Sei mai andato KO, o anche solo knockdown?
Quando eri ancora dilettante, in uno sparring, in una rissa?
Sei sicuro della tua mascella, quindi, l’hai testata?
E se dovesse succedere qualcosa che non ti aspetti e perdessi l’incontro, come reagiresti?
Te la faccio perché da come parli sembra che non esista neanche una sola possibilità che tu perda quest’incontro, o un altro incontro qualsiasi.
Qualcuno dice che non hai le mani abbastanza pesanti. Hai mai mandato qualcuno KO?
Foto di Christian Petersen / Getty Images
È la mia quarta intervista a Vettori e ormai penso di conoscerlo abbastanza da poter insistere su alcuni argomenti senza farlo innervosire. Fin dal primo momento sono stato affascinato dalla sicurezza di Marvin Vettori, quella che per i suoi detrattori (meno numerosi dopo l’ultima bella vittoria in UFC con Miranda, che gli è valsa un nuovo contratto prima ancora che fosse scaduto il precedente) è mitomania, trash-talking. La mia impressione invece è quella di un ragazzo autentico, trasparente nei suoi estremi e nelle sue contraddizioni, che non fa nulla per controllare l’immagine che abbiamo di lui, e la mia breve esperienza di intervistatore mi ha insegnato che è una cosa rara. Oltretutto le MMA sono una disciplina in cui non è concesso sottovalutare nessuno ma in cui, al tempo stesso, si paga carissima ogni esitazione (per usare le parole del coach John Danhaer: “Per ogni match perso per troppa sicurezza, ce ne sono decine persi per eccessiva timidezza”). Nessun fighter sale sull’ottagono pensando a quanto è forte il suo avversario, a quanto può fargli male e che umiliazione pubblica potrebbe attenderlo: ma pensare che un professionista che compete nell’organizzazione migliore al mondo possa sul serio ignorare il valore di chi si trova davanti è semplicemente un’ingenuità.
Cosa ne pensi di chi dice che sei arrogante?
Mentre combatti riesci a conservare questa fiducia?
A che punto la sicurezza diventa mancanza di umiltà?
Perché allora non ti piace parlare delle sconfitte?
Foto di Christian Petersen / Getty Images
In realtà a nessun fighter piace parlare delle proprie sconfitte. Direi anzi che non piace a nessuno in generale, non piace neanche a voi quando parlate al telefono con vostra madre o con vostra moglie. La notte del 30 dicembre Marvin Vettori entrerà per la quarta volta nell’ottagono dell’UFC, con un record parziale 2-1 e 12-3. Affronterà Omari Akhmedov, trentenne del Dagestan con un record di 17-4. Akhmedov è un peso Welter che ha combattuto nei Medi solo una volta (contro Thiago Perpetuo), ha una formazione nella lotta ma non rifiuta lo scambio in piedi. Quando ci siamo sentiti mancava poco più di una settimana all’incontro ed era l’ora di pranzo in California, Marvin si trovava tra un allenamento e l’altro, aveva già cominciato a tagliare il peso. Purtroppo non ho modo di restituire la tensione emotiva e la stanchezza che si percepiva nel suo tono di voce. Questa intervista è anche un tentativo di capire come pensa un fighter a pochi giorni dal match.
Come sei uscito dal tuo ultimo incontro con Miranda, cosa hai imparato?
Hai qualcosa da rimproverarti in quell’incontro?
Nell’ultima nostra intervista dicevi di essere pronto per i tre round, perché pensi di esserti stancato?
Su che altro ti sei allenato in questo periodo?
Hai considerato i punti di forza di Akhmedov?
Dopo l’incontro Antonio Carlos Jr dicevi di esserti pentito della strategia, che non ti saresti più adattato all’avversario.
Non cercherai di evitare di andare a terra?
Se soddisfatto del match-making?
Come pensi che finirà l’incontro con Akhmedov?
Foto di Christian Petersen / Getty Images
Marvin Vettori non è il tipo di fighter che scrive frasi motivazionali su Twitter o su Instagram. I social network ci aiutano a confondere la vita degli atleti con la loro rappresentazione e forse per questo in molti si costruiscono un’identità virtuale centrata sui sacrifici e sul duro lavoro. Il che non significa che per gli altri (diciamo quasi tutti) la vita dell’atleta sia più semplice. Anche questa sarebbe un’ingenuità. Quando pensiamo a un atleta professionista dovremmo automaticamente tenere presente i sacrifici e le scomodità, la pressione mentale e il rischio che hanno deciso di assumersi. Marvin Vettori ha lasciato il suo paese in Trentino da giovane, ha lavorato a Londra di notte come buttafuori per pagarsi gli incontri e adesso vive lontano dalla famiglia perché la realtà gli ha dato indizi sufficienti per continuare a credere nel suo sogno. Oltretutto è un sincero appassionato di MMA, guarda e studia praticamente tutti gli incontri, conosce tutti i fighter della sua divisione e non solo.
Qual è il sacrificio più grande che hai fatto per diventare fighter?
Ti capita di uscire con delle ragazze con un occhio nero?
Quand’è l’ultima volta che hai messo i punti?
Mettiamo che vinci quest’incontro. Chi vorresti dopo?
Anche Borracinha di cui si parla molto bene (ha un record di 11-0 e da poco è entrato nel top 15 del ranking UFC)?
Un giorno vorrai il rematch con Cara de Sapato?