie: per Guardiola un’azione di costruisce in 15 passaggi, e più giocatori vengono coinvolti meglio è. Eppure quanti gol da lontanissimo, da posizioni impossibili, tecnicamente quanto meno improbabili, abbiamo visto decidere partite tesissime. Provarci ne vale sempre la pena, o no?
Cedere al richiamo del tiro frettoloso, o impossibile, può essere dovuto a scarsa comprensione del gioco o sopravvalutazione delle propria abilità individuali. O a entrambe le cose. Nei casi peggiori si trasforma in una sorta di capacità negativa, il talento di strozzare il respiro del gioco di squadra, di spezzare la ragnatela di passaggi intermedi che portano al gol come bambini che vogliono tutto e subito. Ed è proprio questo istinto infantile che porta alcuni giocatori a tirare troppo, a non tenersi, che trovo affascinante.
Ho guardato i dati di questa stagione: il numero di tiri in porta, il rapporto tra questi e i gol. Oltre al valore di xG dei tiri, che fa capire in che misura le conclusioni sono frutto di scelte sbagliate. Questi qui sotto, sono quei giocatori che quest’anno in Europa hanno davvero tirato troppo. Non di più in assoluto, ma proprio, specificatamente, troppo.
- Lorenzo Insigne – Napoli
101 tiri – 10 gol – 10 tiri per gol – 8.6 xG
Il mondo interiore di Insigne è principalmente un mondo di tiri a giro sul secondo palo. Insigne tira a giro sul secondo palo molte, molte, volte durante le sue partite: la maggior parte dei tentativi finisce fuori, a lato, ma ogni volta Insigne sembra stupito come fosse la prima volta che un tiro di quel genere non gli entra.
È ingiusto ridurre l’Insigne giocatore a questa quantità abnorme di tiri a giro sul secondo palo, nel suo gioco c’è molto altro, scelte davvero creative e interessanti; ma i tiri a giro sul secondo palo sono l’elefante della stanza impossibile da non notare quando si osserva il gioco di Insigne. Come ormai è risaputo, la catena sinistra del Napoli è quella con maggiori compiti di costruzione, dove si addensano più uomini. Insigne spesso porta palla per risalire il campo, e da sinistra gioca con lo sguardo costantemente rivolto ai 180 gradi alla sua destra.
Quando arriva sul vertice sinistro dell’area di solito Ghoulam sfreccia alla sua sinistra mentre Callejon sta volando su un ottovolante puntualissimo sul secondo palo. Per Insigne, a quel punto, il richiamo del tiro a giro sul secondo palo sale dal terreno come il canto delle sirene.
La peculiarità di Insigne come tiratore seriale sul secondo palo – che è anche probabilmente uno dei motivi per cui è così attirato dal tiro a giro sul secondo palo – è che riesce ad eseguire questo particolare gesto tecnico piò o meno in qualsiasi situazione, anche con la palla estremamente attaccata al piede, senza neanche spostare il corpo, senza annunciare il minimo segno di voler tirare sul secondo palo. Così, un secondo prima ha la palla attaccata al piede mentre punta l’uomo, un attimo dopo ha già tirato sul secondo palo.
E bisogna riconoscere che certe volte Insigne fa proprio bene a tirare sul secondo palo, perché comunque è una cosa che gli viene molto bene.
Quella attuale è di gran lunga la miglior stagione realizzativa di Insigne, questo nonostante il volume dei suoi tiri sia rimasto praticamente invariato. Segno che sta migliorando sia nelle scelte che nelle precisione e che il prossimo anno rischiamo di non perderlo da questa classifica 🙁
- Fabio Quagliarella
85 tiri – 6 gol – 14 tiri per gol – 7.5 xG
L’uomo dei gol impossibili è anche l’uomo dei tentativi impossibili.
32 tiri da fuori area di Quagliarella, quest’anno, sono fruttati 0 gol. Segno che mentre la gamba non frusta più come una volta, le scelte rimangono ambiziose. Nonostante, va detto, quest’anno Quagliarella sta giocando in modo encomiabile in funzione della squadra, il suo istinto al tiro incredibile ogni tanto torna fuori. Il dato sugli xG è eloquente in tal senso: 7.5 xG da 83 tiri sono pochissimi per un attaccante, significa che Quagliarella, in media, ha poco più di 0,1 xG per tiro in porta.
Il fascino di Quagliarella è legato al fatto che sembra decidere di tirare nel momento stesso in cui la conclusione in porta diventa un’opzione complicata, da provare pescando nella riserva infinita della propria tecnica di tiro. Qui, ad esempio, decide di calciare fuori equilibrio, da posizione angolatissima, mentre la palla scorre all’indietro.
La tecnica di tiro di Quagliarella è fuori dal mondo: per la capacità di coordinarsi in spazi ristretti e di dare forza e precisione assolute alla palla. È difficile da dire, ma saper tirare così bene in carriera potrebbe averne peggiorato le scelte, facendolo impigrire sull’idea della propria onnipotenza balistica.
- Antonio Candreva
74 tiri, 5 gol, 14 tiri per gol, 5.1 xG
Antonio Candreva è uno di quei giocatori che nel basket verrebbero definiti da “big numbers”. Cioè giocatori che creano un grande volume di gioco dal punto di vista statistico: è il giocatore che crossa di più in Europa, e anche con i tiri non scherza.
Candreva gioca sempre a duecento all’ora cercando di tenere i pensieri più lontani possibili. Il suo calcio è un codice binario che non prevede variazioni: corsa lungolinea+cross o corsa lungolinea+tiro. Uno stile di gioco ben rappresentato graficamente dalla sua shoot map, dove vediamo uno stillicidio di pallini sul centro-destra, da dove lo specchio della porta da colpire è piuttosto risicato.
La frenesia di Candreva trova una sua giustificazione all’interno del calcio ad alti ritmi e ad ampi volumi di gioco pensato da Stefano Pioli – discorso che vale anche per altri giocatori presenti in questa classifica, come Coutinho e Eriksen.
Nella grande entropia che è in grado di scatenare, Candreva riesce spesso a generare qualcosa di interessante per la propria squadra
- Paul Pogba
84 tiri – 4 gol – 21 tiri per gol – 5.9 xG
Qualche giorno fa è uscito su Statsbomb un primo, ruvido, recap della stagione di Pogba. I numeri sono davvero scoraggianti e parlano di un’involuzione su tutti i fronti che ha abbassato il livello statistico di Pogba a quello della sua prima stagione alla Juventus.
La shooting map in alto è una grossa rappresentazione di molte cose che non vanno nel gioco di Paul Pogba oggi, che sente troppo spesso l’esigenza si ergersi a protagonista, anche giocando in una posizione che gli richiederebbe di sacrificarsi di più per i compagni. Ecco un esempio di giocata risolutiva molto complicata.
Anche la fortuna non lo sta aiutando: quest’anno ha colpito 5 pali e ha segnato 4 gol. Ma è anche un segnale che c’è anche qualcosa che non va nella posizione di Pogba, il cui istinto al tiro – più che represso – andrebbe forse valorizzato, avvicinandolo a zone più sensibili.
Perché in ogni caso Pogba possiede un tiro strabiliante con ogni singola parte dei suoi piedi, destro e sinistro. Questa consapevolezza lo porta a voler ricercare il “tirone” come la carta magica in diversi punti delle sue partite, ma bisognerebbe invece far diventare il tiro di Pogba un fattore sistematico.