FantaDonnarumma
Abbiamo immaginato 7 possibili destinazioni per il 18 enne del momento.
Parigi, mia cara
di Silvia Galbiati
“Grazie Gigio”. Maggio 2018, la scritta rossa campeggia sulla maglietta mostrata con orgoglio da Salvatore Sirigu durante i festeggiamenti al Filadelfia per l’inatteso secondo posto del Torino, che la prossima stagione potrà giocarsi la Champions League. Sono i festeggiamenti che celebrano un’annata spettacolare per i granata ma soprattutto e sopra tutti proprio per Sirigu, capace di chiudere la stagione con soltanto 10 gol subiti, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Houdini”, per le vere e proprie magie con le quali è riuscito a opporsi a tutti e a tutto in maniera quasi miracolosa. Un trionfo per il quale il portiere sardo deve ringraziare proprio Gigio Donnarumma.
A fine giugno 2017 Sirigu era prigioniero del PSG, ai margini del club e sul mercato da due stagioni, bloccato da un contratto difficile da risolvere, valutato 5 milioni ma in scadenza nel 2018. Due anni passati tra prestiti e panchine e le esperienze poco fortunate all’Osasuna e al Siviglia hanno reso ancora più difficile la posizione del portiere sardo, che ha ancora davanti a sé Trapp e Areola. A inizio luglio arriva il colpo di scena. Dopo l’annuncio shock dell’addio al Milan, Donnarumma decide di firmare per il PSG.
Non è una scelta facile: inizialmente l’unico convinto del trasferimento in Francia è Mino Raiola che infastidito dalle critiche e dai rumor intorno a Donnarumma non vede l’ora di piazzare il suo bambino d’oro in un porto sicuro. Al PSG, una squadra senza troppe aspettative, il portiere troverà alcuni “scudieri” di Raiola come Maxwell e Matuidi, che possono tranquillizzare il bersagliato 18enne. Gigio però dubita, il campionato francese rischia di annoiarlo, la lingua è un problema, e poi una città così grande, così sofisticata lo preoccupa: già ha faticato ad ambientarsi a Milano, figurati a Parigi.
Per la decisione di Donnarumma ci sono tre momenti decisivi. Prima arriva la telefonata di Marco Verratti che dopo aver elencato tutte le qualità di Parigi, come il clima, i divertimenti e la privacy, e dopo essersi rammaricato per non poter giocare nemmeno un minuto insieme a Gigio visto la sua imminente partenza per Barcellona, decide di regalargli la sua mitica fornacella per gli arrosticini. Il giorno dopo arriva la chiamata di Edinson Cavani. Anche lui elenca tutti i punti in comune tra Parigi e Napoli, parla dei lati positivi del cibo francese (“non molti ma ci si abitua. E poi ci sono gli arrosticini di Verratti…”), e promette: “Rimaniamo un paio d’anni, cerchiamo di vincere sta maledetta Champions, poi torniamo insieme a Napoli e vinciamo tutto”.
Per la decisione definitiva manca davvero poco. È in quel momento che arriva la vera proposta del PSG che oltre a soldi, sponsor e bonus offre a Gigio una casa da sogno nell’esclusivo XVI arrondissement di Parigi, una casa appartenuta a Zlatan Ibrahimovic di cui in salotto troneggia ancora un enorme ritratto 10x20m, in vestaglia di seta accanto alla sua pantera nera personale, severo e fiero. Un ritratto che il proprietario successivo non ha avuto il coraggio di spostare e che forse anche Donnarumma terrà così com’è, come un monito: «Non importa quante maglie cambierai, non importano gli insulti che riceverai, ciò che importa è solo essere il migliore». Appena Gigio osserva il quadro sente queste parole risuonare nella sua testa blocca il suo profilo Instagram e smette finalmente di rileggere tutti gli insulti dei milanisti feriti: capisce che non c’è altra strada.