Di chi ci siamo innamorati all’Europeo Under 21
Sette giocatori per una cotta di inizio estate.
Daniel Podence, 21 anni, trequartista, Portogallo
Di Dario Saltari
Il Portogallo, nelle tre partite disputate nell’Europeo Under 21, ha cambiato moduli e interpreti, passando da un 4-3-1-2 a rombo a un 4-3-3 che sfruttava l’ampiezza in maniera più classica. In questa metamorfosi continua uno dei pochi punti fermi nella trequarti offensiva è stato Daniel Podence, che nelle tre partite ha ricoperto rispettivamente il ruolo di trequartista, di seconda punta e di esterno destro.
Podence è uno dei tanti prodotti del prolificissimo vivaio dello Sporting Club, lo stesso che sta lanciando nell’orbita del calcio europeo Gelson Martins e Iuri Medeiros, con cui quest’anno ha giocato la seconda metà del campionato dopo aver passato la prima in prestito al Moreirense. Nonostante il ritorno alla casa base ne abbia leggermente frenato l’esplosione (allo Sporting fa la riserva proprio di Gelson Martins) quella di Podence è stata comunque un’annata positiva (in tutto 4 gol e 6 assist), fondamentale a suo stesso dire per prepararsi a questo Europeo.
Il fatto che sia stato impiegato in tre ruoli diversi in tre partite rivela una complessità tecnica che ad un primo sguardo Podence nasconde sotto l’apparenza. Il trequartista portoghese è un giocatore dal baricentro basso (arriva appena ai 165 centimetri in tutto), con due gambe molto ben piantate sul terreno che lo agevolano nel gioco spalle alla porta, una grande accelerazione sui primi passi e una capacità di ruotare il busto in tempi brevissimi davvero incredibile.
Sono caratteristiche fisiche che hanno esasperato la sua ambizione di trasformare ogni pallone in un dribbling. Podence sa cambiare direzione in una frazione di secondo ed ha un’ottima tecnica con entrambi i piedi – affrontarlo, sia nello stretto che in campo aperto, per i difensori è un incubo. Già oggi Podence è uno dei giocatori che dribbla di più nella Primeira Liga (è quinto; gliene riescono 2,78 ogni novanta minuti) e anche in questo Europeo Under 21 la sua dribblomania è apparsa a volte fuori controllo.
Il lato positivo dell’ambizione.
Quella dell’ambizione sembra essere il vero bivio da cui dipenderà la direzione della sua crescita. Per Podence quella di trasformarsi in buco nero di palloni che cerca di risolvere qualunque situazione da solo è ancora una tentazione a cui è molto difficile resistere, ed è un vero peccato perché, come detto, la sua sensibilità calcistica è molto ricca di sfumature.
Il lato negativo dell’ambizione.
Per esempio, Podence oltre a dribblare sa anche tirare con entrambi i piedi in maniera molto pulita, fattore che lo rende ancora più indecifrabile per i difensori avversari. Sembra essere particolarmente creativo (in campionato realizza 1,70 passaggi chiave ogni 90 minuti) e, se ciò non bastasse, dimostra a sprazzi anche una grande intelligenza nella lettura dei movimenti senza palla.
Esempio.
Non avendo però un dominio fisico o tecnico sulla partita da vero fuoriclasse, l’incapacità di leggere le situazioni, di riuscire ad alternare la giocata complessa a quella semplice, è ancora un limite su cui Podence inciampa spesso, nonostante non sia quel tipo di giocatori che si sgonfia mentalmente dopo un errore.
All’ala dello Sporting farebbe bene continuare giocare in zone più centrali di campo, da trequartista o magari perché no anche da mezzala, dove gli spazi sono più congestionati e i dribbling difficili. Centralmente può acuire i suoi altri sensi, sviluppare la sua creatività in relazione all’associatività con i compagni, integrarsi sempre più a fondo con i movimenti senza palla richiesti dalla sua squadra. Diventare, se vogliamo appiattire la nostra retorica sulle logiche commerciali che al momento sembrano dominare il calcio portoghese, un prodotto più complesso e quindi più vendibile.
Rimanere sull’esterno, dove lo spazio per ricevere è più ampio e la spinta a puntare il terzino in uno contro uno è praticamente naturale, potrebbe convincerlo davvero del fatto che al di fuori del dribbling non c’è salvezza. Visto il talento, sarebbe un peccato.