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Foto di Emilio Andreoli / Getty Images
Calcio Marco De Santis 7 giugno 2017 4'

Il portafoglio del Milan

Una guida ai ragionamenti economici che influenzano le scelte della dirigenza rossonera.

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L’alone di mistero che si è portato dietro Yonghong Li nella sua complicata operazione di acquisizione del Milan si è trasferito con la fine del campionato al calciomercato della società rossonera. I dubbi irrisolti riguardo alla reale capacità di spesa del nuovo presidente cinese sono ancora tanti.

 

A favore dell’ipotesi di un ricco mercato ci sono le operazioni che il Milan ha già concluso (Musacchio, Kessié) nonché i numerosi rumor riguardo ai possibili acquisti futuri che la coppia Fassone-Mirabelli starebbe trattando, alcuni dei quali particolarmente altisonanti (primo fra tutti: Morata).

 

 

I dubbi sulle capacità di spesa

 

Su un’ipotesi di questo tipo aleggiano però diverse perplessità, in primo luogo derivanti dal piano di “Voluntary Agreement” presentato dal Milan all’UEFA a fine aprile (su cui dovrebbe arrivare una risposta già domani). Il Milan ha infatti chiesto alla confederazione europea un passivo più pesante quest’anno (tanto che Fassone non ha nascosto agli azionisti di attendersi bilanci in grave perdita per il 2017/18 e il 2018/19) in cambio della promessa di rientrare nei parametri del Fair Play finanziario entro quattro anni. Il problema principale è che questo rientro dovrebbe basarsi su un ancora non chiaro aumento esponenziale dei ricavi, tra l’altro indipendenti dalla qualificazione o meno alle prossime edizioni della Champions League. Su un’eventualità di questo tipo, quindi, l’UEFA potrebbe avere più di una perplessità.

 

Non bisogna dimenticare, inoltre, che è stata la stessa dirigenza del Milan a rimanere cauta sulle cifre. Fassone, a margine del CdA che ha deliberato l’aumento di capitale di 120 milioni, ha specificato che quei soldi sarebbero serviti in parte per coprire le perdite stagionali (75 milioni) e solo il resto per il mercato. A conti fatti, quindi, rimarrebbero circa 45 milioni, probabilmente pochi per centrare gli obiettivi dichiarati da Fassone (cioè almeno due giocatori di primo livello e tre giovani dalle grandi potenzialità).

 

 

 

Gli obiettivi

 

I nomi, tra quelli che si sono già concretizzati e quelli di cui si parla come obiettivi futuri, sembrano invece prevedere un esborso molto maggiore. Musacchio è stato ufficializzato per una cifra intorno 18 milioni. Kessié è stato preso in prestito oneroso biennale con obbligo di riscatto posticipando il grosso dell’esborso (che ammonta comunque a circa 28 milioni di euro). La società rossonera sembra inoltre molto vicina all’acquisto del terzino sinistro Ricardo Rodriguez per altri 15 milioni (siamo alle visite mediche).

 

Oltre a queste trattative praticamente concluse (che insieme ammontano già ad una cifra intorno ai 60 milioni di euro solo per il costo dei cartellini) ci sono poi i nomi che circolano con insistenza per il prossimo futuro. Oltre ad un possibile altro terzino (Conti?) e un centrocampista d’esperienza (Fabregas o più verosimilmente Biglia, che sembra volere fortemente il Milan), le voci provenienti da Milanello assicurano che l’investimento più impegnativo deve ancora venire e sarà in attacco. A questo proposito sono tre i nomi che stuzzicano di più la dirigenza e i tifosi: Morata, che, però, dopo la finale di Champions ha smentito l’ipotesi di un ritorno in Italia; Aubameyang, che sembra in procinto di lasciare il Borussia Dortmund; e Belotti, che ha una clausola di 100 milioni valida solo per l’estero. In ogni caso stiamo parlando di nomi irraggiungibili con cifre inferiori ai 70 milioni di euro.

 

Ammesso che l’UEFA non si metta di traverso, bloccando sul nascere i buoni propositi della dirigenza, il piano ipotizzato sembra quindi irrealizzabile.

 

 

La chiave è Donnarumma

 

Una via percorribile, in questo senso, sarebbe quella delle grandi cessioni ma, guardando la rosa, Donnarumma sembra essere l’unico nome possibile per sostenere un piano d’acquisti così imponente. Le eventuali e ad oggi probabili partenze di Niang, De Sciglio e Bacca non sembrano da sole in grado di portare abbastanza soldi nelle casse, ma sommate a quella di Donnarumma potrebbero essere comunque utili per creare un ricco budget per gli acquisti sul quale nemmeno l’UEFA potrebbe avere niente da obiettare.

 

Una possibilità è che Raiola, dopo aver visto due suoi assistiti segnare in finale di Europa League con il Manchester United (Pogba e Mkhitaryan), possa continuare il sodalizio con i “Red Devils” convincendoli ad un’offerta irrinunciabile per il giovane portiere e che il Milan porti avanti alcune trattative costosissime destinate a concludersi però solo in caso di questa partenza eccellente (una situazione molto simile a quella vista con Pogba lo scorso anno: al di là delle dichiarazioni di Marotta non risulta economicamente credibile l’ipotesi secondo la quale la Juventus avrebbe potuto acquistare Higuain senza cedere il francese).

 

Nel caso in cui Donnarumma decidesse di restare, invece, è possibile che il Milan abbassi le sue pretese sull’attaccante andando su giocatori forti ma meno costosi, come Dzeko, Kalinic o addirittura Simeone.

 

È utile ricordare ancora una volta, tuttavia, che la situazione economica del Milan non è ancora chiara del tutto ed è potenzialmente in divenire. Non è escluso, quindi, anche se molto improbabile, che il primo settembre il Milan si ritrovi con Donnarumma in porta, una costosissima prima punta in attacco, altri 4-5 acquisti di buon livello e l’OK dell’UEFA rispetto ai vincoli del Fair Play Finanziario. Ma fino a quel momento ogni dubbio è più che lecito.

 

 

Tags : calciomercatofairplay finanziariomilan

Marco De Santis, laureato in Scienze Statistiche ed Economiche, proprietario del blog “Calcio e Altri Elementi”, dedicato ad approfondimenti statistici, economici e regolamentari relativi al calcio e ad altri sport.

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