Boogie Night
Proviamo ad analizzare lo scambio che ha portato DeMarcus Cousins ai New Orleans Pelicans.
Che cosa attende i New Orleans Pelicans
Di David Breschi
I Pelicans durante il weekend dell’All Star Game sono stati molto attivi sul fronte rumors, perchè prima dell’ufficialità della trade Cousins, avevano provato a portare in Louisiana Paul George da Indiana (senza successo) e solo 10 giorni prima – con quasi lo stesso pacchetto con cui hanno preso Cousins! – avevano bussato alla porta dei Sixers per ottenere in cambio Jahlil Okafor. Questa trade per loro significa spingere la franchigia in una nuova direzione, dopo anni in cui il front office ha navigato a vista costruendo attorno all’uomo franchigia una squadra mediocre e senza futuro.
Parliamoci chiaro: i Pelicans hanno appena formato la coppia di lunghi più talentuosa dell’ultimo decennio, entrambi nel prime della loro carriera, entrambi compatibili con il gioco dell’altro e complementari da un punto di vista tecnico/tattico. Azzardo sapendo di azzardare: la storia della NBA è piena di “Twin Towers”, ma nessuna aveva la combinazione di skills di Davis e Cousins, due lunghi moderni, con ampio range di tiro, gioco fronte e spalle a canestro – caratteristiche che, seppure in una lega orientata sempre più verso il gioco perimetrale, possono far pendere l’ago della bilancia verso i Pelicans. Immaginatevi i danni che possono fare Cousins in post alto e Davis in post basso, o viceversa, mentre gli avversari cercano un modo di sopravvivere ai continui accoppiamenti sfavorevoli che si generano, e il tipo di spazio che uno sveglio come Jrue Holiday può sfruttare per tagliare in due le difese mentre le attenzioni sono rivolte altrove.
Inoltre Davis e Cousins si conoscono e a quel che sappiamo si stimano, si rispettano, sono amici e condividono anche la solita alma mater, svezzati nel loro unico anno da collegiali, in periodi diversi, da John Calipari a Kentucky. Questa connessione può essere il punto focale attraverso il quale agevolare l’innesto dell’ex Kings e disinnescare la bomba atomica emotiva che Cousins si porta appresso, deflagrata in tutta la sua potenza a Sacramento.
I Pelicans hanno prelevato Cousins a prezzo di saldo, sfoltendo il reparto esterni di giocatori di cui non rimpiangeranno la partenza e privandosi di due scelte che non pareggiano il valore della contropartita che hanno acquisito: Langston Galloway, Tyreke Evans e Buddy Hield per ovvi motivi erano sacrificabili per arrivare ad un colpo del genere, e nessuno di loro offriva garanzie di futuribilità per il progetto Pelicans mentre le scelte cedute, come detto poco sopra, rischiano di essere un corollario alla trade e non il punto forte.
Ora per i Pelicans c’è da fare chiarezza e non è detto che da qui al 23 febbraio le mosse in entrata e in uscita siano finite: è già trapelata la notizia che Terrence Jones, il più sacrificato dei Pelicans da questa trade, vorrebbe cambiare aria per avere più spazio altrove, e con la nuova strutturazione è imperativo sfoltire il reparto lunghi, che dietro la coppia Davis/Cousins e il già citato Jones comprende anche i pachidermici (per stazza e per contratto) Alexis Ajinca e Omer Asik, oltre Donatas Motiejunas e il rookie Cheick Diallo. Allo stesso tempo vanno reintegrate forze nuove sul perimetro da affiancare a Jrue Holiday (oggi più che mai giocatore barometro in mano a Alvin Gentry), Tim Frazier ed E’Twaun Moore, che non possono sostenere sulle loro spalle il peso del supporting cast insieme ai jolly Dante Cunningham e Solomon Hill, che spesso hanno affiancato Davis nei quintetti piccoli dei Pelicans. Nell’affaire Cousins da Sacramento è arrivato anche Omri Casspi, che si candida a diventare il miglior tiratore di una squadra che adesso ha bisogno come il pane di tiratori che aprano il campo al duo che tremare il mondo fa.
I Pelicans si candidano a diventare la mina vagante per la corsa ai playoff della Western Conference e per Boogie è un’occasione da non perdere per cambiare in meglio la propria carriera, dopo gli alti e bassi di Sacramento che ne hanno minato la reputazione.
Nell’aspetto più LOL di tutta la vicenda, solo poche settimane fa Buddy Hield aveva colto la sua prima espulsione in carriera proprio per un colpo nelle parti basse di Cousins